Argo
Mi manchi
come all'amputato
l'arto che continua a muovere,
mi manchi
come l'ultimo gradino
che eri convinto fosse alla fine
delle scale,
mi manchi
come a chi esce di casa
qualcosa che non riesce a ricordare.
Manchi a giorni alterni,
ma quando lo fai
è in una maniera così vivida
che penso di essere solo io a non vederti,
e quando non lo fai
il pensiero emerge comunque
almeno una volta al giorno
non doveroso come un rito
ma così naturale
che si confonde a un battito di cuore.
Dura un secondo
quando non ho il coraggio di sentirlo,
un'eternità invece
quando diventa necessario.
Non riesco a ricordarti
né a raccontarti
senza piangere:
piango
finché non rimane più nulla da sentire,
piango
finché non riesco più a ricordare perché.
È come scrivere
ma non esistono parole
per questo.
Spero non passi giorno
in cui mi dimentichi di pensarti
e spero di pensarti un giorno
senza che le lacrime
come pioggia sull'affresco di un'esistenza
possano sciogliere
il sorriso.
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