5- Speranza in pericolo

"È quindi domani è il tuo compleanno?" Chiese Calan a Speranza mentre eravamo tutti a tavola a gustare una deliziosa minestra.
"Si" ripose contenta.
"Domani avrai una bella festa!" Affermò lui, la bambina non diede più riposta ma si limitò solo più a sorriderle.
Mentre Michael non toglieva gli occhi dal suo piatto, da quando ci eravamo messi a tavola lui non aveva detto più una sola parola. Si era arrabbiato, non voleva che questo uomo entrasse in casa nostra. Ma perché?
Non sembrava affatto un deliquente, uno spacciatore; era solo un pover uomo che aveva perso tutto.
"Senti Calan e la tua famiglia dove?" Chiesi gentile per fare un po la sua conoscenza.
"Io sono orfano di padre e madre quando avevo 4 anni, sono stato messo in un orfanotrofio. Non mi addotto nessuno, poi a 18 anni me ne andai da quel posto e cominciai a lavorare in una fabbrica mi sposai.
Poi la fabbrica comincio andare in rovina, mia moglie divorzio da me e io in poco tempo persi tutto a partire dalla casa."
"È i tuoi figli?"
"Mia moglie non poteva averne..." Abbassò lo sguardo dispiaciuto.
"Oh mi spiace" mi mortificai.
"Scusate ma ora io devo andare" ad un certo punto disse Michael alzandosi dalla sedia, io mi innervosì al suo comportamento e chiesi di parlare in privato un attimo.
Mi scusai con il contro ospite e poi presi Mike dal braccio per trascinarlo fino nel soggiorno.
"Mi spieghi perché ti comporti così?" Chiesi chiudendo la porta, per restare sicura che nessuno ci sentisse.
"Sono stufo di sentire frottole da quello lì" ripose scocciato.
"Frottole? Ma hai visto come era dispiaciuto? Come puoi raccontare queste cose se non ti sono mai successe?"
"Christine a mentire sono capaci tutti, quell'uomo non mi piace punto"
"Va bene, ma potresti cercare di essere un pochino più gentile. Uno perché domani è il compleanno ti tua figlia e poi non ti dimostrare maleducato quando non lo sei" dissi avvicinandomi a lui e sussurrando sensualmente le ultime parole nel suo orecchio.
"Ok" mi prese per i fischi e mi baciò.

Calan

Mentre aspettavo quei due che uscissero da quella stanza in cui si erano rintanati, ridevo di soppiatto per la mia grandissima interpretazione da oscar che avevo fatto.
Sono un poverello orfano e senza casa; ma per favore!
Sono Calan fratello di Lisa, mia sorella era un soldato impassibile è bravo come pochi. Tutti la rispettavano ma si è fatta sconfiggere da due piccioncini innamorati. Blah! che vergogna.
Io sono qui per vendicala e per rimediare ai suoi sbagli, la sua era è tramontata ma la mia è appena sorta.
Penso che per cominciare, il movente perfetto sia questa graziosa bambina davanti a me ora.

Christine

"Eccoci qua, scusateci ma ora è tutto risolto. Vero Michael?" Dissi lanciandole un occhiata.
"Si" rispose.
"Oh, ma la prego mi dia pure del tu" disse Calan
"Lo stesso per me" sorrisi e poi asparecchiai.
"Michael perché non vai insieme a Calan in giardino io vi porto poi il caffè"
Michael sapeva che non accettavo obiezioni e quindi accetto senza dire una parola e i due andarono in veranda nel giardino.

Michael

Questo uomo aveva un non so che di qualcosa che non mi convinceva, aveva un volto che avevo già visto prima. Ma dove?
Non sopportavo questo uomo il mio istinto mi diceva di non fidarmi ma dovevo contenermi per Chri.
"Quindi lei è orfano?" Chiesi apatico.
Lui annuì.
"È come si chiamava l'orfanotrofio dove ha abitato per molto? come lei ha detto"
"Non mi ricordo sono passati così tanti anni" mi convince sempre di meno.
"È lei ha fratelli o sorelle?"
"No" interessante, un 'no' non del tutto convinto.
Che razza di uomo sei?

Christine

Arrivò finalmente sera, e devo dire che dopo la chiacchieratina con Michael aveva dato i suoi frutti.
Michael cominciava a dimostrarsi più gentile.
Adesso però finalmente era ora di andare dormire.
"Michael vai a mettere Speranza a letto?" Chiesi mentre lavavo i piatti della cena.
"Non lo disturbi, se vuoi posso metterla pure io"
"Ok, se ci tiene"
E poi i due andarono su in stanza.

Calan

Era il momento di agire, finalmente la mia vendetta ha inizio.
Entrai nella stanza della bambina insieme a lei, chiusi la porta a chiare e con mossa astuta l'attacai alle spalle mettendole una mano sulla bocca prima che potesse urlare.
In tasca, avevo portato su dalla Germania una siringa di droga che ti addormenta all'istante, la tirai fuori e la iniettai alla bambina che sprofondo subito in un sonno profondo.
Poi scesi giù facendo finta di nulla.
"Si è già addormentata?" Mi chiese la ragazza.
"Oh sì, si è dormentata di sasso" aspettavo che tutti poi andassero a dormire per poi nascondere la bambina

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