22- Scontro brutale e verità
Michael
Ci imbarcammo sulla nave ancor prima che sorgesse il sole. Io,la ragazza che nel frattempo avevo scoperto il suo nome,è tutta la squadra di polizia.
Per tutto il viaggio io non apri bocca e non uscivo neanche sul pontile per perdere aria a differenza di Charlene.
Stavo chiuso e rintanato nella gabina insieme alla squadra; armata fino ai denti. Avevano fucili,pistole, di tutto e di più.
Stavo in camera con loro, perché volevo seguire per filo e per segno tutto il loro piano.
Erano accerchiati tutti davanti ad un tavolo con solo una mappa davanti, era la pianti a del campo di concentramento. Avevano in mente un'imboscata.
Per me l'idea non era male ma secondo me avendo un po di esperienza militare un imboscata non mi sembrava appopriata.
Se nel frattempo quello si fa prendere dall'agitazione e fa del male a qualcuno della mia famiglia?
Ma lascio fare a loro, ora sono loro gli esperti; è un sacco di vite sono nelle loro mani.
Arrivammo sul tardo pomeriggio, quasi sera, il sole già si intravedeva che scompariva e si intravedeva il colore roseo del tramonto; credo che appena saremo la il sole non ci sarà più ad illuminarci il giorno ma saremo già sotto ad un manto stellato. Sbarcammo tutti e ci radunammo in un angolo;per ripassare il piano.
"Allora, vuoi sapere le vostre postazioni" disse il capitano rivolgendosi hai suoi membri,protetti persino con una specie di giubbotto antiproiettile.
"E voi due, non dovete fare altro che stare accanto a me. Tenete queste e usatele solo in caso di difesa e di estrema necessità" ci diede in mano a me e a Charlene una pistola e ci comando di usarle solo in caso di necessità.
Strano,mi sento strano,non tenevo un'arma nelle mani da tempo,da tantissimo tempo; questo mi fa riaffiorare dei ricordi in mente.
Prima di andare sul posto, prima ci dirigemmo al comando di polizia della Germania dove c'era un'altra squadra pronta ad aiutarci.
Bene, più siamo meglio è.
Così partimmo dopo pochi accertamenti, le volanti andavano forte. Come se fossero inseguiti da qualcuno, niente sirena accesa; giusto forse per non attirare l'attenzione quando saremo quasi arrivati la.
"Siamo arrivati,accostiamo un po distanti dal luogo ed entriamo" già arrivati? Il viaggio mi sembrò corto,anche se duró due ore. Ho un po di ansia.
Come detto le macchine tutte, accostarono un po distanti dal campo e io e Charlene non ci staccavamo da dietro,neanche un attimo dal Capitano.
"Da dove si trovano?" Mi chiese bisbigliando quando eravamo nascosti dietro ad un muro.
"Si Capitano. In quella casetta" risposi con un fil di voce e indicando la struttura malandata.
"Bene..." Mormorò e fece dei segni hai suoi uomini,che piano piano,zitti come dei ladri si sparpagliarono nelle circostanze della casa. Armati fino hai denti.
"Ho paura..." Ad un tratto disse la ragazza.
"Sapevo che questa non era una cosa adatta a te" replicai io,lanciandole un'occhiata.
"Dentro c'è tua moglie?"
"Non ancora mia moglie, la sposerò non appena tutto questo sarà finito"
"Sono contenta per voi,io invece voglio solo vedere in faccia quel dannato dell'assassino della mia bambina"
"Come si chiamava tua figlia?" Domandai incuriosito.
"Mary,in realtà Marianna. Ma io la chiamavo Mary" che dolore deve essere perdere una figlia, notai che i suoi occhi erano pieni,volevano scoppiare in un pianto ma si tratteneva.
"Mi dispiace..."
Sorrise a malapena.
Subito dopo delle voci cominciarono a divulgarsi e a chiedere di uscire con le mani alzate. Nessuno uscì dalla casa,nemmeno una risposta; sapevo che erano lì dentro e adesso quelle povere donne avevano paura più che mai.
Il capitano rifurmolo la stessa frase è per un attimo ancora nessun segno di vita.
Poi degli spari cominciarono a farsi sentire e Calan uscì dalla porta spingendo per terra Speranza e Lisa, e tenendole un braccio intorno al collo,quasi soffocandola c'era la mia Christine.
"Libera le donne e la bambina!" Urlo il capitano puntandogli la pistola contro.
"E se non lo faccio....?" Ripose Calan,era piu cattivo del solito e nei suoi occhi si leggeva di certo una certa sete di pazzia e omicida.
"Lui...basta e ora di farla finita con questo mostro" disse Charlene e salto allo scoperto, dal posto dove ci eravamo nascosti.
"No! Non farlo" ma era già troppo distante per darmi retta e così facendo il più insano dei gesti,si fiondò come una furia sul braccio libero, dove reggeva la pistola,nell'intento di sfilarlela.
Falli e Calan gli sparo una pallottola nel cuore,cadendo a terra morta con gli occhi aperti.
Era una brava donna in realtà,ora riposerà in pace con Mary.
"Avete visto? Non ho problemi a rifarlo un'altra volta. Sfioratemi solo con un dito e ci sarà un'altra vittima!" Urlo lui. A questa minaccia tutti si misero sull'attenti,come se non lo fossero già prima.
"So chi vi ha chiamati,lo avevo detto di non farlo. Ora questo traditore salti fuori. Se no ucciderlo la tua ragazza!" Si riferiva a me, non potevo fare finta di niente. Presi il coraggio in gola e uscì dallo scoperto con molta cautela.
"Contento? Ti avevo avvertito ciò che succedeva se avvertivi sti qua. Ora esprimi un tuo ultimo desiderio..." Mi punto la pistola contro e io chiusi gli occhi aspettando solo che il colpo mi colpisse.
"Nooooo!!!!" Senti ad un certo punto è io riapri gli occhi sollevato nel vedere che ero ancora vivo.
La donna con la mantellina si alzò da terra e per la prima volta si morto a quel pazzo,togliendosi la mantella con il cappuccio.
L'espressione di Calan subi una trasformazione da pazzo, il suo volto divento rilassato e incredulo.
"So....sorella mia? Sei tu?" I suoi occhi si riempirono di lacrime.
Lei annuisce soltanto e suo fratello lasci andare Chri e cadere la pistola buttandosi a terra ai piedi di Lisa e piangendo.
Era una scena commovente a dirla tutta, io andai ad abbracciare il mio amore e mia figlia intanto ascoltavo i due.
"Credevo che fossi morta!" Singhiozza lui.
"No,non ti avrei mai lasciato fratello, ti sono sempre stata accanto. So cosa hai fatto so cosa sta causando tutto questo"
"Non ci credo per tutto questo tempo sei stata tu quella donna che credevo un'anziana?"
"Si"
il pianto di lui si fece più forte.
"Sono stata costretta a fare ciò,per proteggere questa famiglia che anche io ho causato dolore. Ma io volevo che tu non compissi il mio stesso e tragico errore"
"Sono stato uno stupido,ero accecato dalla vendetta"
"Lo so" Lisa si inginocchia a lui "ma non devi chiedere scusa a me. Soprattutto a tua sorella gemella hai causato dolore"
"Mia so.....cosa?"
Lisa guardò dritta Christine e lei andò verso di lui mostrandole la macchia che ha sul polso.
"Si chiama macchia gemellare,spunta a chi a un gemello"
Gli occhi di Calan si stupirono e con uno scatto abbraccio Chri. Qui lacrime virili.
Mentre i due si abbracciavano io mi guardavo intendo la scena, Lisa era commossa e accarezzava la schiena di suo "fratello" i soldati posarono le armi a terra e Speranza....non riuscivo a leggere sul suo volto se capiva ciò che stava succedendo o no.
"Se sei veramente mia sorella mi dispiace un sacco" Calan infondo non è cattivo, non lo è mai stato.
"Tranquillo. Dio perdona tutto e anche io ti perdono" sempre buona la mia Chri.
"Ma mi dispiace anche se so che tu mi hai perdonato non posso vivere col ricordo di ciò che ho fatto a te e a quella bambina e a mia sorella,che se anche non lo è,lo rimarrà per sempre" mormorò questa cosa alle due ragazze,che io senti. Come biasimarlo, ha un peso così grande.
Calan prese la pistola e se la punto in testa, prima che potesse farlo copri con la mia mano gli occhi di Hope, e subito dopo uno sparo.
"Fratellino mio..." Lisa pianse sul suo corpo.
Christine
Mi voltai solo un attimo per vedere se Michael è la bambina stavano bene e poi ci accostavi vicino alla Lisa piangente. Lei non era cattiva proprio per niente.
"Il rimorso era troppo grande" le sussurrai passandole una mano sulla schiena.
Lei non mi diede risposta,le sue lacrime sono troppi grandi,il suo pianto troppo ampio per far spazio alle parole.
"Se vuoi quando torneremo in America, potrai stare da noi. Farai parte della famiglia" gli dissi.
Scosse il capo.
"No, non tornerò in America. Sono stata troppo lontana da mio fratello e sono stata graziata da Dio una volta per non essere morta. Credo che il mio compito era questo, non voglio vivere una vita che non mi merito" mi alzai di colpo e vidi che lei prese una pistola, come prima, si punto l'arma alla testa e Bum, anche lei morta. Sopra al cadavere di Calan, come se lo stesse abbracciando.
Troppi morti, troppo dolore, troppo sangue,troppe lacrime.
Tutti i soldati lasciarono la loro postazione e si accerchiarono tutti attorno hai tre copi che nel giro di un ora, giacevano per terra. Corpi di anime che hanno sofferto troppo. Tutti i soldati,poliziotti, militari si tolsero ognuno il proprio berretto in segno di rispetto.
Questo non è un giorno di guerra, è un giorno di lutto.
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