11- Fuggiamo insieme

Lizzy

Dovevamo fuggire di qua al più presto ma dovevo avvertire anche i suoi genitori che la bambina ora si trovava in mani sicure.
Poi cosa più importante non dovevo far riconoscere Speranza dalla gente se no potrebbero pensare che in tutto questo c'entro pure io.
"Vieni bambina" gli dissi prendendola per mano.
"Mettiti questa è non togliertela finché non te lo dico io ok" gli misi addosso la mia mantellina che fortunatamente, lei essendo minuta gli copriva tutto persino la faccia. È questo era un vantaggio, nessuno avrebbe capito che era lei.
"ora io e te dobbiamo fare una cosa" gli dissi prendendola in braccio.
"Che cosa?" Domando lei curiosa.
"Aspetta e vedrai" gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia.
Ci dirigemmo verso la porta d'uscita di quella casa e scappammo con una leggera camminata veloce senza andare nell'occhio.
"Mh, mi servirebbe carta e penna" sussurrai tra me e me. Poi adocchiai un punto da spedire le lettere. Ma chissà, li avranno di sicuro un pezzo di carta è una penna.
Avevo ancora la bambina per mano e insieme entrammo in questa posta. Grazie a dio non c'era tanta gente.
Arrivò il nostro turno poco dopo e ci avvicinammo allo sportello informazioni.
"Mi scusi ha un foglio su cui scrivere è una penna?" Chiesi gentilmente all 'impiegata.
"Deve scrivere una lettera?"
"Si"
"Ecco, tenga" e mi diede in mano ciò che volevo.
Uscimmo un attimo dallo stabile per sederci su una panchina e trovare le parole giuste per scrivere su questo dannato foglio.
"Ora posso togliermela?" Ad un certo punto disse la bambina
"No. Non puoi" risposi mentre buttavo giù le prime righe.
"Ma ho caldo. Qui sotto ci saranno massimo quaranta gradi" replicò lei cercando di levarsela.
"Sei proprio figlia di tuo padre" ridacchiai guardandola "comunque è un no, se la togli perdiamo il gioco. Vuoi perdere la tua sorpresa del compleanno?" Ripresi a scrivere.
"No no! sto ferma. Anzi qui sotto si sta benissimo"
Finito di scrivere la lettera la portai di nuovo dentro e la consegnai all'impegnata dove mi diede una busta da scrivere sopra l'indirizzo.
"La prego è urgente. Spedisca subito questa lettera a questo indirizzo" dissi pregandola mentre indicavo l'indirizzo che avevo scritto.
Lei annuì e poi ce ne andammo.
"Ok ora che ho avvertito i tuoi genitori...te la senti di partire per un viaggio?" Le chiesi inginocchiandomi alla sua altezza.
"Un viaggio!" Esclamò lei eccitata.
"Si. Vedi il gioco prevede anche questo" non potevamo restare qua, lo so era dura per tutti ma non potevamo stare qui, anche se saremo scappato in eterno, Calan ci avrebbe trovai comunque e poi adesso la zona più sicura per noi, sembra strano dirlo è la Polonia.
Mio fratello per venire qua in America ha dovuto spendere tutto il benessere che aveva e adesso senza una lira in tasca non può scappare da questo paese. Quindi meglio approfittarne.
So che non è una cosa giusta allontanare i bambini dalla famiglia, e questo poi sembra quasi impossibile che lo stia facendo io. Ma per salvare Speranza dovevo portarla via da sotto gli occhi di Calan.
"Lizzy io sono stanca!" Disse Hope tirandomi un lembo della gonna tutta rotta, che indossavo.
"Lo so, ora cerchiamo un posto per dormire e mangiare" meno male che facendo la poverella un po si guadagna mi erano rimasti ancora dei risparmi e poi le solite monetine scarse scarse dell'elemosina.
Tirai fuori dalla tasca i soldi e cominciai a contarli.
"Uno...due...tre....bene dieci monete!" Bastavano giuste giuste per pagare una stanza di un ostello e il cibo per un giorno. Eravamo proprio fortunate.
Presi in braccio la piccola e andai in cerca di un ostello con stanze disponibili.
Verso il tramonto del sole riuscimmo a trovarlo, ci offrirono una stanza e del cibo.
"Ora vai a dormire" dissi mentre tornavamo dalla cena del piano di sotto.
"Ma io non ho ancora sonno!" I soliti capricci da bambini.
"Guarda che se non vai a dormire poi arriva l'uomo nero e ti porta via" dissi per convincerla.
"Non esiste l'uomo nero"
"Oh sì che esiste. Io lo visto una volta lo sai? Ha pure cercato di prendermi il naso"
"Il naso?" Che vocina stridula che aveva ma era divertente sentirla parlare.
"Si. Fa così prima ti prende, ti fa il solletico e poi prende questo cosetto che hai sulla faccia" dissi ridendo prendendola in braccio,facendole il solletico e poi facendo il gesto che si fa ai bambini per farle credere di averle preso il naso.
Lei rise contenta.
"No! io ci tengo al mio nasino" ripose mettendosi tutte e due le mani davanti sul suo naso.
"Ecco allora sarà meglio che vai a dormire!" Risposi ridendo. Non obbietto più e rientrata in stanza si mise subito sotto alle coperte; che io le rimboccai.
"Lizzy?"
"Si"
"Mi racconti una favola? Mamma me l'raccontava sempre"
"Vuoi una storia? Ok" mi sedetti sul letto accanto a lei.
"C'era una volta nel regno delle piccole fatine una piccola e graziosa creatura fatata. Era buona e bella. Ma rispetto a tutte le altre lei era un pochino diversa perché..." Mi bloccai non appena sento un suo respiro profondo. Accidenti come si addormenta in fretta.

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