Speranza

Mi trovo su un veliero per esplorare le acque, ma ad un certo punto un tornado formatosi vicino mi aspira portandomi con sé in un mondo lontano e inesplorato. Comincio a guardarmi in torno, e strano....ci sono delle abitazioni...una voce si sente da lontano, le sue parole sono indecifrabili, solo ora la figura che la emette è riconoscibile....è una ragazza, seduta su una scogliera, con un abito che scendeva su di lei, come una seconda pelle, di un verde scuro in contrasto con la sua carnagione candida. Il mio primo pensiero e che sia una Dea, ma poi alzo il mio sguardo verso il suo viso e noto piccole imperfezioni umane, come il nasino un po' lungo, e delle efelidi che coprono gran parte del corpo e del viso e su quest'ultimo, potei notare occhi del color del mare, mare che in quel momento si trovava davanti a noi calmo e pacifico. Mi avvicino di qualche passo a lei, e noto che il suono che sentivo, in realtà era un canto. Dolce e conquistatore, quel suono mi portava sempre di più, verso di lei. Non riesco a capire le parole, sembrava una lingua sconosciuta, ma non potevo fare a meno di avvicinarmi e sentire quella dolce melodia. Salgo sopra la scogliera, con difficoltà, poiché è notte e sono aiutato solo dalla luce lunare. Riesco a salire ritrovandomi alle sue spalle. La donna , ignara della mia presenza, continuava a cantare. Non volendo interromperla, guardai il mare e rimango allibito notando delle piccole luci che invadono l'acqua. Come se fossero lucciole, che fanno il bagno nel mare.

"Cosa sono?" Non potei trattenermi, dal fare quella domanda. "Speranze." Sussulto al suono della voce della ragazza che, a quanto pare, conosce la mia lingua. "Speranze?" Non riuscivo a comprendere. La ragazza volse la testa verso di me. Due occhi azzurri fissarono i miei. "Sono le speranze, di ogni uomo, donna e bambino." Si alzò, voltandosi completamente verso di lui. "ognuno di noi, dentro di sé, Prova delle speranze. E' l'ultima cosa che ci rimane, per affrontare le difficoltà della vita e aiuta a superarle per farcela." Io continuavo a guardarla, senza sapere bene, del perché mi stesse dicendo queste cose. "Sarà come dici tu, ma io cosa c'entro? Cosa ci faccio qui?"

Strinsi le mani a pugno. "Sono una persona qualsiasi. Non son né intelligente, ne cosi profondo da poter condividere questi tuoi, se pur bellissimi, sentimenti. Ho già i miei problemi ed affrontare la mia vita!" Lei continuava a guardarmi, impassibile. A quel punto cominciai a infuriarmi. "Accidenti, non so chi sei, né dove siamo in questo momento, ma se c'entri qualcosa con il mio arrivo, in questo luogo, ti prego di riportarmi indietro." Ancora una volta, la ragazza non disse niente. Mi ero stancato di stare al suo gioco e mi allontanai da lei. Stavo per scendere dalla scogliera, quando la sua mano tocca la mia. Era calda e morbida. Mi volto verso di lei. "Vieni con me." Mi dice, e mi trascina nel punto dove lei prima stava cantando. "Guarda il mare." Io, faccio come mi ha detto e guardo giù, aspettandomi di vedere le luci. Questa volta, però, non cerano. Il mare era nero. "Cosa dovrei guardare?" Chiedo, ma neanche il tempo di dirlo, che lei comincia a cantare di nuovo con quella lingua, a me, sconosciuta. Stavo per interromperla, quando una luce comparve e poi un'altra e un'altra ancora, fino a formare un medio cerchio. Io ero sconvolto da quella scena, ma all'improvviso, comparvero delle immagini. La prima, era una stanza di ospedale, dove si vedeva una donna che aveva tra le braccia un bambino appena nato, scomparve immediatamente, per apparire un'altra immagine, una coppia di anziani che passeggiavano insieme, mano per la mano. Ne apparve un'altra. Un ragazzo, con una chitarra dietro la schiena, forse un musicista, che guardava con trepidazione un enorme palazzo. Un'altra immagine, questa volta di nuovo in una stanza di ospedale con uomo in stato d'incoscienza, con gente che guardava il ragazzo, abbracciati fra loro.

La ragazza continuava a cantare mentre io guardavo altre immagini comparire e scomparire, da un bambino che stava aprendo un regalo di Natale, a una donna che aspettava suo figlio per degli esami di scuola.

All'improvviso, la ragazza, pian piano smise di cantare e le immagini si fermarono, portando con sé, anche le luci che scomparirono. Io ero molto scosso da quella situazione e continuavo a guardare l'acqua. Ma poi sentii la sua mano, poggiarsi sulla mia spalla. "Perché mi hai fatto vedere tutto questo?" Gli chiesi, con voce roca. "Questa, è gente che spera. Che ha bisogno di un appiglio per aggrapparsi, che non può cadere." si fermò per poi dire. "Ha bisogno di noi." Mi voltai verso di lei guardandola, accigliato. Lei si volto verso le abitazioni, che poco fa avevo notato. "Noi non siamo del tuo mondo." Io risi. "Questo lo avevo capito anch'io." Lei ignorò l'ironia della frase. "Noi siamo nati per portare la speranza, attraverso la nostra voce." Poi notai che il suo sguardo, che si fece triste "Ma con l'andar degli anni, la gente ha smesso di sperare e cosi noi ,a poco a poco, ci siamo indeboliti e in molti hanno rinunciato a trasportare speranza alla gente." Si voltò verso di me. "Ho deciso di richiamare te, per portare la mia gente di nuovo sulla giusta via." Io la guardai, allibito. "Perché proprio io?" Lei mi fece un sorriso. "Non avrei potuto chiamare nessun'altro." Io la guardai, aspettandomi altre spiegazioni, che ovviamente non arrivarono. Con un sospiro abbassai la testa. Non sapevo che fare. Lei mi alzò il mento con le sue dita, per farmi guardare nei suoi occhi. " Abbiamo bisogno di te."

Pensai alla gente che avevo visto, dalle più disperate, alle più solite. pensai a me. "Okay, ti aiuterò. Dimmi cosa devo fare." Lei mi fece un sorriso dolcissimo. E andò fino alla punta della scogliera, con me dietro e aspettando che mi mettessi al suo fianco, mi disse. "Devi cantare con me." Sulle prime, pensai che scherzasse ma poi ,dal suo sguardo serio, capii che diceva sul serio. " Ma scherzi? Io non so cantare e non conosco neanche la tua lingua, come credi che possa farcela?" Lei gli mise una mano sopra il cuore. "Uscirà da qui. Appena canterai, una nuova luce illuminerà il cielo e tutto si aggiusterà." Io la guardai, dubbioso. "Ci proverò." dissi "Grazie." pronunciò lei, con un sorriso e iniziò a cantare. Io con un po' di timore, aprii la bocca e un suono mi usci naturale e poi un altro e un altro ancora, fino a che non mi resi conto che stavo cantando, usando le stesse parole della ragazza. Era come se già le conoscessi. E allora mi lasciai trasportare, cantando con tutta la speranza che avevo dentro di me. Il cerchio cominciò a formarsi, per farsi ancora più luminoso, forse causato dal mio canto. Presi la mano della ragazza, per darmi coraggio e lei me la strinse.

A poco a poco sentii, dei passi dietro di me e voltandomi, continuando a cantare, notai che provenivano dalle abitazioni. Erano i trasportatori della speranza. E stavano cantando!

Il cerchio nel mare s'ingrandì, sempre di più, fino ad arrivare oltre la vista umana. E finalmente la grande luce arrivò, dal mare, fino al cielo. Le luci che finora erano state nell'acqua, uscirono per raggiungerla e salirono verso il cielo. "C'è l'abbiamo fatta!" Disse la ragazza che aveva gli occhi brillanti. Io non riuscivo ancora a crederci, ma c'è l'avevano fatta, per davvero. Ricambiai anch'io il sorriso. "Grazie, davvero, per aver avuto speranza." Disse lei. "Grazie a te, per avermi ricordato che nel mondo c'e ne bisogno." Poi lei guardò la grande luce. "Salta nella luce. Ti riporterà indietro." Io guardai la grande luce e poi lei. "Va bene." Stavo per saltare, quando un pensiero mi attraversò la mente. "prima di andare, vorrei sapere il tuo nome." Lei mi fece un piccolo sorriso. " Hope" Anch'io sorrisi. "Avrei dovuto immaginarlo." Lei mi alzò la mano in segno di saluto. "Addio Robin." Mentre saltavo, rimasi spiazzato. "Come fai a sapere il mio nome?" Gli gridai, mentre una forza estranea mi sollevava. Lei mi fece uno sguardo, indecifrabile. "Semplice. Perché sono la voce che ti porta speranza." E da lì, non vidi più niente.

Mi risvegliai sul mio veliero. Appoggiai la mia mano sul cuore. " Trasportami sempre la speranza. Hope."

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