008

"I don't give a shit, I don't give a fuck."

Jimin tolse l'orecchio dalla porta, dopo il primo paio di parole, disorientato da quanto era aggressiva e rude la voce. Per curiosità, rimise l'orecchio sul metallo.

"Like i said at least a hundred times a day, don't mind me."

Jimin ascoltò attentamente cercando un qualsiasi altra voce all'interno dello spogliatoio prima di rendersi conto che cosa stava succedendo, stava rappando.

"If I taste failure, I'll lower my head. We're still young, we don't have any fears. If it doesn't roll we can do something else."

Jimin strinse la presa sul suo zaino, sentendo tutte le emozioni della persona che rappava. Jimin riusciva a sentire l'aggressione ed era incuriosito più di quello che immaginava.

"If we can't back up, then we'll go straight ahead. We forget mistakes."

Jimin ascoltò il paio di secondi di silenzio prima che la voce del rapper urlò più duramente rispetto a prima, con più dolore e emozioni che Jimin non potrebbe mai immaginare.

"Never mind! It's not easy but I say to myself, if you think you're going to crash, step on the pedal harder!"  

Jimin ingoiò la saliva prima di sentire la campanella suonare, strappandolo dalla sua curiosa. Era come se avesse sentito già la sua voce, ma era troppo dura e aggressiva per capirlo.

Jimin aprì la porta di casa, notando immediatamente l'adolescente con i denti da coniglio seduto sul suo divano.

"Hey Jimi-"

Jimin gettò pigramente lo zaino sul divano, colpendo il più piccolo in faccia.

"Che problema hai!" 

Jimin percorse il corridoio, ignorando il suo amico e aprendo la porta, cadendo subito a terra.

"Hey, alzati, sembri un pesce morto." Il più giovane si avvicinò a Jimin prima di togliersi il calzino e lanciarglielo in faccia, facendo così alzare il più grande e affrontare il più piccolo sul letto.

"Mangialo, piccolo coniglietto disgustoso!" Jimin spinse il calzino in bocca al proprietario, facendolo agitare e dimenare fino a quando non caddero entrambi sul pavimento.

"Sai che ti odio, Jimin?" Il più piccolo sorrise.

"E tu sai che ti odio, Jungkook?" Jungkook sorrise ancora di più facendo finalmente sorridere anche Jimin.

"Quindi, cosa succede?" Jungkook si alzò e appoggiò la schiena contro il muro mentre guardava Jimin sospirare pesantemente.

"Stupido Yoongi."

"Ah, cosa ti ha fatto oggi daddy?" Jungkook ridacchiò fino a quando Jimin gli diede un pugno sulla gamba.

"Non è il mio daddy! Ma, comunque, è un coglione come sempre." Jimin sbuffò prima di sedersi e appoggiarsi al letto per guardare in faccia il più piccolo.

"Più tipo, sei frustrato perché non te lo metterà nel culo?" Jimin afferrò uno dei suoi cuscini, gettandolo in faccia a Jungkook.

"Smettila di prendermi in giro!"

Jungkook afferrò il cuscino e lo tenne tra le braccia, pensando a cosa dire al suo amico.

"Hai provato a parlarne con lui?" Jimin scosse la testa in risposta.

"Beh, potrebbe essere un inizio." Jimin prese un altro cuscino per poi di tirarglielo sulla fronte.

"Gliel'ho urlato in faccia, non ho nemmeno cercato di parlarne con calma." Jimin cadde di lato, atterrando e stendendosi sul pavimento.

"Non hai ancora provato a sedurlo?" Jimin lo guardò male e Jungkook fece subito un'altra domanda.

"Come va con l'ortografia?" Jimin poggiò la testa a terra.

"Faccio schifo anche con il suo foglio di riferimento, non riesco ad imparare una sola cosa!" Jungkook rabbrividì al lungo gemito stressante che uscì dalle labbra del più grande.

"Forse posso aiutarti a studiare alla biblioteca o qualcosa del genere?" Jimin si alzò velocemente e abbraccio il suo amico.

"Per favore Jungkook! Non voglio che lui pensi che sono un idiota!" Jungkook accarezzò la sua schiena prima di levarselo di dosso.

"Semplicemente tieni la tua roba gay per te." Jimin diede un pugno scherzoso sul braccio del più piccolo.

"Non sei il mio tipo, non illuderti." Jimin gli fece la linguaccia.

"Oh sì, dimenticavo che tu sei più il tipo da daddy."

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