EPILOGO.

C'è una scintilla nei tuoi occhi, non posso negarlo
poi ci sono io su una barca che sta affondando mentre sta finendo il mio tempo
senza di te non ce la farei mai a sopravvivere
ma so, si lo so, che andrà tutto bene

C'è un diavolo nel tuo sorriso che mi sta inseguendo
e tutte le volte che mi giro
continua ad aumentare la velocità
C'è un momento quando alla fine realizzi
che non c'è modo di cambiare la marea

Questa volta sono pronto a correre
scappare dalla città e seguire il sole

ovunque tu sia, quello è il posto a cui appartengo
perché voglio essere libero

- Ready to run, One Direction.

Stacco il tappo dal mio pennarello indelebile nero, produce un rumore bizzarro che di norma mi diverte, ma adesso no. Adesso non è il momento perché sono concentrata nel fissare il post-it giallo sopra la scrivania davanti ai miei occhi brillanti per le lacrime. Sospiro. Speravo che questo momento arrivasse il più tardi possibile, invece non solo è troppo presto, ma nessuno è realmente pronto a questa fuga. Ci abitueremo tutti all'idea una volta che saremo lontani, io e lui. Il posto ancora non mi è noto. Volgo un'ultima volta lo sguardo alla finestra e scorgo con stupore il sole che sta sorgendo, inizia a far mescolare i suoi raggi pallidi con il cielo grigio e celeste. Posando di nuovo lo sguardo dov'era puntato prima, mi auto-convinco che questa è l'unica soluzione. Devo prendere coraggio dalla rabbia. Si, sono arrabbiata per quello che continua a succedere nella mia famiglia, per quello che non sono mai stati capaci di cambiare. Dopotutto potrei far finta di niente e ridere e scherzare con loro finché non ci sarà un'altra rottura che scombussoli tutto. Sono arrabbiata con mamma perché nonostante le numerose occasioni in cui le ho parlato di una possibile separazione per metterci tutti in salvo e al sicuro, ha promesso cose che non ha mai mantenuto. So che lasciare la persona con cui si ha vissuto così tanti anni non è una scelta facile, ma tutto quello che mio padre ci ha inflitto dovrebbe essere abbastanza per compiere il passo decisivo. E invece non è mai andata così. E invece non è mai stata fatta cosa giusta. E invece mostri come mio padre continuano a far del male alle persone che più gli stanno accanto e queste ultime a subire in silenzio. Beh io sono stanca di questa solita storia. Non guarderò indietro. Questo è quello che deve pagare mamma per la sua vigliaccheria: la scomparsa di sua figlia. Il mio cuore sarà addolorato solo nei confronti di Todd che rimarrà da solo tra il loro odio e i loro conflitti; spero che la preoccupazione nei suoi confronti mi faccia passare lo stesso notti tranquille. Forse posso anche sembrare egoista ma è ora che io prenda la mia strada, conduca come voglio la mia vita. Ho pensato molto a questo giorno, al giorno in cui me ne sarei andata, fin da quando ero piccola, eppure adesso che lo sto vivendo non capisco cos'altro mi trattenga e perché mi trema così tanto la mano mentre scrivo le seguenti parole:

''Purtroppo ieri con quanto è accaduto mi sono resa conto che mi è praticamente impossibile continuare a vivere nel modo in cui vorrei con la vostra presenza costante. Spero che risolviate i vostri problemi e che Todd non soffra tanto quanto ho sofferto io. Non cercatemi, vi sarà impossibile contattarmi. Mi farò di nuovo viva quando riuscirò a prendere questa questione con più leggerezza. Ps: mamma se tu avessi cacciato le palle magari al tuo risveglio avresti ancora tua figlia''

* * *

Il profumo inebriante di caffè mi avvolge in un caldo abbraccio. Clienti ben carburati dalla caffeina sono tutti concentrati a leggere il giornale sopra piatti di deliziosi pasticcini; le cameriere frenetiche tentano di tenere i cappuccini in equilibrio su vassoi instabili mentre fanno accomodare nuovi clienti. Mi guardo attorno, è straziante vedere le persone in questo locale che cominciano indisturbate la loro giornata, senza accorgersi del cambiamento radicale che stiamo per prendere.

Quando poso di nuovo lo sguardo su di lui, mi scoppia a ridere in faccia. Quasi i suoi pezzi di cornetto che sta masticando non mi finiscono addosso. Faccio una smorfia ma ritorno subito seria, il labbro delineato da una linea dritta e impassibile. Più osserva la mia espressione priva di emozioni e più la paura gli affonda nello stomaco. Giurerei di vedere la sua pelle accapponarsi. Una volta finito di perlustrare il mio viso passa a chiedere spiegazioni a Raul, di fianco a me, con quelle pozze grige - verdi che si scuriscono ogni secondo che passa senza proferire parola.

''Stai facendo sul serio Amber?'' bofonchia Greg scosso da dei singhiozzi. Per poco il mio muro di apatia che si è costruito intorno a me da ieri, non si frantuma in mille pezzi. Annuisco incapace di dire altro, non sono mai stata brava negli 'addio' o gli 'arrivederci'. Raul mi stringe forte la mano sotto al tavolino come per infondermi forza, io di rimando gliela stringo più forte, tanto da far male entrambi, ma resistiamo senza emettere lamenti. Lui sa che ho bisogno di questo. Mi sento già abbastanza di schifo a non aver tempo per salutare il resto della mia compagnia. Ma mio cugino, che è una della parte più importanti della mia esistenza, non potevo non vederlo prima di andarmene da questa città del cavolo.

''Scusaci un secondo, ci metteremo poco'' il mio ragazzo alza un indice come per dirgli di aspettare, e, strusciando la sedia in legno bianco per terra, si alza. Mi porge la mano e io gliela afferro facendomi trasportare lontana dalla vista di Greg.

''Amber, mi devi ascoltare bene'' con passo deciso si para davanti la mia figura bassa e minuta. ''Ma che cavolo stiamo facendo?'' lo fermo prima che possa dire altro.

''No, per piacere Raul. Non provare a farmi cambiare idea o a rendermi più insicura di quello che sono. La nostra decisione è stata già presa, ci siamo spinti troppo oltre'' sussurro determinata senza farmi sentire dalle altre persone. Mantengo lo sguardo basso, ai lati dei miei piedi dove erge la mia valigetta blu.

''Ne sei sicura? E guardami negli occhi quando mi parli'' mi ordina anche se sa che non gli obbedirò. A questo proposito mi acciuffa il viso tra le mani grandi, sembra quasi inghiottito tra di esse.

''Piccola..per favore la situazione è già difficile così. Se tu non te la senti possiamo inventare una palla a Greg, dirgli che era uno scherzo recitato bene..potresti correre di nuovo a casa prima che i tuoi vedano quel biglietto e buttarlo, nascondendolo sotto le altre cartacce'' le sue parole rimangono sospese nell'aria e mi annebbiano la mente rendendomi ancora più confusa sul da farsi. Per poco non cedo con il suo sguardo caldo, color caramello, illuminato maggiormente dal sole, ancora più in alto nel cielo. Ogni volta che ammiro i suoi occhi mi danno sempre la stessa sensazione: mi fanno sentire appagata, tranquilla, come se potessi mettere da parte ogni mio problema e rilassarmi, perché so che finché lui mi rivolgerà questo suo sguardo comprensivo, potrò superare tutti i miei ostacoli. Per un secondo stavo per cadere in questa trappola. Finché non scuoto il viso, da destra a sinistra, ricordandomi che no, non voglio rimangiarmi le azioni e le parole. Voglio assaporare la libertà, vagare senza una meta per giorni, sentire il vento che mi scompiglia i capelli, mangiare tra fast food e dormire ogni sera in un hotel differente. Perché finalmente ho capito: non è sempre bene organizzare ogni passo della propria vita, perché tutti arriveremo ad un punto in cui il destino ci metterà a dura prova e i piani che avevamo fatto potrebbero non rispecchiare la realtà. Quindi preferisco vivere all'ordine del giorno, non preoccupandomi né di quello che è stato, né di quello che sarà. Alla fine di questa avventura saprò di aver vissuto ogni giorno come se fosse l'ultimo, senza rimorsi né pentimenti. Dopo attimi di silenzio articolo una frase.

''Tu non vuoi scappare con me?'' quasi mi si incrina la voce, perché io scapperei comunque con o senza di lui, ma non sarebbe la stessa cosa senza la sua presenza. Sussulta come se l'avessi colpito fisicamente, e un'espressione di dolore e sorpresa gli balena sul viso.

''Che ti passa per la mente? E' ovvio che voglio Amber, solo che non voglio che tu te ne penta in futuro..ho visto il modo in cui guardavi tuo cugi..'' d'impeto lo bacio, non mi occorre sentire altro. Lo bacio perché voglio che si stia zitto, perché voglio immediatamente tornare da Greg, fargli capire che questa è la strada della mia felicità e che non si dovrà preoccupare per me, per noi, perché ci rivedremo presto.

Infatti una volta che io e Raul ci stacchiamo sorridenti, così facciamo. Torniamo dov'eravamo prima più convinti che mai, con le mani e dita incrociate. Espongo a Greg tutto quello che mi sono ripetuta nella mente e lui riesce a comprendere le mie motivazioni. Prima di concludere questo nostro incontro con un saluto degno di due compagni di corso, ci fissiamo per rievocare nei giorni in cui saremo lontani ogni dettaglio, così da non far sfuggire alla nostra mente nemmeno un piccolo pezzetto del nostro puzzle. Cerco di memorizzare nella mia mente il modo in cui i suoi capelli color cenere sono sempre perfettamente ordinati e mantenuti indietro dalla lacca, il suo naso lungo per cui spesso lo prendo in giro, la verruca ai lati della sua bocca carnosa, la sua corporatura da bambino nonostante ormai abbia diciannove anni, il modo in cui le t-shirt gli calzano larghe e d'estate i pantaloni di jeans fino al ginocchio. Cerco di ricordare le volte in cui mi faceva aspettare perché avendo molto cura del proprio corpo, impiega più tempo delle ragazze a prepararsi; quando mi parlava di tutto ciò che fa parte della tecnologia e andava avanti per ore ad argomentare senza accorgersi che io non l'ho mai ascoltato sul serio. Oppure quando dopo pranzo aveva l'abitudine di prendere minimo due bicchierini di caffè, o quello di spruzzarsi sempre abbondantemente il suo solito profumo forte, intriso in tutte le stanze e che mi dava la nausea. Quando lo abbraccio il cuore mi batte forte e mi sembra surreale che dopo diciotto anni in cui le nostre vite sono state collegate e intrecciate tra loro, adesso dobbiamo dividerci. Le lacrime si annidano dietro i miei occhi ma non riesco a bloccare la loro uscita. Mi mancherà da morire.

Per fortuna Raul è paziente e sa che necessitiamo di tempo da dedicarci. Prima di lasciarci definitivamente ci diciamo quanto ci vogliamo bene e ci promettiamo di chiamarci almeno una volta al giorno per aggiornarci di come vanno le cose. Sarà difficile stare senza lui. Sarà difficile stare senza mia cugino, che non è mai stato un semplice componente della mia famiglia con cui si chiacchiera solo nelle varie occasioni in cui la parentela si riunisce. Lui è stato tutto, abbiamo fatto tutte le nostre prime esperienze insieme e non potrò mai ringraziarlo abbastanza. Mi ha visto nascere, siamo cresciuti insieme con solo un anno di differenza e mi ha tenuta gelosamente come un padre fa con la propria figlia. Adesso che ci stiamo dirigendo in direzioni opposte sono contenta che lui si fidi abbastanza di Raul e che lo trovi giusto per me, tanto da lasciarmi partire con lui. Una parte del mio cuore apparterrà sempre a te Greg, anche se saremo in continenti diversi.

Fuori dal cortiletto del bar due smeraldi si incastonano sulla mia figura e la sorpresa nel rivederlo è talmente forte da spezzare l'aria e tagliarmi il fiato. Nel momento in cui ci guardiamo tutto il resto del mondo sembra fermarsi, infatti freno anche i miei passi e non mi accorgo della figura di Raul che continua imperterrita a camminare. Sono sconvolta nel rivederlo proprio in questo giorno, come se fosse passato per questo vico insolito soltanto per porgermi il suo saluto. Vincent.

Oggi a quanto pare devo essere consapevole di cosa sto lasciando, prima di potermene liberare completamente.

Una volta che riapro gli occhi ho solo la vista della sua schiena, mentre se ne va, e mi dà consapevolezza di come le cose mutano. Tempo fa per via del buco nero in cui ero caduta, non mi sarei mai sentita abbastanza forte per ribellarmi come sto facendo ora. Ma è proprio grazie a lui, che mi ha fatto passare in un periodo difficile, che adesso sono maturata; per cui mi rendo conto di non essermi mai pentita di aver avuto Vincent al mio fianco. Lui insieme ad altri ha contribuito a rendermi la ragazza che sono oggi, e per questo lo ringrazio.

Quando proseguiamo il nostro percorso non spiccico una parola dato che sono troppo intenta a crogiolarmi in questo momento nostalgico. Per la prima volta sto attraversando queste strade con la coscienza che non le percorrerò per molto, e che mi aspetterà un paesino e dei cittadini totalmente diversi. Sto facendo appello a tutte le persone che hanno caratterizzato i miei capitoli precedenti, per darmi lo slancio di voltare pagina una volta e per tutte.

Martina, Patricia, Emmanuell, Gavin, Joy, Elisa, Melanie, Lucy, Rose.. sono tutte le persone che riemergeranno pensando alla mia amata e odiata Londra. Sono le persone che più hanno influenzato il mio essere, e che, sebbene con alcuni di loro io abbia definitivamente chiuso i rapporti, li conserverò nel profondo della mia mente, in uno scrigno dedito soltanto a questi anni della mia bruttissima e bellissima adolescenza.

E poi c'è lui: Raul. Il mio migliore amico, l'unica persona con la quale posso essere me stessa al cento per cento, con la quale posso mettermi in ridicolo, posso ridere, scherzare, cantare, prenderci in giro, giocare, avere dei momenti dolci, dei momenti seri, dei momenti stupidi e dei momenti tristi. L'unico con cui mi sia mai confidata sul serio, l'angelo che ha saputo alleggerire di più il mio animo. La mano spuntata dal cielo per farmi risorgere dagli abissi. Prima di incontrarlo nemmeno credevo che potesse esistere un ragazzo così buono, altruista e perfetto per me, sulla faccia della terra. Mi sbagliavo. Eppure come un presentimento la prima volta che gli ho rivolto la parola ho percepito qualcosa di familiare in lui. Frequentandolo giorno dopo giorno ho scoperto che l'unica cosa che ha di familiare è semplicemente il mio essere. Mi sono resa conto che io e lui non siamo altro che il riflesso allo specchio, due pezzi di un puzzle che combaciano perfettamente. Due anime gemelle. Raul non è mai stato solo il mio fidanzato, è colui che sopporta il mio essere lunatica, colui che mantiene testa a tutti i miei traumi infantili e alla complessità della mia testa. E' colui in grado di comunicarmi anche solo con uno sguardo, colui che mi strizza i fianchi producendomi il solletico solo per vedermi sorridere. E' il ragazzo che mi provoca per farmi arrabbiare soltanto perché sa che dopo un bacio sono disposta a perdonarlo. Per tutti questi anni ho combattuto contro un vuoto nel mio petto lasciatomi dall'assenza e dal poco affetto dei miei genitori; finché non ho incontrato lui ho sbattuto la testa in varie parti pur di trovare un briciolo di affetto da qualsiasi persona che fosse disposta a darmelo per farmi sentire meno sola al mondo. Il ragazzo al mio fianco aveva lo stesso buco al centro del cuore per via di una delusione passata, ma siamo riusciti a medicarci entrambi e da quel fottuto 16 Luglio in cui ci siamo promessi una vita serena e stabile, adesso stiamo finalmente bene.

Raul dunque fa le veci anche dei miei genitori, con il suo essere protettivo, e sa anche essere un ottimo amante quando sa che ho bisogno di rinchiudermi nella nostra bolla d'amore per distrarmi dalla crudeltà che c'è fuori. Per noi questo è il sesso, più che un atto fisico, è quel qualcosa di spirituale che rimette tutto in sesto e ci fa riacquisire la pace interiore. Per noi questa è una vera relazione, una vera unione: stare bene sotto ogni fronte, essere attratti mentalmente, fisicamente e legati col cuore.

Sono quasi assolutamente sicura che la nostra storia d'amore andrà avanti per molto dati i nostri progetti. Non vediamo l'ora di realizzare i nostri piccoli sogni che ci raccontavamo ogni sera per ammazzare la noia: dormire insieme, accoglierci calorosamente al ritorno dal lavoro, narrarci com'è andata la giornata durante la cena, fare la spesa insieme scegliendo giorno per giorno secondo i nostri gusti cosa ci piacerebbe mangiare. Vedere serie tv e film di ogni genere prima di concludere la serata, uscire con il nostro gruppo di amici, essere liberi di fare tardi e di divertirci esattamente nel modo che più desideriamo. La domenica mattina, giorno di riposo, potremmo deliziarci cucinando insieme tanti dolci finendo in bellezza con una battaglia col cibo. E poi viaggiare interrottamente, visitare ogni tipo di locale, scorrazzare tra le strade con il motorino passando per città di cui non sappiamo nemmeno pronunciare il nome. Scalare le montagne, passeggiare sulle spiagge, costruire falò attorno cui riscaldarsi. Andare a concerti, provare a cantare insieme sul palco o giocare ore ore ai videogame. Insomma dalle cose più tranquille a quelle più pazze ed impensabili che potrebbero venire in mente a solo due tipi come noi. Si prospetta tutto magnifico sapendo di poter finalmente fare tutto quello che ci passa per la mente, senza limiti o vincoli.

A distrarmi dai miei pensieri sono le sue labbra che all'improvviso mi baciano con trasporto come se fossi la prima donna che abbia mai visto e l'ultima che voglia amare.

Agguantandomi la mano inizia a correre perché manca poco alla nostra partenza. Va più veloce di me e vedo la sua maglia fine muoversi e svolazzare per via della brezza leggera. Il respiro si fa sempre più affaticato ma malgrado questo abbiamo dei sorrisi grandissimi stampati in faccia. Quando sono al suo stesso passo mi lascia la mano e allarga allegramente le braccia per farsi travolgere a fondo dall'aria di libertà. Mi sento su una cresta d'onda, del tutto euforica. E' come essere sotto l'effetto di droga perché tutto è in qualche modo amplificato, più vivo. Adoro questa sensazione.

''Davvero ti stai aspettando che esista la città perfetta? E dove la vai cercando, la libertà è nella tua testa'' recita canticchiando il verso di uno dei suoi pezzi musicali.

In effetti chi se ne frega del luogo in cui vivremo, se la nostra abitazione sarà una villa lussuosa o un monolocale con un divano per dormire?

Chi se ne frega della casa materiale, composta da mattoni, se la vera casa siamo noi?

THE END.

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