CAPITOLO 62 parte 1°
*Come avrete potuto capire questo capitolo è diviso di due parti perché sennò sarebbe risultato troppo lungo e pesante da leggere.
Detto questo, buona lettura*
Tanti altri mesi dopo..
Diciotto anni.
Chi se lo sarebbe mai immaginato che fossero arrivati così in fretta, eppure, sono già quattro mesi da quando li ho compiuti. Adesso è Giugno e da poco io e tutti i miei amici abbiamo concluso gli esami di quinta superiore. Personalmente non credo che sarebbe potuto andare meglio di così, avevo tanta fifa in vista di quest'esame finale. Sentendo le parole 'diciotto anni' molti si potrebbero immaginare come me la sono vista bene in questi mesi da maggiorenne. Beh non è così. Da piccola anche io pensavo che si sarebbe completamente ribaltata la mia esistenza allo scoccare della mezzanotte. La realtà invece è che mi sono comportata come in questi ultimi anni, anzi, mi sono impegnata ancora di più con lo studio e non ho lasciato molto spazio al resto. Infatti è stato molto complicato mantenere i rapporti con tutti, spesso ho ricevuto ramanzine da mio cugino Greg che puntualizzava la mia vita sociale pari a zero.
Le poche cose che invece sono cambiate potrebbero essere il fatto che tutta la mia famiglia mi assilla ricordandomi continuamente le mie responsabilità, quali quelle di iniziare un corso per la patente e cercare aziende di moda che mi permettano di lavorare con loro. Ciò che purtroppo non sanno è la mia idea di andare a vivere da sola e continuare gli studi per diventare una stilista affermata e famosa. Un'altra novità probabilmente è il fatto che sono riuscita a convincere i miei a farmi fare un buco al naso, così che adesso ho un bellissimo cerchietto nero che viene puntualmente disprezzato con una smorfia, ogni volta che mio padre lo guarda. E per ultima ma non meno importante è la possibilità di prendere alcolici senza mentire, rubare, architettare piani malefici o trovare cassieri disposti a venderli anche ai minorenni.
Insomma..penso che la mia vera e propria svolta avverrà quando mi trasferirò, soltanto allora potrò dire di essere diventata grande a tutti gli effetti.
Stasera, comunque, dopo tanto tempo farò qualcosa di diverso dallo stare a casa immersa nei libri o guardare serie tv con un sacco di patatine tra le mani. Festeggerò come la società impone che si faccia a quest'età, infatti parteciperemo io, gli amici di Raul e il mio ragazzo ad un concerto nella nostra città. Non è un semplicissimo concerto perché gli organizzatori di esso hanno deciso di dare una mano ai rapper emergenti che si vogliono far conoscere. Dunque Raul non se l'è fatto ripetere due volte e si esibirà anche lui sopra al palco. E' la prima volta che gli capita tra le mani un'occasione del genere, ed il mio essere empatica fa si che io mi senta male a posto suo. Non solo ho l'ansia per come andrà a finire questa sera, ma devo anche fare i conti con il mio guardaroba. L'idea iniziale era di indossare una gonna in pelle nera, stretta, corta e a vita alta e poi avrei scelto quale tra le maglie più carine avrei potuto abbinare sopra. Purtroppo Raul ha bocciato la mia idea sia per la sua semplice ed immancabile gelosia, sia perché afferma che in un contesto del genere si va vestiti comodi e confortevoli per facilitare i movimenti.
BLA BLA BLA.
Dunque, alla fine del nostro battibecco, sotto sua richiesta, ho indossato una t-shirt nera, la sua felpa azzurra che mi regalò tempo fa e un jeans nero con gli strappi che lascia intravedere le calze a rete. I capelli li ho rimasti sciolti e lisci così che potranno svolazzare quando mi muoverò a tempo con la musica; sebbene non sia un genere di musica che ascolto spesso. Però cercherò di divertirmi il più possibile e di non sentirmi a disagio per questa situazione completamente nuova.
E per finire, per quanto riguarda il trucco ho usato solo l'eye-liner, il mascara e una tinta color mattone rosato per le mie labbra.
Guardo a lungo il mio riflesso allo specchio e poi mi lascio andare con un lungo respiro. Andrà tutto bene.
Gli attimi che seguono sono praticamente infernali, perché mi tocca aspettare minimo per mezz'ora il suo arrivo, completamente da sola con le mie preoccupazioni. Sto andando piano piano in iperventilazione. Il respiro non è regolare e sto girando su me stessa come una cretina. Non mi importa delle opinioni delle persone, se ogni tanto mi guardano fare strane espressioni guardando l'orario, se nervosamente picchietto le dita contro il cellulare per digitare dei messaggi da mandare a Raul. Oppure se mi vedono appoggiare la mano all'altezza del cuore per scorgerne i battiti velocissimi o all'altezza del stomaco per placare in qualche modo il mal di pancia. L'ansia è una brutta bestia, non oso immaginare come si sente Raul in questo momento.
E proprio nel momento in cui rivolgo i miei pensieri a lui, lo vedo sbucare da lontano in tutta la sua altissima bellezza, con il suo solito passo felpato ed il suo impeccabile street style. Adesso che lo guardo bene da vicino sembra proprio uno di quei rapper che si vedono solo tramite foto di Instagram. I dreadlocks ancora corti che ondeggiano ad ogni passo e il dilatatore al lobo destro gli danno un'aria ancora più accattivante.
Ricordo ancora il giorno in cui mi mostrò per la prima volta i suoi nuovi capelli e io, prima di vederli, avevo paura che gli stessero male e che avrebbe modificato troppo il suo aspetto fisico. Fortunatamente così non è stato, anche se mi piacevano di più liberi e sciolti, non posso dire che i dreads gli stiano male, poi pian piano i miei occhi si sono abituati a vederlo sempre così, e adesso risulterebbe strano guardarlo con l'aspetto di prima. Sono felice però che questo suo stile ''più trasgressivo'' non abbia compromesso la sua faccia da angioletto.
Appena mi raggiunge mi ritrovo spiaccicata contro la sua felpa grigia e calda e poco dopo, quando mi lascia dalla sua morsa, mi presenta i suoi più stretti amici. Dopodiché tutti insieme con largo anticipo ci avviamo nel locale dove avrà luogo il concerto. Scopro che si trovava molto più vicino di quanto mi aspettassi, infatti a soli pochi chilometri si trova casa mia. Nonostante questo però, è davvero la prima volta che metto piede in un posto del genere. Appena apriamo la porta scura vengo invasa da un forte odore di canna che fa solletico al mio piccolo naso. E' come se tutti gli altri sensi si fossero disintegrati, e prima di vedere o sentire il rumore, percepisco il profumo di erba. Poi il secondo senso dominante è la vista ed esamino bene ciò che mi circonda. I miei occhi saettano da una parte all'altra perché sono troppi i dettagli che mi colpiscono. Le mura sono tappezzate da graffiti, disegni di ogni genere, di cartoni animati, donne nude, gesti poco gentili. Ci sono citazioni con pennarelli, poster e altre carte appese che non saprei riconoscere a cosa appartengono. Un tavolo in legno chiaro è all'ingresso con sopra uno scatolino per raccogliere i soldi ed a pochi passi più avanti si trova un divanetto in pelle color bordeaux che si preoccupa della comodità di chi aspetta. Ovvero di noi, che dobbiamo aspettare le undici prima che inizi l'evento, ed ora solo a malapena le nove e mezza. Raul cerca in svariati modi di attirare la mia attenzione ma sono ancora intenta a perlustrare passo passo ogni centimetro. Mi perdo soprattutto ad ammirare con quale mano esperta sono stati creati certi disegni, tant'è vero che la mia autostima finisce sotto le mie Vans. Senza dar conto agli altri, mi dirigo da sola nella prossima sala, delimitata da un arco. Quest'altra è molto più grande, le pareti sono tinteggiate con dei colori scuri come il viola, il blu notte e quelle che incorniciano il palco sono di un rossastro che a primo impatto mi riconduce al sangue. La sala è completamente sgombera da ogni cosa, tranne che sul lato destro dove si trova il bar dietro cui offrono i primi drink. Il resto dell'attrezzatura è incentrata completamente sul palco, che a dire il vero mi aspettavo più grande.
A sinistra scopro esserci un altro ingresso che conduce ad un altro stanzino che sono quasi certa sia per ingannare l'attesa. Infatti ci sono divanetti con dei tavolini se qualcuno vuole bere o mangiare, il gioco delle freccette appeso al muro e una piccola libreria che tocco subito con il dito noncurante della polvere. Chissà da quanto tempo non viene curata, eppure ha non so che di affascinante vedere tutti questi libri di testo alcuni di scuola e altri di favole, uno in pila all'altro.
Non è così male questo posto, dopotutto.
Forse non è una situazione in cui mi ci potrei ritrovare spesso, ma tutto ciò che ho visto non mi mette a disagio, anzi, sembra un'esplosione di arte e ciò non fa che aumentare il mio benessere. Con passo più deciso mi dirigo di nuovo vicino al palco e ascolto gli altri rapper fare le prove per il concerto. Anche se non me ne intendo sono tutti molto bravi, appena impugnano il loro microfono sembrano dei mostri. Si trasformano in qualcosa più grande di loro, e sono capace di far vibrare dall'energia il corpo di ognuno che li ascolta. Non avevo mai sentito una sensazione del genere, dopotutto questo è il primo concerto a cui partecipo dopo diciotto anni di vita.
''Hey piccola, che fai scappi dal tuo ragazzo?'' sento due mani cingermi la vita da dietro ed il suo respiro caldo sul mio collo. Mi lascia due baci morbidi su di esso e poi mi fa girare per guardarci negli occhi.
''Questo posto è fantastico Raul, sono contenta che tu mi abbia portata qui'' mi aggrappo alle sue spalle e dondolo eccitata.
''Ti piacerà ancora di più quando inizierà, non sto più nella pelle''
''Vedrai che andrai benissimo piccolo, io credo in te. L'ansia da prestazione è normale, anche io la provavo prima di sfilare, devi soltanto cercare di trasformare la tua ansia in energia positiva, così da trovare la tua sicurezza. Non ti devi far vedere né impacciato né goffo, voglio che tu sia certo di ciò che vuoi dire alle gente sotto al palco, di quali emozioni vuoi trasmetterci''
''Lo so..il problema è che non l'ho mai fatto prima, sono totalmente inesperto rispetto agli altri. Ho rappato davanti a una ventina di compagni circa, ma non su un palco con gli esperti dietro pronti a giudicarti. Spero che sapranno riconoscere la profondità dei miei testi''
''Sarà così'' affermo prima di baciargli la guancia.
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