CAPITOLO 6


Il rumore della pioggia si sente benissimo mentre batte forte contro l'asfalto e contro il mio ombrello che non sembra quasi reggere. Erano passate circa due settimane e da allora le cose vanno più che bene, per una volta non mi posso lamentare.

Mi sto incamminando verso uno dei bar più popolari e accoglienti della mia amata Londra; il vento gelido scompiglia i miei lunghi capelli portandoli davanti agli occhi, non so quante bestemmie ho mandato per ciò.

Mi spiegate perché a Londra, nonostante sia fine Settembre ci sia questo mal tempo? È un'ingiustizia.

Negli altri paesi si staranno godendo ancora il mare.

Che esagerata che sei Amber.

Le mie calze sono tutte bagnate, anche mio cugino Greg, che è affianco a me è bagnato fradicio dalla testa ai piedi; e come me, non vede l'ora di raggiungere gli altri, così da ripararci mentre mettiamo sotto i denti qualcosa.

Vincent quando si tratta di uscire non si ferma davanti a niente e a nessuno, mentre io semplicemente non posso fare a meno di accettare tutte le sue uscite, così da rivederlo. Sembra quasi che mi manchi sempre, non ne ho mai abbastanza di lui.

Dopo cinque minuti siamo finalmente arrivati ed ad ogni passo che faccio verso il mio amato bar, lo ammiro sempre di più. Ci sono tantissimi tavolini bianchi alcuni rotondi e altri rettangolari sotto tanti gazebo; è sempre stato uno dei miei posti preferiti, non capisco tutt'ora cos'ha di così speciale, ma ha quella specifica cosa che lo rende così accogliente, da farmi sentire subito rilassata ed a mio agio.

Vincent è seduto vicino ad Antony (il fratello di Patricia) e Stewart (il migliore amico del mio ragazzo), in un tavolino rettangolare più grande rispetto a tutti gli altri, vicino all'entrata secondaria del bar.

All'improvviso una voce femminile e fin troppo conosciuta mi scuote dai miei pensieri e fa distaccare velocemente il mio sguardo che secondi fa era puntato negli occhi di Vincent, mentre mi avvicinavo sempre più con il solito sorrisino stampato in faccia alla sua figura comodamente seduta.

''Siiiisteeer'' sento dire appunto da quella voce allegra e affettuosa alle mie spalle di una delle mie migliori amiche, che mi stringe da sotto il petto ed appoggia il suo mento sulla mia spalla.

''Maaartiiinaa'' dico altrettanto entusiasta di vederla, dopo essermi girata di scatto avvolgendo le mie braccia dietro al suo collo, mentre lei mi fa mancare quasi il respiro abbracciandomi fortissimo.

Ho ancora le ossa doloranti quando si stacca e mi guarda dalla testa ai piedi ammirandomi.

''Cavolo, ma come siamo belle oggi'' dice ancora più emozionata di prima.

''Anche tu'' rispondo subito mentre ridacchio.

''No, davvero Amber, queste calze con questa minigonna a quadri che ti parte dalla vita, ti stanno favolosamente, sei così aww'' la vedo fare gli occhi a cuoricini e io sfoggio uno dei miei più sinceri sorrisi.

Sono molto grata del suo complimento, ma anche lei non è niente male.

Martina è un po' più alta di me, abbastanza robusta e ha la pelle chiara, ha un viso tondo con degli occhi grandissimi e celesti contornati da delle lunga ciglia con un filo di mascara; i suoi capelli che le ricadono sulle spalle sono mossi e rossi, quasi color carota. Lei è una ragazza acqua e sapone, ed è molto semplice anche nel vestirsi, è forse questa una delle cose che la rende bella.

La vedo abbracciarsi con mio cugino, quest'ultimo è sempre stato molto socievole e con il suo essere solare sta simpatico a tutti.

Mi incammino velocemente verso il mio ragazzo, ormai impaziente di abbracciarmi, perciò che appena lo vedo quasi non mi stacco più; il suo corpo è così caldo e possente in confronto al mio corpo minuto che è sempre freddo, le sue mani forti e grandi che mi accarezzano la schiena mi fanno venire i brividi, ma per quanto mi senta bene e al sicuro nel suo abbraccio, mi stacco e saluto anche gli altri due ragazzi.

Mi siedo affianco a Vincent e poco dopo vicino a me si siede Greg, accompagnato da Martina ed Emmanuel che è arrivato proprio ora.

Ordiniamo tutti con le idee abbastanza chiare e dopo pochi minuti mi splendono gli occhi a vedere la mia cioccolata calda che non esito a portare alle labbra scottandomi anche la lingua inizialmente.

E lo sento, sento la sua bellissima risatina mentre i suoi occhi verdi sono puntati sul mio viso abbastanza buffo in questo momento.

Sposto lo sguardo dalla tazza di cioccolata calda che ho sotto gli occhi, al suo, e mi ci perdo quasi all'interno; finché non porta la sua mano strisciare lungo il tavolino per afferrare la mia, libera e tremante.

''Ahh, quanto sei fredda amore'' sussurra quasi, ha un tono di voce così basso ma allo stesso tempo così profondo.

''Eh già, tu invece sembri un termosifone'' ridacchia leggermente alla mia affermazione per poi vederlo portare la sua mano libera dietro la schiena per afferrare qualcosa..

''Ho preso questo per te'' dice quasi imbarazzato mentre mi porge un mazzo di rose.

In quell'istante mi si riscalda il cuore, ne ho sempre desiderato uno.

Poso velocemente la tazza di cioccolata calda ormai quasi finita sul tavolino, ed afferro il mazzo di rose portandolo subito al naso aspirando il loro buono e delicato profumo.

''Grazie milleeee'' dico mentre il mio sguardo è basso ed intento ad osservare quei petali che sto toccando delicatamente per sentirne la morbidezza.

-

Rimaniamo per altri trenta minuti a parlare tutti insieme ed a scherzare, quando ad un tratto vedo mio cugino Greg avvicinarsi lentamente verso il nostro tavolino con gli occhi colmi di lacrime.

Non capisco. Perché sta piangendo in questo modo così disperato? E da dove sta ritornando? Può mai essere che tutto questo tempo sono stata così presa da Vincent tanto da non accorgermi della sua assenza?

Lo guardo perplessa mentre tutti si girano nella sua direzione cercando di capire le parole intrecciate e confuse che escono dalla sua bocca, nel momento in cui fa di tutto per spiegarci la situazione, ancora piangendo come un bambino.

Mi guardo bene intorno, ed al nostro tavolino sembra che ci siano tutti, fin quando non mi accorgo dell'assenza di Emmanuel..che si siano allontanati tutti e due prima? E anche se fosse per andare dove? E ora perché Emmanuel non è qui insieme a mio cugino?

Il pianto isterico di Greg mi fa preoccupare sempre più, ed allora decido di andargli incontro e di abbracciarlo forte facendo sopprimere tutti i suoi singhiozzi contro di me. Lo vedo calmarsi e quasi non trema più quando si stacca e mi dice solo: ''Emmanuel si è ubriacato, ora è nella piazza qui vicino''

Sgrano gli occhi a quelle parole e vedo tutti avvinarsi a cerchio intorno a noi.

''In che senso? Come ha fatto ad ubriacarsi?'' dico preoccupata mentre tutti a passo svelto raggiungiamo Emmanuel.

''Prima mi ha detto di voler andar a bere qualcosa da un amico di suo padre che non lo fa pagare; ha iniziato a bere un drink dopo l'altro, non so perché, so solo che non ho potuto fare niente per fermalo, e quando siamo usciti di lì barcollava e per poco non cadeva a terra se un tizio non fosse intervenuto per darmi una mano'' sento chiaramente nella sua voce la tristezza e scommetto che in questo momento si sta sentendo anche in colpa.

''Ora è con questo tizio?'' chiede da dietro Stewart.

''Si'' biascica mio cugino.

Per quando arriviamo lì, Martina ed Antony se ne sono già andati, e dunque ci ritroviamo solo Stewart, io, Vincent che mi tiene stretta dalla vita, e Greg, dinanzi a quella vista orribile.

Emmanuel è seduto con la testa tra le mani su uno di quei muretti freddi e bagnati mentre a suo fianco il tizio di prima gli sta chiedendo il motivo per cui è stato portato a fare questo.

Il mio amico gli ride in faccia e solo quando alza il viso vedo i suoi occhi gonfi e iniettati di sangue. A quella vista mi stringo ancora di più a Vincent e lui porta la sua mano ad accarezzarmi la guancia come per tranquillizzarmi.

Greg è qualche passo più avanti di noi e quasi ogni cinque secondi tira su col naso, mentre ascolta attentamente le parole pungenti di Stewart che prende in giro il mio povero amico ubriaco.

''Dai scemooo, finiscila di fare finta, non sei ubriaco'' dice scherzosamente scuotendolo dalle spalle.

Sento Emmanuel grugnire e poi sussurrare qualcosa che purtroppo non raggiunge le mie orecchie.

''Ohhh ma allora mi regali quel gioco dell'altra volta per la play station?'' sbarro gli occhi e vedo Greg dinanzi a me irrigidirsi a quelle parole, so a cosa sta pensando, ed è esattamente quello che sto pensando anch'io.

Quanto può essere stronzo e coglione? Se ne approfitta di lui ora che non è cosciente.

''Siiiiii broo'' sento dir con voce assolutamente alterata quando lo risponde.

''Ma ora voglio Amber qua, vicino a me'' dice mentre punta i suoi occhi nei miei. Mi fa molta pena e non posso non aiutarlo, avrà bisogno di me e chissà come si sente in questo momento.

Mi giro verso Vincent per chiedergli con lo sguardo il consenso e lui annuisce togliendo il suo braccio tatuato dalla mia vita.

Mi avvicino lentamente ed intimorita alla sua figura, e mi giro verso di lui quando mi siedo anch'io sul muretto.

''Amber, tu mi vuoi bene vero?'' chiede ed esce dalle sue labbra una leggera risatina. Sento tutto l'odore di alcol invadermi le narici.

Sembra quasi una presa per il culo, ma sono consapevole -a differenza di Stewart-, che lui è ubriaco fradicio e la depressione che incombe sul suo essere lo avrà portato a fare tutto questo.

''Si, certo'' rispondo con la sicurezza nella mia voce. Come posso non volergli bene? E' da molto ormai che conosco quest'angosciante ragazzo.

''Grazie, anche io ti voglio tanto bene, non mi lasciare'' Sento lo sguardo perplesso di mio cugino bruciarmi il corpo, quando una volta che Emmanuel pronuncia quelle parole, porta la sua grande e lunga mano appoggiarsi sul mio ginocchio e strisciare lentamente lungo il mio interno coscia andando sempre più sopra.

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