CAPITOLO 5


E' martedì, il giorno dopo.

Sono appena uscita dalla palestra e mi sto incamminando a casa di mia nonna, dato che è la prima abitazione che si trova nelle vicinanze.

All'improvviso squilla il mio cellulare e lo estraggo dalla tasca del mio giubbotto.

''Pronto?'' rispondo velocemente al cellulare senza manco aver controllato il mittente.

''Ambeeer'' riconosco fin da subito la voce di mio cugino di primo grado, Greg. Mi era mancato tantissimo in questo periodo devo ammettere.

''Greeg, dimmi, come vaa?'' rispondo con voce squillante ed evidentemente felice di questa improvvisa chiamata.

''Bene bene, e tu?'' ci rifletto qualche secondo, non gli avevo ancora raccontato niente di quello che è successo ieri con Vincent. Non a caso tutte le amicizie che ho si lamentano che informo loro sulle novità sempre dopo un po' di tempo.

''Emh..diciamo di si, avrei molto da raccontarti ma non so se hai tem..'' non mi lascia finire la frase che mi interrompe.

''Ecco, brava, hai centrato il punto, Emmanuel mi ha raccontato tutto, lui lo è venuto a sapere da Vincent, come sai sono amici''

Emmanuel

Mi soffermo a pensarlo. Tutto era cominciato un annetto fa quando uscendo tutti in comitiva con la mia migliore amica, Martina, lo avevamo incontrato. Da quella sera le cose cambiarono. Emmanuel è un ragazzo di 19 anni, molto socievole e da come si è mostrato sembra sempre bisognoso di aiuto. A differenza del suo aspetto enorme, essendo un bestione alto 1,90 e abbastanza robusto, nel suo vero io, sembra molto ma molto fragile e sofferente. Come stavo dicendo da quella sera lui iniziò ad uscire in compagnia della nostra comitiva, e proprio in quelle sere io iniziai a notare Vincent.

Era sempre nello stesso posto, nella villetta principale di Londra e anche se avevo già una relazione in corso, io ero fottutamente infatuata di lui. Ogni volta che lo vedevo mi si insiduava sempre di più sotto la pelle. Iniziava quasi ad essere il mio primo pensiero quando uscivo, finché non decisi di mollare l'ex con cui stavo allora -di cui non mi era mai importato- ed iniziare ad approcciarmi con Vincent. Intanto Emmanuel e mio cugino erano sempre diventati più affiatati e divennero migliori amici. Mi ritrovai molte volte ad uscire solo con loro due, e quando Emmanuel scoprì della mia cotta per Vincent, fece di tutto per aiutarmi. Scoprii dopo che Emmanuel e Vincent già si conoscevano e facevano addirittura parte dello stesso giro di amici..

''Ambeeer'' La voce di Greg mi strattona dai miei pensieri e mi riporta sulla terra. Non mi ero resa conto di essermi persa nei miei pensieri e di non starlo più ad ascoltare. Mi succede spesso, sto sempre in un mondo a parte, in un mondo tutto mio - in cui mi perdo anche senza saperlo- ben differente dalla realtà. Molte volte infatti mi dicono che scendo dalle nuvole o che sono completamente persa.

''Ci seii? Mi stai ascoltando?'' urla.

''Sisi, scusami, stavi dicendo?'' ridacchio leggermente e guardo dritta davanti a me. Sono quasi vicina alla casa della mia cara nonna, e vicina alla villetta principale di Londra.

''Stavo dicendo che adesso sono in giro con Emmanuel ed abbiamo intenzione di incontrarti - fa una breve pausa - ora'' precisa.

''Emh..d'accordo, dove siete?'' sono un po' titubante, perché tutta questa urgenza?

''Tu dove sei? Ti raggiungiamo noi'' chiede.

''In realtà sono uscita da poco dalla palestra, sto andando a casa di nostra nonna'' dico.

''Perfetto, siamo vicini allora, stiamo arrivando'' il suo respiro è irregolare.

Pronuncia tutto affannatamente. Staranno correndo per raggiungermi.

''Okay'' biascico.

''Comunque Vincent ti vuole parlareee!'' sento dire all'improvviso e quasi inciampo nei miei piedi. Mi ricompongo e capisco che la voce era di Emmanuel.

''Coooosaaa??'' mi affretto a dire e nel frattempo penso ancora ad una me che stava scontrando la propria faccia contro l'asfalto.

Non sento nessuna risposta e solo quando guardo lo schermo del mio Iphone mi accorgo che hanno attaccato subito dopo quella affermazione.

Cosa vuole Vincent ora? Da ieri non l'ho proprio sentito, per tutto il tempo il mio cellulare è rimasto spento, essendo scarico; solo da poco l'ho acceso e non ho fatto caso ai messaggi. Meglio così comunque, preferisco mille volte parlare con lui faccia a faccia, così che io possa guardarlo negli occhi e scorgere quella tristezza e pentimento che dovrebbe avere nel suo sguardo.

Dopo qualche minuto vedo in lontananza la figura bassa di mio cugino con la sua chioma biondo scuro, affianco alla figura altissima di Emmanuel con il cappuccio della felpa sopra il capo.

Mentre si avvicinano mi fermo a pensare a Greg, mio cugino. Siamo stati attaccati fin da piccoli, abbiamo condiviso tutto e fatte tutte le prime esperienze insieme, sempre inseparabili. Mi ha sempre sostenuto in tutto, dato buoni consigli e detto la verità quando serviva. Siamo quasi come fratello e sorella, ormai abbiamo così tanta confidenza e lui sa tutto di me, ed io di lui. Mi piace confidarmi con lui e ne abbiamo combinate così tante insieme, tutte le risate, gli abbracci, le lacrime, le uscite, le pazzie, gli scleri, la rabbia, i compleanni, gli eventi, i film, le nostre battute, il mare..siamo cresciuti praticamente insieme. E' stato l'unico che fin dal primo momento mi è stato accanto, ed è la persona che non abbandonerò mai.

Mi abbraccia appena mi raggiunge e come al suo solito fa scivolare una sua mano sul mio sedere palpandolo, così che mi sposto velocemente e gli do un leggere schiaffo sulla spalla.

Dopodiché passo a salutare Emmanuel alzandomi sulle punte ed abbracciandolo mentre mi fa appoggiare la testa sul suo petto.

Quando mi allontano di poco dico velocemente ''Allora? Cosa mi dovete dire?''

Vedo che si lanciano degli sguardi complici ed Emmanuel si decide a parlare:

''Prima abbiamo incontrato Vincent in villa, mi ha raccontato tutto e stava malissimo, ha pianto anche davanti a noi''

Sposto lo sguardo in quello di Greg che mi conferma il tutto.

''Stava davvero a pezzi, ha pianto sei volte, le ho addirittura contate'' dice.

Sono sconvolta e senza parole, lui non piange mai ed il fatto che lo abbia fatto per me, significa molto.

''Lui dice che sei irraggiungibile sul telefono e ci ha chiesto di dirti che vuole fare pace e che si sente male senza di te'' continua Emmanuel riprendendo parola..

''Ti sta aspettando in villa'' aggiunge mio cugino.

''Su forza, ti accompagniamo'' dice entusiasta Emmanuel dopo avermi preso per il polso e ormai mi sembra impossibile tirarmi indietro.

Impossibile fare a meno di lui, impossibile non affrontare la realtà.

''Emh..okay okay'' mi affretto a dire mentre mi trascinano con loro..

Raggiungiamo in fretta la villa che non distava molto, e già da lontano riesco a scorgere la sua figura. E' seduto su una panchina difronte a noi tre e ha il viso tra le mani.

''Vincent'' biascico.

Lui alza subito lo sguardo verso il mio e noto i suoi occhi rossi dalle lacrime, è ridotto uno straccio, ma per me rimane comunque bellissimo.

''Su forza, sono qui, hai bisogno di scusarti?''

Si alza in piedi e distrugge la distanza che c'era tra noi, ora siamo vicinissimi.

''Amber, mi dispiace tantissimo, non volevo nascondertelo, sapevo che mentirti non sarebbe stata la cosa più giusta da fare ma avevo troppa paura della tua reazione, non volevo che tu ti arrabbiassi con me''

''Come ho comunque evidentemente fatto'' dico ed incrocio le braccia al petto.

''Infatti, questo era proprio quello che volevo evitare, ma non sapevo come dirtelo, allora ho preferito starmi zitto''

''E hai sbagliato, te l'ho detto fin troppe volte che odio le bugie, non mi importa se la verità è crudele, io devo saperla, soprattutto da te''

''Si hai ragione'' concorda con le parole uscite dalla mia bocca in tono fin troppo duro.

Tiene ancora lo sguardo nel mio quando dice: ''Mi perdoni vero?'' il suo tono è supplichevole, ma in questo momento non so davvero cosa rispondere, ci sono rimasta troppo male, e gran parte della mia fiducia è persa.

''Vincent, i-io'' balbetto dinanzi a quella pozza color verde acqua. Cosa devo fare con lui? Posso mai fare a meno dei suoi occhi così luminosi? Delle sue labbra così rosee e carnose?

''Sii...'' mi incoraggia a parlare.

''Io non dovrei perdonarti, non è la prima volta che sbagli, e tu non impari mai'' inizio io non del tutto convinta. Lo perdonerò sempre. Lo so benissimo, lo amo troppo per non farlo.

A quella frase il suo verde si fa ancora più scuro e la tristezza è evidente nella sua espressione.

''Mi dispiace Amber, scusami tanto, ma io non ho senso senza di te; è da quel fottuto 8 marzo dell'anno scorso che ho paura di perderti'' pronuncia le ultime parole con tono spezzato. E il tutto mi colpisce proprio nel profondo, tanto da far svanire tutto quello che c'è intorno a me.

Tanto da far svanire il marroncino della corteccia degli alberi che ci stanno intorno; tanto da far svanire Emmanuel e Greg che stanno assistendo a tutta la scena, tanto da far perdere me nei miei ricordi di quella giornata.

L'otto marzo.

Quel determinato giorno.

La festa delle donne.

Il giorno in cui tutto stava avendo fine.

Ricordo benissimo ogni dettaglio. Ero seduta sulle sue gambe e lui mi accarezzava la pancia. So già a cosa stava pensando in quel momento, e a quel pensiero sorrisi anche io. Era una bel pomeriggio e stavamo chiacchierando tutti allegramente della pizzeria in cui tra qualche minuto dovevamo recarci per andare a festeggiare la festa delle donne. Io e Vincent in quel periodo eravamo così affiatati, tra noi andava ancora tutto bene, tranne per mio padre, che aveva scoperto del nostro fidanzamento e tutto contrariato mi aveva messa in punizione per una settimana. Eravamo usciti, dunque, tutti clandestinamente e sembrava tutto procedere per il meglio. Finché non vidi mio padre avvicinarsi a noi. Gli occhi mi si erano sbarrati, ero stata scoperta e mentire non sarebbe servito a nulla se non a peggiorare la situazione. Mi affrettai a scendere dalle gambe del mio ragazzo che molto probabilmente non stava capendo niente di tutto quello che stava succedendo. Mio padre con occhi feroci si avvicinò scattante e mi disse una sola frase: ''Quando ritorni a casa facciamo i conti''.

Mi ero meravigliata di quella semplice ma significativa reazione. Intravidi mia zia nella macchina al posto del passeggero che ci osservava da lontano, era stata sicuramente lei a calmarlo per tutto il tragitto, così da evitare di essere picchiata davanti a tutti. Vidi il mio mondo cadere a pezzi, crollare, era finita. Vedevo solo buio, vuoto, mentre piangevo in modo isterico e Martina -che era presente anche lei in quel momento- mi stringeva forte a sé. Quando era ora di tornare a casa mi sentivo ancora più oppressa dalla paura e da quello che avrei dovuto subire tra qualche attimo. Baciai quella che sembrava per l'ultima volta Vincent, e in quel momento giuro che il sapore delle sue labbra non mi era mai sembrato così buono, ma non riuscivo comunque a godermi quell'attimo perché la paura che sarebbe stata l'ultima volta in cui avrei potuto baciarlo mi stava assalendo. Gli dissi che lo amavo e afferrando la mano di mio cugino mi allontanai e mi diressi verso mio padre. Anche mio cugino ci andò di mezzo, perché era stato accusato di coprirmi le spalle, perciò che per tutto il breve tragitto mi strinse forte la mano e pianse insieme a me preoccupato per quello che ci poteva accadere. Arrivammo da mio padre e anche quando lui mi iniziò a ricoprire il viso di schiaffi continuai a pensare a che fine avremmo fatto io e Vincent; ricordo che il dolore ricevuto dagli schiaffi di mio padre non era niente in confronto a quello che avevo nel cuore, dal momento che mi era stato proibito di amare la persona per cui avevo perso la testa.

Ritorno alla realtà e mi rendo conto di quanto anche io ho paura di perderlo e che sono disposta a stare insieme a lui nonostante i suoi sbagli, nonostante tutto.

''Amber io..''

''Ti amo'' risposi a posto suo.


SPAZIO AUTRICE.

Alloraa, questo è il mio primo spazio autrice.

Ci tenevo a presentarmi..mi chiamo Martina, ho 15 anni e la storia che state leggendo è la storia della mia vita.

Ebbene sì, la maggior parte degli episodi che sono stati scritti, e che scriverò sono accaduti realmente.

Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da piccola, e tempo fa, quando l'idea di scrivere un libro su Wattapad mi è balenata nella mente, non mi è stato difficile scegliere questa trama.

E' una storia che ci tengo a raccontare e che ha segnato molto la mia vita e il mio modo di vedere le cose.

Detto questo premetto che non ce ne saranno molti di questi piccoli spazi per me, ma qualche volta mi farò viva per chiedervi cosa ne pensate nel complesso.

E ne approfitto ora..Come vi pare la storia? Pensate che Vincent non sia adatto per Amber? Siete d'accordo sulla scelta che ha fatto la protagonista? Ha fatto bene a perdonarlo?

Comunque sia, spero di non avervi annoiate troppo e spero che continuerete a leggere la storia.

Nel caso ci sia qualcosa in cui devo migliorare potete dirlo, anzi accetto molto volentieri giudizi di ogni genere.

Ora vi saluto, grazie mille a chi ha votato e commentato, e ci vediamo alla prossima..kiss!

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