CAPITOLO 48


Zero paranoie e pensa ad una vita perfetta

ma che noia non andare mai di fretta

con la morte che aspetta il tempo rallenta

e lega il tuo corpo ad una lancetta.

Vedo il cielo che piange le mani sull'anche

le tue gambe stanche intorno alle mie guance

respiro ansimante di chi non rimpiange

di dare anche il sangue se qualcosa è grande.

Vorrei fotografarti con le palpebre

rinascere ed innamorarmi mentre tu mi guardi piangere.

Combattere per meritarti

abbattere i giudizi nei miei riguardi

ma siamo due sassi lanciati

tornati diamanti

due cuore spezzati coi lati combacianti.

-Pleasantville, Nitro.

Siamo a metà Settembre, si ritorna di nuovo alla monotona routine: svegliarsi presto, correre a scuola, interrogarsi tutto il tempo su che ore sono e che si mangerà a pranzo, ritornare a casa, scoprire che la propria madre ha cucinato l'unico pasto che ti fa rivoltare lo stomaco, buttarsi sul letto sfinita e ricordarsi soltanto alle sette di sera di fare i compiti per il giorno dopo -che sarà uguale a quello appena vissuto-.

Il quarto anno già dai primi giorni scolastici si preannuncia molto difficile, le professoresse già si stanno rimboccando le maniche per vedere a chi piazzare i primi due e quando organizzare i prossimi cento compiti in classe. Io sono sommersa di lavoro, soprattutto da parte di una professoressa in particolare che tutti l'hanno denominata ''la iena''. Purtroppo insegna la nostra materia principale, disegno, dunque mi tocca rispettare per filo e per segno ogni cosa che dice.

Adesso stiamo facendo letteratura, ma ci sono stati dati pochi minuti di pausa; ne approfitto per girarmi indietro in direzione del banco di Melanie ed Elisa. Loro sono rimaste ben arretrate su come la mia vita è cambiata in questi pochi mesi.

''..E quindi ecco che io e Raul stiamo insieme'' finisco di raccontare loro tutta la storia e adesso mi guardano sbigottite.

''Quando aspettavi a dircelo eh?'' mi rimprovera Elisa la cui tintura rosso sembra essersi schiarita.

''Non vi ho viste per tutta l'estate, lo sapete che non mi piace molto parlare a telefono, solo il minimo indispensabile''

Peccato che lo stesso ragionamento non vale anche per te e Raul vero? Sennò non stareste ventiquattro ore su ventiquattro a scrivervi.

Ma cosa dici? Non è affatto vero, ci lasciamo un po' di spazio per noi! Ah no aspetta, devo rispondere, mi ha appena chiesto come sta andando a scuola.

Ecco appunto.

''E quindi quel tizio chiatto ha picchiato il tuo ragazzo?'' si intromette Rose al mio fianco.

''Non posso crederci che lo abbia fatto, quando lo incontro dopo scuola gli faccio una bella ramanzina'' adesso parla Elisa.

''Ma quindi da quanto tempo state insieme?'' chiede Melanie.

''RAGAZZE CALME. Una alla volta per favore. Si il ragazzo chiatto gli ha dato un pugno. Come fai a conoscerlo Elisa? E stiamo insieme da due mesi ormai'' rispondo a tutto quello che hanno proferito.

''Abita nel mio stesso quartiere, anche Vincent sai? Infatti lo vedo ogni mattina. Non sai che puzza di erba si inizia a sentire dai gradini della sua abitazione'' ASPETTA COSA? COSA MI SONO PERSA?

''Come scusa? Un secondo, Vincent, il mio ex ragazzo, è il tuo vicino e fuma erba? E perché non me lo hai mai detto?'' inizio a massaggiarmi le tempie. Troppe cose da assimilare.

''Non solo! So anche che vende cocaina. Questa storia va avanti più o meno da quando si è fidanzato con te. Come sai nella sua famiglia porta quel piccolo stipendio a casa solo suo padre, invece sua madre è malata. Per compensare immagino, lui vende coca. Mi dispiace che tu lo venga a sapere solo adesso, ma avresti fatto un casino se te lo avessi detto quando stavate ancora insieme'' strabuzzo gli occhi e spalanco la bocca.

''Oh ci puoi scommettere'' dico quando riesco a riprendermi dallo stato di choc.

''Perché la cosa ti sconvolge tanto? Lo sapevi che non è mai stato un bravo ragazzo'' mi chiede Rose incuriosita.

''Bé prima di tutto avrei preferito me lo dicesse, dovevo essere consapevole di stare con uno spacciatore, che diamine! E secondo, nell'ultimo anno di fidanzamento ha avuto varie volte problemi con la legge, ma non mi ha mai voluto svelare di cosa si trattasse. Mi aveva fatta convincere che si trattasse di sua madre o qualche zio/a. Mai mi è saltato in mente che potesse spacciare e dunque mettere nei guai tutti!'' il discorso nella mia mente ha senso e fila liscio come l'olio. Ogni cosa si è ricollegata e adesso ho chiarito finalmente alcuni questionari di tempo fa, in cui mi preoccupavo di quello che accadesse nella sua sfera familiare. Per poi scoprire che è sempre stata colpa sua ed io sono sempre stata con un tipo la cui identità è rimasta ignota fino ad ora.

* * *

Il pomeriggio Raul mi costringe letteralmente ad uscire con lui, perché a detta sua ho bisogno di una distrazione dai compiti e dalla questione di Vincent. Dice che troppi pensieri mi frullano nella testa e sa il luogo dove portarmi per liberarmi da essi. Mi ha addirittura chiesto di mettere qualcosa di carino. Quando scendo la mia gonna rosso, il colore della sensualità, spicca per le strade semi-buie. Mi porta su un grande palazzone giusto nella metropoli di Londra. E' un luogo dove ultimamente ci siamo recati spesso. Ci abitano molte persone, perciò che è altissimo e non ce la facciamo mai a raggiungere il tetto salendo le scale. Prendiamo l'ascensore ed in men che non si dica siamo sul tetto ad ammirare il panorama circostante. E' talmente alto che si riescono a scorgere le città confinanti. Veniamo spesso qui, perché a parte essere un luogo isolato dove possiamo fare e dire quello che vogliamo senza che nessuno ci infastidisca, la brezza che si trova qui, le sfumature del rosso rosa ed arancione del tramonto e le mille luci che si scorgono la sera ci danno un grande senso di pace e libertà.

Raul come suo solito stende il telo per terra e mi invita con una mano ad appoggiarmici sopra.

''Bene, adesso che siamo qui pensa solo a rilassarti'' ed inizia con tutte le tecniche di rilassamento che conosce. Inizia a massaggiarmi delicatamente la schiena, poi ad accarezzarmi i capelli ed il viso. Parla molto raccontandomi della sua giornata e fa facce buffe per farmi ridere. Poi passa al solletico sotto le ascelle e sulla vita. Quando il sole è completamente tramontato ed ha finito con tutti i suoi metodi mi sento decisamente meglio di prima, soltanto grazie a lui. Non so come faccia, ma quando sono in sua presenza, anche solo se ci perdiamo in una conversazione o con piccoli gesti che possono essere carezze e baci mi fa sentire spensierata ed al settimo cielo. Adesso di tutte le preoccupazioni accumulate in questi giorni non ce n'è la minima traccia. La mia testa si è svuotata e sento come se il mio cuore fosse leggero come non mai. Mi sento davvero bene con lui, penso di non essermi mai sentita così contenta con nessun'altra persona in vita mia. Neanche una delle mie più care amiche sono riuscite a riprendermi in così poco tempo.

Ultimamente mi era capitato di avere molta paura di perderlo. Da quando è stato ferito quella sera, mi sento quasi responsabile di ogni cosa che gli possa andare storta. Ho paura di svegliarmi un giorno e non trovarlo più, solo chi ama sul serio sa cosa significa questa sensazione. In questi giorni mi sono posta mille paranoie, che ho esposto tutte dalla prima all'ultima. Sentendole alcune, lui addirittura è scoppiato a ridere. Ok, ammetto che parecchie sono un tantino assurde. Quelle più comuni sono state: '

''E se si sta già scocciando o si scoccerà di me?''

''E se è arrabbiato e mi dà la colpa del gonfiore all'occhio?''

''E se il tempo cambierà le cose tra noi?''

''E se pensa che sono troppo complicata ed insopportabile?''

''E se mi sta solo sfruttando per il sesso?''

''E se mi rimpiazzerà con la prima che capita?''

Adesso invece da come mi ha trattata questo pomeriggio, da come mi guarda e mi bacia dolcemente sto imparando a tranquillizzarmi ed a godermi ciò che ho tra le mani in questo momento.

All'improvviso mi si para un peso sul petto, so cosa significa: lui sta facendo tanto per me ed io in qualche modo devo sdebitarmi o almeno fargli capire a parole quanto gli sono riconoscente e come ci tengo a lui. Prendo un grosso respiro e lo guardo intensamente negli occhi. Non posso crederci che sto per farlo. Sento in lontananza i fuochi d'artificio che mano mano si fanno sempre più forti fino a ricoprire la nostra visuale.

Se Dio mi sta mandando un segno di sbrigarmi è certamente questo.

Raul fa per baciarmi ma lo blocco, mi scosto e giro il capo. Se perdiamo tempo a baciarci non riuscirò mai a parlare. Devo farlo adesso, se rimando ci ripenserò sopra. Invece questo è il momento adatto, stiamo insieme, da soli, spensierati, con una bella atmosfera, i fuochi d'artificio ed il venticello non troppo freddo. Devo farcela, non è così difficile.

Raul corruga la fronte chiedendomi con lo sguardo cosa mi prende.

''Devo dirti una cosa molto importante'' la mia voce non è ferma e deglutisco dopo aver parlato. Mi incita col capo a continuare ma non faccio altro che aprire la bocca e poi richiuderla indecisa. Ormai sto anche arrossendo, solo io so quanto significato ed importanza hanno per me queste parole. Ho sempre screditato chi le pronuncia non dando ad esse il giusto valore. Invece dopo due mesi per me, finalmente sono pronta.

Le ho sulla punta della lingua, devo solo dare voce e farle volare via dalla mia bocca. Mi toglierò un gran peso dopo di questo. Mi convinco pensando al fatto che lui merita di sentirsele dire. Le merita per tutto il tempo in cui ha fatto l'amico e mi ha aiutata, nei momenti in cui stato zitto ascoltando il mio silenzio o il mio pianto. Le merita perché non è mai stato inopportuno o ficcanaso, mi ha irradiato fiducia ed io gli ho raccontato tutta la mia vita, dalle cose più banali a quelle più intime. Lui ha fatto lo stesso con me e mi ha tirata su da quel vortice nero che mi stava risucchiando quand'ero depressa. Ha svolto il ruolo di ragazzo, amante, migliore amico e a volte anche di padre quando ha preso le mie difese e mi ha riscaldato il cuore con la sua gelosia ed il suo senso di protezione.

Quindi sì, merita di saperlo, adesso.

''Ti amo Raul'' la mia voce incrinata rimbomba tra di noi. Per un nano secondo ha paura che lui mi scoppi a ridere in faccia sminuendo l'importanza di questo momento, ma quando invece scoppia dalla felicità e mi schiaccia sotto il suo peso so che è andata nel migliore dei modi. Si butta d'istinto su di me, facendomi stendere sotto di lui e mi abbraccia forte, più o meno come quando lui mi ha chiesto di metterci insieme. Sorrido mentre lui gioisce ed urla.

''Oddioooooooooooooo, lo hai detto finalmente! Non sai quanto ne sono felice, vieni qui piccolina!'' e mi stritola ancora di più. Poi alza il volto, incrocia gli occhi nei miei e mi strapazza di coccole.

''Ma quanto sei bellaaaaaa, mia solo mia, per sempre'' dalla felicità mi fa alzare in piedi e poi mi prende in braccio facendomi girare velocemente come se stessi su una giostra. I fuochi d'artificio non hanno ancora smesso di risplendere nel cielo illuminando il suo angelico viso.

''Meritavi di sentirtele dire, perché ti amo davvero tanto, non ho mai amato così, in questo modo e non ho mai sentito sensazioni del genere, nemmeno con Vincent'' lo accarezzo cautamente e poi gli ricopro il viso di baci. Adesso che finalmente l'ho detto mi sembra di non provar più vergogna per nulla. Gli bacio le guance, la fronte, la mascella, il nasino e poi la bocca carnosa assottigliata dal suo sorriso perfetto. Quando mi stacco si intravedono anche i suoi piccoli dentini che splendono, solo per me.

Alla fine presi dall'emozione finiamo per farlo sul tetto del palazzo. Entrambi siamo rimasti molto sorpresi perché dopo due mesi che abbiamo tentato, ci siamo finalmente riusciti di nuovo, anche se non è stato chissà cosa. Lui è durato poco e io mi sono sbucciata le ginocchia e graffiata la schiena. Ma poco importa quando capita il momento giusto di perdersi in un altro mondo col ragazzo che ami. Dopo che è uscito da dentro al mio corpo, però, mi sono fatta prendere dal panico. Ho visto con i miei occhi tutto il contenuto che stava nel preservativo, ma si sa, le prime volte soprattutto quando si è insicura e paranoica come me, ci si va a preoccupare anche sui piccoli dettagli. Raul sa che perlopiù è mia esagerazione, si capisce benissimo dal modo in cui sputo a raffica paranoie su paranoie

''Okay, la pianto, faccio la seria. Stando nell'argomento, scusa la domanda forse troppo affrettata o catastrofica ma..metti che facciamo un errore, tu cosa faresti? Scapperesti mai?'' parlo a bassa voce ancora seduta per terra.

''Amber no, assolutamente. Non sono un tipo che scappa dalle proprie responsabilità. Sarebbe una bella batosta è vero, la nostra vita muterebbe completamente, ma non ti lascerei mai da sola con ciò che hai in grembo. Anche se non voglio figli, e sicuramente non succederà mai uno sbaglio simile, mi prenderei cura di voi e vi amerei con tutto me stesso'' annuisco comprensiva e sollevata che nel caso possa succedere qualcosa, la affronteremo insieme.

Ad un tratto mi fa alzare in piedi, mette una sua canzone dalla suo lettere musicale e mi tiene per mano.

..Tu baby lasciami stare
Che i miei graffi li nascondo nel sale
Sento l'ansia che sale
E a quanto pare penso voglia restare
Siamo complici
Adesso mordimi
Oppure zitta e dacci un taglio come con le forbici..

Alzo gli occhi al cielo sentendo anche in queste strofe la parola ''ansia'', lui invece se la ride sotto i baffi. Avrà sicuramente scelto apposta questa canzone, perché rispecchia la situazione di adesso.

..Stai zitta calmati
Se vuoi fuma ma falla qui
Oppure zitta e baciami
Zitta e baciami..

E mi bacia come nel testo della canzone, un bacio casto che lentamente diventa passionale, con le nostre lingue che danzano.

..Sono come te, mica come gli altri
Se fossi come loro io non potrei ammazzarti
Me la rido sotto i baffi
Scusami se rido ma non riesco a fermarmi..

Ed ecco che il suo sorriso si allarga, poi mette la lingua tra i denti, divertito dalle parole che stiamo sentendo.

..Ma cosa cazzo vuoi fare se un giorno stai bene l'altro stai male?
Che bipolare del cazzo che sei
Dimmi da dove cazzo sei arrivata
Però davvero che bomba che sei
Odi la fortuna perché non l'hai mai trovata..

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