CAPITOLO 34
La notte stessa non riesco a prendere sonno, fa abbastanza caldo, e l'ansia per domattina è attanagliata al mio petto. Mi alzo dal letto camminando cautamente per il corridoio fino a raggiungere la cucina; lì apro il frigorifero e prendo un grosso sorso d'acqua stesso dalla bottiglia. E' un vizio che si manifesta soltanto quando so che nessuno può vedermi. Alla ricerca di un po' d'aria fresca, mi affaccio alla finestra, solo che le zanzariere mi limitano la vista. So che lassù sta splendendo una bellissima luna piena, perciò che per vederla, decido di usare le scale che mi porteranno al tetto. Mi mordicchio il labbro nel tentativo di aprire il portoncino senza far alcun rumore; il sonno di mio padre è sempre stato leggero. Se scopre che giro all'una di notte per la casa mi farà una delle sue ramanzine che durerà per i seguenti giorni. Rilascio un sospiro di sollievo quando riesco ad entrare con la massima facilità. Vengo subito travolta da un'aria pura e fresca, inoltre da qui si vede benissimo il paesaggio che ci circonda, le luci di case in lontananza, ed una grande e lucente luna che veglia su di me.
Di solito mi reco qui sopra sul tetto per riflettere ammirando le stelle. Sistemo il vecchio lenzuolo che portai qui l'ultima volta che ci venni, e mi siedo sopra di esso. Porto le gambe al petto cercando di tranquillizzarmi per la giornata di domani. Ieri sera ho deciso di fare domanda su un sito apposito per diventare una babysitter, la recensione dev'essere stata abbastanza convincente, perché subito ho ricevuto una richiesta. Si tratta di una famigliola composta da tre persone che si trova ad un isolato da qui; hanno una bambina di otto anni che si chiama Sharon, dicono sia irrequieta e turbolenta, l'esatto contrario di me. Hanno bisogno del mio aiuto perché il padre di Sharon nei giorni normali è fuori per lavoro, e la madre ha un colloquio importantissimo da fare. Quando ho iniziato ad iscrivermi al sito non pensavo che sul serio sarei stata presa in considerazione, non ho molta esperienza con i bambini se si parla di aver già fatto da babysitter a qualcun altro, o da animatrice. Non sono neanche tanto capace a cucinare, se non le cose basi, inoltre ho specificato nella mia recensione che non sono disponibile tutti i giorni. Va bene solo se si tratta di qualche serata in cui sul serio si necessita di qualcuno che tenga a bada il/la proprio/a figlio/a. Dopotutto non voglio che questo sia un lavoro permanente per l'estate, mi basta guadagnare qualcosina ogni tanto. Inizio a sentire gli occhi pesanti, ma prima di ritornare in camera mia, riprovando a dormire, decido di inviare un messaggio a Raul. Sto ancora pensando alla tipa di ieri, non voglio sembrare ficcanaso chiedendo informazioni su di lei, ma sono troppo curiosa. Perciò che cerco di metterla in mezzo, e di ricavare informazioni su di lei indirettamente.
''Questa sera mi sono divertita, spero tu stia meglio e che io ti sia stata d'aiuto! Ps: Sarah è molto carina ;)'' premo il tasto invio.
Raul: ''Ovvio che mi sei stata d'aiuto, mi fa sempre bene sfogarmi con te. Grazie ancora di tutto. Ps: lo so benissimo, scelgo bene io!'' Sorrido per la prima parte del messaggio, sono felice che si trovi a palare con me di tutto, specialmente se si tratta di qualcosa a cui tiene.
''E' una tua prossima preda? Scommetto che almeno un pensierino su di lei lo hai fatto'' mi inoltro subito nel vero argomento che voglio affrontare.
Raul: ''Emh, ci siamo baciati due o tre volte, è una mia stretta amica. Siamo come degli amici con benefici, ma senza il sesso'' rimango interdetta leggendo il messaggio, non era di certo quello che mi aspettavo.
''Ah.'' rispondo soltanto e mi decido a ritornare in camera mia. Cerco come prima di non far alcun tipo di rumore, intanto Raul invia altri due messaggi.
Raul: ''Sei gelosa di questo bellissimo ragazzo?''
Raul: ''Non hai motivo di preoccuparti comunque, sono solo baci dati tanto per scherzare. Puoi tenermi ancora tra le tue grinfie''
Quando mi accomodo sul mio letto leggo i suoi messaggi. Alzo gli occhi al cielo, blocco lo schermo, decido di non rispondere, e di non dargli nemmeno la buonanotte. Non voglio che capisca quanto io sia gelosa di lui e di qualunque ragazza che gli sta appresso.
La mattina seguente come al mio solito sono in ritardo, e tra giusto mezz'ora dovrò essere a casa della signora Johnson. Scelgo come vestiti una camicetta leggera senza maniche color rosa cipria, e sotto dei jeans attillati. Indosso le mie vans nere, e mi faccio una coda alta che scopre tutto il mio viso. Ora che il mio viso ovale è ben in mostra, decido di lavorare sugli occhi applicando un sottile strato di eye-liner; e come tocco finale indosso due orecchini a perline, e la mia borsa capiente nera. Dentro ci metto anche il deodorante, perché per la corsa che dovrò fare per arrivare puntuale, mi servirà di sicuro. Una volta arrivata mi fermo sui gradini dell'abitazione in cui rilascio un grosso respiro; mi prendo anche un secondo per odorarmi di nascosto le ascelle, che miracolosamente non rilasciano alcun cattivo odore. Meglio così. Noto che dietro di me c'è parcheggiata una grande Range Rover nera lucida, di cui mi servo per dare una controllata ai miei capelli.
''Amber, sei tu giusto? La babysitter di mia figlia?'' una voce calda ed amichevole mi sorprende da dietro alle mie spalle. Noto dal finestrino dell'auto che si tratta della signora Johnson, e che mi sta guardando stranita.
''Oh, mi scusi non volevo specchiarmi nella vostra auto'' mi giro di scatto su me stessa guardandola in faccia. Che bella prima impressione che ho fatto!
''Tranquilla non c'è alcun problema, stavo giusto uscendo fuori dalla porta per controllare se venissi. Devo proprio scappare tra qualche minuto o farò tardi al mio importante colloquio di lavoro. Penso di avertene già parlato no? Se non te ne ho parlato è un colloquio di lavoro per diventare maestra nella scuola di mia figlia. So che hanno bisogno di una professoressa di italiano. Chissà se riusciranno a darmi la classe di Sharon! Sai quando si ha super paura di ogni pericolo che si può riscontrare in un ambiente come la scuola? Mia figlia potrebbe sbattere contro lo spigolo di una finestra, di un banco. Quelle stronzette delle sue compagne potrebbero farle i dispetti, tipo spintonarla, o rubarle le matite! No no no! Non posso permettere che accada questo, inoltre non mi fido molto delle sue maestre. Credono di sapere il fatto loro, ma secondo me no..''
''Ehi ehi ehi, stia calma! Siete agitata o parlate sempre così?'' avanzo verso la figura della giovane donna. Mi immaginavo una donna un pochino meno vivace, ha troppe energie in corpo. Spero si ricordi di sputare per terra, almeno per qualche secondo. Purtroppo al mondo ci sono persone così logorroiche come la signora Johnson, e altre fin troppo taciturne come il mio ragazzo Vincent. Mi rabbuio all'istante pensando a lui.
''Oh cavolo! Devo proprio andare. Allora mi raccomando, troverai la bambina sul nostro divano in pelle. Attenta a non sporcarlo! Se vuoi farle fare la colazione nella dispensa ci sono i suoi cereali preferiti. Le basterà una tazza di latte con essi. Asseconda tutto quello che vorrà fare, non voglio che si annoi. Basta che non mi distruggete l'intera casa!'' guarda prima l'ora sul suo orologio e poi si dirige tutta scattante alla sua Range Rover.
''Oh ma certo, ci divertiremo come pazze senza fare troppo casino. Si fidi di me. Buona fortuna per il colloquio'' rispondo gentile alla donna con i tacchi ed il tailleur grigio. Adesso lei si accomoda alla sua postazione, ed apre il finestrino, sporgendosi vicino alla mia figura.
''Grazie mille, mi raccomando un'ultima volta, è molto irrequieta Sharon''
''Proprio come la madre, vero signora Johson?'' le chiedo sperando di non sembrare scortese. Per fortuna ride. ''Chiamami pure Caren'' e con questo sfreccia via alla velocità della luce.
Immagino sarà una lunga giornata. Quando varco la soglia di casa una bambina turbolenta dai capelli color miele come la madre, si appende alla mie gambe, e per poco non mi fa cadere per terra.
''Ehi, tu devi essere Sharon'' le scompiglio i capelli, e solo dopo do un'occhiata alla casa. La porta principale si affaccia su una grande cucina in stile moderno, con un'isola al centro e degli sgabelli neri affianco. Dall'altro lato invece c'è un grande salotto con un divano in pelle marrone, la parete attrezzata, ed una grande tv attaccata al muro. A destra del divano ci sono delle scale a chiocciola che presumo portino alle zona notte.
''Si sono proprio io, mamma è andata già via?'' mi guarda dal basso con i suoi grandi occhioni grigi. Questa bambina è davvero bellissima, è abbastanza bassina, minuta, ed indossa un vestitino azzurro che di tanto in tanto fa svolazzare con i suoi movimenti dell'anca.
''Si se n'è scappata. Ma tranquilla ci divertiremo insieme, sai già il mio nome?'' mi inginocchio per arrivare alla sua altezza. Lei annuisce frettolosamente.
''Mammina mi ha detto che ti chiami Amber, e sei moooolto più grande di me!'' mi sciolgo nel sentirla parlare con quella sua vocina dolce.
''Allora piccola Sharon cosa ti piacerebbe fare?'' inizia a saltellare dirigendosi vicino all'isola, ed indica gli sgabelli. Cerca di sedersi su di essi, ma essendo troppo bassa non ci riesce. La alzo in braccio permettendo che si sieda, ed io prendo posto affianco a lei.
''Voglio vederti cucinare i pancake mentre io sto seduta qui'' pronuncia tutto sorridente. Aspetta cosa?
''Penso non sia possibile, tua madre mi ha detto di farti una bella tazza di latte con i cereali'' spiego. Inizia a rattristirsi facendo i capricci. Scalcia l'aria facendo quasi ribaltare lo sgabello su cui è seduta, e la incito a calmarsi. Immagino che non ho scelta. Anche se non ho molta esperienza nella cucina potrei vedere velocemente dei tutorial su Youtube. Non dev'essere così difficile preparare qualche pancake. Nel momento in cui inizio a frugare nel frigorifero per assicurarmi che ci siano tutti gli ingredienti, batte felice le sue due piccole manine.
Ricordate quando ho detto che non dev'essere così difficile fare dei pancake? Bene, dopo mezz'ora che Sharon mi butta la farina nei capelli, e fa rovesciare l'uovo per terra, direi che posso smentire la mia ipotesi di prima.
''Merda'' pronuncio senza pensarci, e solo dopo mi tappo la bocca. Non dovevo assolutamente dirlo, purtroppo mi è scappato. Spero che Sharon non lo rip... ''Merdaaaaaaaaaaa!'' urla lei.
''Oddio, Sharon no, cazzo, non si dicono le brutte parole'' mi accorgo solo dopo che ne ho appena detta un'altra.
''Che significa cazzo?'' mi chiede pensierosa. Oddio che disastro che sto facendo!
''Nulla tesoro, tranquilla, ti basta sapere che non devi ripeterlo''
Mi do una ripulita ai capelli con uno straccio, e lavo per terra il disastro fatto dall'uovo, con le risate di Sharon come sottofondo. Caren mi aveva avvisata che sarebbe stata dura, ma non pensavo fino a questo punto. Alle fine riesco a cucinare due pancake, che manda subito giù mentre io lavo la pentola ed il piattino.
Stanca mi getto sul loro divano, e cerco di convincere la bambina a starcene tranquille a guardare qualche cartone animato. Ovviamente non mi dà pace, e mi costringe a farle delle treccine. I suoi capelli risultano davvero morbidi e setosi. Sono lisci quindi quest'altra operazione dovrebbe risultare abbastanza semplice; al contrario mi chiede di sciogliere e rifare le treccine che non le piacciono, perché secondo lei non sono abbastanza strette. Una volta finito si guarda allo specchio soddisfatta e mi salta addosso abbracciandomi dalla gratitudine. Rimaniamo così abbracciate quando sua madre tutta scoppiettante ritorna a casa. Mi racconta di come l'abbiano assunta e che è felice che potrà insegnare anche nella classe di sua figlia.
Caren mi dà la mia meritata paghetta e mi chiede cosa abbiamo fatto noi, invece. Le racconto che quella peste di sua figlia mi ha costretta a prepararle dei pancake, anziché la tazza di latta con i cereali. Non le dico dell'uovo spiaccicato per terra.
''Cazzo quanti soldiii!'' urla innocente Sharon vedendo i soldi che stringo nelle mie mani. Io e sua madre ci voltiamo nella sua direzione con gli occhi sbarrati. La situazione non mi piace, per niente!
''Cosa hai detto tesoro?'' Caren sembra quasi sul punto si svenire.
''Emh..si è fatto tardi..devo proprio andare. Arrivederci signora Johnson, ciao piccola Sharon'' saluto cordiale e me la do subito a gambe senza dar loro neanche il tempo di salutare.
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