CAPITOLO 25


''Queste fredde strade che io sto percorrendo

Con i piedi sull'asfalto fino alla fine del mio tempo

Rincorrendo un sogno fino alla fine dei miei giorni

Con mia madre che in casa aspetta che io ritorni

ma non è cosa mia, la strada è la mia casa

ma basta guardare sto posto e la mente si sfasa

non mi sento a mio agio né tra ste mura né tra ste panche

mi sento come un rinchiuso dietro le sbarre.''

E' sabato, finalmente sono riuscita ad ottenere da Vincent un'uscita normale. Ne avevo davvero troppo bisogno, quella solita abitudine di trastullarci sulla panchina verde, mi stava facendo sentire usata. Necessitavo di un bel distacco.

Come ieri Vincent mi ha promesso, siamo riusciti ad uscire con il suo amico Alexander, e con la sua ragazza Diana.

La prima volta che abbiamo fatto un'uscita a quattro con loro, è stato nei nostri primi mesi, quindi mi ha fatto molto piacere rivederli dopo tempo. Non che abbia chiacchierato con loro, anzi, i due fidanzatini si sono comportati in modo molto strano.

Ai miei occhi, ed anche a quelli della mia migliore amica Martina (si perché alla fine ho deciso di invitarla con noi) Alexander è risultato super possessivo. Ho visto che stringeva fortissimo la mano della sua ragazza, e non la lasciava andare neanche un secondo. Lui parlava con Vincent, e lei se ne stava affianco a loro due, mentre in silenzio cammina con la testa bassa come un mulo. Solo dopo ho scoperto che Alexander le ha imposto di guardare a terra mentre cammina, per non incrociare lo sguardo degli altri ragazzi. L'ho trovata una cosa assolutamente fuori dal normale, e da ogni possibile schema; non ero ancora a conoscenza di persone così malate. Perché sono quasi sicura abbia una malattia verso la propria ragazza. La cosa che più mi ha fatto rimanere di sasso è che lei non si opponeva agli ordini del suo ragazzo, se ne stava semplicemente buona e muta, l'unica volta che l'ho sentita parlare è stato quando ci ha salutati.

Cercando di non dare peso alla loro situazione, ho parlato abbastanza con Martina da essere sicura che il nostro rapporto è di nuovo come prima.

Ci siamo raccontate tutto quello che è successo nell'ultimo periodo, ci siamo scusate per non essere rimaste in contatto, ed abbiamo conversato soprattutto di mio cugino Greg. Le ho raccontato le condizioni tragiche in cui sta, e ci siamo messe d'accordo per organizzargli una mega festa appena lo dimetteranno dall'ospedale. Martina mi ha chiesto anche informazioni su Emmanuel -non mi devo scordare di parlare a Greg di lui, appena starà meglio- e le ho risposto che da quando Vincent mi ha detto di prendere le distanze da lui, io non l'ho più visto, e sinceramente non mi importa.

Nonostante ciò, l'unica cosa di cui non le ho parlato, è stata la mia vita privata e sentimentale, in particolar modo, i preliminari tra me ed il mio ragazzo. Parlarne mi metterebbe completamente in imbarazzo, non so cosa potrebbe pensare di me, ed è certo che non mi capirebbe.

Al contrario però, l'altra mia migliore amica Rosa sa tutto, l'unica giustificazione che ho, è quella che penso di essere più in confidenza ed in intimità con lei. Con Rose è sempre stato un tantino diverso, sa tutte le sfaccettature del mio essere, e mi capisce sempre su tutto; inoltre con lei ho affrontato parecchie volte argomenti come il sesso, con Martina invece mai.

Adesso sono finalmente sul mio letto, e dopo aver rimuginato su questa serata, mi faccio cullare dalle braccia di Morfeo.

RAUL'S POV

Do un'ultima sistemata ai miei capelli dinanzi questo specchio. E' domenica, il giorno dopo in cui ho fatto pace con Giselle, e sto uscendo con una ragazza: Ellie.

Ovviamente Giselle non sa niente di tutto questo, e credo che manco Ellie sappia che io sono fidanzato. Ma nulla ha importanza. Né ciò che prova Giselle nei miei confronti -ammesso che provi qualcosa- , né le intenzioni che Ellie ha per stasera.

Ellie l'ho conosciuta grazie ad un mio amico del mio gruppo. E' da un po' che esce con noi, ed ogni sera che percorriamo la stessa strada del ritorno, parliamo; gli argomenti? Divertimento e canne. Insomma, da quei dieci minuti che passo con lei ogni sera che esco, si può dedurre che a lei piace svagarsi. Ed è quello che mi serve dal momento che pensare uccide più del fumo. Finirei per pensare sempre alle stessa cosa, o meglio, alla stessa persona. E ciò non mi aiuta ad uscire da questa fossa. Qualche sera fa Ellie mi ha contattato e ci siamo messi d'accordo per questa uscita. Non ho nessun rimorso quando scendo le scale e sento mia madre urlare dall'appartamento che non devo fare troppo tardi.

Guardo in basso.

Guardo in basso le mie scarpe bianche mentre percorro questo marciapiede che ormai so a memoria.

Guardo in basso le mie gambe magre coperte da un pantalone con alcuni strappi, con una tinta scura tendente al blu notte.

Chiudo il giubbino nero che ricopre interamente la mia felpa larga, e metto le mani che minacciano di congelarsi, nelle mie calde tasche.

Alzo la testa per vedere il mio respiro, trasformato in nube, dissolversi nell'aria; nel frattempo mi accorgo che sono arrivato alla piazzetta isolata dova ha luogo ''l'appuntamento''.

L'unica anima viva che vi è presente, è Ellie, seduta su una panchina con le gambe accavallate. Mentre mi dirigo con lunghi passi verso di lei ammiro la sua bellezza. E' bassa e formosa, il suo seno e le forme dei suoi fianchi si notano lontano un miglio. La sua carnagione olivastra è in perfetta armonia con i suoi capelli rosa pastello.

Si alza dalla panchina e noto la sua maglietta strettissima ed il suo leggings nero. Mi abbasso alla sua altezza per lasciarle due baci sulle guance e vado a scontrarmi con i suoi zigomi sporgenti. Dalle sue labbra carnose esce una leggera risata e mi fissa con quei suoi occhi da gatta color nocciola.

Ci sediamo e dopo aver parlato del più e del meno propongo di fare una passeggiata per queste desolate strade, meglio di niente. Dopo quindici minuti in cui rimaniamo in un imbarazzante silenzio, ed in cui mette in ballo argomenti che mi provocano solo seccatura, ci ritroviamo di nuovo al punto di prima.

Questi pochi minuti in cui sono stato con lei, mi hanno dato così tanta noia, che oramai questo è il quarto sbadiglio che esce dalle mie labbra. Ellie decide per entrambi di fermarci e di prendere posto sulla panchina di prima. Mi siedo non curandomi della mia postura e proprio quando mi sembra che manca poco che mi addormenti, le cose sembrano prendere una piega migliore, o almeno così speravo.

Mentre mi guarda attentamente negli occhi si fa sempre più vicina ed io prendendola dalle spalle vado incontro ai suoi movimenti, e ci baciamo. Mi stupisco delle sue labbra che all'apparenza sembrano più buone da assaporare, ed invece risultano ruvidissime. La situazione migliora quando mi infila in bocca la sua lingua e quasi mi illudo di essere un minimo contento di questo bacio. Ma non è così, continuo a baciarla, anche appassionatamente, ma non sento niente, non mi provoca nulla.

Sto baciando solo con il corpo, il cuore non è collegato ad esso in questo momento, e la mia testa ricollega tutto ad Alexa. Mi do immediatamente dello stupido perché mentre bacio una bella tettona ripenso a lei, ed a tutto quello che mi provocava; quella sensazione nello stomaco anche quando mi baciava a fior di labbra.

E la voglia che prima avevo di svagarmi è sostituita dalla nostalgia.

Nostalgia non solo della mia bellissima bionda, per la quale io non ho più importanza; ma anche nostalgia per le belle sensazioni. Per quel sentimento, chiamato amore, che ti rende felice con piccoli gesti, anche solo alla vista di un messaggio che illumina l'intero schermo del cellulare.

Nostalgia di quella sensazione di pienezza, spensieratezza che migliora le tue giornate e ti fa vedere il tutto da una prospettiva migliore.

Nostalgia di quell'energia, di quella speranza e forza che ardeva dietro ogni cosa; che adesso sembra essersi spenta dando spazio solo all'incolmabile vuoto che ha lasciato Alexa ad ogni colpo che sferrava per ridurre il mio cuore a brandelli.

Mi stacco brutalmente da Ellie quasi spaventandola e le spiego che i miei amici mi stanno aspettando. Non ho intenzione di rimanere un minuto di più con lei, preferisco sballarmi ed illudermi di stare bene grazie al fumo.

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