Tea&Crave

Luke mi porge una tazza di tè caldo accompagnato da un piatto di biscotti.
L'odore pungente colpisce le mie narici, facendomi storcere leggermente il naso; forse avrei dovuto dirgli che il tè verde non è tra i miei preferiti, ma davanti a questa sua premura non ho potuto fare a meno di sorridere dolcemente e ringraziare.

«Ero indeciso se offrirti il succo di melograno, ma forse è meglio un qualcosa di caldo con questo tempo.» afferma, sedendosi poi accanto a me, a capotavola.

«Non ti preoccupare, va benissimo così.»

Rimaniamo per un bel po' in silenzio in attesa che uno dei due si decida a parlare, nonostante sia cosciente del fatto che debba essere proprio io ad iniziare la conversazione.

«Allora Ruby, cosa ti porta qui?» nonostante le sue premure, Luke non può fare a meno di essere subdolo a modo suo.
Molto probabilmente sa già la risposta, eppure vuole a tutti costi che io parli, come se lo sforzo di essere arrivata fin qui non è già abbastanza.

«Continuerai ancora per molto?» al contrario di ciò che mi sarei aspettata, la mia domanda risulta meno scorbutica, direi più goliardica.
Che abbia aggiunto della camomilla nel thè per rendermi più calma? Probabile.

«Solo finché non risponderai. Di sicuro avevi bisogno di parlarmi il più presto possibile, però ne ignoro il motivo.» mi scruta attentamente e, sotto il suo sguardo indagatorio , mi sento quasi colpevole. Di cosa poi? Forse di averlo allontanato per poi presentarmi "bella e splendida" sotto casa sua per...

Oddio, devo sembrargli veramente matta.

Facendo prevalere il coraggio all'imbarazzo, sostengo il suo sguardo e decido di essere schietta e diretta; ormai è inutile tergiversare, sono arrivata fin qui per un motivo, no?

«Mi dispiace, non sono stata sincera con te,» inizio rendendomi conto solo ora quanto sia difficile dire la verità su quello che si prova realmente.

Paura, felicità, rabbia, entusiasmo, frustrazione.
Il sentirsi impotenti quando non vorresti fare altro che ribellarti.

Sono sempre stata molto schietta, ho sempre detto ciò che pensavo ai miei amici o anche le persone che chiedevano un mio parere -cercando sempre e comunque di non ferire i loro sentimenti- perché ho sempre trovato controproducente mentire, ma in questo momento mi rendo conto di quanto mi sia venuto spontaneo omettere la verità davanti a lui, come se fosse stato un qualche meccanismo di difesa.

Paura, felicità, rabbia, entusiasmo, frustrazione.
Il sentirsi impotenti quando non vorresti fare altro che ribellarti.
Gli ho celato tutto questo e non solo.

«Vuoi sapere che cosa ho fatto in questi giorni in cui ti ho allontanato?»

«Dimmi.» si sistema meglio sulla sedia, lo sguardo serio come se volesse darmi conferma che sarà attento a qualsiasi cosa gli dirò.

«Ho provato in tutti i modi a cercare una soluzione! Uno straccio di prova che mi potesse convincere.»

«Non ti seguo.» incrocia le braccia al petto e corruga la fronte, confuso più che mai.

I capelli biondi gli cadono leggeri lungo il viso, addolcendolo e donandogli una figura quasi eterea.

Ruby, concentrati! Non mi sembra il caso di distrarsi per colpa della sua bellezza

«Ho provato a cercare come funzioni questa... cosa,» inizio a spiegare, indicando me e lui. «Chi decide se due persone sono anime gemelle, come fanno a comparire le iniziali, in base a quale criterio vengono scelte.»

Sospiro stanca al ricordo delle giornate e notti passate in biblioteca o su internet.
Assolutamente nulla, non c'è alcuna informazione utile per quanto riguarda il progetto "Soulmates".

«E perché lo avresti fatto?»

«Perché non lo accetto.» rispondo secca, decisa.
«Non accetto di aver trovato finalmente una persona che mi fa stare così bene e che, per colpa di un'imposizione che nessuno ha mai voluto, non posso...»

Non finisco nemmeno la frase che le labbra di Luke si poggiano sulle mie, dapprima con un tocco delicato, per poi diventare sempre più irruento, come se avesse aspettato un'eternità questo momento.
Mi stringe sempre di più a sé, sento le sue braccia circondarmi e le sue mani premere e percorrere tutta la mia schiena mentre io, superato lo stupore, mi affretto a ricambiare, bisognosa anche io di quel contatto che ci viene privato dalla legge.

Come può una cosa così bella non essere giusta?

***

Non ricordavo nemmeno quanto fosse bello perdersi in Luke, finché non mi sono ritrovata stesa sotto di lui, con il suo fiato frenetico a solleticarmi il collo e le mani posti ai lati della mia testa per sorreggersi.

«Tu non puoi nemmeno immaginare quanto tu mi sia mancata.»

La sua voce stanca e rauca mi accarezza le orecchie mentre, dopo essersi accasciato delicatamente al mio fianco, mi circonda da dietro, stringendomi in un tenero abbraccio. §
Poggia la sua fronte sulla mia schiena nuda e lo sento sospirare; sa anche lui che quello che stiamo facendo è totalmente sbagliato, che questa storia non finirà bene, eppure non ha intenzione di allontanarsi o di scappare via.

E nemmeno io ora.

«Anche tu Luke, non immagini quanto sia stato difficile ignorarti.»

Rimaniamo per un bel po' in silenzio, beandoci e cullandoci dal rumore appena percettibile dei nostri respiri.

Vorrei sapere a cosa sta pensando adesso, vorrei potergli leggere la mente per sapere se si è pentito di avermi conosciuto quella sera, se ha paura come ne ho io.

Osservo il mio avambraccio privo di segni, maledicendolo ancora; sarebbe tutto più facile se le sue benedette iniziali comparissero.

«Credi che se scappassimo in Messico, potremmo esonerarci da tutto questo?»

Alla sua domanda, mi giro così da poter incontrare i suoi bellissimi occhi azzurri; sono seri, come se stesse realmente prendendo in considerazione l'opzione di lasciare il Regno Unito.

«Perché, ti ho talmente incantato da proporre una fuga?» lo canzono, cercando di smorzare la tensione.

«Non vale anche per te?»

Mi mordo il labbro colpevole, ripensando alle ricerche che ho svolto aiutata da Dylan.
Di certo non è una cosa che farebbe chiunque.

«Il progetto è a livello mondiale. Sebbene sia partito da Londra, oggi coinvolge tutto il mondo.» sorrido amaramente.

Lo osservo mentre chiude gli occhi e si lascia sfuggire un sospiro.

È così bello da essere illegale.
Non mi capacito come sia possibile che esista un ragazzo del genere e come sia possibile che, se si basa su dati scientifici e reazioni biologiche, non sia la mia anima gemella; se non mi avesse dato l'ennesima prova di quanto questo progetto faccia schifo, probabilmente avrei iniziato a dargli credito per aver in qualche modo azzeccato la mia combinazione.

In un gesto fin troppo dolce per quello che è il mio carattere, gli sposto delicatamente qualche ciuffo biondo da davanti il viso, sfiorandogli di tanto in tanto la pelle candita e perfetta.

«A cosa stai pensando?» gli chiedo, sicura che non stia dormendo.

«A te.»

Il mio cuore inizia a battere più velocemente.

«Scemo,» lo riprendo. «Dimmi a cosa stai pensando realmente.»

«A chi possano essere le nostre anime gemelle.»

La mia mano si blocca.

«Fammi capire bene: abbiamo finito di fare sesso poco fa e tu stai pensando ad un'altra persona mentre io sono sdraiata accanto a te?» non che sia il mio ragazzo o che io abbia un qualsiasi potere decisionale nella sua vita, ma mi sento realmente ferita nell'orgoglio e anche un po' stupida.

Mi siedo, facendo ben attenzione a coprirmi con il lenzuolo e fregandomene di privarne un po' a lui. 

Che muoia congelato.

Lui scoppia a ridere, prima di stringermi e appoggiare il mento sulla mia spalla, non senza però prima averci posato un bacio.

Rabbrividisco.
Odio che un semplice contatto da parte sua, mi faccia tutto questo effetto.

«Che c'è? Sei gelosa?» mi prende in giro, nascondendo il sorriso con un altro bacio, questa volta sul collo.

«Assolutamente no, sono consapevole che comunque non potremmo avere futuro.» lui non sembra minimamente toccato dalle mie parole o dal tono duro da me usato.

«Bugia.»
Mi mordo il labbro inferiore non sapendo come rispondere davanti a tutta quella sfacciataggine.
«E non neghi nemmeno...» il suo tono è sempre più canzonatorio, mentre mi stringe sempre di più.

«Smettila di fare il cretino, è una questione seria. Una volta che le lettere saranno comparse...»

«Non potremmo vederci e blah blah blah.» mi fa il verso lui, interrompendomi. «Scusami Ruby, ma non sono mai stato bravo a seguire le regole.»

«Infatti questa è la legge, non la regola! Già ora potremmo essere puniti.»

«Beh, le telecamere in casa ancora non me l'hanno messe, quindi...»

Mi lascio scappare un sorriso, ma mi affretto a nasconderlo subito; nonostante mi sia esposta abbastanza nei suoi confronti, non ho voglia di mostrargli quanto possa influenzarmi.

«E se la nostra anima gemella non dovesse mai comparire?» mi domanda lui.
Le sue mani mi accarezzano dolcemente il ventre, mentre sento il suo naso perfetto sfiorarmi la guancia.

«La probabilità che nessuno dei due abbia un'anima gemella è talmente bassa, che è impossibile si verifichi.»

«Ti lasci mai andare all'immaginazione?»

Mi sono sempre vantata del mio essere razionale e, nonostante le persone mi giudicassero per il mio "essere rigida" o troppo "riflessiva", non mi è mai interessato più di tanto. Ho bisogno di sapere costantemente perché.
Però sentire queste critiche mosse da Luke, mi turba un po', come se effettivamente fosse sbagliato concentrarsi solo ed esclusivamente sulla parte logica delle cose.

«E tu l'abbandoni mai? Viviamo in un mondo che ci impone chi amare. Non puoi vivere di fantasia!»

«È l'unica cosa che ci rimane da fare però.» mormora così a bassa voce che, se non fosse così vicino, probabilmente non l'avrei nemmeno sentito.
Lentamente mi libera dalla sua presa, scivolando poi fuori dal letto; l'atmosfera si è fatta immediatamente pesante e fredda, abbandonando quello stato di serenità e sollievo che il nostro contatto aveva creato.

Luke è stato tra i due quello che ha rischiato di più, si è lasciando andare alle emozioni, mentre io sono quella che in tutto ciò ha messo sempre un freno e, anche ora, non sono da meno.

È ovvio che anche lui è in pensiero, ha paura di quello che accadrà, solo che i sentimenti su di lui hanno la meglio.

«Mi dispiace, so che non è facile anche per te.»

Lui non dice nulla, semplicemente si riveste e si dirige verso la porta.

«Perché sei venuta qui?» mi da le spalle, la mano sulla maniglia, mentre io cerco di vestirmi per non lasciarlo solo e seguirlo.

«Te l'ho detto.»

«Ruby, cosa vuoi davvero?»

«Non lo so, non so come comportarmi.»

«Allora non è cambiato nulla. Tu continui a fare questa... cosa, che diventa sempre più rischiosa. Mi stai mettendo nei guai e, come se non bastasse, mi stai illudendo!» il suo tono suona leggermente disperato e dispiaciuto dalla situazione in cui ci stiamo addentrando sempre di più.

Non posso dargli torto.

«Cosa vuoi da me? Devi dirmelo Ruby, perché io non ho avuto problemi a dirti che sei rimasta nella mia mente da quella sera, te l'ho anche dimostrato più volte. Non puoi venire qui, facendomi capire che vuoi stare con me e poi l'attimo dopo dirmi che non ci potrà mai essere nulla al di fuori del sesso. Posso sembrare un ragazzo superficiale, ma non è così.»

«Non è semplice e io sono stupita dalla leggerezza con cui ne parli!» mi metto subito sulla difensiva. «In un mondo normale avrei anche potuto amarti probabilmente, ma non penso di avere diritto a ciò in questa vita! Cosa vuoi che ti dica allora?»

«Quindi hai intenzione di frequentarmi, se vogliamo dirla così, fintanto che le iniziali non compariranno a uno dei due? E poi? Sconosciuti come prima?»

Non rispondo.
Sarebbe compromettente qualsiasi frase da parte mia, eppure sono talmente orgogliosa che odio non avere l'ultima parola, tant'è che mi sforzo il più possibile.

«Non mi sono posta questo problema, non ti conosco nemmeno così bene.»

«Eppure sei venuta a casa mia.»

«Tu ti senti di trovare delle soluzioni ora? Sulla base di cosa? Di qualche scopata?»

«Non credi proprio nei colpi di fulmine...» la sua non è una domanda, è un'amara frase detta con certezza.

«Non credo in molte cose, per questo passo il mio tempo a fare ricerche.»

«Ricerche che, a quanto mi hai detto prima, hai fatto anche per stare con me!» alza un po' di più la voce.

Lui esce dalla stanza, arrabbiato come non mai.
Io lo seguo subito, fino a che non ci fermiamo entrambi nell'ingresso. 

Sta pensando, posso chiaramente vedere gli ingranaggi nella sua testa muoversi all'impazzata, ma non saprei dire bene su cosa stia effettivamente rimuginando, se sulle mie parole o sul mio comportamento o a tutt'altro.

Non potendone più di questa situazione e pentendomi anche delle mie parole, decido di rompere il silenzio parlando per prima.

«Credo che ci sia una chimica non indifferente tra di noi, credo di essermi affezionata a te più di quanto avessi dovuto e poi credo che il progetto "Soulmates" non sarà in grado di trovare la mia anima gemella.»  sputo tutto d'un fiato.
«Non è una dichiarazione d'amore la mia, solo che se ho questa sensazione con te, ci deve essere sicuramente una falla nel sistema.»

Ripenso alla vita che mia madre sta conducendo, a quell'amore che le è stato portato via, a com'è costretta a vivere vicino ad una persona che non la ama.

«A prescindere da tutto, da questa cosa tra di noi, ho intenzione di scoprire ancora di più, ci sono troppe cose che non mi tornano.»

Lui annuisce.

«Non ti chiedo di essere una persona di passaggio nella mia vita, vorrei che mi aiutassi a scoprirne sempre di più.»

«Certo che per essere una che non crede nei colpi di fulmine, ti stai impegnando davvero tanto.» mi sbeffeggia con un sorriso soddisfatto, come se fosse realmente lui la causa di tutto ciò.
Okay, il voler trovare una soluzione potrebbe essere correlato a lui, ma per il resto ho sempre pensato che tutto ciò fosse un'assurdità.

«Parlo cileno? Ho detto a prescindere da tutto,» sottolineo con fermezza, ma lui non si lascia abbattere dal mio tono severo, tant'è che schiocca la lingua sul palato e mi regala un occhiolino. 

«Ho capito, ma sono ancora convito di essere stato io a far nascere questi dubbi.»

Lo guardo fisso negli occhi apatica; sinceramente non ho le forze di distruggere questa sua credenza narcisistica e adesso non è nemmeno la cosa che mi preme di più.

«Dai, nemmeno una piccola reazione? Nemmeno una parola?»

Continuo a guardarlo, lasciandomi sfuggire un sorriso; devo ammettere che la sua espressione tra il deluso e l'offeso è alquanto divertente.

«Ah, non ci posso credere...» mormoro tra me e me, scuotendo leggermente la testa.

«Cosa? A cosa non puoi credere?» mi chiede lui curioso e con un tono leggermente infantile.

«Che tra tutti i ragazzi possibili e immaginabili, mi sono imbattuta in te.» ridacchio sinceramente divertita.

«Beh, dovresti ritenerti fortunata.» ribatte lui stizzito.

«Oh, sicuramente!» mi lascio andare, ridendo di cuore come non facevo da una vita.

Rido così tanto, da dimenticare per un attimo il mondo nel quale viviamo.



🍕❤🍕

JEEZZZ c'ho messo più di quello che avrei immaginato, ma meno di quello che molti si sarebbero aspettati.

Sono proprio un disordine che cammina amio (grazie tiktok per avermi fatto conoscere corsivio), però mi sto impegnando.

Quanto mi fa ridere scrivere di Ruby che si preoccupa di quello che sta accadendo e del rischio che sta correndo SENZA SAPERE EFFETTIVAMENTE A COSA STA ANDANDO INCONTRO
Beh, per chi ancora a la pazienza di leggere questa storia, vi avverto che non avete idea dei vari casini che succederanno, non ho toccato nemmeno la punta dell'iceberg praticamente.

Ora smetto di tergiversare e vi lascio stare.

Grazie per la pazienza e l'attesa, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate della storia e che piega prenderà secondo voi ❤

byeeeee ❤❤❤❤❤

❤🍕❤

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