Talk&Hugs

Qualsiasi momento sarebbe stato più opportuno per parlare e spiegargli la mia situazione, qualsiasi escluso questo.
Di certo, l'ultima cosa che mi sarei aspettata era proprio quello di ritrovarmelo davanti agli occhi.
Per carità, non nego sia un ragazzo intraprendente, ma credevo che allontanarlo per telefono bastasse per essere lasciata in pace almeno quel poco che mi serviva per continuare a scoprire più informazioni. Devo ammettere che l'ho sottovalutato e neanche poco.
Ciononostante questo gioca a mio sfavore dato che contavo di rivederlo con la buona notizia di non essere toccati dalla legge, ma comunque rimanere insieme.

Dopo aver finito di pulire l'ultimo tavolo, mi dirigo verso il bancone per preparare due tazze di thè nero.
Fortunatamente oggi è un giorno infrasettimanale, quindi la chiusura è anticipata a mezzanotte piuttosto che alle solite due e mezza del mattino, che di solito facciamo nel weekend, così abbiamo la possibilità di parlare con calma (anche con la presenza di Calum).

Mi chiedo se la sua visita qui sia semplicemente per chiarire e dirmi che non ne vuole più sapere di me oppure chiarire e sperare in un qualche tipo di accordo, in entrambi i casi sono consapevole che sarà una scelta abbastanza sofferta.
Due persone che provano un'attrazione, posso realmente essere amici? Possono far finta che non sia successo niente ricominciare da capo?
Penso a tutte le storie che Cele ha raccontato a me e alle altre, sottolineando più di una volta che un'amicizia non può nascere dopo che ci si ha fatto sesso, che le persone si ingannano solamente con questa idea.
"Non sto dicendo che no credo a queste cose, per cortesia ci sono sempre le eccezioni, però sono rare. A me non è mai successo, ad esempio."
Quella volta avrei voluto ribattere con una semplice frase, ovvero che la mia prima volta è stata con il mio migliore amico e non è cambiato nulla, ma forse lei intendeva qualcos'altro.

Afferro le due tazze fumanti e mi avvicino a Luke titubante, prendendo poi posto di fronte a lui.
Gli avvicino la bevanda calda che, con questa fredda temperatura, non può che non essere una mano santa.
«Allora... come va?» inizio subito con una domanda generale per rompere il ghiaccio, anche semplicemente per sondare il terreno e cercare di capire cosa stia pensando ora. Sarà deluso? Triste?
Chissà cosa avrà fatto in quesi sette giorni in cui non ci siamo ne visti ne sentiti. Sarà andato di nuovo in quel locale nella speranza di vedermi o semplicemente per trovare qualcun'altra disposta a concedersi a lui? Sarà rimasto a casa a porsi duemila domande sul perché ho agito in questo modo?
Spero solo non si sia attribuito delle colpe che non ha, che non abbia pensato di aver sbagliato qualcosa.

Lo osservo constatando che non sembra una persona ridotta male: ha i capelli biondi lunghi con i suoi soliti boccoli perfetti, gli occhi azzurri limpidi e in qualche modo vispi, ma dopotutto non abbiamo una relazione talmente profonda in grado da farci così male. Forse mi sono fatta tremila paranoie per nulla.

«Che ne dici di saltare inutili inconvenevoli e iniziare a parlare di quello che mi hai detto al telefono?» domanda a bruciapelo con la voce calma e serena, come se mi avesse chiesto cosa ho mangiato a pranzo e non perché l'ho praticamente allontanato per via telefonica.

«Che cosa vuoi sapere?»

«Soffri di schizofrenia? Perché mi dici una cosa e poi subito dopo fai l'opposta. Ora sto parlando con la persona a cui piaccio o con quella che mi vuole evitare?»
Nonostante nella sua voce non ci fosse la minima traccia di cattiveria, le sue parole mi infastidiscono non poco.

«Con quella che è in procinto di alzarsi e andarsene seduta stante. Ti pare il caso di fare battute di questo genere?» faccio per alzarmi, ma la sua mano si posa delicatamente sulla mia, trattenendomi.

«Scusa, mi sono lasciato trasportare...» sostiene il mio sguardo con occhi realmente dispiaciuti, fino a quando non decido di lasciar perdere e riprendere il mio posto.
«Non capisco il perché di quella chiamata. Sono serio adesso. Tu mi confondi, Ruby, non riesco mai a capire quello che stai pensando.»

Rimango in silenzio, non sapendo bene cosa rispondere.
È il caso di ammettere che tutti i giorni mi vedo con Dylan per capire se tutto questo avrà un futuro? Se ci sono scappatoie? Per scoprire chi ha avuto questa brillante idea?
Non credo riuscirebbe a capire tutta questa serie di cose, di quello che sto passando e non posso nemmeno dirgli che vorrei continuare a vederlo però ho troppa paura; eppure non posso fare a meno di sentirmi in colpa nel creargli la verità.

«Ti confondo perché non so neanche io come agire!» lui sembra essere attento alle mie parole, così mi permetto di continuare. «Non credevo di trovarmi in una situazione in cui avrei dovuto combattere tra ragione e sentimento, per me ha sempre prevalso la logica, eppure...»

«Eppure non riesci a resistermi perché, ammettiamolo, sono veramente figo.» lui si passa una mano tra i boccoli biondi, assumendo anche un'aria più altezzosa, mentre io mi limito ad un'alzata di occhi al cielo leggermente esasperata.

Non è possibile portare avanti una discussione seria così, non con una tale primadonna almeno.
«Ma con chi diamine sono capitata? Ruby, sei caduta veramente in basso...» borbotto tra me e me, rimproverandomi per la mia stupidità.

Lui si avvicina al mio viso, con aria gongolante, poggiando il gomito al bancone e la guancia sulla mano sinistra.
«Sei ancora più bella di quanto ricordassi. »
Sussurra serio, senza alcuna traccia di ironia, tant'è che vengo completamente colta di sorpresa però decido comunque di non darlo a vedere, così giusto per non dargli la soddisfazione di aver fatto colpo con una stupida frase.
Sorrido scettica, fingendomi indifferente alle sue parole.
«Come sei originale.»

«Preferisco essere sincero piuttosto che originale.»
In lontananza posso ben vedere Calum che, per le parole scontate del ragazzo, non può non imitarmi e alzare anche lui gli occhi al cielo, facendo seguire il tutto da un "non l'ha detto sul serio" mimato con le labbra.
Decido di ignorarlo per una buona causa, nonostante la scena sia più comica di quello che sembra, e torno a concentrarmi sul biondo.

«Possiamo per cortesia tornare ai discorsi seri?»

«Io voglio continuare a frequentarti. Sei una delle poche persone con la quale ho trovato subito una sintonia, la tua presenza mi fa stare bene, quando non ci sei mi sento solo e anche triste. La mia vita era una linea piatta, quella sera però è come se avesse avuto una piccola curva, un qualcosa di inaspettato.»

«Stai parlando di cose che sono più grandi di te e che, soprattutto, non puoi dire dopo una così breve conoscenza.» la parte più cinica di me inizia a farsi avanti, non perché scettica sulla veridicità delle sue parole, quanto su la profondità di queste.

«Pensi che io non sappia quanto stia risultando folle in questo momento? Pensi che non mi sia dato dell'idiota per essermi affezionato ad una persona in così poco tempo? Non mi hai dato nessuna certezza eppure eccomi qui, ancora una volta davanti a te.»

La parte cinica che è in me pare essersi dissolta in un istante, non sapendo bene come potergli rispondere.
Non ho queste grandi esperienze nei rapporti umani, a meno che essi non siano unicamente per creare amicizie e questo direi che non è proprio il nostro caso.
«Non so come gestire la cosa, io ho bisogno di capire prima.» balbetto in modo confusionario.

«Capire cosa?»

Afferro il suo polso sinistro, per poi sollevargli la manica e mostrare la sua pelle candida, priva di marchi.
«Questo,» passo delicatamente il pollice in corrispondenza del tatuaggio che dovrebbe apparire. «Sto cercando delle risposte a questo. Io non posso buttarmi ad occhi chiusi in una cosa che è più grande di me, non è nella mia indole, capisci? Io non sono intrepida, io ho bisogno di rimuginarci sulle cose. Credo che tu non sia del tutto consapevole dei rischi e pericoli nei quali potremmo finire.»
Ora però ho bisogno di capire per quale motivo il tatuaggio non appare, non perché esso debba apparire per forza con lui, però appare alquanto strano se in una situazione come questa dove sia io che lui ci sentiamo così sopraffatti dai nostri sentimenti non riusciamo comunque a far scattare quella cosa.
Non capisco, perché è così? Quanto è accurato questo programma?
Devo scoprire se in passato ci sono mai state delle eccezioni, deve esserci una falla.

Un bicchiere sbatte sul balcone, attirando la mia attenzione.
Calum mi rivolge uno sguardo preoccupato per poi guardare subito Luke in cagnesco.
«Mi scusi, io e la mia collega dovremmo chiudere, potrebbe per cortesia lasciare il locale?»
Il suo tono calmo e gentile è in perfetta contrapposizione con l'espressione che ha disegnato sul volto.

«Sì,» vedo Luke un po' titubante prima di rivolgermi un ultimo sguardo. «Ci vediamo fuori?»
Non ho neanche il tempo di rispondere che vengo subito interrotta da Calum che, piano a piano, sta assumendo sempre di più le fattezze di un fratello iperprotettivo.

«Vi vedrete domani. Di giorno. In orario non lavorativo.»
Sono ben consapevole che lui non ha assolutamente alcun diritto nell'organizzare la mia vita e le mie uscite però devo ammettere che del tempo in più per ragionare e per capire come muovermi non lo disprezzo, tant'è che mi ritrovo ad assecondare il moro.

«Ti prometto che ci rivedremo domani.»

Ancora una volta, lo vedo non del tutto sicuro delle mie parole (e non posso dargli torto), ma alla fine annuisce e, dopo aver salutato sia me che Calum, esce dal bar.
Da dentro il bar, ora che tutto tace, riesco a sentire anche il suono del motore della sua moto che si avvia e, via via, si allontana sempre di più.

Calum inizia a sistemare il suo amato bancone, levando e lavando le tazze dalla quale abbiamo bevuto io e Luke.

«Grazie per prima, io non sapevo...»

«Quel ragazzo non mi convince proprio. Non capisco che cosa voglia ancora da te. Gli hai detto di no? Di lasciarti in pace? Non rispetta una sola tua richiesta.» sbotta irritato.

«Stai un po' esagerando, non è come pensi tu.» notando il fatto che Calum non ha interrotto la mia frase, decido di approfondire ancora di più. «Io da una parte lo capisco. Non gli ho dato una straccio di spiegazione, gli ho semplicemente detto di non avvicinarsi a me e di lasciarmi in pace, nonostante prima gli avessi confermato la mia voglia di continuare a vederlo. Non è colpa sua se non capisce.»

«Quindi la mente incasinata saresti tu e non lui?»

Mi giro verso Calum, che mi guarda in modo dolce con i suoi grandi occhi scuri.
«Io ho questa costante paura di creare un caos talmente grande da non riuscire a controllarlo. E se mi esplodesse tra le mani?»

«Ruby, mi sembra ovvio che io non ho il potere di scegliere per conto tuo...» sospira.
Finisce di sistemare per poi prendere posto accanto a me.
«L'unica cosa che posso consigliarti è di essere onesta con te stessa e chiara con lui, non puoi continuare a lasciarlo sul filo del rasoio in questo modo.»

Annuisco ben consapevole della veridicità delle sue parole.
«È quello che vorrei fare, ma non riesco a prendere una decisione. Da una parte mi farebbe piacere continuare a frequentarlo, conoscerlo meglio, ma dall'altra...»

«Temi di mettere te stessa e lui in pericolo, giusto?»

Piano piano, mi accorgo del famoso "potere del bancone" di cui tanto parlava Calum.
Le persone si sentono realmente più vicine con un interlocutore che presta loro la giusta attenzione e, molto probabilmente, se fossimo stati sconosciuti, avrebbe avuto ancora più effetto.

«Esatto! Un conto è mettermi in gioco, un altro è decidere anche della vita di altri.»
Nascondo il viso con le mani, sentendomi in colpa per quello che sto facendo.
«Vorrei avere del tempo per capire, cercare anche delle scappatoie ma non posso pretendere che lui mi aspetti... non mi conosce nemmeno.»

«Se continua a rincorrerti, capisci bene che non è una cosa che dipende da te. È una scelta sua.»

«Ma com'è possibile? Ci siamo visti talmente poco...»

«Questo non vuol dire nulla. Puoi conoscere una persona da una vita ma non averla mai vissuta realmente e viceversa. Probabilmente lo hai segnato in quelle poche volte in cui vi siete parlati, come lui ha segnato te.»
Rimango sorpresa dalle sue parole, tant'è che non posso fare a meno di aprire leggermente gli occhi e rimanere in silenzio.
«È evidente che c'è un qualcosa che ti lega a lui.»

Come volevasi dimostrare, Calum è veramente una fantastica persona. È capace di ascoltare e darti dei buoni consigli, sa quando rimanere in silenzio o confortarti.
Gli sorrido, sporgendomi poi per stringerlo in un abbraccio e, non appena lui ricambia, mi sento subito rincuorata.
Mi manca Michael, mi mancano i suoi abbracci e la sua follia, nessuno potrà mai sostituirlo però sono contenta che in sua assenza ci sia comunque una persona pronta ad aiutarmi.

🍕❤🍕

Dopo una cosa come tipo due mesi sono tornata but that's me.
Avrei voluto pubblicare prima ma c poco tempo che avevo a disposizione ho preferito vivermi le persone che ho intorno ❤
Cercherò comunque di rimanere costante con la pubblicazione, ma non me ne vogliate se non fosse così ❤

Grazie per la pazienza e l'attesa, spero che il capitolo vi sia piaciuto ❤

byeeeee ❤❤❤❤❤

❤🍕❤

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