Stop&Repeat

Mi piacerebbe dire che quella che ho passato è stata una notte pacifica e con un sonno tranquillo, ma purtroppo non è così.
Dopo la visita di Luke e le parole di Calum, non sono riuscita a chiudere occhio rimuginando su come comportarmi nei confronti del ragazzo.

Dovrei confessargli che sto svolgendo delle ricerche nonostante non abbia trovato ancora nulla che possa, quanto meno, risultare utile?

Afferro il cellulare, leggermente dispiaciuta di non trovare un messaggio del biondo.
Leggo subito i messaggi inviati da Cassie che chiede se, per questa mattina, ci fossero problemi per fare colazione insieme visto che tra lezioni o altro, è più di una settimana che non ci vediamo.
Rispondo frettolosamente, per poi cambiarmi per incontrare le mie amiche.

Potrei parlarne nuovamente e chiedere loro qualche consiglio, ma da una parte sono convinta che mi ucciderebbero se ritirassi nuovamente la storia di Luke e, sinceramente, non le biasimerei.
È tutto così difficile, non riesco a capire come facciano le persone a sembrare così tranquille e spensierate.

Pettino i miei capelli, per poi raccoglierli in una coda alta, consapevole che rimarranno ordinati solo fino al tragitto e verranno scompigliati dalla prima folata di vento. 

Di fretta, mi dirigo alla caffetteria con il viso stanco e privo di trucco, tant'è che non ho neanche il tempo di sedermi che la voce di Cassie arriva forte alle mie orecchie.
«Cosa hai fatto? Sei stata calpestata da qualcuno?»

«Di sicuro non dalla sua voglia di vivere...» si appresta subito a commentare Celandine, con il suo cappuccino, talmente amaro, che le fa storcere il naso.
«Ruby, la prossima volta lo prendiamo da te il caffè, qui è imbevibile! E dire che questo dovrebbe essere l'unico posto in cui gli studenti possono riprendersi dalle lezioni...»

Sorrido leggermente, prendendo posto accanto a May che mi saluta con il suo solito dolce sorriso.
«Scusate il ritardo, non ho chiuso occhio tutta la notte.»

«Anche io e Ashton, eppure siamo freschi come rose.» s'intromette subito Cassie, sfoggiando il suo candido viso privo di occhiaie e sereno come non mai.

«Io non commento nemmeno.» si limita a dire Celandine, per poi concentrarsi nuovamente su di me.
«Però vorrei commentare te e il biondo. Dimmi che lui è il motivo, ti prego!»

Sospiro ben consapevole della ramanzina che mi attenderà per, sì essere rimasta sveglia per il biondo, ma non per il motivo che crede lei.
«Ecco...»

Cele alza la mano in modo drammatico, interrompendomi subito.
«No, ho cambiato idea, non voglio sapere. So già che non mi darai una soddisfazione.»

«Non essere così rude, prova ad ascoltarla prima...» May, da quando l'ho conosciuta è sempre stata la più dolce e cordiale di tutti, tant'è che ancora oggi mi chiedo come faccia.
Ha sempre una buona parola per tutti e, nonostante il più delle volte venga presa di mira per essere distratta o imbranata, lei non si lascia minimamente scalfire, risponde sempre con un'alzata di spalle e un sorriso.

«Se non fosse un altro dei suoi dilemmi esistenziali del tipo devo seguire il cervello o la mia attrazione sessuale?, giuro che l'ascolterei.»

Mi sento leggermente offesa per le sue parole dure, anche se non posso assolutamente darle torto.
So che posso risultare ripetitiva e petulante ma è più forte di me, il mio cervello non riesce a stare tranquillo e di conseguenza nemmeno io.
Il continuo cercare informazioni era un modo per far tacere le mie preoccupazioni; avere diciott'anni e ritrovarsi a prendere tali decisioni non è semplice.

«Luke è venuto ieri al bar per parlare e, per l'ennesima volta, non siamo arrivati a un punto d'accordo.»

«Gli hai detto che passi le giornate in biblioteca?» domanda Cassie, più irritata dal fatto che neanche a loro ho confessato delle mie ricerche segrete con Dylan, che per semplice curiosità.

«Cassie, c'è un motivo se sto agendo così. Per favore, non insistere.» enfatizzo la frase, accompagnandola con uno sguardo duro e severo.
Non mi piace ammonire le persone, eppure non posso evitare di farlo quando mi sento attaccata, è il mio meccanismo di difesa.

«Non è che voglio insistere, sono solo preoccupata per te.» il senso di mamma chioccia inizia a bussare alla porta del cervello di Cassie, facendomi sospirare dispiaciuta.

«Non ti dico di non esserlo, perché sono sicura che non mi ascolteresti comunque, però almeno fidati di me.»

«Ci fidiamo di te, ma vogliamo solo essere più tranquille. Se ci dicessi quello che fai, potremmo in qualche modo aiutarti.» questa volta è May a parlare, in modo così pacato e tranquillo da farmi dubitare se sia giusto o meno tenerle all'oscuro di ciò.

Potrebbero correre un pericolo o magari evitarlo in questo modo?
È più facile proteggerti da qualcosa che conosci piuttosto che da un qualcosa di ignoto, giusto?

«Sto svolgendo delle ricerche sul progetto Soulmates.» tranne May, sia Cassie che Cele non appaiono sorprese, anzi si lasciano andare ad uno sbuffo.
«Ruby, maniaca come sei, avevamo dato per scontato che tu l'avessi già fatta.» delibera Cassie, lasciandomi sorpresa.

«Infatti questa non è la ricerca insignificante che feci i primi anni che venni a scoprire della storia dei tatuaggi.» prendo un gran respiro, cercando di combattere contro il sonno e risultare il più chiara possibile. «C'erano un sacco di incongruenze che non riuscivo a capire e per fortuna, o sfortuna dipende da come volete vederla, ho avuto modo di parlarne con Dylan O'Brien. »
Le vedo sbarrare leggermente gli occhi, ma a colpirmi di più è Cele che non esordisce neanche una minima parola.
«Sembrerà assurdo ma ho appreso qualcosa di nuovo e, non appena avrò delle fonti certe e delle prove ancora più sicure, ve le mostrerò.»

«Quindi hai una specie di appuntamento con O'Brien tutte le sere?» puntualizza Cassie, per essere sicura di aver capito bene.
Come darle torto, dopo tutte le volte in cui mi sono lamentata dell'insistenza quasi soffocante del ragazzo, rimarrei sorpresa anche io nello scoprire che la stessa ragazza ha scelto spontaneamente di vederlo.

«Sì e no. Diciamo che si è proposto di aiutarmi e, strano o non strano, è pur sempre uno studente modello.»
Cerco di spiegarmi meglio per rendere la situazione meno strana di quello che è.

«Quindi lo stai sfruttando.» quella di Cele non è una domanda, ma una vera e propria affermazione.

«Io...» vorrei ribattere, ma con scarsi risultati dato che mi ritrovo in una situazione non proprio favorevole.

«Brava la nostra Ruby, finalmente ha capito come funziona il mondo. Devi saperli usare i ragazzi.»

«Ne riparleremo quando NC si farà vivo.» la rimprovera subito Claire, infastidita dall'atteggiamento poco umano che a volte sopraffale in Cele.

La nostra amica, sentitosi forse in colpa, si copre immediatamente le due iniziali con la mano destra, assumendo uno sguardo malinconico.
Subito non posso fare a meno di pensare a quello che ho scoperto è sul fatto che molti di questi tatuaggi siano dettati dalle emozioni.
Che Cele ci abbia mentito è abbia realmente incontrato qualcuno d'importante quella sera?

Non ho neanche il tempo di chiederle qualcosa che May si intrufola nel discorso.
«Ruby, potevi chiedere a noi... Perché non l'hai fatto? Non ti fidi forse?»

«Certo che mi fido! È solo che so come la pensate voi riguardo tutto questo... »

«Possiamo comunque aiutarti, che dici?»

«Possiamo?» rimango stupita dal tempo verbale usato da Cassie, che reputavo l'ultima persona a proporsi per una cosa del genere.

«Sono una persona intelligente io e le persone intelligenti sono quelle che prendono in considerazione varie possibilità.»

«Grazie...» rispondo abbassando subito la testa.
Sono stata una sciocca a pensare che non sarebbero state disposte ad aiutarmi, ma rimango comunque colpita.
Non è da molto tempo che ci conosciamo eppure non hanno pensato due volte a farsi avanti, nonostante la mia idea è tutt'altro che sicura.

«Non devi ringraziarci, noi dobbiamo supportarci e aiutarci a vicenda.»
Risponde subito May, accompagnando il tutto con un caldo sorriso.

Non posso fare a meno di annuire grata di aver ricevuto altro sostegno.

***

Scendo dall'Uber che avevo prenotato e mi siedo sugli scalini posti davanti al palazzo che mi si staglia di fronte.

Quando ho deciso di venire qui, non ho realmente pensato a quello che stessi facendo, ho semplicemente prenotato la corsa e dato questo indirizzo.
È una fortuna che mi sia ricordata la via, quanto per il numero mi sono limitata ad indicare la casa in questione all'autista.
Ammetto che trovarmi qui mi fa un certo effetto e non posso fare a meno di pensare a quella fatidica sera del mio compleanno.
È assurdo come le cose siano diventate così complicate in nemmeno un mese che ho compiuto gli anni.

La parte divertente di tutta questa malsana idea di venire a casa sua è che non l'ho neanche avvisato e, chi lo sa, magari non c'è.
Quanto posso essere stupida? Perché mi sto comportando come se avessi dieci anni invece di diciotto?
Sono sempre stata giudiziosa e raramente ho preso iniziative del genere, non riesco proprio a capire come un semplice ragazzo mi abbia stravolto così.

Tiro fuori il cellulare, indecisa se scrivergli o meno un qualche messaggio.

Sono fuori casa tua.

Lo rileggo prima di cancellarlo.

Sei in casa? Vorrei parlarti.

Cancello nuovamente.
Mi sento una persona orribile, sembra quasi che mi voglia prendere gioco di lui, quando in realtà non è per nulla così.
Lotto contro me stessa per tenerlo il più lontano possibile, ma ogni volta il pensiero ricade fisso su di lui.

Mi dispiace per come mi sono comportata. Possiamo parlare?

Nel momento in cui mi ero decisa a inviargli quest'ultimo messaggio, il cellulare inizia a squillare tra le mie mani, facendomi sobbalzare inizialmente ma preoccupare subito dopo.
Per caso questo ragazzo ha una qualche sorta di potere telepatico?

Mi appresto subito a rispondere, alzandomi poi in piedi per passeggiare come al mio solito.

«Pronto?»

«Ciao Ruby, scusa se ti ho chiamato... disturbo?» la sua voce appare stranamente tranquilla e priva di qualsiasi malizia.

«No no, figurati. Dovevi dirmi qualcosa?» sarebbe stato un momento perfetto per dirgli che sono sotto casa sua, ma ovviamente non ho potuto far a meno che rispondere con prontezza.

«Volevo chiederti se avessi smesso di dare retta alla parte di te che non ti vuole felice.»

Rimango in silenzio per qualche minuto, calciando di tanto in tanto qualche sassolino sparso per il marciapiede.
Che cosa si aspetta che io risponda? O meglio, che cosa vorrei rispondere io?

«Cos'è tutta questa presunzione? Stai alludendo che tu sei ciò che può procurarmi felicità?»

Dall'altra parte della linea posso ben distinguere una piccolo sbuffo.
«Certo.»

«E perché mai?»

«Perché sei sotto casa mia a prendere il freddo.»

La sua è una risposta secca che non impiego molto ad elaborare.
Di scatto mi giro verso il suo palazzo, soffermandomi sulle finestre nella speranza di vederlo.

Vedo una piccola mano agitarsi, segno che il suo non era una specie di bluff per farmi confermare qualcosa, ma la semplice verità.

«Da quanto mi stai osservando?»

«Da un po'... la tua incertezza mi diverte.»

Alzo gli occhi al cielo infastidita.
Ma che cosa ci troverò mai in un ragazzo del genere, bellezza estetica a parte.
«Contenta che lo spettacolino ti sia piaciuto, ora posso anche tornare in quel buco di residenza.»

«Che ne diresti invece di salire? Ho come la vaga impressione che tu voglia dirmi qualcosa.»

Mi dondolo un po' sui piedi ragionando su cosa sia meglio fare.
I soldi spesi per arrivare fino a qui sarebbero decisamente sprecati nel caso io non salissi.

«Sei veramente fastidioso quando ti comporti in questo modo, ne sei consapevole?»

Dall'altra parte del telefono sento una piccola risata.
«Ricordi dov'è il mio appartamento?»
Annuisco, sapendo benissimo che i suoi occhi sono puntati sulla mia figura e i miei movimenti.
«Allora vieni, ti ho già aperto il portone.»

Con passo lento e ponderato, mi accingo a raggiungere l'androne, per poi entrare dentro l'ascensore. Premo il pulsante che indica il numero "8" e, non appena le porte davanti a me si chiudono, poggio la testa sulla superficie fredda dello specchio alle mie spalle.
Ora come ora, l'ultima cosa che voglio fare è vedere una patetica Ruby strisciare miseramente alla porta di un ragazzo che ha trattato decisamente troppo male per i suoi gusti.
Certo, non sono stata nemmeno terribile come lo sono stata con Dylan, eppure mi sento molto più in colpa; forse la consapevolezza che Dylan, in un modo o nell'altro, era pur sempre una presenza asfissiante e, diciamocelo, anche un po' inquietante nel mio cervello risultava anche giustificabile il mio comportamento, mentre magari difronte a un ragazzo che si è dimostrato disponibile e abbastanza rispettoso dei miei spazi, la mia coscienza è venuta a bussare alla porta dell'umanità.
Se ripenso a come non gli ho neanche dato modo di illustrarmi il suo punto di vista, di lasciarlo parlare, magari ora non saremmo in questa situazione. Ho dato tutto per scontato dopo quella fatidica sera dell'appuntamento, ho lasciato che un caso isolato fosse la prova di tutto, magari ora saremmo riusciti a frequentarci di più, capire effettivamente se siamo fatti per stare insieme e forse il tatuaggio sarebbe comparso così.

Se ho deciso di mollare al primo ostacolo, come ho potuto pensare che lui non sarebbe stata la mia anima gemella a prescindere da tutto?
Anche mia madre fece lo stesso errore e, nonostante io la rimproveri per le decisioni prese, sto facendo le stesse identiche cose.
Sto agendo da persona debole e impaurita. Questa non sono io.
Come posso affermare di essere contro un sistema che mi opprime, se mi lascio schiacciare come se nulla fosse?

Le porte metalliche dell'ascensore si aprono, interrompendo bruscamente il mio flusso di pensieri.
Davanti a miei occhi si stanzia la figura di Luke, che mi guarda con il suo solito sorriso sghembo.
«Buon pomeriggio raggio di sole.»

🍕❤🍕

Dopo più di un anno sono tornata ahhhah

Ormai la mia vita è sempre più caotica, quindi non riesco stare dietro a tutto, mi riservo il piacere di scrivere quando ho il tempo ❤
È inutile dire che cercherò di rimanere costante con la pubblicazione, sarebbe una bugia, quindi vi dico semplicemente che aggiornerò quando avrò  tempo e modo , probabilmente il prossimo capitolo lo pubblicherò dopo "Elite" ❤

Mi scuso con chi non ha perso la fiducia e continua a leggere questa storia, farò il possibile per non sparire di nuovo.

Luke e Ruby mi erano mancati da morire e mi dispiaceva lasciarli in sospeso, quindi mi impegnerò per finire la loro storia❤

Grazie per la pazienza e l'attesa, spero che il capitolo vi sia piaciuto ❤

byeeeee ❤❤❤❤❤

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