Soulmates&Thoughts

Dylan, sorpreso che gli abbia concesso un po' della mia attenzione, inizia a sfogliare il libro, fino ad arrivare al capitolo di suo interesse.
Inizia a leggerlo, cercando di farmi capire le parti più importanti sottolineandoli con la voce, ma con scarsi risultati.
Non è un caso che abbia scelto le materie umanistiche, la biologia non è proprio nelle mie corde.

«Se avviene tramite ormoni che agiscono sul sistema nervoso, significa che deve esserci una causa scatenante. In pratica potresti aver già trovato la tua anima gemella e non aver ricevuto il marchio solo per non aver avuto quella cosa che da il via a tutto.»

Lo guardo stranita e leggermente confusa dal suo discorso. Ho capito dove vuole andare a parare, ma c'è qualcosa che non mi torna.
«Sì, ma quale cosa?»

Lui delicatamente afferra il mio polso, per poi passare delicatamente le dita lunghe e affusolate sul mio avambraccio.
Rimango colpita da questo gesto apparentemente dolce, ma ancora di più nel non provare disgusto.
Possibile che dato che oggi si stia comportano come una persona normale, la mia percezione possa essere influenzata così tanto?

«Sai, io credo che le anime gemelle non siano solo quelle persone che si trovano bene solo per un limitato lasso di tempo, ma che esse abbiano un'affinità tale da creare un legame stretto e duraturo. Va oltre l'amore, è la vera fiducia.»
Lui allontana le sue mani e torna a fissare il libro. «È quando sai che puoi completamente affidare la tua vita alla tua anima gemella perché sai di poter contare su di lei, sai che non ti potrà mai deludere.»

Rimango incantata dalle sue parole, belle e piene di significato.
Mi schiarisco la voce prima di parlare, così da alleggerire la tensione che si è fatta sempre più pesante senza che me ne accorgessi.

«Bel discorso, lo sai? Però credo ancora che questo programma sia pessimo e, se solo ci fosse un modo per liberarsi, lo farei.»

Lui sorride per nulla colpito dalle mie parole.
«Lo so benissimo ed proprio questa tua determinazione che ti rende ai miei occhi perfetta.»

Mi alzo, conscia del fatto che non posso continuare ad illuderlo in questo modo.
«Ti ringrazio per le informazione e per il complimento. È bello apparire perfetti agli occhi di qualcuno, ma non farti ingannare dalla tua mente perché la perfezione è un concetto fittizio. Non esiste.»

«Anche l'amore a prima vista, però a quanto pare non riesci a liberarti la testa.»

Questa volta non rispondo, semplicemente lo saluto per poi allontanarmi velocemente.

***

Tutta questa storia necessita di avere un punto immediatamente. Non posso continuare a perdere la testa dietro al primo ragazzo che si presenta con occhi dolci e promesse d'amore che non può mantenere.

Come ho fatto ad essere così stupida fino ad ora? Come ho potuto perdere la ragione?

Sistemo i libri sul banco, per poi tirare fuori dalla borsa il cellulare.
Lo rigiro più volte tra le mani, sbloccandolo per poi bloccarlo subito dopo.

Non capisco cosa mi stia succedendo, questa non sono io. Mi sto facendo coinvolgere troppo.

Sblocco nuovamente il telefono, per poi scrivere un messaggio a Luke, il quale non si fa desiderare troppo.

Cos'è successo? Che cosa ti ha fatto cambiare idea?

Evito di rispondere, posando lo sguardo sul professore di letteratura che entra dalla porta e, solo dopo aver sistemato il suo materiale sulla cattedra, si gira per scrivere il nome di un autore.

Jane Austen.

Bene, avevo proprio bisogno di una scrittrice che tratta l'amore e le commedie di costume, giusto per ricordarmi quanto dovessero essere belli i tempi di una volta, come i protagonisti abbiano avuto la facoltà di scegliersi piuttosto che vivere in un mondo dove i rapporti umani devono essere diligentemente controllati dai piani alti.
Possibile che le cose non siano cambiate di una virgola? Prima le famiglie e le ricchezze regolavano il tutto e ora un... computer?

«Scrittrice trattata più volte durante le vostre carriere scolastiche, ma sorprendentemente sopravvalutata e quindi trascurata. Qualcuno saprebbe dirmi qualcosa in più di lei? Sulla sua vita magari?»

La classe rimane in silenzio, attendendo quel momento che tutti prima o poi si aspettano. Da lì a poco, è un attimo che il professore afferra la sua lista dei partecipanti al corso, chiamando così diversi studenti.
Alcuni tra di loro, risultano impacciati nel voler raccontare la vita della famosa Jane Austen, ma bisogna pur ammettere che non vi è nulla di eccezionale in ciò che ha vissuto, considerando che la maggior parte delle persone che leggevano le sue opere all'epoca non sapevano neanche chi fosse.

«Scriveva sotto pseudonimo maschile.» sento dire da qualche ragazza timidamente.

Faccio leggermente segno di no con la testa.
Se c'è una cosa che rende diversa Jane Austen dalle altre scrittrici è proprio il fatto di non essersi mai firmata con nome maschile ma come 'A Lady'.

«Purtroppo la risposta non è corretta.»
Lo sguardo del professore viaggia ancora tra i volti degli alunni, soffermandosi sul mio.
«Tu, ragazza in sesta fila con il rossetto rosso, hai lo sguardo di qualcuno che sa. Ti prego però di non parlarmi delle sue opere, quelle sono ben presenti nella conoscienza di molti di voi.»

Scuoto leggermente la testa, alzando poi le spalle sentendomi non poco a disagio.
Nonostante non sia una persona molto timida, non sono in grado di sopportare la pressione, soprattutto se vengo interrogata sotto l'orecchio attento di una classe.
«Non so molto.»

Il professore sospira.
«Bisogna rischiare qualche volta bella vita. Signorina, che cosa ha deciso?»

Mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sentendo su di me gli sguardi di tutti.
«La sua istruzione è stata tutto merito del padre.»
Non appena vedo il professore annuire davanti alla mia affermazione, un senso di sicurezza si fa strada in me, facendomi parlare e aggiungere informazioni.
«Scriveva sotto pseudonimo ma, al contrario di molte altre scrittrici femminili, non era solita firmarsi con nome maschile, ma con 'A Lady'. Era innamorata di un giovane, avevano una grande intesa, ma per volere della madre di lui non ci fu mai questa unione, anzi lui fu promesso ad un'altra ragazza. Jane non si sposò mai. La sua vera identità fu poi rivelata da suo fratello che fece ripubblicare i libri con il vero nome dell'autrice.»

«Le vorrei far notare che il suo 'non molto' è più di quanto sono riusciti a dirmi i suoi colleghi.» alle parole del professore, abbasso la testa, puntato lo sguardo sul banco.
«E che sia di esempio a tutti. Mai dubitare della vostra conoscienza per l'insicurezza, rischiate sempre nella vita perché arriverà il punto in cui non potrete più farlo.»
Guardandolo di sfuggita, posso notare come le sue dita sono corse a toccare l'avambraccio sinistro.

***

«Tu sei sicura di essere mia amica? Nel senso, io ti do un consiglio e tu fai totalmente l'opposto. Mi domando che cosa tu mi chieda a fare le cose se tanto decidi sempre di fare di testa tua...»
Celandine incrocia le braccia al petto, assumendo un'espressione contrariata.

May, con tutta la dolcezza che la contraddistingue, accarezza la spalla di Cele, cercando di farla calmare.
«Suvvia, non avercela con lei. Vuole essere sicura prima di buttarsi su una relazione più grande di lei.»

«Chi ha mai parlato di relazione?»

Osservo la scenetta allibita, mentre cerco di tornare a quello che dovrebbe essere il mio problema principale: lo studio.
I sacrifici che ho fatto per poter studiare qui non sono serviti per trovarmi una storia d'amore, ma per crearmi un vero e proprio futuro.

Il telefono vibra per quella che sembrerebbe essere la milionesima volta, ma ormai rifiuto anche di guardare lo schermo che non fa altro che illuminarsi.
So chi è ed è proprio per questo che sono decisa a ignorarlo.

All'improvviso, sento delle mani poggiarsi delicatamente sulle mie spalle, e non mi ci vuole poi molto a capire che esse appartengono a May. Che strano, non mi ero neanche accorta che si fosse alzata dal letto.
«Non ti sembra un po' esagerata la tua reazione? In fondo avevi ricevuto anche una bella notizia.»

«Ora non ho bisogno di credere in false speranze e, credimi, nemmeno lui.»

«Okay, va bene. Ma non credi che dovresti come minimo dargli una spiegazione?»

Sospiro sapendo di non poterle dare torto.
May potrebbe anche sembrare una ragazza con la testa fra le nuvole, ma è sempre pronta a darti il giusto consiglio nei momenti più difficili.

Prendo il cellulare e, solo dopo essere uscita dalla mia stanza, cerco nella rubrica il numero di Luke, per poi chiamarlo.
Dopo solo due squilli, il biondo risponde con voce preoccupata.

«Puoi dirmi che è successo? Qualcuno dei piani alti l'ha scoperto?»

Faccio segno di no con la testa e, dopo aver realizzato che lui è dall'altra parte della cornetta e che non puó assolutamente vedermi, mi appresto a ripetere la risposta a voce.

«Posso sapere perché?»

«Perché non voglio illudermi. Trovo sciocco soffrire per una cosa che so già che non potrà mai avere futuro, o comunque pochissime probabilità. È meglio finirla prima che diventi più... seria.»
Non gli do neanche tempo di rispondere che attacco il telefono, sapendo benissimo che sarebbe capace di convincermi di aver fatto un errore a rinunciare così.

Ma cos'altro posso fare io? Non me la sento di rischiare tutto per una persona che non conosco nemmeno.
Siamo usciti quanto? Un paio di volte? Io non sono un tipo così irrazionale e, sebbene possa sembrare crudele, devo pur sempre tener fede a me stessa.

«Io non ci posso credere che ha rinunciato a una serie di scopate sicure!» sento borbottare da dietro la porta e non mi ci vuole poi molto a collegare la frase a Celandine.

«Suvvia Cele, magari è meglio così. Non siamo tutte uguali.»

Scuoto la testa per cacciare subito via le loro parole dalla mente, per poi allontanarmi in tutta fretta.
Sinceramente non me la sento di rientrare o di riprendere a studiare lì, anche perché con la presenza di quelle due nella mia camera, sono certa di non poter riuscire ugualmente.

Nonostante io non debba nulla a Luke e abbia decisamente messo un punto a questa sottospecie di frequentazione, non posso comunque far a meno di rimuginarci sopra.
Sono sempre stata una ragazza riflessiva e questo ha sempre comportato grandi aiuti a livello scolastico, quanti drammi nelle relazioni umane, questo che sta accadendo è una cara dimostrazione.
L'unica volta in cui ho preferito buttarmi senza analizzare il quadro completo, è stato quando ho deciso di uscire con Dylan e mai scelta fu più sbagliata.

Nonostante ciò, stavo facendo lo stesso identico errore con Luke.

È assurdo quanto mi ritenga comunque una ragazza intelligente però sempre pronta a fare gli stessi sbagli, soprattutto con un esempio di vita come mia madre.

Mi chiedo ora come stia senza di me.

Non abbiamo mai avuto questo grande rapporto, in particolare quando ero nella fase adolescenziale, perché l'ho sempre ritenuta debole, incapace di seguire il suo cuore e la sua felicità, ma ora mi rendo conto che la sua non è stata per niente una vita semplice; probabilmente con quel famoso ragazzo non sarebbe neanche finita bene, però almeno avrebbe avuto lei o lui l'ultima voce in capitolo e non un agente esterno.

Eppure, ripensando alle parole di Dylan, non posso smettere di pensare che, se mia madre è stata abbinata a mio padre, deve esserci stato un momento in cui lei ha provato qualcosa per lui e forse quello che prova ora è solo rimorso o rabbia verso se stessa per aver dimenticato quel ragazzo così facilmente.
Entrambi si sono sempre rifiutati di raccontarmi di come si sono conosciuti, eppure ritengo che ora sia importante saperlo; magari potrei evitare di cadere nella stessa trappola, oppure potrebbero esserci altre cose su questo progetto che ancora non sono venuta a conoscenza.
Quel libro conterrà le informazioni che mi servono? È effettivamente attendibile? E se ci fossero altre cose che ci vengono appositamente celate?

Dio, non riesco neanche a controllare il flusso dei miei pensieri, corrono troppo veloci e non riesco a stargli dietro.

«Ruby, tutto bene?» una mano sulla mia spalla richiama la mia attenzione e, per nulla sorpresa, mi ritrovo Dylan O'Brien davanti con sguardo preoccupato.
Annuisco scostandomi leggermente da lui.
«Sei sicura? Ti ho chiamato un paio di volte ma non mi hai risposto, eppure mi sei passata accanto.»

«Scusami, sono un po' sovrappensiero...» alzo lo sguardo puntandolo sul suo, rimanendo colpita dalla sua espressione. Sembra quasi che gli occhi stiano brillando dall'emozione.
«E ora cosa ti prende?» chiedo un po' sbigottita.

«Non mi hai ignorato di proposito allora!» esclama entusiasta, facendomi spaventare un pochino.

«Sono ancora in tempo per farlo?»

«Credo sia inutile ormai.»

E devo ammettere che, ormai, ha proprio ragione.

❤👑❤
Alcune volte mi rifaccio viva con la vana speranza che qualcuno si ricordi di questa storia.
Ho talmente tante cose per la testa (ed esami) che sto lasciando la scrittura un po' da parte, spero di riprendermi però.

Come potete vedere, un nuovo plot twist e non sarà nemmeno l'ultimo 😂

Fatemi sapere cosa ne pensate mentre io mi richiudo nel mio mondo fatto di glottologia e linguistica 🙈

Cosa vi aspettate da questa storia? Ruby vi ha deluso?

Grazie per l'attesa e per leggere questa storia ❤

byeeeeee❤❤

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