Date&Friends
Nella mia vita ho fatto tanti sbagli, ma veramente tanti.
C'è stata, per esempio, quella volta in cui ho detto a Michael che, se si fosse rotto il braccio, le sue ossa si sarebbero alleggerite e sarebbe riuscito a volare come gli uccelli. Inutile dire che il giorno dopo si è presentato alla mia porta con entrambe le braccia ingessate, ma andare contro il sistema è probabilmente la cosa più stupida che abbia mai fatto.
Osservo la mia immagine e scuoto la testa.
No, la cosa più stupida rimane aver dato confidenza ad O'Brien, considerando il fatto che la sua presenza nella mia vita è decisamente asfissiante.
Come se fosse stato invocato dai miei pensieri, lo sento bussare alla mia porta, seguito dalla sua inquietante voce che, ormai, mi perseguiterà da qui fino alla fine del college.
«Adorata Ruby, mi senti? Ci sei in stanza?»
Mi domando cosa diamine voglia ora. Possibile che debba comparire nei momenti meno opportuni?
Contrariamente alle mie solite azioni, decido di aprirgli, pentendomene subito dopo.
Difatti il ragazzo, vestito in modo elegante, tiene una scatola di cioccolatini tra le mani e mi sorride.
«Wow, non mi aspettavo di vederti, soprattutto...» lui si blocca, per poi osservarmi con sguardo sospettoso. «vestita in questo modo... stai andando da qualche parte?»
Sollevo gli occhi al cielo, poggiandomi poi allo stipite della porta.
«Anche se fosse? Non è comunque affar tuo. Ora dimmi che cosa vuoi.»
«Ero venuto qui per farti una sorpresa, portarti fuori a cena e cose così, sai... un appuntamento.» inizia lui, assumendo un'espressione delusa e ferita.
Io lo guardo stranita, non capendo il motivo del suo gesto.
«Noi due siamo anime gemelle, Ruby, non puoi negarlo.»
«Dylan, non lo siamo e non lo saremo mai.» ribatto dura, nonostante mi dispiaccia. Certo, è un ragazzo davvero assillante, ma nessuno si merita di soffrire per colpa di qualcuno, eppure non posso fare a meno di farlo.
Deve affrontare la realtà, non è per nulla salutare questa situazione in cui lui crede di essere realmente la persona a cui sono destinata, anche perché, alla fine dei conti, io e lui siamo usciti una sola volta e non ci siamo mica promessi amore eterno.
Lui sta per allungare una mano verso la mia, probabilmente per stringerla, ma viene interrotto.
«C'è qualche problema?» una voce dura ma familiare attira la nostra attenzione, soprattutto quella di Dylan, che si volta subito per guardare chi ha parlato.
Luke, sempre con la sua giacca nera di pelle e una camicia, questa volta bianca, ci osserva con le braccia incrociate al petto, squadrando dall'alto al basso il ragazzo.
Dylan si allontana leggermente da me e gli riserva lo stesso sguardo.
«Scusa la domanda, ma chi sei?» domanda subito in modo educato.
«Il suo appuntamento.» risponde pacato indicandomi con la testa.
Alle sue parole, Dylan posa gli occhi subito su di me, cercando una sorta di conferma.
Io annuisco semplicemente.
«Tu lo sai vero che, se non sei la sua anima gemella, andrete in contro a molti problemi?»
«Non abbiamo ancora l'anima gemella, Dylan, quindi non andiamo contro a nessuna legge.» cerco di convincerlo e, allo stesso tempo, di convincere anche me stessa.
Lui annuisce pensieroso, allontanandosi un po' da me. Per quanto può sembrare uno stalker psicopatico, in realtà è un bravo ragazzo che si butta a capofitto nel cercare la sua persona per non ritrovarsi solo.
Il sistema funziona per il 95% delle persone, per questo è facile cadere in paranoia se senti già di essere destinato alla solitudine.
«Non fraintendermi, me ne sto andando solo perché so benissimo di non potermi imporre, ma alla fine la nostra è una storia già scritta.» esordisce solenne, per poi dileguarsi.
Corrugo la fronte osservandolo e analizzando meglio le sue parole.
«Ogni giorno mi stupisce sempre di più.» mormoro, per poi scuotere la testa e voltarmi verso Luke.
Gli sorrido imbarazzata, non del tutto abituata a questo genere di cose e, diciamocelo, l'ultima volta che sono uscita con un ragazzo non è andata così bene.
«Sei pronta?» alla sua domanda, mi volto verso la mia camera e, dopo aver preso il capotto e la borsa, annuisco.
Lui mi sorride, per poi allungarmi una mano che decido di ignorare, passandogli accanto e superandolo.
«Non è un appuntamento.» chiarifico subito, onde evitare incomprensioni.
Nessuno ha mai detto che questa dovesse essere un'uscita formale, può essere anche un semplice vedersi per conoscersi meglio e magari iniziare un'amicizia.
Lo sento ridere da dietro di me.
«Oh beh, ti vesti in modo così sexy ogni volta che vedi i tuoi amici?» domanda, facendo riferimento ai miei pantaloni stretti neri e al mio maglioncino a fascia rosso.
Nonostante io non lo veda, dal tono di voce da lui usato, posso scommettere che ha una bella espressione provocatoria stampata in faccia.
«Non ho bisogno di vestirmi in questo modo per essere sexy.» ridacchio, non volendo lasciargliela vinta.
«Hai ragione, lo eri anche con solo la mia camicia.» mi volto verso di lui e subito mi salta all'occhio il suo sorriso vittorioso.
Che presuntuoso.
«Quindi il problema non sono io, sei tu che sei solo un allupato perenne.» lo canzono, ritornando a guardare il cortile, sempre ben curato, dell'università.
«Probabile.» in un lampo è al mio fianco e mi da una piccola spinta con la spalla.
«Sto scherzando.»
Sollevo gli occhi al cielo per quella precisazione del tutto inutile, come se non avessi capito che lo stesse facendo solo per infastidirmi.
Lo sento sfiorare la mia mano, come se volesse tentarmi; non vuole assolutamente prendermi la mano, preferisce che sia io a mettere in discussione le mie stesse parole, ma io non sono il tipo che si fa ingannare da questi stupidi giochetti.
Arriviamo davanti alla sua moto e, dopo averla slegata, mi passa un casco.
Mentre lo infilo, mi soffermo a guardarlo mentre fa lo stesso.
«Non hai freddo con solo la giacca di pelle?»
«Un po', ma mi sta troppo bene per non metterla,» scrolla le spalle. «Non lo pensi anche tu?»
Lui monta in sella e accende il motore, aspettando che anche io salga, cosa che faccio sol dopo aver alzato gli occhi al cielo.
«Sei un cretino.»
«Un cretino in giacca di pelle tremendamente sexy però.»
***
Dopo circa venti minuti di viaggio, la moto si ferma difronte a un bellissimo bar, molto particolare, la cui insegna luminosa cattura subito la mia attenzione.
L'ETO
«Allora, diciamo che ho preparato due tipi di appuntamenti, ma entrambi iniziano con questo bar.» inizia lui è subito lo guardo confusa.
«C'è l'uscita "solo amici" e "mi piaci quindi voglio fare colpo", sta a te scegliere.»
È assurdo che sapesse già che non avrei accettato al cento per cento un appuntamento in piena regola. Forse deve esserci lo zampino di Cele...
Sospiro, non sapendo cosa scegliere. Nonostante abbia detto più di una volta che questo non è un appuntamento e che abbia cercato in tutti i modi di convincermi, non posso negare di essere rimasta colpita dal suo impegno nell'organizzare tutto, con così poco tempo per lo più.
Notando la mia difficoltà, scuote subito la testa e mi sorride.
«Che ne dici se intanto entriamo? Avrai tempo di scegliere dopo.»
Annuisco, per poi seguirlo dentro il grazioso bar che, se devo essere onesta, è ancora più bello da quelle che erano le mie aspettative.
I tavoli in legno, sono disposti in modo ordinato, vicino alle pareti, ognuno provvisto di comode sedie e, talvolta, piccoli divanetti in velluto blu.
Le pareti sono di un grazioso color avorio, ma ornato da piccole farfalle di carta colorata che vanno via via, sempre di più, ad unirsi verso la fine del bar, formando il vestito della donna dipinta sul muro.
«Lì ci sono i dolci, se vuoi scegliere già qualcosa.» mi richiama Luke, indicandomi il bancone dei dessert proprio accanto a noi.
Sono bellissimi e particolari nella loro composizione.
Mi immagino quanto impegno e dedizione ci siano voluti per creare cibi del genere.
«Ehm, vorrei pensarci su.» rispondo titubante.
«Va bene.» subito un cameriere viene gentile verso di noi, chiedendoci se desideriamo sedersi.
Io annuisco, mentre Luke da voce al mio gesto.
Non appena ci sediamo, ci vengono consegnati i menù, dove posso notare con immenso piacere la presenza di vari tipi di caffè.
Lo guardo bene, cercando di focalizzare la mia scelta sul cosa berrò, piuttosto su che cosa dovrò fare questa sera.
Dopo un po' di tempo, ritorna il gentile cameriere dai capelli rossicci e ci chiede se siamo pronti ad ordinare.
«Sì, per me una tortina alla meringa con una cioccolata calda e per lei...» inizia subito Luke, lasciando poi la parola a me.
«Un cappuccino, grazie.» sorrido gentile al ragazzo che, in modo leggermente impacciato, ci ritira i menù e si affretta a dirigersi in cucina.
«Devo essere geloso del cameriere? No, perché sarebbe un cliché ma appropriato solo nel caso in cui questo fosse un appuntamento.» mi sorride beffardo lui, come se aspettasse da un momento all'altro un mio cedimento.
«Non c'è nulla di cui essere gelosi. Comunque non ho ancora scelto.»
«Se ti è così difficile scegliere, probabilmente è perché neanche tu credi che possa lontanamente esistere solo un'amicizia. Ti piace passare del tempo con me.»
«O forse mi piace soltanto giocare.» poggio il mento sul palmo della mano sinistra e l'osservo.
In questo momento sto facendo un qualcosa che non dovrei fare, sto rischiando grosso e tutto per uno stupido appuntamento.
E se qualcuno ci vedesse?
Ormai sono sotto controllo della legge e posso già sentire, nell'angolo remoto del mio cervello, la voce di Cassie mentre elenca una serie di insulti legati alla mia, alquanto discutibile, intelligenza e alle innumerevoli regole che sto infrangendo.
«Qualcosa mi dice che ne saresti capace,» si passa una mano tra i capelli, rivolgendomi poi uno sguardo pieno di sfida. «Ma in tal caso sono pronto a muovere anche io le mie pedine.»
Il cameriere ci interrompe, portandoci le nostre ordinazioni, per poi dileguarsi in cucina.
«Comunque mi hai sorpreso.» riprende subito a parlare Luke.
Io lo guardo confusa, non capendo il riferimento.
Non stavamo parlando di giochi?
«Dopo che ti ho vista mangiare un panino più grande della tua faccia e quattro cartoni di cibo cinese, mi aspettavo una razzia anche sui dolci. Ti si è chiuso lo stomaco per un semplice appuntamento?» sorride lui facendosi beffe di me.
«Ma fammi il piacere.» sollevo gli occhi al cielo con finta aria infastidita.
«Non mi piacciono i dolci, tutto qua.»
Lui storce il naso, prendendo poi un pezzo della sua meringa.
«Questo spiegherebbe la tua perenne acidità. Neanche dal cibo ti fai addolcire.»
«Te la sei cercata tu, ti avevo detto di lasciarmi perdere.»
«Però sei stata tu a riscrivermi.»
«Dove vuoi andare a parare, eh Luke? Ti aspetti che ti giuri amore eterno da un momento all'altro, solo perché sembri un protagonista uscito da un romanzo rosa?» gli domando pacata mentre socchiudo gli occhi, cercando di capire le sue emozioni, ma rimane impassibile alle mie parole.
Sorride soddisfatto e non riesco neanche a capire perché.
Dovrebbe sentirsi quanto meno offeso, no?
«Non ti sto chiedendo amore eterno, solo una serata con me,» si morde il labbro inferiore. «A meno che tu non sia troppo spaventata.»
Apro la bocca pronta per ribattere, pronta a dirgli che non ho nulla di cui avere paura, ma lui cambia subito il discorso offrendomi un pezzo del suo dolce.
Io faccio cenno di no con la testa, che però non ha l'effetto desiderato, dato che lui persiste a tendere la forchetta verso di me.
Roteo gli occhi al cielo, per poi assaggiare.
«È buono, ma solo in questa dose, un altro morso e potrei vomitare.»
«Non puoi essere seria.»
Prendo un sorso del mio cappuccino, smorzando il sapore dolciastro che mi è rimasto in bocca.
«Lo sono.»
«Cambiamo argomento prima che tu possa risultarmi più psicopatica di quello che sei.» sorride divertito da non so quale cosa. «Hai deciso a quale appuntamento vuoi andare?»
Guardo la tazza davanti a me, girando il cappuccino con il cucchiaino e osservando come la schiuma del latte inizia ad unirsi con la bevanda.
Avrebbe senso affrontare un vero appuntamento con lui? Alla fine non saremo mai destinati a stare insieme.
Ci sarà totalmente vietato frequentarci, non appena avremo le iniziali della nostra anima gemella.
Ed essere amici invece? Due persone che provano un evidente interesse l'uno per l'altra, possono veramente basare un rapporto sull'amicizia? E se tutto ciò complicasse solo le cose? Continuare a frequentarlo potrebbe essere un errore nel caso iniziassi a provare qualcosa per lui o lui per me.
Per non parlare dei controlli e del rischio che potremmo correre.
Non avrei dovuto accettare questo invito, lo sapevo che avrebbe solo creato problemi.
«Amici.» rispondo pacata.
È l'unica scelta plausibile in grado di tutelarci.
«Amici.» ripeto nuovamente, più convinta delle mie parole. «È quello che proveremo ad essere se vogliamo vederci ancora.»
Lui alza un sopracciglio, per poi addentare la sua meringa.
Annuisce e mi guarda dritto negli occhi, probabilmente nella speranza di scovare qualche dubbio o incertezza, ma non trovandone alcuno.
La mia testardaggine risulta essere utile in questi casi.
«Va bene Ruby, ci sto.» allunga la mano verso di me.
«Amici.»
E nonostante ci sia sincerità nella sua voce, non appena sento le sue dita affusolate accarezzare la mia mano, capisco che probabilmente non terrá fede della parola data.
Non potremo mai essere amici in questo modo, quindi questa non sarà altro che la nostra ultima serata, l'ultima volta che ci vedremo.
Anche se con lui, non si può dare tutto per scontato.
Fingo un sorriso per non lasciargli capire i miei pensieri e, appena mi libero dalla sua stretta, torno a bere il mio cappuccino, chiedendomi inevitabilmente che cosa avrà organizzato.
👑👑👑
Sono passati tre decadi, ma sono riuscita ad aggiornare.
Non sono del tutto soddisfatta, ma era necessario questo capitolo. Molte cose appariranno strane/confuse, ma andando avanti si capiranno moltissime cose + finalmente so come farla finire 😊
Non posso assicurarvi aggiornamenti subito per colpa degli esami, but abbiate fede in me.
Io vi saluto e vi faccio gli auguri di buon 2019 dato che li ho fatti solo su Instagram 😂😂
Grazie mille per aver letto questo capitolo osceno ❤
byeeee ❤❤❤
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