8.

ImnotMaeri
Ehiehiehi

MyPrince
Eh?

ImnotMaeri
Ho un problema

MyPrince
Che c'è?

ImnotMaeri
Ho litigato con una
persona

MyPrince
Dovrei risolvere io
questa disputa?

ImnotMaeri
Si
Cioè no
Aspe ti racconto

MyPrince
Dio mio.

ImnotMaeri
Una mia amica non mi
ascolta mai quando le
parlo di te, pensa solo a
se stessa e ogni volta che
provo a raccontarle del
nostro rapporto lei dice
sempre qualcosa in
contrario!

MyPrince
Oh.
Voglio conoscerla

ImnotMaeri
...

Maeri quasi lanciò via il telefono dalla rabbia. Il ragazzo con cui chattava la stava prendendo per i fondelli.

ImnotMaeri
Senti splendore, io
potrei aver capito chi
tu sia, e credo non
esiterò a farti diventare
la vita un inferno

MyPrince
"Credo non esiterò",
quindi non ne sei sicura
al 100 percento.

Non scrivi più?

ImnotMaeri
Fottiti.

MyPrince
Ti piaccio, non è così?

ImnotMaeri
Da morire.

E chiuse la chat. In un momento di frustrazione si era dichiarata al ragazzo misterioso, ritenuto da lei Iwaizumi.

I suoi sentimenti erano veri. Anche per le poche conversazioni che avevano, lei sentiva che c'era qualcosa di diverso rispetto a qualsiasi altro ragazzo che avesse incontrato.

Ma poi, l'ansia la divorò viva. Se avesse dichiarato i suoi sentimenti ad un ragazzo che non era "proprio lui"? No, impossibile. Doveva essere Iwaizumi.

Decise di fare la cosa migliore, andare fuori a fare una passeggiata, con la musica a palla nelle orecchie, giusto per scacciare un po' quei brutti pensieri.

...

Era da quasi due ore che (T/N) tentava di scrivere qualcosa per il tema assegnato, aveva pure spento il telefono, per evitare di distrarsi o di pensare ancora al litigio.

La traccia del testo era "Descrivi un particolare aspetto della tua vita e del come sta cambiando nell'età dell'adolescenza.

"Bene, oggi tutti deve essere collegato a Maeri o non siamo contenti" concluse, mollando la penna sulla scrivania e buttandosi all'indietro sullo schienale.

Tante idee le affollavano la mente, e tutte erano collegate alla sua "migliore amica", che forse tanto migliore non si era dimostrata.

Pensò al come le amicizie nel giro di qualche anno possano cambiare, litigi, incomprensioni e magari il vero carattere che affiora.

"Fancluo" sibilò.

Si alzò dalla sedia e si gettò sul letto, dove ore prima aveva lasciato il cellulare. Lo accese.

Sconosciuto
4 nuovi messaggi

Aprì la chat.

Sconosciuto
Qui l'unica persona a
non meritarsi qualcosa
sono io. Tu ci sei sempre
quando ti scrivo e ascolti
quello che ho da dire.

Sconosciuto
Comunque, farete pace,
di sicuro. Io e il mio migliore
amico litighiamo abbastanza
spesso, dalle qualche giorno
e poi verrà a scusarsi.

Sconosciuto
Magari lo ha fatto perché
non si sente alla tua altezza.
Intendo che sa del tuo bel
carattere e probabilmente
è convinta che non riuscirà
mai ad essere come te.

Sconosciuto
E fidati, tu sei una delle
persone più belle che
conosca.

Rilesse più e più volte. Non le poteva sembrare vero. Quel ragazzo misterioso le aveva appena scritto quelle belle parole.

Tu
Non sono così bella

Sconosciuto
Se te lo dicessi dal
vivo? Mi crederesti?

Aveva risposto scherzando, come era solito fare. Alla ragazza scappò una risatina, e poi digitò la risposta.

Tu
Forse.

Sconosciuto
Allora voglio vederti.

Era così dolce. Sotto sotto, anche lei voleva vederlo. Voleva vedere il suo viso, accarezzargli i capelli, capire chi era.

Posò il telefono sul comodino e tornò alla scrivania.

...

"... È merito del ragazzo che ho conosciuto se ora ho guadagnato un po' di fiducia in me, è merito suo se ora mi sento più tranquilla e più libera. Lui mi ha aiutato tanto finora.
Circondatevi di persone come lui, persone che vi facciano sentire bene, amate e soprattutto felici" concluse il discorso.

"Signorina (T/C), buon lavoro, hai colto esattamente quello che dovevate fare. Voi tutti, prendete il suo testo come esempio di quello che dovevate fare." sentenziò la professoressa di lettere.

(T/N) si sedette, contenendo a malapena l'emozione di aver preso un buon voto in un testo.

Quel ragazzo la stava cambiando, in meglio.

Ben presto suonò una campanella, quella che segnava la fine della lezione. Gli studenti salutarono la prof, e si alzarono per sgranchire un po' le gambe.

(T/N) andò verso la finestra, come era solita fare. Lo trovava rilassante.

"Ehi, troia" una voce sbucò da dietro.

"Aimi, si può sapere cosa vuoi?" la ragazza si girò, con fare annoiato.

"Non credere che per aver preso un bel voto in lettere ora tu sia degna di tirartela" le si avvicinò.

"Puoi smetterla di gridare? Stai attirando gli sguardi di tutti" si prese una ciocca di capelli in mano, giocherellando.

"Ora dici che non ti piace essere guardata, mio Dio! Che pena! Poverina! Le persone la guardano!" disse, facendo vocine sceme.

"Dico per te, stai urlando come una scimmia davanti a tutti." rise (T/N).

"Maledetta!"

Fu un istante, uno velocissimo. Un pugno volò diretto verso la faccia della (C/C).

Peró, invece che delle urla da parte della povera ragazza, le urla provenivano dall'oca che tormentava mezza classe.

"Troppo lenta, mi dispiace, puttana" rispose (T/N), ridacchiando. In quell'istante in cui la mano di Aimi si era diretta verso il suo viso, aveva avuto i riflessi pronti per spostare la testa di lato.

Uno a zero.

Poi, prese il suo zaino e si diresse verso l'aula in cui si sarebbe svolta la lezione di matematica.

Lungo il corridoio, ripetè più volte la frase "Sono fottutamente forte".

Lo sentiva davvero.

——————————
Io sono velocità.

Ok gente, tenterò di aggiornare più velocemente e creare sviluppi interessanti. In più, ieri sera ho visto il film "Sierra Burgess è una sfigata", e mi ha dato un sacco di idee.

Ci si vede al prossimo capitolo.

– Alice

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