24.
"Cosa? Che intendi con "fortunata"? Spiega" Maeri non capiva ciò che la sua amica stava cercando di dirle. Non era fortunata. Non dopo tutto quello che le era successo.
"Sei sempre stata benvoluta da tutti, tanti ragazzi vorrebbero uscire con te, e anche tante ragazze vorrebbero essere tue amiche. Da quando hai messo piede nella squadra, tutti ti vedono per quanto sei energica e solare. E ora, tu hai pure un fidanzato, ed è proprio il ragazzo a cui andavi dietro da anni." disse (T/N).
Poi, senza aspettare una risposta dalla bionda, continuò il suo discorso. "Dovrei essere contenta per te, eppure, perché mi fa solo male vederti?"
"Se ti fa tanto schifo vedermi, allora finiamola qui. Cercami quando non ti arrabbierai così tanto per cose che nemmeno esistono" detto questo, la ragazza se ne andò, lasciando quella che era la sua "migliore amica" da sola.
Fortunata, dove? (T/N) non la conosceva quando la sua vita era un casino. La Maeri di ora era solo il frutto di tanti avvenimenti passati, dal più piccolo e insignificante a quelli più traumatici.
Non aveva mai detto alla sua amica che quando era alle medie, era stata vittima di bullismo, principalmente per la sua altezza. È facile aggrapparsi ad una caratteristica fisica che non si può decidere, e lei lo sapeva, ma comunque ci rimaneva male.
Nel mentre cercava un club adatto, le capitò davanti la locandina della squadra di pallavolo. Le giocatrici di solito erano alte, quindi perché non provarci?
Era nato così il suo grande amore per la pallavolo. Dopo aver iniziato a giocare, diventò più estroversa, non aveva più paura di essere giudicata, non si vergognava più della sua altezza, che tra l'altro, era quasi invidiata dalle sue compagne.
Poi, è arrivata lei, la sua migliore amica. Due poli opposti, bianco e nero, sole e luna. Se Maeri si faceva notare in campo, (T/N) era invisibile, anche se era sotto gli occhi di tutti. Lei era sempre rimasta nell'ombra, talvolta scappava dalle situazioni sociali in cui era, ed era capitato che trovasse qualche scusa per non partecipare ad una festa.
Ormai entrambe ci avevano fatto l'abitudine, o quasi.
La (C/C), lasciata sola all'entrata, stringeva i pugni. Li aveva visti insieme, alla sua amica andava tutto bene, nonostante non avrebbe potuto giocare la semifinale dei preliminari.
Si stava chiedendo se quello che avesse fatto poteva essere evitato. Aveva letteralmente dato di matto.
Ripensava a loro due, seduti vicini, che si tenevano la mano. E poi, la scena di lei, seduta vicino ad Oikawa, quando le disse che oltre a lei c'era un'altra. A Maeri filava sempre tutto liscio, almeno secondo lei.
Scosse la testa, non aveva bisogno di altri pensieri negativi, doveva solo pensare alla partita del giorno seguente.
Re degli Alieni
Hey
Come stai?
Tu
Bene, tu?
Re degli Alieni
Stanco, molto stanco.
Tu
Non sei triste?
Re degli Alieni
Un po', ma ora non mi
va di parlarne, scusa
Tu
Capisco, non ti preoccupare
Re degli Alieni
Domani verrò a vederti,
rendimi orgoglioso :))
Sperava davvero che la partita andasse bene. Anche se aveva litigato di nuovo con la sua migliore amica, voleva partecipare di nuovo alle nazionali e alzare per lei.
L'anno precedente la (C/C) non era tra le titolari, in quanto l'alzatrice più esperta era del terzo anno. Ricordava i momenti in cui dal lato del campo, guardava ogni singola azione, sperando di diventare come lei in futuro.
E ora aveva la chance a portata di mano, poteva vincere, poteva alzare per Maeri sotto gli occhi di tutti, poteva smettere di essere invisibile.
Anche se era tarda sera, la ragazza accese la sua console, non proprio per giocare, solo per vedere se qualcuno dei suoi amici era online nella chat vocale.
"Hey, Kenma" lo salutò.
"Mh, che ci fai alzata a quest'ora?" chiese suo cugino, con la sua solita voce impassibile.
"Potrei farti la stessa domanda, comunque... l'Aoba non sarà ai nazionali nemmeno quest'anno" sospirò la giovane.
"Cosa? Ma le finali non erano settimana prossima?"
"Hanno perso" sbuffò la ragazza, sedendosi sul divanetto.
"Contro chi?" chiese di nuovo Kenma, che faticava a credere nella sconfitta del Seijoh.
"Karasuno"
"Ah, li conosco, erano con noi al ritiro a Tokyo" commentò il ragazzo, che ora sembrava meno sorpreso riguardo l'esito della partita.
"Cosa? Sei serio?" disse (T/N), incredula.
"Serissimo, in più domani giocate voi" continuò, ricordandole della semifinale.
"Esatto, alle nove" sospirò la (C/C), guardandosi le mani.
"Domani io e Kuroo veniamo a vederti, forse si uniscono anche Bokuto e Akaashi" le disse poi, lasciandola senza parole.
"Mi fate venire ansia così" la ragazza si lamentò .
"Ok, non avrei dovuto dirtelo, Kuroo aveva ragione"
"Cambiando discorso..." Kenma ricominciò a parlare, quella sera era più loquace del solito "...tra tre giorni è San Valentino"
"Non ne parliamo. Prima sono stata rifiutata da una persona anche se i sentimenti erano ricambiati" sbuffò sua cugina.
"Scusa, comunque io vado ora, sono stanco, notte" la salutò il ragazzo.
"Notte" anche lei scollegò le cuffie, per poi salire in camera.
Senza pensarci, si lasciò cadere sul letto, gli avvenimenti della serata le scorrevano davanti come un fiume in piena.
Si era persino dimenticata della partita, ma effettivamente, non le importava più così tanto. Maeri non era più la sua migliore amica, no? Alzare per lei al torneo nazionale non era poi così necessario.
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Il primo che mi scrive "AGGIORNA PLS" nei commenti riceverà un colpo con la mazza di Sangwoo.
La fine è viciiiiiiiiina.
Finalmente, non ne posso più. Della storia o dei commenti "aggiorna"? Forse entrambi, boh.
— Alice
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