Capitolo 2 Segreti svelati

Una volta arrivata al parco vado verso il mio solito posto sulla panchina sotto il salice, di fronte al laghetto, ma la trovo già occupata da una signora. Mi fermo ad osservarla da lontano: è una signora sulla quarantina, con folti capelli rossicci legati in una coda e occhi scuri; indossa un paio di jeans e una maglietta a maniche corte bianca con delle scritte che da quaggiù non riesco a leggere bene.

Mi avvicino. "Posso?" domando con gentilezza, o almeno ci provo, visto che una parte di me vorrebbe strozzarla per essersi seduta al mio posto. Che ci posso fare, quando sono arrabbiata non sono molto normale. "Certo cara, vieni" "grazie". Mi siedo vicino a lei e tiro fuori il mio libricino dalla borsa della palestra, che tra parentesi libricino si fa per dire dato che è Harry Potter e i Doni della morte e sono ben 833 pagine, ma per Harry questo ed altro. "Ti piace Harry Potter?" alzo gli occhi dal libro tentando di non saltarle al collo per avermi interrotto proprio mentre Bellatrix sta lanciando il pugnale a Dobby e rispondo di sì "anche a me" replica lei. Devo avere una faccia piuttosto sorpresa perché la donna ride e dice "sorpresa, non è vero?" "beh, in effetti si signora; non capita tutti i giorni di incontrare un adulto a cui piaccia Harry Potter" "non vedo cosa ci sia di male" ribatte lei "oh nulla signora, anzi io adoro questa saga. Il mio più grande sogno è quello di visitare il vero castello in Scozia!" Questa signora inizia a piacermi. "Secondo me lo vedrai presto" mi dice lei con un sorrisetto "grazie per l'incoraggiamento, ma non credo" "fidati di me" io annuisco e torno a leggere, ma dopo appena cinque righe e mezzo, precisamente quando Harry si gira e vede Dobby infilzato dal pugnale (davvero ha un tempismo orribile), la signora mi richiama e dice "dato che sei un'esperta di Harry Potter, sono sicura che apprezzerai la mia maglietta". Io mi volto e osservo le scritte che prima non avevo letto e mi accorgo che non sono semplici scritte, sono... "Incantesimi?" chiedo sbigottita. Le scritte che da lontano non riuscivo a leggere non sono altro che tutti gli incantesimi della saga, intrecciati gli uni con gli altri in una specie di cruciverba, tutti scritti in caratteri e dimensioni diversi. "È bellissima!" esclamo con un pizzico di invidia "signora mi scusi non vorrei sembrarle inopportuna, ma come si chiama?" "Ginevra, ma tu puoi chiamarmi Ginny" "Proprio come-" "Ginny Weasley, si lo so, è un mio piccolo vanto" dice facendomi l'occhiolino. Così continuiamo a parlare di Harry Potter per un po'. Quando ci salutiamo sono ormai le otto di sera. "Arrivederci Ginny e grazie della chiacchierata" "a presto Giulia e ricorda: continua a leggere indipendentemente da quello che dicono gli altri e soprattutto non smettere mai sognare, perché i sogni si avverano sempre. Basta volerlo, basta crederci, anche se a volte un pizzico di magia non guasta" ero stupita "glielo prometto" rispondo sorridendo; mi giro e faccio per andarmene, ma alla fine la curiosità e le mille domande che mi vorticano in testa hanno la meglio, così mi volto di nuovo già con la bocca semiaperta e la prima domanda sulla punta della lingua, pronta per essere rivolta alla mia misteriosa interlocutrice, ma trovo la panchina vuota. Ginny è sparita.

Arrivo davanti casa che sono già le nove passate, ma comunque non entro. Decido di aspettare che mia madre e mio fratello si addormentino, perché sinceramente non penso che riuscirei a sopportare un interrogatorio su dove sia stata, su quanto io sia irresponsabile e discorsi simili. Nel frattempo, vado in panetteria e compro un pezzo di pizza e due muffin al cioccolato, dato che non ho neanche ancora cenato, pago ed esco; una volta che arrivo davanti casa mi siedo su una panchina lì vicino e mangio la mia piccola cena improvvisata. Verso le dieci e mezza passate l'ultima luce, quella della camera di mia madre, si spegne ed io, con le mani intorpidite dal freddo, entro in casa dirigendomi in camera e mentre mi metto il pigiama i dubbi del pomeriggio mi tornano in mente.

Come faceva quella signora a sapere il mio nome se io non gliel'ho detto? Cosa intendeva con "un pizzico di magia non guasta"? E non è strano che la signora aveva i capelli e gli occhi uguali a quelli di Ginny e che si chiamasse proprio così e, soprattutto, che sapesse così tante cose di Harry Potter? E che lo stesso giorno io abbia incontrato due ragazzi uguali a Scorpius Malfoy e Albus Severus Potter?

Solo coincidenze? Sicuramente sì, ma chi lo sa. Imposto la sveglia per le sette e mezza ed entro nel letto e dopo poco mi addormento, con un'unica certezza in testa: Ginny poteva dormire sonni tranquilli perché c'era una cosa che sapevo per certo era che non avrei mai smesso di sognare, perché i sogni, anche quelli più impossibili, si avverano sempre. Mezz'ora dopo, ormai tra le braccia di Morfeo, non mi accorgo della civetta che spicca il volo dalla mia finestra e se ne va leggera nella notte.

***

La mattina successiva, suonata la sveglia, mi alzo che mia madre e mio fratello stanno ancora dormendo. Mi faccio una doccia fredda per svegliarmi definitivamente e per cercare scacciare i brutti ricordi del giorno prima che sono tornati insistentemente nella mia testa. Una volta pronta vado in cucina e metto a bollire l'acqua per una camomilla e prendo un pacco di biscotti dalla credenza; mentre bevo la camomilla sento qualcuno scendere le scale e vedo che è mia madre "dopo io e te parliamo, ora non svegliare tuo fratello o sono guai" "buongiorno anche a te" borbotto in risposta.

La mattinata passa monotona: dopo colazione sono andata a comprare la rivista e i giornali a mamma, il latte per la colazione che era finito e sono pure dovuta passare a prendere le figurine dei calciatori a mio fratello, visto che a quanto pare la mia uscita di ieri mi ha riservato il trattamento del silenzio da mamma che mi sta usando tipo fattorino personale; infatti, nelle ore successive sono stata mandata in farmacia a comprare delle medicine, a ritirare le cose in lavanderia e poi al supermercato a fare la spesa. Una volta rientrata ho finito matematica, ripassato filosofia e mi sono messa sul letto a finire i Doni della morte, solo per essere interrotta nuovamente da mia madre che voleva andassi dalla nostra vicina a chiedere lo zucchero... ma non poteva farmelo comprare direttamente stamattina? Mio fratello in tutto questo non mi ha ancora chiesto scusa da ieri pomeriggio. Ora sono le 11:30, ho finito i Doni della morte e ho iniziato, per la centesima volta, Piccole donne e sono sdraiata sul letto a leggere e annoiarmi, quando suona il campanello. Scendo le scale sapendo che nessuno aprirà mai la porta; invece arrivata giù trovo mia madre che parla con una signora sconosciuta, che mi dà la schiena, eppure quei capelli rossi sono così familiari... "Ginny?!" chiedo sbigottita una volta capito chi è la nostra ospite, la quale al suono della mia voce si gira e mi sorride "ciao Giulia, come stai? A proposito tanti auguri, ieri mi sono scordata" "voi vi siete già incontrate?" chiede mia mamma sbiancando. Sembra stupita e... spaventata?! "Si mamma l'ho incontrata ieri al parco e abbiamo parlato" se possibile sbianca ancora di più. Possibile che esista qualcosa capace di spaventare il pezzo di marmo che è mia madre? Quindi anche lei ha un cuore... interessante. "E di cosa avete parlato?" "niente di che" rispondo io "tu piuttosto come la conosci?". È Ginny a darmi una risposta "cara, io e tua madre ci conosciamo perché quando eri appena nata i tuoi veri genitori morirono e fummo io e mio fratello a portarti qui" chiara, veloce, diretta. In questo momento, bocca spalancata e occhi sgranati, devo sembrare una scema. Faccio scorrere lo sguardo da mia madre a Ginny, poi di nuovo a mia madre per tornare a Ginny, mentre sento salire un groppo in gola e gli occhi inumidirsi, mentre lotto contro me stessa per non piangere: non posso mostrarmi debole, non qui, non adesso.

Un silenzio tombale regna nella stanza per i successivi dieci minuti e quando mi decido a parlare la mia voce è poco più che un sussurro "tu lo sapevi?" "come?" chiede mia madre. Io ripeto la domanda a voce un po' più alta, sperando che dica di no, che ora loro due scoppino a ridere mostrandomi le telecamere nascoste e dicendomi che è tutto uno scherzo, perché altrimenti significherebbe che il mondo in cui sono vissuta fino ad ora è una bugia; ma niente di tutto ciò accade, semplicemente mia madre abbassa lo sguardo e, lentamente, annuisce. "Ma non è tutto" aggiunge Ginny. Io annuisco appena, incapace di parlare "devi sapere, Giulia, che i tuoi veri genitori, non sono morti per cause naturali o per una malattia. Loro sono morti combattendo contro Lord Voldemort durante la battaglia di Hogwarts. So che è difficile da accettare, ma sappi che è la verità: Giulia Nymphadora Lupin tu sei una strega e pertanto hai diritto a frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts". 

Angolo autrice:
Ed ecco svelato il segreto. Giulia non è una ragazza normale ed il mondo che ha sempre creduto frutto dell'immaginazione è reale.  Piccola nota: so che in teoria è Teddy ad essere nato poco prima della battaglia, ma qui ho fatto che fosse Giulia quella nata in quei giorni.
Bacioni a tutti.
-giulia

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