VII

A volte riflettere non è una buona cosa.

Il troppo pensare stanca, uccide lentamente poiché ci si immerge totalmente in ciò che è stato.

Avevamo tanti sogni, Claire. Sogni così belli, così intimi e puri.

Ricordi, amica mia quando sognavamo di visitare Londra assieme? Ti dicevo sempre che sarebbe stato il tuo regalo di laurea.

Londra, la nostra amatissima e caotica Londra.

Ma anche in questo caso qualcosa è andato storto.

Assieme a Londra non ci siamo mai andate.

«Ti immagini, Claire? Quando tutto questo smetterà di essere solo un sogno? Quando i nostri sogni diventeranno realtà?» Ti domandavo spesso.

«I sogni sono fatti così, vanno e vengono, bisogna saperli acchiappare in tempo».

Ormai è troppo tardi, le nostre vite sono cambiate. E i sogni rimangono sogni, chiusi nel cassetto e accumulati esplodono, feriscono.

Quanti sogni, quanti desideri dissipati.

È questo che un po' mi manca nella vita: dare un senso a quello che assieme abbiamo sempre desiderato.

Mi manca essere un po' bambina.

Gioco con Mattia e lo osservo ridere, dire le sue prime parole.

Mattia sorride sempre, io invece mi sono un po' spenta.

La vita di tutti i giorni, la frenesia delle giornate, le ansie e le angosce inglobano il mio tempo.

Mi sei mancata, la tua mancanza mi ha ferita un po'.

E così anche Londra si è spenta piano piano.

Rimane vivo in noi il desiderio, ma so per certo che anche la fiamma di questo stupendo sogno si spegnerà, sopraffatta dalla quotidianità.

«E se andassimo in Finlandia?» I tuoi occhi brillavano sempre quando parlavi di questo bellissimo Paese. È sempre stato il tuo desiderio più recondito.

«Sarebbe stupendo, Claire! Ti immagini assieme come sempre?»

La Finlandia come Londra si è eclissata.

Quanti sogni abbiamo buttato via, cancellato.

Va sempre a finire così quando si sogna troppo, quando le ambizioni sono tante!

Si vive di soli ricordi, si vive di parole mai dette, di abbracci mai dati.

E mi ritrovo ancora qui affacciata alla finestra a pensare a tutto ciò che è andato perso.

Così moriamo a poco a poco. Noi non vogliamo morire, vogliamo brillare.

Mi manca sentire la tua voce, mi mancano le nostre risate, le pazzie fatte tanto per fare.

Ho avuto tanto dalla vita, un ragazzo da amare, un figlio che adoro, una splendida famiglia, ma quando manca la migliore amica sembra che la vita abbia tolto tutto.

Non è facile andare avanti quando una parte del nostro passato se ne va.

L'infanzia è sempre stata per me l'apice della mia gioia.

Sono stata una bambina felice, ho avuto tutto.

Ho incontrato te che mi hai accolta e capita.

Ci siamo salvate a vicenda e abbiamo capito che la timidezza a volte serve, è importante per sopravvivere.

Abbiamo sempre sognato le rose blu, sono diventate il nostro simbolo, non so esattamente perché, ma per noi sono state importanti, tanto da volerle imprimere sulla nostra pelle.

Il simbolo di un'amicizia che non sarebbe mai decaduta.

Ma non abbiamo bisogno di un tatuaggio per dirci quanto ci siamo volute bene, quanto bene ancora ci vogliamo.

Ricordo ancora tutto.

«Sai, Elendra a volte la solitudine fa rumore. Non potrei mai immaginare un'amicizia senza di te».

Mi hai sempre voluto bene, Claire, me lo hai sempre dimostrato, a modo tuo, ma me lo hai dimostrato eccome.

«Ti voglio bene anche io, Claire. Dobbiamo solo trovarci, dobbiamo riscoprirci».

«Ma che senso ha senza i nostri sogni? Come possiamo andare avanti?»

«Dobbiamo farcela, Claire. Abbiamo una vita davanti e una nuova possibilità».

Vorrei dirti che sarà per sempre, che non accadrà più niente ma la vita è imprevedibile, il destino lo è.

«Insegnami a rialzarmi, Elendra. Insegnamelo perché così non posso stare».

«Non posso prometterti nulla, Claire. Ho imparato a vivere giorno per giorno. Dobbiamo prendere il destino così come viene».

Adesso vorrei chiudere gli occhi e non pensare più a niente. Vorrei chiudere gli occhi e imparare ad andare avanti.

A vivere.

A sognare.

A desiderare.

Ancora.


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