III


Ricordo come se fosse ieri quando è venuto a mancare il nonno. Mi ero preparata ma non si può mai essere davvero pronti. È come se fosse morta una parte di me, come se mi avessero strappato l'anima, come se il mio passato se ne fosse andato via con lui.

No, non si è mai pronti, ma tu mi sei sempre stata vicina.

Un lutto è pur sempre un lutto, è qualcosa che ti entra dentro e ti mangia l'anima.

Lo hai provato anche tu quando è morta la tua nonna. Quante risate abbiamo fatto assieme a lei!

«Nonna!» Dicevi sempre per richiamare la sua attenzione.

«Senti come canto questa canzone!» E lei ti ascoltava sempre con il sorriso sulle labbra.

Era brava la nonna, così come lo era il mio nonno.

La vita è fatta anche di questo, è fatta di perdite. Ce ne andiamo tutti, prima o poi siamo costretti a farlo.

Ricordo ancora quel giorno quando mi hai dato la triste notizia.

«Nonna se ne è andata e con lei una parte di me».

«Ti capisco, Elendra. È triste come la vita agisce, una persona cara se ne va e noi siamo costretti a vivere, ad andare avanti».

Ho in mente tutto di quel giorno, il funerale, io che ti stringevo la mano, il discorso di tuo papà visibilmente commosso.

Perché la vita ci porta via tutto? Perché ci priva di tutto quello che è stato?

Cosa rimane in noi se non una manciata di ricordi che fanno rumore?

«Non devi piangere, Elendra, non serve a niente. Rimaniamo più soli, certo, ma sempre assieme».

«Mi mancherà così tanto ...»

«Le mancanze trapassano l'anima e ci fanno sanguinare, ma dobbiamo curare le ferite, dobbiamo rinascere. Dobbiamo mantenerci in vita».

Non so dare un nome a tutto questo. Non ci riesco. Non so dare un nome alla sofferenza, è così banale nel suo nero alone. È così stupido il dolore ... Ma ce l'abbiamo fatta, abbiamo superato anche questo, non potevano fare altrimenti.

Ci resta solo il naufragio dello spirito, il sentimento violato, denudato.

Siamo umani e ci rimane solo questo.

Così prendiamo una scatola e ci mettiamo dentro tutti i ricordi, belli e brutti. Tutti quelli che possediamo.

E così se ne sono andati i nostri nonni, i nostri pilastri, la nostra forza.

«Ti va di andare al cimitero a trovare la nonna?» Mi domandi mentre passeggiamo in campagna.

«Certo che sì, mi va sempre ...»

Non sono brava con le preghiere, così non dico nulla, ma penso, rifletto, osservo la foto sulla lapide. Ti guardo mentre sottovoce le parli e mi sento vuota.

Non mi piace ricordare perché fa male, fa davvero male.

Finisce in questo modo un altro capitolo della nostra vita.

Le serate al cinema sono sempre state le migliori, le più belle, le più divertenti. Passavamo l'intero viaggio a cantare le nostre canzoni preferite.

Tu sei sempre stata una brava cantante, hai sempre cantato con devozione.

Ricordo che alzavi il volume della radio e ti mettevi a cantare, io ti seguivo.

«Senti questa, Claire, senti che bella canzone!»

«Allora cantiamola a squarciagola!»

Ci divertivamo come matte durante le serate dedicate al cinema. A volte abbassavamo i finestrini e urlavamo di gioia.

Era tutto così bello, perfetto.

Mi domando spesso cosa sia andato storto, cosa ci abbia separate per così tanto tempo. Ma non importa, non più, non ora.

«Dimmi la verità». Dico mentre passeggiamo.

«Tutta la verità».

«Cosa ti è mancato di più?»

«Le nostre strette di mano, le nostre risate, i nostri cuori. Ne abbiamo passate tante assieme. Non posso dimenticare. Non voglio farlo».

Io guardo il sole pronto a tramontare e mi perdo nella bellezza delle montagne in lontananza.

Le montagne mi fanno sempre pensare a noi, alla solidità della nostra amicizia, alla forza che abbiamo avuto.

«Non dimenticare mai, Elendra. Non fermare la mente».

«Non potrei mai farlo».

Mattia piange e il suo pianto spezza la nostra triste riflessione.

Dobbiamo andare avanti, dobbiamo farlo per noi stesse.

E sulle note di "Nuvole bianche" di Ludovico Einaudi mi spengo un po'.

Non ha senso mollare, non ha mai senso, dobbiamo andare avanti, dobbiamo farlo per noi, per tutti quelli che ci circondano.

Dobbiamo trovare un senso a ciò che un senso non ha.

Osserviamo il cielo e sorridiamo, le nuvole bianche sopra di noi ci stringono.

Possiamo tornare a volare.

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