-- Capitolo 8 -

- ALESSANDRO. -

Apro gli occhi trovandomi davanti una scrivania bianca e una parete rosa. Questa decisamente non è la mia camera. Faccio velocemente mente locale e mi ricordo della ragazza rossa della sera precedente. Non ne ero nemmeno poi così attratto, ma avevo davvero bisogno di staccare la mente e lei era ben più che disponibile.

Mi metto a sedere e lancio un'occhiata alla ragazza accanto a me.
Perfetto, dorme ancora e me ne posso andare senza problemi.

Raccolgo i miei abiti velocemente e mi vesto con lo sguardo fisso sulla ragazza. Non vorrei che si svegliasse proprio in questo momento. Alcune pensano che dopo una notte, dovrebbe esserci la colazione, un caffè, una cena e poi rimani fregato con i marmocchi. No grazie, sto bene da solo. C'è tanto tempo prima di pensare a sistemarmi seriamente con una ragazza.

Lancio uno sguardo alla camera e per poco non vomito. Come cazzo si fa a stare in mezzo a tutto questo rosa? È davvero inaccettabile. Non sono solo pareti e soffitto, ma anche le coperte, il tappeto e alcune antine. Il rosa decisamente è il suo colore, ma non il mio.

Esco dalla camera pregando che non viva con i genitori, o almeno di non trovarli in casa. Mi è capitato una volta di svegliarmi e trovare i genitori in cucina a far colazione. In quel momento non avrei saputo dire chi fosse più imbarazzato.

Apro la porta tendendo l'orecchio, ma è tutto silenzioso.

Mi volto verso la ragazza e decido di lasciarle un biglietto. Andarmene proprio senza dire nulla è da stronzi, anche se forse lasciare un post-it è ancora peggio. Ieri sera sembrava molto interessata, ma non può aspettarsi una storia con uno conosciuto in un bar e finendoci a letto subito dopo.
Opto per non lasciare nulla e me ne vado in fretta dal suo appartamento.

Scendo le scale e intanto leggo i messaggi che mi sono arrivati.

Scoppio a ridere quando vedo la foto di Caro in un negozio di Pandora. Ha dovuto accompagnare Jack a prendere un regalo e non lo auguro a nessuno. Quel ragazzo non sa fare i regali, è proprio negato e quando vuole impegnarsi fa impazzire non solo chi lo accompagna, ma anche i commessi. Le commesse però lo perdonano grazie al suo sorrisetto da rimorchio, spesso riesce pure a farsi fare gli sconti.

Uscito dal palazzo mi rendo conto di essere nella zona di città studi.

Da queste parti dovrebbe abitare l'amica di Giorgia, potrei passare da lei. Non ho il numero, ma posso contattarla tramite facebook o Instagram. Potremmo fare colazione insieme, o gliela porto direttamente a casa in modo che il letto sia più vicino.

Mi blocco in mezzo al marciapiede rendendomi conto dei pensieri che sto avendo.

Metto via il cellulare e mi avvio verso la fermata del tram più vicina. Giorgia mi ammazza se faccio qualcosa alla sua migliore amica. Forse prima dovrei chiederle come la pensa la sua amica su questo argomento perché se si vuole divertire io sono più che disponibile. Pensavo di divertirmi con la mia coinquilina, ma dopo aver visto Marta ho decisamente cambiato idea. Inoltre con Gio è chiaro che non potrei farci nulla, perché lei vuole una storia d'amore e io solo divertirmi. Per non parlare del fatto che mi sono affezionato a lei tanto velocemente che credo di doverla mettere sullo stesso piano di Caro e Cam, ma non Marta.

Sento vibrare il cellulare nella tasca dei pantaloni e quando vedo il display ridacchio mentre rispondo alla chiamata.

<<Dimmi come hai fatto a non ammazzarlo mai.>>

Scoppio a ridere. <<Caro, io e Cam ti avevamo avvisata.>>

La sento sbuffare dall'altro capo. <<Non pensavo che fosse così difficile! È uno stupido regalo!>>

<<Ci tiene molto.>>

<<Lo so.>> borbotta. <<La rende davvero difficile. Capisco il suo interesse, ma a fine giornata mi rinchiuderanno in un manicomio o in galera.>>

Potrei darle un piccolo consiglio per vendicarsi. <<Dopo portalo da Arnold. Odia quel posto.>>

<<Ti amo!>> esclama e chiude la chiamata.

Lei mi ama e Jack potrebbe uccidermi se scopre che le ho suggerito io quel posto. Non riesco nemmeno a capire perché lo odi così tanto, infondo è un buon posto per cacciare. Pieno di ragazze e lui non ha problemi ad attirare gli sguardi.

Salgo sul tram e mentre sono perso fra i miei pensieri noto una ragazza che cammina sul marciapiede e attira subito la mia attenzione. Mi avvicino al finestrino e mi maledico per non aver aspettato.

Cozzo, Marta era lì!

Sbuffo tornando a sedermi e sperando di arrivare a casa il più in fretta possibile. Devo chiedere a Giorgia della sua amica. Voglio farmela, Marta è davvero bella, soprattutto i suoi occhi dalle piccole pagliuzze dorate. Ho notato che quando è nervosa si morde l'interno della guancia e le capita spesso di perdersi fra i suoi pensieri  quando non è coinvolta in qualche discorso. Tiene i capelli sciolti, ma appena si siede al tavolo li lega sempre in una coda. Una coda che vorrei tirare quando la sto prendendo e baciarle quel collo sottile e lungo, un collo sensuale.

Mi blocco. Cosa cazzo sto pensando? Quando ho notato questi particolari? Non noto mai nulla nelle ragazze, se non la taglia del seno e se hanno un bel culo, sempre che me lo vogliano dare ed è difficile. Se non hanno uno di questi requisiti nemmeno mi avvicino, mentre di Marta ho notato anche altro.

Ovviamente ho notato il fisico slanciato e il culo, perché devo ammettere che non è male, anche se sono rimasto un po' deluso della sua piccola taglia di seno. Credo che arrivi ad una seconda, ma su di lei sta bene, non ce la vedo proprio con una taglia troppo abbondante.

Prendo il cellulare e mi costringo a guardare i social per non pensare a lei. Cerco di farlo, ma casualmente finisco sulle sue pagine.

Appena arrivo a casa spalanco la porta per chiedere a Giorgia di Marta, ma non è in casa. Forse è meglio così, farei solo una figura di merda. Devo informarmi senza sembrare troppo interessato. Devo pensare a cosa dire.



- GIORGIA. -

Prendo il mio bel cappuccino ciccione e cerco un posto in cui sedermi. Arnold Coffee è il posto che mi piace di più a Milano. Un locale praticamente in centro, piccolo, ma su tre piani. Sembra un po' Starbucks, ma qui il caffè è molto più buono. Sa proprio di caffè, poi il fatto che io ordini un cappuccio con caramello e ci aggiunga anche la panna e la cannella è un'altra questione.
E' proprio per questo motivo che non riuscirò a dimagrire oltre. Non posso fare a meno di cose dolci.

Una botta di calorie e zuccheri che può solo farmi bene in questo momento. Il professore ha deciso di anticipare l'esame -assurdo!- di una settimana e lunedì dovrò essere più che preparata perché sotto il ventisei non ho intenzione di accettare. Tra l'altro è legale anticipare un esame? Io ho forti dubbi, ma è stato fatto e non ho molta scelta. A quanto pare l'ha anticipato per problemi di famiglia, ma secondo me voleva solo farsi una bella vacanza anche perché l'ultima volta l'ho visto con una guida per la Norvegia.

Trovo posto all'ultimo piano, nei divanetti in fondo alla stanza e mi piazzo con tanto di computer e libri occupando un tavolino. Mi sistemo comodamente sul divano marrone e sorseggiando il mio super cappuccino prendo la concentrazione necessaria per iniziare.

Il posto non è silenzioso, al contrario, c'è vario chiacchiericcio e poi in sottofondo anche una musica -jazz? Non l'ho mai capito, ma dipende anche dalle stagioni- che riempie l'ambiente. Non che mi importi molto, metto sempre le cuffiette e la mia musica, adatta per lo studio.

<<Gio!>>

Alzo la testa di scatto trovandomi davanti Carolina. <<Ciao.>>

Quanto le invidio quella folta chioma! Merida bruna è arrivata all'attacco e dopo averla conosciuta posso confermare che ha anche il suo carattere frizzante. Secondo me la Disney si è ispirata a Caro per quel personaggio, non possono esserci altre spiegazioni.

Mi sorride sedendosi sulla piccola poltrona di pelle davanti a me. <<Studi qui?>> chiede lanciando un'occhiata al tavolino. <<Io non ce la farei mai, sei come Jack. Quel ragazzo studia sempre con la musica in sottofondo.>>

Cavolo, abbiamo una cosa in comune, non lo credevo possibile.

Dovrò chiedere a Sandro quale problema abbia il suo amico nei miei confronti e con le mie amiche. Capisco che è difficile fare amicizia, io sono la persona meno consigliata, ma mi sforzo. Mi sforzo davvero molto per reprimere la mia timidezza ed è di una difficoltà enorme, ma sto migliorando.

<<Mi piace come posto.>> dico stringendomi nelle spalle e cambiando subito discorso. <<Sei qui da sola?>>

<<Sono qui con Jack. Abbiamo deciso di fare una pausa e l'ho trascinato in questo posto.>> dice ridacchiando. <<Lui lo odia, soprattutto perché non lo considera caffè.>>

Scoppio a ridere. <<Ehi, è sempre caffè!>>

<<Lo dico sempre anche io!>>

Mi accorgo della sua presenza non tanto per lui, ma per il silenzio calato in un tavolino dove ci sono cinque ragazzine. Giacomo ha fatto il suo ingresso.

Jeans scuri stretti, maglietta colorata nascosta dal cappotto nero slacciato e i capelli scompigliati con cura. Per concludere occhi di ghiaccio che trafiggono e mandano a fuoco. All'improvviso sento uno strano calore, ma Carolina è tranquilla sulla poltrona con il maglione indosso quindi non devono aver aumentato il riscaldamento tutto d'un tratto. Decisamente non va bene.

Jack ci individua e dopo un piccolo sorriso a Caro, anche se sembra più volerla uccidere, i nostri sguardi si incontrano e leggo subito fastidio nel suo. Non gli sto simpatica. Chiaramente non è nemmeno felice di essere in questo posto.

Può essere una cosa a pelle, capita di trovare quella persona che proprio non sopporti. Non mi è mai successo, ma so che può esserci. Marta non riesce a vedere una sua compagna di corso e con lei non ci ha mai davvero parlato.

<<Ciao.>> dico mentre consegna il caffè con panna e cioccolato a Carolina.

Mi fa solo un cenno della testa, ma si siede accanto a me. Non che abbia avuto molta scelta -è l'unico posto libero- anche se pensavo che sarebbe rimasto in piedi piuttosto. In piedi avrebbe anche attirato gli sguardi delle ragazze e le avrebbe osservate meglio. Il suo radar è per caso guasto? C'è una biondina secca che lo fissa mentre il bicchiere di caffè raccoglie la sua bava. Non posso credere che a Giacomo non gli interessi, che non l'abbia notata.

<<Cosa stai studiando?>> mi chiede Carolina distogliendomi dai miei pensieri.

<<Storia dell'arte contemporanea.>>

Storce la bocca.<<Io sono negata in arte, non ci capisco proprio nulla. Ho fatto l'esame lo scorso anno e l'ho superato per culo. Ti piace?>>

Annuisco. <<Sì.>>

Sorrido stringendomi nelle spalle, ma non commento. Non sono ancora troppo in confidenza per parlare dei miei studi. Ho paura di dilungarmi troppo e annoiare, perciò meglio che sto in silenzio. Odio la mia timidezza, ma in questi casi non riesco a fare a meno di chiudermi in me stessa. Il carattere frizzante di Carolina mi piace e sono certa che una persona del genere può farmi solo bene. Inoltre sto mettendo tutta me stessa per parlare con la presenza inquietante e silenziosa al mio fianco.

<<Siamo proprio diverse.>> ridacchia e poi sospira lasciandosi andare contro lo schienale della sedia. <<Ci voleva proprio una pausa. Fuori fa davvero freddo!>>

<<Voi siete in giro a far compere?>> chiedo volendo cambiare argomento.

Carolina è simpatica e mi piace parlare con lei, ma Giacomo è qui in silenzio che sembra mi stia valutando e mi agito. Sono a disagio. Forse Carolina è la sua ragazza, starebbero bene insieme. Si equilibrano e a lui serve decisamente una persona un po' allegra al suo fianco. Cavolo, l'ho visto sorridere solo per rimorchiare e non era certo un sorriso sincero. No, non credo che siano insieme, ha baciato troppe ragazze per essere insieme a qualcuna.

<<Gli serviva aiuto per fare un regalo.>> risponde alzando gli occhi al cielo.<<Questo qui, non capisce proprio nulla di ragazze.>>

Scoppio a ridere involontariamente, ma subito mi blocco diventando rossa per l'imbarazzo. Che figuraccia!

<<Cosa ti fa tanto ridere?>> chiede il ragazzo guardandomi attentamente.

Mi volto verso di lui scrutando quegli occhi azzurri. Oggi sembrano più scuri rispetto a ieri, virano più sul blu, ma hanno sempre il loro effetto pietrificante. Potrebbe essere benissimo Medusa. Una Medusa uomo, potrebbe essere vero e non farei nemmeno fatica a crederci.

Mi schiarisco la voce. <<Nulla, solo... non mi sembravi uno che avesse di questi problemi.>>

Ha una ragazza? Dov'è quando esce alla sera con i suoi amici? Non posso credere che accetti il suo comportamento, io non lo farei mai. Certo, quelle labbra sono invitanti e... No! Che cavolo vado a pensare? Io non sono interessata a lui e non ci stiamo nemmeno simpatici. Meglio che torno a casa da Sandro, con lui starei decisamente meglio.
Mi chiedo, però, a chi Giacomo debba fare un regalo. Non mi sembrava nemmeno uno che comprasse qualcosa ad una ragazza, ma io non lo conosco. Le apparenze ingannano sempre e lo so bene.

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