-- Capitolo 59 -
- GIORGIA. -
Il pranzo con Ste e Sandro è andato bene, anche se non mi hanno fatto gustare il dolce. Mi hanno voluto dare la splendita notizia che saremmo passati da Jack mentre mi stavo gustando il mio tortino al cioccolato. Non ho gustato proprio nulla alla fine.
Non si rovina un dolce in questo modo!
Devono andare da lui a prendere non so cosa perchè non ho più ascoltato nulla, la mia mente è andata in confusione.
Non gli parlo dalla cena a casa mia perchè lo sto evitando. Se non dovessi accompagnare Sandro a comprare uno stupido regalo per sua mamma, me ne sarei già tornata a casa da un bel pezzo. Credo che in realtà il mio coinquilino abbia organizzato tutto, me lo aspetterei da lui. Negli ultimi giorni è strano, anche più di me e io sono strana a causa del suo stupido migliore amico.
Non so proprio come prendere quel ragazzo, cosa aspettarmi da lui e dai miei sentimenti. Quella canzone mi ha scombussolato parecchio, la cena a casa mia non è andata certo meglio e io mi ritrovo completamente scioccata. Non mi bastano i gesti, vorrei anche che mi dicesse quello che prova realmente perchè altrimenti è solo un gran casino.
In parte mi sento presa in giro, sembra che si diverta a mandarmi in confusione. Sembra quasi trovarci gusto e io ci sto male perchè mi sono affezionata a lui, più di quanto volessi.
Sospiro sconsolata seguendo i due ragazzi fuori dal ristorante e mentre sono persa fra i miei pensieri non mi rendo nemmeno conto di dove sono finita. Non me ne rendo conto fino a quando non alzo lo sguardo.
Sono alla Bocconi!
«Jack viene qui?» chiedo sorpresa.
Ste annuisce. «Studia qui economia.»
Rimango immobile con i due ragazzi al mio fianco mentre studio l'edificio davanti a me.
Non posso credere che Jack frequenti questa università, non ce lo vedo proprio. Lui indossa magliette e jeans, nulla di costoso ed elegante. Non indossa camice, golf, pantaloni, o altri indumenti che sto vedendo intorno a me. Non porta i capelli sistemati e non riesco a immaginarlo in mezzo a queste persone.
«Sorpresa?» chiede Sandro.
Annuisco. «Ha degli amici qui?»
Mi fissano entrambi per poi scioppiare a ridere. Solo in un secondo momento mi rendo conto di cosa ho appena detto e mi maledico. Devo sembrare fuori di testa. Insomma, non sono mica alieni le persone che frequentano la Bocconi. Di certo non abbiamo gli stessi capi da abbigliamento, ma se Jack frequenta queste persone, non sono male.
Perchè lui, dannazione a me, non è per nulla male.
«Quelle che si fa possono essere comprese fra gli amici?» chiede Ste ridacchiando.
Lo guardo male. «Tu che dici?»
«No.» risponde Sandro sorridendo, per poi sospirare. «Sai che non è molto bravo a fare amicizia e non gli interessa nemmeno.»
«É brutto non avere nessuno con cui poter parlare di ciò che studi. Almeno di una persona sarà amica.»
Scuote la testa. «Non credo proprio gli interessi parlarne.»
Aggrotto la fronte, ma non mi presta attenzione perchè risponde al telefono.
Effettivamente non gli ho mai sentito parlare di ciò che studia, nemmeno una singola parola per sbaglio. Abbiamo parlato spesso, di tutto e di più, ma mai di quello che studia e nemmeno sapevo che suonasse il piano. Sembra che siano due aspetti della sua vita che tenga nascosto e non capisco il motivo perchè è chiaro che ama suonare il pianoforte ed è anche bravo.
Mi volto verso Ste che si stringe nelle spalle e poi si guarda intorno. Sposto lo sguardo e noto che ci stanno tutti lanciando occhiare... schifate? Che diavolo vogliono?
Non sono mai stata tanto a disagio in vita mia.
A saperlo, me ne stavo vicino alla fermata e aspettavo lì. A saperlo mi sarei vestita in altro modo perchè ora questo abito nero mi sembra fuori luogo. Troppo semplice, banale e non indosso neppure una collana, solo i miei due soliti anelli, che tocco nervosamente. La mia borsa rossa spicca e vorrei lanciarla via solo per far smettere alle ragazze di guardarla in quel modo.
«Avviciniamoci.» dice Sandro chiudendo la chiamata. «Così ci vede prima.»
«Credo che siamo già abbastanza vicini.» borbotto.
«Forza Gio, prima lo vediamo e prima andiamo via.»
Sbuffo e lo seguo tenendo gli occhi a terra.
I miei stivaletti sono sporchi, avrei dovuto pulirli meglio l'altra sera, spero che almeno i miei capelli siano a posto senza qualche ciuffo che vaga per conto suo.
Rischio un'occhiata verso i ragazzi, ma loro sono tranquilli. Non si preoccupano delle persone intorno a noi e mi chiedo come facciano. Non sentono il peso degli sguardi?
Sandro si ferma all'improvviso e lo guardo stranita. Il suo viso non è più tranquillo, ma serio e i suoi occhi lanciano fuoco. Guardo Ste e anche i suoi begli occhi verdi non sono allegri e tranquilli.
Seguo i loro sguardi e mi ritrovo ad osservare una ragazza che viene verso di noi, una bellissima ragazza dai capelli neri e lunghi. Ha delle labbra molto carnose accentuate dal rossetto rosso e indossa un tubino verde scuro che sottolinea le sue forme.
«Chi è?»
«Caterina.» mi risponde Ste.
La precedente coinquilina di Sandro, quella che è andata a letto da Jack.
Capisco perchè sono finiti a letto, è bellissima! Ora mi spiego molte cose e io stupida a pensare che possa avere qualche interesse per me. Chissà perchè mi ha baciato, io in confronto a Caterina sono il brutto anatroccolo.
Questa ragazza somiglia a Megan Fox, potrebbe essere la sua sosia! Ha persino gli occhi chiari, ma così freddi e calcolatori che mi chiedo come una persona come Sandro possa esserci andata d'accordo.
«Ciao Ale.» dice fermandosi davanti a noi. «Come mai da queste parti?»
«Sto aspettando Jack.» ribatte duramente.
Lei alza un sopraciglio. «Il tuo amico si è fermato con il professore.» dice per poi lanciare un'occhiata a Ste e squadrare me dalla testa ai piedi, ma senza parlarci. «Non credevo che usciste ancora insieme.»
Sandro stringe i pugni lungo i fianchi. «Mi spiace deluderti.»
«Non essere scontroso.» dice arricciando le labbra. «Eri più gentile prima.»
«Cosa vuoi?»
Caterina scuote la testa sorridendo. «Volevo solo salutarti, era da tanto che non ci vedevamo.»
«Spero che non ci sia nemmeno una prossima volta.»
Sorride sfacciata. «Non credo. Il tuo amico non ti ha detto nulla?»
É davvero insopportabile. La vorrei buttare sotto il tram. Non stento a credere che il mio coinquilino volesse cambiare casa! Non fatico nemmeno a immaginare perchè a Caro e Cam non piacesse.
«Vuoi dirmelo te, o aspettiamo lui?»
«Stiamo facendo un progetto insieme.»
«Quindi?»
Già, quindi? Che razza di risposta è la sua. É bella quanto stupida?
«Quindi ci vediamo più spesso di quanto tu possa immaginare. Chissà cosa potrebbe accadere.»
Spalanco gli occhi sorpresa e provo un profondo fastidio alla bocca dello stomaco. Dopo tutto quello che è successo, lei vuole andare ancora a letto con jack? Di testa non deve essere tanto normale. Non posso credere che Jack sia tanto stupido da... no, posso crederlo. É andato con Arianna più volte, per poi scaricarla e intanto pretendeva di divertirsi con me.
Certo, dopo la sua esibizione ho iniziato a vederlo in modo molto diverso, ma cosa è successo? Nulla. Non ha fatto nulla e credo proprio che stia nascondendo qualcosa. Quella sinfonia era piena di sentimento, così tanto da farmi quasi paura. Quasi, perchè ciò che mi ha scosso è stata la fine, quelle note piene di malinconia e tristezza. Non vorrà mai ciò che voglio io.
So, però, che Jack ragiona solo con quello che ha in mezzo alle gambe. Potrebbe andare a letto di nuovo con Caterina e nemmeno si accorgerebbe subito della cazzata. Non vorrà mai me, una relazione con me.
Sapevo che mi sarei affezionata troppo a lui.
«Non succederà.» afferma Sandro deciso.
«Io credo di sì.» risponde lei sorridendo. «Ora devo proprio andare. Ciao.»
Ci supera come se niente fosse e rimaniamo fermi come tre idioti. Nessuno di noi sa cosa fare, cosa dire.
Sandro si passa una mano dietro il collo sospirando.
Guardo davanti a me e vedo Jack uscire dall'edificio e avvicinarsi a noi. É da solo e non degna nessuno di uno sguardo, nemmeno le ragazze accanto a lui. Quelle ragazze che sorridono maliziose e cercano di attirare la sua attenzione, ma senza successo.
Ben vi sta!
No! Cavolo, non devo pensarci!
«Arriva.» mormoro.
«Io lo uccido.» sbotta Sandro.
Mi volto verso di lui ed è la prima volta che lo vedo così arrabbiato. Caterina decisamente è da tenere lontano da lui, non gli fa bene. Credevo che niente potesse farlo arrabbiare, pensavo che gli era impossibile incazzarsi con il suo migliore amico.
Appena Jack si ferma davanti a noi, ci sorride, ma quel sorriso muore infretta sulle labbra appena incontra gli occhi azzurri e furiosi di Sandro.
«Cosa succede?» chiede aggrottando la fronte.
«Caterina.» risponde Sandro a denti stretti. «Ci ha gentilmente messi al corrente che state lavorando insieme. Inoltre...»
«Insieme ad altre due persone.» specifica Jack interrompendolo.
«Vuole provarci ancora!»
Jack irrigidisce la mascella. «Ne parliamo in un altro momento.»
«No!»
«Sì.» afferma lanciandomi uno sguardo.
Il problema sono io? Certo, sono sempre io il suo problema a quanto pare. É davvero il caso di non vederlo per un po', anche perchè se ha intenzione di portarsi dietro Caterina, me ne sto a casa volentieri. É il momento di allontanarsi da lui e levare di torno questi sentimenti che stanno diventando ingombranti.
Al diavolo lui, la sua canzone e i miei sentimenti!
«Sandro.» dico attirando la sua attenzione. «Avrei da studiare, quindi se ti devo aiutare con il regalo dobbiamo fare in fretta.» mi guarda indeciso, ma lo sapevo che andava a finire così. Io non ho alcuna intenzione di stare qui con lui. «Possiamo andare domani mattina, ora devo proprio andare.»
«Vengo con te.» dice Ste. «Ciao ragazzi.»
Non saluto, ma mi volto e me ne vado in fretta seguita da Stefano.
Devo assolutamente stare lontano da Giacomo.
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