-- Capitolo 53 -
- GIACOMO. -
Non sono stato tanto nervoso nemmeno alla mia prima esibizione. Lo so che non dovrei provare tutta questa agitazione, ci saranno solo persone sconosciute e i miei amici, nessuno di cui mi debba preoccupare.
Sbuffo perchè sto mentendo a me stesso. Sono preoccupato perchè ci sarà lei, quella ragazza che non vuole cedere, quella che mi sta fottendo il cervello, ma nemmeno io cederò. Non posso farlo perchè sbaglierei tutto.
Voglio portarmela a letto, non ci sarebbero complicazioni, ma è difficile! Perchè non è come le altre? Perchè mi deve importare tanto? Perchè non posso fregarmene, portarmela a letto e chiuderla in modo che Caterina non abbia nulla da ridire? Caterina non può sapere di lei e di quanto mi importa.
«Baci al budino?»
Mi volto verso la donna bionda che mi guarda con un sopracciglio alzato.
Deve aver letto il nome solo ora e adesso mi guarda come se fossi impazzito e forse lo sono. Lo sono perchè è una sinfonia per lei, per la ragazza che non lascia la mia testa e il nome mi sembra più che giusto. Un nome stupido, lo so, ma l'ho trovato perfetto. Spero che capisca.
Annuisco. «É un nome come un altro.»
«Sicuro di voler lasciare questo?» indaga con i suoi occhietti scuri che da piccolo mi mettevano in soggezione. Ora, però, sono così familiari che non mi spaventano più. «Potresti trovare un titolo più poetico.»
«É poetico.» affermo sorridente.
Sospira lasciando perdere. Sa bene che ho la testa dura e non cambio idea facilmente e poi il titolo deve parlare chiaro. Deve essere chiaro a lei.
«Fra pochi secondi iniziamo.» dice sorridendo rassicurante. «Non ti vedevo così agitato da tempo.»
«Non sono agitato.»
Alza gli occhi al cielo scuotendo la testa e dopo essersi sistemata il tailleur blu notte sale sul palco accolta dall'applauso dei presenti. Sento la sua voce invadere tutto il teatro e intanto cerco di calmarmi.
Sapevo che Andrea avrebbe avuto da ridire sul nome, ma non posso cambiarlo, non per questa sinfonia. Spero che non mi costringa a farlo prima della mia esibizione, ma sono sicuro che non cercherà di persuadermi. Crede nel mio talento, è una delle poche persone che ci ha sempre creduto, fin dall'inizio. Ha avuto come allievi me e mio fratello e non si è mai allontanata da noi, da me. É grazie a lei e l'altra mia ex-insegnante di piano che posso continuare ad esibirmi. É solo grazie a loro che ancora non ho smesso, non certo per il sostegno dei miei genitori. Credo che loro, al contrario, pagherebbero oro per farmi smettere.
Nel teatro Manzoni cala il silenzio. Le luci vengono abbassate e l'occhio di bue punta sul palco. Finalmente inizia a suonare il primo ragazzo e mi decido a sbirciare dalla quinta verso la fila dove dovrebbero stare seduti i miei amici.
Individuo immediatamente la mia sorellina con un abito rosa, accanto a Sandro, ma nessuno dei due mi presta attenzione. Sono tutti concentrati sul ragazzo sul palco con il suo violino. Devo ammettere che è proprio bravo, ha una maestria incredibile, ma in alcuni punti mi sembra troppo distaccato da ciò che sta suonando. Tanta tecnica e poco sentimento, ma lo capisco, ho avuto un periodo del genere anche io. Il ragazzo conclude e Andrea presenta la ragazza successiva. Sul palco entra una figura minuta, con un lungo abito verse smeraldo che contrasta con i suoi boccoli corvini. Si inchina e prende posto al centro del palco con la sua viola che quasi la sovrasta.
Torno a guardare i miei amici e rimango sorpreso di vedere Marta accanto a Sandto che sta seguendo attentamente. Non ho mai fatto grandi discorsi con la ragazza, ma non mi dispiace, soprattutto quando difende la sua amica senza cadere ammaliata dal mio sguardo. Mi piace perchè rende felice Sandro.
Al suo fianco c'è Caro, che si è legata quella chioma da barboncino in uno chignon composto, anche se non appena apre bocca viene fuori la vera Caro perchè lei è esuberante e divertente. Lei non è tutta composta e silenziosa come ora, ma mi fa piacere che si impegni tanto per me.
Di seguito c'è Ste e sorrido pensando a quanto fosse preoccupato di non essere accettato. É mio amico, può desiderare chi vuole e non sarò certo io a giudicarlo.
Sposto ancora lo sguardo trovando Camilla con i capelli sciolti e spostati da un lato e infine poso lo sguardo su di lei. Giorgia è seduta composta infondo alla fila e guarda con ammirazione la ragazzina sul palco. I suoi occhi seguono le mani, pieni di meraviglia e sorrido.
Mi ha stupito ancora una volta, non credevo che potesse piacerle qualcosa del genere, non quando ascolta gruppi come Chainsmokers, Imagine Dragons o Foo Fighters.
É bella, si inserisce perfettamente in questo ambiente e ringrazio Sandro per la sua insistenza. Per avermi praticamente costretto a invitarla.
Le esibizioni si susseguono velocemente e nemmeno mi rengo conto che tocca già a me.
«Ora vi presento Giacomo Londa.» dice Andrea indicandomi con la mano mentre entro sul palco. «Suonerà per voi un suo inedito.» si ferma qualche istante, ma evita di sospirare. «Baci al budino.»
Mi siedo sullo sgabello e aspetto che Andrea esca dal palco. Prendo un profondo respiro e rischio un'occhiata verso Giorgia. Ha gli occhi sgranati e non posso far a meno di sorridere. Ha capito che è per lei.
Inizio a far scorrere le dita sui tasti ed entro dentro la sinfonia, una dolce musica che ho composto pensando ai nostri baci, al suo profumo di budino e come mi guarda con quella luce che mi scalda il cuore. L'ho scritta pensando ai suoi pigiami pieni di pizzi, merletti e trasparenze in contrasto con quello che indossa di solito e quegli orribili calzettoni natalizi che si ostina a indossare in casa. L'ho scritta pensando a tutte quelle piccolezze che ho notato, come al fatto che non lega mai i capelli, al singolo cucchiaino di zucchero che mette nel caffè, ma il tè lo preferisce senza niente o con il miele. L'ho composta pensando al suo amore spropositato verso il pistacchio e come usi qualsiasi cosa come segnalibro. Ho pensato a come sorride quando è con le sue amiche, alla sua gentilezza e alla fragilità che nasconde, ma anche alla forza che possiede e che forse non ne è nemmeno consapevole di averla.
L'ho scritta pensando che la voglio, voglio sentirla, i nostri corpi nudi e avvinghiati l'uno all'altro, ma con la consapevolezza che non accadrà. É qui che la musica cambia, diventa più scura, buia. Nessuno di noi cederà, abbiamo idee opposte e non potremo mai venirci incontro. Non otterrò mai ciò che voglio perchè lei non vuole solo una scopata e io non posso darle la relazione che vuole. Non posso perchè devo aspettare che mio padre concluda l'affare con il padre di Caterina. Devo aspettare perché devo prima liberarmi di Caterina.
L'ho scritta pensando a quanto mi piace perchè sì, Giorgia mi piace parecchio. L'ho scritta pensando che nonostante tutto, ora non posso nemmeno pensare a mettermi in gioco con lei, non posso soffermarmi su questi pensieri a lungo. L'ho scritta pensando a quanto vorrei baciarla.
L'ho composta nella speranza che lei possa aspettarmi.
Tocco l'ultimo tasto e mi blocco prendendo un profondo respiro. Mi volto verso il pubblico, ma guardo solo lei che ha gli occhi lucidi e stringe la mano di Camilla. Mi fissa e cerca di trattenere quelle lacrime che le invadono gli occhi.
Sposto lo sguardo su mia sorella e il silenzio viene interrotto dagli applausi, mentre io guardo solo la bambina che mi sostiene da sempre e mi sorride commossa.
Ricambio il sorriso e mi inchino.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top