-- Capitolo 52 -

- ALESSANDRO. -

Arrivo a casa sperando di trovare Giorgia, ma è il silenzio a regnare nell'appartamento appena apro la porta. Possibile che sia uscita di casa? Di solito mi lascia un post-it, ma sulla bacheca accanto alla porta non c'è nulla.
Busso alla sua porta chiusa, ma nessuno risponde. Decido di aprirla e ritrovo Gio sdraiata per terra con le gambe appoggiate sul letto, il libro fra le mani e le cuffie nelle orecchie in cui risuona la musica che sento fino a qua.

Si volta verso di me appena vede la porta aprirsi e mi sorride spegnendo il cellulare e togliendosi le cuffie.

«Ciao.» dico entrando e appoggiandomi alla scrivania. «Cosa leggi?»

«Memoria di una geisha.»

«Ti devo dire una cosa.»

Mi guarda qualche istante per poi mordicchiarsi il labbro. «Posso finire il capitolo? Mi manca una pagina.»

Annuisco ridacchiando mentre lei si rimette a leggere sorridendo.

Scuoto la testa sospirando. Jack ha le stessa abitudine, deve assolutamente finire il capitolo.
Mi guardo intorno vedendo che i libri hanno cambiato disposizione, ma ancora molti sono appoggiati a terra e quelli sulla scrivania sono gli ultimi tre di Deaver, lo scrittore di gialli preferito da Jack. Lo sguardo mi scivola su alcuni cd che non avevo notato fino a quel momento e rimango sorpreso.
In mezzo a quelli dei Muse, Nirvana, Coldplay e The Beatles, ci sono alcuni di musica classica. Ce ne sono molti in realtà e non avrei mai pensato che le piacesse musica del genere perchè vanno dai più vecchi ai più moderni compositori. Forse me lo sarei dovuto aspettare perchè ascolta davvero di tutto, anche cantanti italiani come Cremonini e Ligabue.
Mai mi sarei aspettato di trovare tante cose in comune con Jack, perchè per quanto vogliano fare finta di niente, si somigliano.

Studiano con la musica in sottofondo, amano gli stessi gruppi e la musica classica e leggono gli stessi autori. Tendono a nascondere quello che provano e si mostrano sempre forti di fronte agli altri quando in realtà dentro di loro urlano e stanno scoppiando. Adorano la torta al cioccolato e cocco, hanno un debole per il pistacchio e bevono il caffè con un solo cucchiaino di zucchero. Preferiscono la birra ad altri alcolici e la loro pizza preferita è quella ai quattro formaggi. Vanno a correre per scaricare lo stress, per non pensare troppo e mettono al primo posto gli amici.

«Finito!» esclama strappandosi dai miei pensieri.

Non avevo mai pensato a quanto i miei due amici potessero essere compatibili, ma forse è proprio per questo che non riescono a togliersi gli occhi di dosso. Nonostante siano inconsapevoli, sentono un legame con l'altro.

La guardo sorridendo mentre usa uno scontrino come segnalibro. «Se vuoi ho dei segnalibri da prestarti.»

Scuote la testa. «Ogni libro ne ha uno personale.»

Proprio come Jack. Ogni libro ha dentro uno o due segnalibri -se così si possono chiamare scontrini, biglietti di treni, aerei, musei, o parti di fogli di appunti, o fotografie- e sottolinea le parti che più lo hanno colpito.

Si mette seduta correttamente e appoggia il libro sul letto. «Cosa mi devi dire?»

«Il ventotto febbraio, la sera, hai impegni?»

Scuote la testa. «Cosa vuoi fare?»

«Jack... diciamo che ha un concerto.»

Mi guarda confusa aggrottando la fronte. «Quindi?»

«Lui suona.»

«Suona?»

Annuisco. «Il pianoforte e vorrebbe che ci fossi anche tu.»

Alza gli occhi al cielo. «Non dire cavolate.»

«Sono serio, andremo tutti a sentirlo.»

«Sicuro che mi voglia?» chiede esitante. «Il nostro rapporto non è dei migliori.»

«Potresti iniziare a migliorarlo presentandoti a questa serata.»

Annuisce perdendosi per qualche istante fra i suoi pensieri. «Come bisogna vestirsi?»

«Verrai?» chiedo sorpreso di non aver dovuto insistere troppo.

Si stringe nelle spalle. «Se ci tiene, non vedo perchè non esserci.»

«Bene!» esclamo sollevato. «Hai qualcosa di elegante?»

Scuote la testa. «Quanto elegante?»

Tiro fuori il cellualre dalla tasca dei pantaloni. «Ti mostro le foto della scorsa esibizione.»

Fa scorrere le immagini, per poi ridarmi il cellulare e sbuffare. «Non ho nulla da mettere.»

«Sono sicuro che hai qualcosa.»

Sbuffa alzando gli occhi al cielo. «No, non ho nulla e ora verrai con me per negozi.»

«Chiama le ragazze!»

Mi guarda male. «Sono a lezione e se me lo avessi detto prima, mi sarei organizzata in altro modo.»

«Andiamo.» dico sbuffando. «Ti avviso che non sono bravo a consigliare.»

«Dovrai fare del tuo meglio.» risponde indossando le scarpe.

Al mio posto dovrebbe esserci Jack perchè è solo colpa sua, io volevo dirlo a tutti fin da subito. Questa sarà l'ultima volta che mi farò coinvolgere da questi due, lo prometto, d'ora in poi si arrangeranno. Io mi devo occupare di Marta, del nostro rapporto che voglio portare ad un'altro livello.
Per la prima volta voglio una ragazza, una relazione seria. Spero che lo voglia anche lei. Sono agitato al solo pensiero.



-GIORGIA. -

Stiamo girando per negozi da quasi due ore e credo proprio che fra poco Sandro mi farà fuori. Non è per nulla contento di entrare nell'ennesimo negozio, ma è tutta colpa sua, quindi non dovrebbe lamentarsi. Se solo mi avesse avvisato prima, avrei portato con me le ragazze perchè di certo sarebbero state più utili di lui.
Lo so che ho tempo, ma voglio trovare l'abito perfetto e per averlo devo cercarlo fin sa subito.

Incrocio le dita mentre entriamo da Zara. Non so cosa potrò trovare visto che solitamente non è molto nel mio strile. Non posso presentarmi con uno dei miee abiti, farei fare una brutta figura a Jack e non voglio.
Cavolo mi ha invitato! Dopo quello che è successo, mi ha comunque invitato.

Devo mantenere la calma e non entusiasmarmi troppo, non è il caso. Il nostro rapporto si è raffreddato e non posso cambiare la mia idea. Non posso solo divertirmi, non è da me e non mi piace. Non ci sarà mai nulla fra noi e non posso dimenticare che è andato a letto con una mia amica. É  uscito con Arianna e che non mi venga a dire che non sia stato un appuntamento, perchè lo sembrava. Lo era decisamente, quindi inutile raccontare cavolate. So che adesso non si sentono più e che lei lo odia e a quanto pare è arrabbiata anche con me. É  convinta che io ci sia andata a letto, che è colpa mia se Jack non la vuole più vedere. Ho cercato di dirle che si sbaglia, che non è accaduto, ma non riesco a farle cambiare idea e non so che altro fare. A questo punto, che creda ciò che voglia.

Sospiro lasciando fuori questi pensieri ed entrando nel negozio.
Inizio a girare fra gli abiti seguita da Sandro che sbuffa ogni volta che guardo un vestito, ma che non lo prendo da provare.

«Lo stai facendo apposta?» chiede all'improvviso.

Mi volto verso di lui e lo guardo stranita. «Cosa dici?»

«Tu lo stai facendo apposta!» ribadisce. «Provati almeno un cavolo di abito!»

«Non ne trovo nessuno bello.» borbotto.

Sandro sospira porgendomi quello al nostro fianco che ho guardato già un paio di volte. «Provalo.»

«Non mi starà mai bene.»

«Gio, starai bene.» dice sorridendo incoraggiante. «É  un semplice abito.»

«Non è vero!»

Mi stringe in un abbracio improvviso. «Non devi farti troppi problemi.»

Gli abbracci di Sandro mi piacciono, sono così calorosi e rassicuranti in grado di sciogliere la mia tensione. L'ansia scema via lentamente e torno a pensare lucidamente. Appoggio la fronte alla sua spalla, stringendolo forte.
Questa serata sarà sicuramente importante per Jack, ma è strano che voglia proprio me. É da Carnevale che non ci parliamo, ci salutiamo e basta perchè sono troppo stupida per evitarlo totalmente, anche se sarebbe meglio.
Non posso affezionarmi a lui, soffrirei e basta. I ragazzi come lui non vanno bene per persone come me. Non è cattivo, me l'ha dimostrato anche l'altra mattina, quando gli ho raccontato di mia nonna e me lo dimostra quando si prende cura dei suoi amici. Me lo ha dimostrato quando mi ha trovato sotto la pioggia a piangere, quando mi ha salvato dal ragazzo che allungava le mani e anche quando mi ha portato via da Lorenzo. So che infondo ha un gran cuore, ma fa fatica a mostrarlo e prima che si decida io mi farei male.

Sospiro allontanandomi da lui. «Sei sicuro che mi voglia?»

«Sì.» risponde deciso guardandomi negli occhi. «Vuole che tutti noi siamo presenti, quindi provati questo benedetto abito che hai visto appena entrata.» mi accarezza la guancia sorridendomi dolcemente. «Senti, Jack è strano, ma ti vuole presente.»

«Perchè non me l'ha detto lui?»

«Perchè è stupido.» dice tranquillamente e io lo guardo male, perciò si fa serio. «Lui ama la musica e suonare, e non sapeva se tu avresti apprezzato questo evento. Non sapeva se saresti venuta.»

«Certo!» esclamo. «Se è importante, ci sono.»

Sorride dolcemente. «É quello che gli ho detto anche io.»

Lo fisso qualche istante per poi sospirare. «Mi fido.»

Mi spinge verso il camerino e finalmente mi decido a provare questo abito.

Una parte di me dice di tornare a casa e non andare, ma dall'altra voglio sostenerlo. Éprima di tutto mio amico e se per lui è importante, io ci sarò. Sono attratta da lui, anche se è andato a letto con una mia amica, ma rimane un amico. Quanto sono stupida! Stupida!
Mi guardo allo specchio per un'infinità di tempo. La gonna è lunga e morbida e mi accarezza le gambe, di un celeste chiaro e il corpetto è rigido, con una scollatura a cuore e maniche corte decorate con fiori in pizzo blu. É un abito molto bello, ma non sono sicura che mi stia bene e che sia adatto alla serata.

«Sei viva?»

«Non va bene, ne devo trovare un altro.»

La tendina viene aperta di scatto rivelandomi un Sandro spazientito per l'attesa. Mi guarda per qualche istante, studiando approfonditamente il vestito e mi sento a disagio. Deve per forza guardarmi così?
Sto così male? Non credevo che fosse così brutto, infondo mi piace come abito.

«Gio.» dice serio. «Vuoi cambiarlo?»

Mi stringo nelle spalle. «Non so, cosa dici?»

«Che stai davvero bene.»

«Sicuro?»

«Sicuro.» afferma sorridendo incoraggiante. «Senti Gio, non so cos'altro dire per convincerti. Stai benissimo. Prendilo e non lo sto dicendo solo per andare a casa. É perfetto per la serata.»

Abbasso lo sguardo e finalmente mi decido a parlare. «Non so se venire.»

«Perchè?» chiede aggrottando la fronte.

«Perchè per lui è importante e sono una sconosciuta. Se è stato così titubante a dirmelo, forse non è il caso che io ci sia.»

Mi prende le mani fra le sue. «Ci resterebbe male se tu non ci fossi.»

Soppeso le sue parole e cerco qualche cedimento nei suoi occhi chiari, ma non vedo nulla. «Sandro...»

«Fidati.» dice sorridendo e avvicinandosi per baciarmi sulla fronte. «Compra questo abito e non fare storie. Datti una mossa che voglio tornare a casa.»

Ricambio il sorriso e torno dentro il camerino per cambiarmi. Comprerò questo abito e spero che vada tutto per il meglio.


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Lo so, lo so, questo capitolo non dice nulla in particolare, ma ci tenevo a fare un momento fra Giorgia e Sandro. Infondo si vogliono bene e Sandro è sempre dolce e comprensivo.
Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Giacomo per la vostra felicità! Però, dovrete attendere fino a sabato.

Cosa ne pensate di questo? Cosa credete che accadrà?

Buona serata e grazie per continuare a seguire la storia!

Baci G. ^^

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