-- Capitolo 48 -
- CAMILLA. -
Credo mi sia venuta una paralisi al volto a causa del continuo sorridere. Mi piacerebbe che fosse per le risate vere, ma invece sono qui con le labbra tirate solo per gentilezza.
Se smetto di sorridere, forse smette anche lui di parlare? è una domanda che mi tormenta da qualche minuto, ma non voglio essere scortese. A tutti è concessa una possibilità.
Riccardo Greco. Credevo che fosse un ragazzo gentile e simpatico, così mi è sembrato durante gli scorsi mesi all'università e invece è solo noioso. Fa battute a cui ride da solo e non si rende nemmeno conto che io sto sorridendo allo stesso modo da quasi un'ora. Devi essere proprio pieno di te se non ti accorgi della persona che hai davanti. Mi aveva proprio fatto una buona impressione a lezione e poi di solito i pugliesi sono simpatici, almeno, ho trovato sempre pugliesi simpatici e allegri. Lui è l'opposto.
Siamo seduti in questo bar da troppo tempo per i miei gusti e non so come liberarmi di Riccardo senza ferirlo. Se ci fosse stata Carolina non ci avrebbe pensato due volte di fargli presente quanto sia noioso e che ha parlato solo lui. Vorrei essere un po' come lei in questi casi.
All'improvviso squilla il suo cellulare e risponde senza nemmeno scusarsi con me.
è anche maleducato.
Lo osservo mentre parla e mi rendo conto che il suo fascino è svanito. La palpebra calante che nasconde parte delle iridi scure non è per nulla attraente e nemmeno quei capelli neri sistemati alla perfezione. Il suo fisico è secco, nulla da toccare e nulla di interessante.
Ho sbagliato totalmetne su di lui. Possibile che le altre non mi abbiano detto nulla? Forse non volevano ferirmi, o pensavano che me ne sarei resa conto da sola. Bhè, mi sono accorta di non essere interessata a lui sotto nessun aspetto.
«Ti va di venire da me?» chiede appena chiude la chiamata.
«Da te?» lo guardo sorpresa.
Annuisce. «Siamo stati bene questo pomeriggio e possiamo concludere per il meglio.»
Lo fisso per qualche secondo, incredula. «Credo che andrò a casa mia.»
«Vuoi fare dopo cena?»
«Io...»
«Perchè se puoi solo più tardi devo spostare i miei impegni.» dice parlandomi sopra. «Posso chiamare Giada e dirle di venire ora.»
«Giada?»
«è un'altra con cui mi vedo.»
Dopo questa affermazione, credo proprio che sia il caso di salutarlo e non vederlo più. Non credevo che fosse così, ma almeno è stato onesto, non che ciò cambi o migliori la situazione.
Mi alzo in piedi ridacchiando della mia stupidità. Assurdo come mi sia sbagliata. «Devo andare.»
«Mi lasci il tuo numero?»
Mi infilo il cappotto e scuoto la testa. «Non verrò a letto con te.»
Alza gli occhi al cielo. «Sei una di quelle ragazze che ha bisogno di tre uscite?»
è proprio stupido. «Sono una di quelle ragazze che va a letto con qualcuno solo se è interessata.»
«Tu non lo sei?» chiede sicuro di sè. «Mi hai cercato tu.»
Mi pento di avergli anche solo chiesto l'amicizia su facebook. «No.»
Mi guarda sorpreso dalla mia schiettezza e devo ammettere che lo sono anche io, ma mi sento bene. Inutile essere carina e sorridente con lui, non capirebbe mai. Con le persone come lui bisogna essere dirette, anche a costo di sembrare insensibili.
«Ma...»
«Riccardo.» dico con calma. «Non sono interessata a te e non lo sarò mai. Siamo in questo bar da più di un'ora e hai parlato solo tu. Credevo che fossi diverso, quindi ci salutiamo qui.»
La sua espressione da sorpresa si fa arrabbiata. «Non paghi?»
Scoppio a ridere. «Credimi, ho già pagato abbastanza.»
«Io non pago il tuo tè.» afferma come un bambino.
Sospiro alzado gli occhi al cielo. «Ascoltami.» dico puntando i miei occhi nei suoi. «Accetta il mio consiglio perchè ti servirà in futuro e spero te ne ricorderai. Riccardo, se hai questo atteggiamento con le ragazze, anche la più stupida, prima o poi si accorgerà di quanto sia sbagliato e ti lascerà.»
«Ho tutte le ragazze che voglio.» borbotta infastidito.
«è un consiglio da amica, riflettici.»
Prima che possa aprire ancora la bocca me ne vado e non pago il mio tè. Stare seduta su quella sedia ad ascoltarlo è stato abbastanza, quindi ricambierà il favore paganto quei miseri due euro.
Ho sbagliato su tutta la linea con lui.
Esco dal bar e prendo un profondo respiro mentre l'aria fresca di febbraio mi colpisce. Guardo il cellulare e decido di andare a casa perchè sedermi in un altro bar proprio non mi va. Carolina mi metterà al corrente di cosa si è detta con le ragazze quando tornerà a casa.
Una cosa positiva in questo pomeriggio tutto sommato c'è stata: sono uscita con un ragazzo. Ho accettato il suo invito e per quanto possa essere stato deludente, almeno non mi sono fatta frenare dal mio passato. Non devo farmi più frenare da ciò che mi è successo.
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