-- Capitolo 39 -
- ALESSANDRO. -
La notte che ho passato è stata fantastica e ora mi trovo a sorridere come un completo stupido. Davvero Marta pensava di non soddisfarmi? Di pratica non le serve, ma se vuole essere sicura io di certo non mi tiro indietro. Ero certo che mi sarei divertito, che mi sarebbe piaciuto. Abbiamo un'ottima intesa.
Dobbiamo parlare anche del perchè stava piangendo prima che arrivassi, vorrei proprio saperlo. Avrei dovuto chiederglielo prima, ma la passione ha avuto la meglio e non sono più stato in grado di parlare di argomenti seri. Forse ne sarei stato in grado, ma non volevo rischiare che poi si tirasse indietro. Sono stato un po' egoista, ma una volta stretta fra le mie braccia e aver provato le sue labbra, il mio cervello non ha più funzionato a dovere.
Mi piace baciarla, soprattutto il suo collo di cigno. Mi piace mordicchiarglielo e piace parecchio anche a lei.
Arrivo davanti alla casa di Jack e sbuffo. Credevo sul serio che avrebbe passato la notte con Giorgia, che sarebbe successo qualcosa, ma non è andata così. Lui si trovava con delle modelle e Caro e Cam stanno andando dalla mia coinquilina questa mattina. Decisamente non è successo nulla di buono, nulla di quello che mi aspettassi.
Per la prima volta ho visto Jack prendersi cura di una ragazza, con così tanta dolcezza che mi stava venendo la carie. Il suo sguardo era chiaro e invece è finito in un bar. È un'idiota totale, eppure ero più che certo che con Giorgia sarebbe finita bene.
Suono il citofono e aspetto, ma nessuno risponde. Provo di nuovo, ancora un paio di volte e alla fine lo chiamo. Squilla a vuoto e inizio a innervosirmi, ma finalmente si degna di rispondere.
«Cosa vuoi a quest'ora?» chiede innervosito.
«Aprimi.» dico duramente. «Sono sotto a casa tua e dobbiamo parlare.»
Sbuffa. «Se è per Giorgia non ho nulla da dire.»
«Invece dobbiamo parlare.»
«Non dovevi andartene ieri!» esclama e poi mi chiude un faccia la chiamata.
Fisso lo schermo sorpreso. No, non crederà davvero che io lasci perdere questa faccenda. Non mi prenderò nessuna responsabilità. Non succederà la stessa cosa di Caterina. Mi attacco al citofono continuando a schiacciare il pulsante e finalmente mi apre. Peccato che arrivato alla porta la trovo chiusa, sembra proprio che non mi conosca.
Sospiro e inizio a schiacciare il campanello fino a quando la porta non si apre mostrandomi il mio amico incazzato con indosso i pantaloni della tuta neri e basta. Il suo abbigliamento tipico di quando sta suonando.
«Non devi far colpo su di me.» dico indicandogli il petto scoperto.
Alza gli occhi al cielo. «Sandro, non ho tempo.» incrocio le braccia al petto e finalmente si sposta dalla porta. «Non mi interessa cosa pensi e nemmeno se Caro o Cam mi vogliono uccidere.»
«Credo che prima ci sia Marta.» dico chiudendomi la porta alle spalle. «In poche parole, ti taglierà le palle, se fai soffrire ancora Giorgia. Appena lo saprà sono sicuro che si unirà anche Sab.»
Alza le spalle incurante. «Prima di minacciare dovrebbe farsi spiegare la situazione.»
«Quale sarebbe?»
«Pensate che l'unico stronzo sono io.» risponde guardandomi dritto negli occhi. «Mi spiace deluderti per questa volta. Hai trovato un'altra coinquilina stronza.»
Tolgo la giacca appoggiandola sul divano. «Jack, cosa è successo?»
«Che differenza farebbe?»
Alzo gli occhi al cielo. Gli sembra il momento di comportarsi da bambino? Non gli sto dando la colpa di nulla e ancora non mi ha detto cosa cavolo è successo. Ho solo ricevuto una foto di lui in mezzo a due modelle quando invece avrebbe dovuto essere con Giorgia. Sono più che sicuro che lei sia meglio di Caterina, non può davvero paragonarle.
Si avvicina al divano e raccoglie una delle due magliette che ci sono e se la infila. Noto anche dei pantaloni a terra, ma per fortuna non ci sono abiti da donna. Non porta mai le ragazze a casa sua, ma a questo punto mi sarei anche aspettato ciò.
«Hai intenzione di dirmelo?»
«Senti, non c'è niente da dire.» risponde andando verso la cucina. «Non siamo della stessa idea, vogliamo cose diverse e fine. Io voglio divertirmi e lei una storia seria. Caffè?»
Sospiro annuendo e mi siedo su uno degli sgabelli dell'isola mentre mette sul fornello la caffettiera.
Io proprio non lo capisco, credevo che gli interessasse Giorgia. Lo so che hanno idee diverse, ma pensavo che si sarebbero venuti incontro, che avrebbero trovato un modo. Ero così sicuro che l'ho lasciato solo con lei nel mio appartamento!
«Jack.» dico richiamando la sua attenzione. «Cosa ti blocca? Lo so che vuoi divertirti, ma per quale motivo non provare a cambiare?»
«Potrebbe provarci lei.» borbotta guardandomi male. «È stata lei a saltarmi addosso, per poi fermarsi con la scusa del ciclo!»
«Per questo sei andato in quel bar?»
«Sí.»
«Hai scopato con quelle ragazze.»
Mi fissa per qualche istante per poi scuotere la testa. «Non mi andava.»
Lo so, come so che non va con qualcuna da un po'. «Da quanto non scopi?»
L'ultima con cui è stato è Arianna, l'amica della mia coinquilina. Certo che avrebbe potuto scegliere un'altra ragazza e non proprio un'amica di Giorgia. Alcune volte credo proprio che il cervello gli si spenga.
Si passa una mano fra i capelli, ma non risponde, non c'è bisogno che mi dica nulla. Io so il motivo e lo sa anche lui, ma forse ha solo paura. Una paura che dovrebbe affrontare perchè Giorgia potrebbe solo fargli bene.
«Ho scritto.» dice all'improvviso.
«Lo so.» rispondo alzandomi e versandomi il caffè nella tazza. Mi guarda sorpreso e confuso. «Me l'hai detto una sera, quella in cui sei rimasto da me.»
«È bella.» mormora sovrappensiero.
Annuisco. «La sinfonia o Giorgia?» chiedo voltandomi verso di lui. «Anche questo mi hai detto, ma non so a quale delle due ti riferissi.»
«Forse a entrambe.» mormora e capisco che ciò che ha scritto è per lei. Si passa una mano fra i capelli. «Non sono capace di fare il fidanzato, non sono quello che vuole.»
«Non puoi saperlo.» dico e prima che lui possa ribattere continuo. «Jack, di questo dovresti parlarne con lei. Prima di escluderti la possibilità, pensaci e parla con lei.»
«Dovrebbe conoscere la mia famiglia, le dovrei raccontare di Mattia.»
«Mi sembra presto per questo. Non siete nemmeno insieme.»
«Se mai dovesse succedere, vuol dire che conoscerà la mia famiglia.» dice imperterrito. «Non voglio. Questione chiusa.»
É una testa dura e non so come farlo ragionare. È presto per presentare la sua famiglia, per parlarle di Mattia, ma se ci ha pensato, forse vuole dire che ha pensato seriamente a Giorgia.
Lo so che per lui è difficile parlare di suo fratello, della sua morte. L'ha segnata, quell'incidente ha segnato tutta la sua famiglia, ma infondo non poteva essere tanto diverso. Mattia è morto tre anni fa e Jack ne sente molto la mancanza e sicuramente la sentirà per sempre. Non parla mai di lui, nemmeno con me lo fa e io l'ho conosciuto.
Spero per lui che rifletterà sulla questione e che prenderà la decisione giusta. Credo che parlarne gli farà bene, sono sicuro che Giorgia possa essergli d'aiuto.
Prende in mano la sua tazza. «Com'è andata con Marta?» chiede cambiando discorso.
Uno stupido sorriso si fa spazio sul mio viso e non mi preoccupo di reprimerlo. Vorrei continuare a parlare di lui e Giorgia, ma so che sarebbe tutto inutile. Deve riflettere e già il fatto che non sia andato a letto con nessuna è un passo avanti.
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Ciao a tutti!
Cosa ne pensate del capitolo? Cosa credete che accadrà nei prossimi?
Ps. Prossimo aggiornamento sarà domenica.
Baci G ^.^
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