Intima poesia.

Quattro mura e una porta chiusa
quattro specchi di un'anima confusa.
Tanti i pensieri nella mia mente
che fanno di me un vincitore perdente.

Stare soli e fantastico,
ti metti su uno sgabello
dipingendo la vita a pastello.

Sei libero
sei fuori dal casello.
Ma ti poni un problema
non hai nessuno a cui dirlo.

Meravigliosa emozione
sbatto forte i pugni al muro
e ciò che non dico rimbomba nel silenzio
ma è quello che penso.

A chi lo racconto se non mi ascolta nessuno.
A chi strillo quanto valgo, in questo taciturno frastuono.

Ma a me piace ed è questo l'importante
perché non perdo tempo
vado dritto al punto
mai stento.

Nessuna discussione
Di ciò che penso divento io il padrone
faccio congetture quando e come voglio
a più non posso
senza nessuno che mi vomiti parole addosso.

Non si può dire

Non si può fare

Nessun giudice

Nessun tribunale.

In fondo soli non siamo mai
c'è sempre una piacevole compagnia con noi.
A volte è nitida altre è sinistra

È la nostra.

Soltanto chi si isola da se stesso e dal prossimo è veramente solo.
Ma senza punti di riferimento
potresti sbattere la testa contro un muro.

Così fallo per poco
usalo solo come un momentaneo sfogo
magari quando ne senti il bisogno
giusto il tempo di vivere un sogno.

Si matura l'originalità
l'estro incontrollato
ma anche inquietanti agonie.
Lì dove nascono sempre in me
incontrollate follie.

I miei pensieri.

Le mie poesie.

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