6.
Oggi non è giornata.
Mi sono svegliato con la televisione del vicino, sicuramente sordo, e dopo due passi esatti il mio mignolo ha avuto un incontro ravvicinato con il piede del letto. Ho imprecato in quello che penso fosse aramaico.
Per chiudere in bellezza, anziché mettere lo zucchero nel caffè, ho usato il sale.
Una giornata iniziata male e in genere, quando va male fin da subito, non può che finire peggio.
Con questi pensieri negativi in testa, mi incammino verso l'università. Non voglio prendere la macchina, non vorrei poi doverla riparare a causa di qualche botta. Oggi potrebbe capitare di tutto.
Sono sempre di fretta e quando guido non posso assaporare il panorama, ma stamattina, mentre passeggio, posso guardarmi intorno, soffermare lo sguardo su tutto ciò che mi circonda. Con una tazza di caffè lungo sarebbe decisamente meglio, ma sono in ritardo o meglio lo sarei se comprassi il caffè, vista la lunga fila da Starbucks.
Continuo a camminare tra pedoni affrettati, donne in tailleur eleganti, uomini in giacca e cravatta con valigette costose e pochi ragazzi come me. Qualche anziano che compra il pane fresco dal negozio di fiducia, qualche bambino che viene caricato in macchina per esser portato all'asilo. I taxi scorrazzano nel traffico fitto a quest'ora ed è tutto così frenetico da farmi sembrare strano o forse nullafacente. Chi passeggerebbe alle otto e mezzo di mattina, mentre tutti corrono per andare a lavoro, osservando il mondo? Io.
Quando non sono in ritardo.
Il sole sembra non voler far capolino oggi, rendendo più tetri e grevi gli antichi palazzi. Il mio preferito è quello alla fine della via, il più moderno. Bianco con gli infissi grigi, mi dona un senso di ordine e pace nel caos che caratterizza questa piccola città. Da piccolo ho sempre invidiato chi vi abitasse ed un giorno ho pianto per cercar di convincere mia madre a trasferirci li, nonostante la nostra bella villetta a due piani. La sua faccia sconvolta era uno spettacolo, ma mai quanto quella di mio padre.
Una manata sulla spalla mi riporta alla realtà.
"Louis!"
Se potessi uccidere con lo sguardo, Jacob sarebbe morto.
"Come mai a piedi vecchio mio?"
"Vecchio mio? Sei serio?"
Alzo le sopracciglia in segno di incredulità mista a stupore misto a divertimento.
"Certo. Siamo vecchi ormai!"
"Parla per te, io non mi sento affatto vecchio e dalla forza del tuo colpo, penso non lo sia nemmeno tu"
Siamo giunti all'università, gremita di gente.
"C'è sciopero per caso?"
Con una smorfia confusa e un'alzata di spalle comunico al mio amico che non lo so.
Scorgo la folla alla ricerca di un viso amico, ma uno catalizza la mia attenzione.
È lui, il fidanzato della ragazza del divanetto. Sta parlando con qualcuno, con una ragazza e sembra a suo agio. Troppo a suo agio.
"Louis smettila di guardarlo così. Quello ti spacca la faccia"
Sposto l'attenzione sul mio amico con uno sguardo di sufficienza.
"A chi? A me?"
"Proprio a te. Ti fracassa se continui a farti i cazzi suoi. Lo farei anche io"
Faccio scoccare la lingua in dissenso.
"Se non lo concio male prima che possa fracassarmi, come dici tu"
"Louis è pieno di muscoli. Non avresti speranza" prima che possa ribattere, aggiunge che sono parole di Kate, non certo sue.
"Che gentili che siete. Supportivi"
So che hanno ragione, ma non lo ammetterò mai. Non lo sopporto, è antipatico e sopporto ancora meno il fatto che stia flirtando con qualcuno che non è la sua ragazza quando questa non è nemmeno nei paraggi.
"Tu sei geloso, è questo il punto"
Jacob annuisce concordando con Kate che si materializza sempre quando non deve.
"Ciao anche a te, Kate"
Continuano a parlare di me come se non ci fossi, ad esporre teorie ed analizzare il mio comportamento ed io fingo di non sentire ciò che dicono anche se lo faccio benissimo finché i piedi mi si incollano al pavimento e davvero non sento più niente se non il battito accelerato del mio cuore.
"Louis? Louis!"
Jacob è al mio fianco e cerca di attirare la mia attenzione ma non ha speranze.
L'ho vista.
È lei.
L'ho trovata.
È nel lungo corridoio, qui davanti a me, circa a metà e parla con quel tipo dai capelli con le punte verdi.
È bellissima.
Non è truccata stavolta, non ha una gonna ma solo dei jeans che nascondono le sue belle gambe, mostrando comunque un fondoschiena da paura.
Il maglione non è attillato, ma la fascia dolcemente. È così semplice e bella da far invidia a chiunque.
Mi sono praticamente bloccato quando l'ho vista. Stavamo andando in aula dopo aver capito che lì fuori non c'era alcuna manifestazione, ero distratto e come ho alzato lo sguardo mi è quasi mancato il respiro.
"Sembra un maniaco. Jacob fa qualcosa"
"Louis!"
Un pugno mi costringe a spostare gli occhi da lei per rivolgerli al mio amico e vedo Kate ringraziarlo.
"Qual è il problema?!"
Mi guarda perplesso poi osserva davanti a noi e la vede.
"Oh. Amico, io penso tu debba buttarti"
Sollevo un sopracciglio e lo guardo abbastanza scettico.
"Devo ricordarti che è fidanzata con un armadio a muro? Devo ricordarti che è più grande e di certo non le interesserò io?"
Jacob solleva gli occhi al cielo e scuote le mani in segno di rinuncia.
"È lei ? Quella che penso?"
Non rispondo a Kate, ci penserà Jacob, ne sono sicuro.
Lei saluta il ragazzo con cui parlava e viene verso di noi.
So che non sta venendo da me ma il cuore batte all'impazzata e non riesco a controllarlo. Non mi degna di uno sguardo come previsto, ma sento il suo profumo, quanto basta per portarmi a chiudere gli occhi e inspirare più forte.
Dannazione.
"Tu sei c-o-m-p-l-e-t-a-m-e-n-t-e andato"
Jacob mi riporta sulla terra quanto basta per vederla entrare in biblioteca.
"Io devo andare"
Senza staccare gli occhi dal punto in cui è sparita, cammino a passo spedito senza salutare i miei amici rimasti attoniti nel punto in cui eravamo fermi.
Sono agitato, ma voglio vederla di più, voglio sapere di più. Almeno il suo nome.
I tavoli sono quasi pieni nella prima saletta e spero vivamente sia andata in quella adiacente e soprattutto che sia sola.
È seduta ad un tavolo vuoto, la sua borsa e i libri ad occuparne più della metà, segno che aspetta qualcuno o forse non vuole essere disturbata.
Mi siedo in quello di fronte, acchiappando un libro a caso dallo scaffale. 'Chimica analitica parte I' recita il titolo. Non lo leggerei comunque, ma devo pur far finta di studiare essendo in una biblioteca.
Penso mi abbia visto e una piccola parte di me spera mi stia ancora guadando.
Non mi sono rasato oggi, le sembrerò un barbone.
Un barbone sexy.
Rincuorato da questi pensieri, sbircio oltre le pagine e mi fermo a guardare cosa sta facendo. È concentrata sul libro, non si cura del mondo. Una ciocca ribelle le cade sul viso e con calma la riporta dietro l'orecchio.
Quando morde il tappo della bic blu, potrei svenire da un momento all'altro. Ho cercato di non fissare le sue labbra per restar il più razionale possibile, ma se fa così non posso farcela.
Solleva lo sguardo, forse sentendosi osservata, e volto pagina come se non avessi fatto altro che leggere.
Non voglio farmi beccare ad osservarla, quindi cerco di sbirciare ma con la coda dell'occhio. Vedo un sorriso nascere sulle sue labbra dopo poco, quando dei passi annunciano l'arrivo di qualcuno.
Dio ti prego, fa che non sia lui. O Jacob. O Kate.
Una figura si avvicina a lei, e la bacia. Sono sicuro l'abbia baciata, anche se non ho visto le loro labbra incontrarsi. L'armadio a muro è qui.
Cazzo.
Mi riempirà di botte se li fisso ancora, ne sono quasi certo.
Toglierei il quasi quando, sentendomi osservato, incrocio il suo sguardo perplesso e infastidito.
Stavolta non ho fatto nulla, che vuole da me?
Non c'era quando l'ho guardata e non è colpa mia. Non posso farne a meno.
Riabbasso lo sguardo sul libro e fingo di concentrarmi. Ogni senso è rivolto verso loro due, riesco a percepire il braccio di lui sulle spalle di lei e nel mio stomaco esplode qualcosa.
Le parole di Kate mi tornano in mente ma le scaccio velocemente. Io non sono geloso. Tantomeno di lei. O meglio di lui.
Le nocche diventano bianche e solo per questo mi rendo conto di aver stretto troppo la copertina del libro.
Il mio telefono vibra, loro ridono ed io vorrei alzarmi da qui e andar via. Ma non posso farlo senza attirare la loro attenzione e non voglio.
Forse sto davvero esagerando con quel tipo e non vorrei avere un occhio nero per la fine della giornata.
<Arriviamo. Tienici un posto>
Sto per rispondere, quando una borsa blu si schianta sul mio tavolo e Jacob invade la mia visuale. L'armadio a muro è nascosto, ma lei no.
Potrei baciare il mio amico in questo momento e glielo direi se l'armadio a muro non si spostasse rientrando nel mio campo visivo e continuando ad osservarmi divertito.
"Che succede?"
Kate sussurra avvertendo una certa tensione nell'aria.
"Louis non vuoi che ti ammazzi vero? Smettila. Se fosse la tua ragazza e lui si stesse comportando come te, gli avresti già messo le mani addosso"
Jacob ha ragione, ma non riesco a controllarmi. Che ci posso fare?
"Io non sto facendo nulla, okay? Sto studiando!"
Le sopracciglia della mia amica vanno verso l'alto e Jacob sorride sarcastico.
"Ah, sì? Chimica analitica?"
Annuisco come se fosse ovvio ciò che chiede. Non sono preparato però, a ciò che combina in seguito.
"E dimmi, quando l'avresti seguito questo corso, tu? Nel nostro piano di studi è tra un anno"
Ha alzato la voce di proposito, ha catturato l'attenzione dell'armadio a muro che adesso sembra ancora più interessato a noi e io non so cosa ribattere.
"Mi porto avanti. Non sono come te, K"
La scusa più stupida e banale esistente, ma non potevo di certo ammettere che fossi lì per guardare lei.
Armadio a muro si alza e smetto di ascoltare i miei amici per riuscire a captare qualcosa del suo discorso con lei. Purtroppo parla piano, ma riesco a sentire un elemento importante: il suo nome. Soph. Per cui sarà Sophia, senz'altro.
Sophia. Sophia. Sophia.
Lo ripeto mentalmente come un mantra e mi piace. Mi piace il suono delicato del suo nome, mi piace che lei si chiami così perché le si addice, mi piace saperlo, mi piace poterla identificare.
Sophia.
Loro vanno via mentre parlano fitto fitto, senza rivolgermi uno sguardo, ma adesso non importa. Per adesso sono felice della mia piccola conquista.
Sophia.
Lo ripeto e sorrido.
——————
So di essere mancata per troppo tempo, ma nonostante avessi scritto il capitolo da un po', non riuscivo a trovare il tempo per completarlo. Quindi si, gli aggiornamenti saranno molto lenti, credo, ma cercherò di farveli avere.
Spero vi possa piacere e che abbiate voglia di continuare a leggere di loro prima o poi. 😊
A presto,
Luisa
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