1.

I raggi del sole che mi colpiscono il viso indicano che un nuovo giorno è iniziato. Apro svogliatamente gli occhi e mi trovo nel letto avvolta dalle coperte. Non ricordo come ci sono arrivata, non ricordo nemmeno quando mi sono addormentata. L'ultima cosa che ricordo sono le braccia di Liam.
Dev'essere stato lui a mettermi a letto e rimboccarmi le coperte.
I jeans mi danno un fastidio tremendo ma lo ringrazio per non averli tolti.
Sarebbe stato abbastanza imbarazzante.
Non voglio alzarmi, non voglio svegliarmi e non voglio iniziare un nuovo giorno.
Mi sono fermata a tre mesi fa e non ho intenzione di accettare il fatto che il tempo sia andato avanti, lui sia andato avanti ed io..no.
Un rumore insistente alla porta mi costringe a far uscire la testa fuori dalle coperte.

"Soph!!"

Non voglio aprire ma so che se non lo farò butterà giù la porta o si arrampicherà dalla scala esterna fino ad arrivare proprio alla finestra della camera.

"Arrivo!"

Lancio la trapunta con la poca forza che possiedo e scalza cammino fino all'uscio mentre lui ancora urla fuori.

"Cazzo Liam non urlare!"

Deve essere completamente fuori di testa per presentarsi a casa mia a quest'ora del mattino e fare tutto questo casino.

"Se non avessi urlato non mi avresti aperto. Buongiorno anche a te, eh"

Probabilmente ha ragione ma non ho voglia di soffermarmi sulla questione. Adesso ho aperto,lui è entrato e tutti sono felici quindi posso tornare nel mio rifugio antiatomico dal quale mi ha strappato via.

"Hai fatto colazione?"

Continuo a camminare verso la mia camera mentre rispondo.

"No."

So dove vuole arrivare ed io non ho la forza per discutere con lui.

"Perché?"

Il suo tono è arrabbiato ed io so che ha ragione ma non mi importa.

"Non ho fame."

Non è una bugia. Non ho più fame o meglio ho fame solo raramente.

"Sei troppo magra."

Lo so, anche se tu non me lo ricordi. Lo so, ma non posso far nulla.

"Soph!"

Urla ancora e quando mi volto, la sua espressione furiosa è tutto ciò che trovo.
Non l'ho mai visto così e..mi sento in colpa.

"Dannazione Liam! Lo so! Ma non riesco a mangiare e non sono affari tuoi. Lasciami in pace!"

Sto lottando contro le lacrime, non voglio piangere di nuovo. Ero riuscita a smettere, ce la stavo facendo prima di rivedere Lui ieri notte.

"Lasciatemi tutti in pace!"

Non riesco a percepire il suo contorno netto, non percepisco più nulla. Tutto è sfuocato e tutto è ancora una volta dolore sordo.
Chiudo gli occhi, sperando per l'ennesima ed inutile volta in questo mese, che sia tutto un sogno, un brutto sogno da cui mi sveglierò e sarà tutto come prima. Io, lui..noi.
Sento le labbra di Liam sulla fronte e riesco a percepire di nuovo la realtà circostante. Mi sta abbracciando ed io sto, ancora una volta, piangendo disperatamente tra le sue braccia.

"Ti prego, Soph. Basta."

Lui non sa quante volte io abbia pregato in questo periodo. Lui non sa quanto abbia chiesto che tutto questo finisse, che il dolore tacesse, che la sua mancanza non potesse essere percepibile. Lui non sa che ho cercato di dire basta tante volte, ma non è stato mai abbastanza.
Io non sono mai abbastanza.

"Ti prego, guardami. Mi dispiace."

È sincero, lo so e so anche che non dovrebbe dispiacersi perché la colpa è solo mia.
Mi accarezza i capelli, mi lascia sfogare finché il mio corpo smette di essere scosso dai singhiozzi.

"Soph. Datti una sistemata adesso e vieni a far colazione con me. Ti prego, Soph."

Lo guardo negli occhi e la preoccupazione che riesco a leggerci è tanta ed io mi sento così in colpa.
Non dovrebbe preoccuparsi per me, io..me la caverò.

"Liam, non ho fame. Davvero. Vai da Valery, lei ha bisogno di te."

Adotto la tattica della fidanzata, in genere ha sempre funzionato ma lui oggi sembra non voler mollare.

"Soph, io e Valery ci siamo lasciati. Tu stai diventando trasparente, non puoi non mangiare. Ti sei guardata allo specchio ultimamente?"

No. Perché avrei dovuto farlo? Per vedere quanto giù sto andando? Per vedermi sola e trascurata e ricordarmi una volta di più che lui non c'è? No.

"Mi dispiace. Io non lo sapevo."

Ed è così. Sono stata concentrata su me stessa tanto da non accorgermi di nulla. Sono una pessima amica, anche questo dovrebbe essere aggiunto alla lista.

"Cambiati. E se non lo farai tu, stai pur certa che entro nella tua camera e lo faccio io."

Un sorriso, piccolo e mesto lascia le mie labbra. Mi ha convinta, anche perché non voglio rischiare di essere svestita da lui. Non voglio che mi tocchi, perché l'ultimo a farlo è stato..Lui. Ho ancora impresso il tocco delle sue dita, le sue mani su di me mentre eliminava i pezzi di stoffa che ostacolavano il contatto tra i nostri corpi accaldati e se chiudo gli occhi posso sentire tutto.
Se Liam mi spogliasse e mi sfiorasse anche solo per sbaglio..io darei di matto. Anche per questo sono grata non l'abbia fatto ieri sera.

La strada è poco trafficata e ancora non ho capito perché mi sta portando fuori città per una stupida colazione. Ho il sospetto sia per evitare spiacevoli incontri, ma non posso smettere di vivere per lui. Anche se è proprio quello che ho fatto fino ad oggi.

Dannazione.

Non ricordo nemmeno quando gli ho permesso di divenire così importante da annientarmi per lui.
Non studio da tre mesi, il libro è ancora sul mio comodino, con la matita come segnalibro.

"Siamo arrivati"

Il posto mi sembrava familiare, ma quando capisco dove siamo, credo di star per svenire.
Non dico nulla e riluttante scendo dalla macchina, mentre cerco di scacciare via i nostri ricordi. Qui ci venivano insieme, qui abbiamo passato la prima notte insieme, noi due lontani dal mondo, lontani da tutti. Solo noi.
Liam non si è accorto di nulla e non ho intenzione di cambiare locale, solo perché Lui è onnipresente.

Ce la posso fare, devo farcela.

Quando varco la soglia non ne sono poi così tanto sicura. L'odore familiare di caffè alla vaniglia, i biscotti caldi e i tavolini in perfetto stile francese mi fanno barcollare all'indietro, come se avessi appena ricevuto un pugno.
Liam mi guarda preoccupato, ma io accenno un sorriso, solo per evitare le domande che sicuramente stanno nascendo nella sua mente.
Prego che non mi riconoscano, prego che nessuno mi chieda di lui, prego che io non mi ricordi di lui.
Vorrei che qualcuno mi tramortisse così forte da perdere la memoria. Sarebbe stupendo svegliarmi e non sapere più chi lui sia e cosa sia stato per me.

"Soph?"

Guardo La cameriera davanti a noi e nonostante non abbia fame, devo ordinare una brioche alla crema o Liam non mi darà pace.
Nessuno mi ha chiesto niente, solo sorrisi di cortesia.
Per fortuna, non so quale sarebbe stata la mia reazione altrimenti.
Ho bisogno di distrarmi e chiedere al ragazzo di fronte a me come mai la sua relazione sia terminata, sembra una buona alternativa.

"Cosa è successo con Valery?"

Non mi è mai piaciuta quella ragazza. Troppo piena di sé e troppo poco innamorata di lui.

"Sono stato io a lasciare Valery."

Questo mi sorprende. Ho sempre pensato fosse lui quello pazzo di lei e ho sempre creduto che quello a soffrire sarebbe stato lui. Invece lo vedo sereno e ne sono felice.

"Ti ha tradito?"

È l'unico motivo che mi viene in mente e non ho molta voglia di pensare ad l'altro, ma Liam sembra non voler parlare da solo per cui devo fare le domande io.

"No no, niente del genere anche se non mi stupirebbe"

La sua risata alla fine della frase mi lascia totalmente perplessa. Mi sta dicendo che non si stupirebbe di sapere di essere cornuto e ride?

"Sei fatto per caso?"

È l'unica spiegazione che mi viene in mente. Lui ride più forte, facendo sorridere anche me.

"Oh mio Dio! È un sorriso quello?!"

Smetto immediatamente, riportando gli angoli della bocca nella loro posizione iniziale.

"Sei un cretino"

"Comunque l'ho lasciata perché io non la amo."

Mi arrendo, questo è più complicato di quanto pensavo.

"Cosa significa?"

Non riesco a tenere a freno la curiosità.

"Non mi importa niente di lei. Avevo un'idea sbagliata sulla persona che credevo fosse. Quando si è dimostrata per quel che è realmente, non ho avuto alcun motivo di star ancora con lei."

Logico e razionale come se stesse parlando di una borsa che non piace più, come se i sentimenti neppure esistessero. Come ci riesce?

"Siete tutti uguali! Dei gran bastardi!"

Sono arrabbiata adesso. Dopo un mese provo qualcos'altro oltre al dolore e all'apatia e questo mi sorprende. Lui mi guarda interrogativo. Non capisce, non può capire perché non sa cosa è successo. Non sa che esattamente 89
giorni e 20 ore fa, quella borsa da buttar via ero proprio io.

"Andiamo via per favore?"

Non ho voglia di continuare questa conversazione e non ho voglia di stare qui.
Paga alla cassa mentre io esco fuori a prendere una boccata d'aria. Ne ho bisogno.
Cosa mi è successo poco fa?
Mi dovrei scusare, non lo merita o per lo meno non merita la mia rabbia.
Poi Valery mi è sempre stata antipatica, non capisco perché l'abbia difesa in quel modo.

"Tutto ok?"

Nonostante gli abbia appena detto che è un bastardo, lui è sempre premuroso con me.

"Si. Solo scusami per prima,va bene?"

Annuisce, scoprendo i denti bianchissimi.

"Ti voglio bene Liam."

Non so perché, ma sentivo il bisogno di dirglielo. Soprattutto dopo quest'ultimo periodo in cui mi è stato vicino più di qualunque altro.

"Anche io Soph."

Il viaggio di ritorno è silenzioso, ma diversamente dall'andata, è più leggero. Io sono un po più leggera, con l'illusione di poterlo tenerlo fuori dalla mia mente quando voglio.

***

Sono di nuovo sola a casa e tutto quello che mi sono ripromessa qualche minuto fa, sta già svanendo.
Non voglio restare sola, non posso.
La mente corre ed io non posso fermarla perché qualunque cosa faccia, tutto sa di lui.

Mi trascino lentamente in cucina, accendo la TV, magari un po di rumore renderà il tutto meno...vuoto.
Dovrei studiare, ma non penso di riuscire a concentrarmi.
Non ancora per lo meno.
Forse dovrei provarci, forse dovrei iniziare ad andare avanti anche se non sono pronta a farlo, perché andare avanti significa lontano da lui quando io vorrei solo averlo vicino in realtà.
Dannazione.

La suoneria del telefono mi strappa dal vortice tortuoso in cui i miei pensieri sono entrati. Rispondo senza leggere il nome sullo schermo, tanto non fa differenza.

"Sophia?"

Solo adesso mi ricordo che avrei dovuto richiamare mia madre ieri sera. Ops.

"Mamma!"

Scusa mamma!

"Dove sei stata?! Stavo aspettando mi richiamassi ieri!"

Ieri ho solo incontrato l'uomo della mia vita che non ha più bisogno di me, ma avevo davvero intenzione di richiamarti.

"Scusa, mi sono dimenticata. Stavo studiando e poi è passato così."

Mi dispiace mentirle, ma non ho altra scelta. Forse.

"Stai studiando troppo ultimamente tesoro."

No, non sto studiando affatto invece.

"No, solo..il giusto."

Sta per ribattere, ma il suono del campanello mi distrae e non capisco le sue parole.

"Adesso devo andare mamma, suonano. Ci sentiamo più tardi."

Riattacco dopo il suo ti voglio bene, ma senza ricambiare.
Il campanello suona ancora ed io non aspetto nessuno. Spero non siano venditori porta a porta o qualcosa di simile.
Dopo aver spalancato l'uscio, mi sarei aspettata di tutto ma non questo. Avrei preferito chiunque a..Lui.

"Chris?"

Non riesco a pronunciare altre parole se non il suo nome. I suoi occhi mi scrutano, il suo sorriso mi acceca e io non capisco più nulla.

"Ciao Phi."

Ho sempre odiato il fatto che lui mi chiamasse in questo modo, ma adesso non importa più.
Sento il cuore battere forte, il battito diviene assordante e ho paura che possa percepirlo mentre mi passa accanto, entrando in casa nonostante io non glielo abbia chiesto.
Resto immobile, non credendo ai miei occhi.
Il suo profumo diffonde nella stanza, risvegliando i miei sensi e non posso far a meno di ammirare il suo fisico sotto la camicia blu e i jeans stretti.

"Non hai cambiato niente"

Come se abbia importanza. È venuto a controllare l'arredo in casa mia?

"Cosa vuoi?"

La mia voce è impercettibile ma so che mi ha sentita, ed il suo sorriso ne è la conferma.

"Mi sei sempre piaciuta quando arrivi dritta al punto."

Lo sta facendo apposta ed io devo mantenere la calma, non può vincere.
Ma ciò che mi sono appena detta, inizia a barcollare mentre lui si avvicina e crolla definitivamente quando è talmente vicino da sentire il suo respiro sul mio viso.
Avrei voluto indietreggiare, ma il mio cervello non ha voluto elaborare alcun input e le mie gambe sono rimaste ferme, come radici.

"Ieri sera sei andata via."

Vorrei che continuasse e si allontanasse. Non so quanto ancora potrò resistere a lui, alla sua magia, al suo potere da cui mi sono illusa di poter sfuggire.

"Peccato. Mi sarebbe piaciuto salutarti come si deve."

Si allontana di scatto, sedendosi sul divano.

"E il tuo amichetto ti ha seguita. È qui?"

Adesso crede di avere il diritto di fare il geloso?

"Cosa te ne frega? Perché sei qui?"

Ho disperatamente bisogno che mi dia una risposta prima che il mio cervello elabori ipotesi impossibili, come quella di lui che torna da me.

"Volevo solo vedere come stai, Phi"

Lo guardo negli occhi, quegli occhi in cui amavo perdermi, quegli occhi chiari che mi tolgono il fiato, e sembra sincero.

"Tu stai bene no?"

Sono sulla difensiva e l'ha capito. Sorride ancora e ancora una volta si alza avvicinandosi a me.

"Forse."

Che risposta è? Cosa vuol dire?
Forse gli manco.
O forse no.

"Eri bella ieri sera"

Le sue mani si poggiano sui miei fianchi ed io sussulto.

No, no, no, no, no.
Cosa sta succedendo?

"Sei dimagrita troppo però. Sei sicura di star bene?"

Io non ho mai detto di star bene, ma adesso non sono lucida abbastanza per poter rispondere.
Chiudo gli occhi cercando di non pensare al suo tocco e di riacquisire un po' di razionalità.

"Io.."

Non riesco a continuare, ho la gola secca, le gambe che tremano e il cuore sul punto di scoppiare.
Mi appoggio al muro dietro di me, ho bisogno di un sostegno, ho bisogno di staccarmi da lui.
Ma anzichè allontanarsi, si avvicina maggiormente facendo sì che i nostri corpi abbiano più contatto.

"Chris..ti prego."

Non posso resistere ancora, non ce la faccio più.
Mi guarda intensamente, sposta una ciocca di capelli mentre mi accarezza dolcemente una guancia e per un attimo mi perdo in lui dimenticando quanto male mi ha fatto.

"Cosa?"

Sussurra sulle mie labbra, facendomi rabbrividire. Sento che ogni singola cellula del mio corpo è attratta dal suo, sento quanto vorrei sentirlo più vicino, quanto vorrei sentirmi...sua.

"Smettila"

Tutto questo è sbagliato, non posso cedere così, non può fare così.

"Di fare cosa?"

Sorride, perfettamente consapevole del suo effetto su di me.

"Sei tu che dovresti lasciarti andare, sai"

Sfiora le mie labbra con le sue, ma non è un bacio. Vuole solo provocarmi, piegarmi, spezzarmi ancora perché sa che io glielo lascerò fare.

"Sai, quando ti ho visto correre fuori con quello..ho pensato di averti perso."

Il suo discorso è completamente privo di senso, ma in questa posizione non riesco a ragionare.

"Invece vedo l'effetto che ti faccio e vedo quanto tu stia cercando di combatterlo."

Deve smetterla di sussurrare mentre mi tiene stretta tra il suo torace e il muro, con una mano che accarezza lentamente il mio fianco destro e l'altra traccia cerchi immaginari sul braccio.
Un respiro più profondo lascia le mie labbra e sto per perdere il controllo, per perdere la battaglia contro me stessa, contro lui.

"Lasciati andare Soph"

Bacia lentamente il labbro inferiore ed io sono completamente stregata.

No, non può usarmi in questo modo.

Cerco di allontanarlo, ma è troppo forte per me e non riesco a spostarlo nemmeno di un centimetro.
Mi morde il labbro, come se fosse una punizione per averci provato, ma sa che così mi farà crollare definitivamente.

"Resterai?"

Suona come una supplica, ed effettivamente lo è.
Non posso farne a meno, ho bisogno di lui.
Non risponde, ma congiunge le nostre labbra e inizia a baciarmi con foga ed io mi lascio andare completamente a lui.
È tutto così sbagliato, ma allo stesso tempo così giusto. Lui qui, le sue mani su di me, le mie su di lui. È tutto così giusto, così perfetto.
Mi prende in peso e percorre lo spazio, che conosce bene, che ci divide dalla mia camera. Il suo telefono suona insistente e non può non rispondere.
Sul display appare la foto di lui con una donna che ha rinominato "amore".
La magia si interrompe, il potere si esaurisce, la mia nuvola si dissolve ed io cado pesantemente nella realtà.

Cosa stavo facendo? Cosa stavo per fare?

Si avvicina ancora una volta, non conscio del fatto che io abbia visto, abbia capito.

"Non toccarmi."

Posso leggere lo stupore sul suo viso.
Era convinto di aver vinto, invece no.
Questa volta sono io a vincere facendo appello a quel poco di amor proprio che mi è rimasto.

"Cosa ti prende?"

Mi sono lasciata abbindolare, ho abboccato alla sua trappola e stavo per rimanere incastrata nella sua tela.

"Fuori da casa mia."

Non sapevo neppure di poter essere così determinata, così aggressiva, così arrabbiata.

"Cosa? Ma che hai?"

Non sono stupida e lui non l'ha capito.
Tenta di riavvicinarsi ma lo fulmino con lo sguardo.

"Ho detto di non toccarmi. Ti do cinque minuti per rimetterti la camicia ed uscire da casa mia."

Non sembro io quella parla, non quando si tratta di lui. Non mi sono mai rivolta a lui in questo modo, ma non posso permettergli di prendermi in giro, di usarmi e poi buttarmi ancora.
Deve uscire dalla mia vita.
Adesso.
Prima lo farà, prima potrò rimettere insieme i pezzi dello specchio che ha rotto ancora una volta e prima potrò cercare di ritornare alla normalità.

Mi guarda ancora, forse cerca di capire se scherzo o sono seria e dopo aver raccolto la sua camicia, esce mentre mi manda a quel paese senza giri di parole.
Adesso posso crollare, adesso posso accasciarmi a terra e posso piangere.
Ancora.

**

Sento un rumore alla porta, ma non aprirò. Non voglio vedere nessuno. Sono ancora seduta per terra, con solo il reggiseno a coprirmi superiormente e non ho proprio voglia di alzarmi e andare là a sorridere a chiunque sia.
Tremo, fa freddo ma non mi importa. Non riesco a muovermi.
Il sole sta calando e solo da questo capisco che devono essere ormai ore che sto così, in questa posizione a piangermi addosso.
Come è potuto accadere?
Sento la voce attutita di Meg provenire dalla porta, ma non riesco a parlare. Non avrei voce in ogni caso, e non sono in vena di visite stasera.
Domani la chiamerò.
Sul serio.

Un bussare forte e frenetico alla finestra mi fa sobbalzare e vedo Liam guardarmi dal vetro.
Vorrei diventare più piccola, vorrei fosse completamente buio, vorrei che lui non mi avesse visto.
Ma non è così ed eccolo li, che agilmente apre la mia finestra e scavalca entrando in casa.

"Soph! Ti stiamo chiamando da mezz'ora! Se non fosse stato per la tv, avremmo pensato non ci fossi! Menomale son venuto a controllare!"

Non si è ancora accorto del mio stato, non si è accorto di nulla ma sono certa lo farà presto.

"Soph, perché sei li? Cosa..cosa è successo?"

Lo guardo ma non rispondo e vedo i suoi occhi vagare per la stanza e notare il mio indumento per terra. Lo raccoglie velocemente e lo posa sulle mie spalle.

"Dio, sei congelata! Che cazzo stai facendo?"

Mi abbraccia, sfregando le braccia con le sue mani per creare un po' di calore.

"Soph, che succede? Ti hanno fatto del male?"

Non rispondo, fisso un punto lontano da me, da lui, da noi.
Fisso un punto qualunque del muro prima di sussurrare debolmente si.

"Chi è stato?"

Il suo tono si è indurito e sono sicura che la sua mascella si sia tesa come sono sicura che non si aspetta la riposta che gli do poco dopo.

"Io"

È un sussurro, ma riesco a dirlo perché è la verità.
Io gli ho permesso di ferirmi, io l'ho lasciato entrare sotto la mia pelle come fosse inchiostro, nei polmoni come fosse ossigeno, dentro il mio cuore come fosse essenziale. Gli ho permesso di imprimersi nella mia anima, convinta ne fosse il pezzo mancante, ma a quanto pare era solo la tessera sbagliata del puzzle che mi ostinavo a far combaciare e non è mai accaduto perché non ha la giusta forma.

"Smettila di dire cazzate. Avanti alzati, abbiamo portato la pizza. Ci sono tutti fuori che aspettano."

No, non ho voglia di vedere nessuno, per favore. Non posso far finta di nulla e non posso rovinare la serata a loro, ancora una volta. Ed ancora una volta per colpa sua.
Scuoto la testa in diniego, ma non vuole sentire ragioni e si alza per dirigersi all'uscio e farli entrare.

"Lui è stato qui"

Si immobilizza, non un singolo muscolo si flette ed io non lo guardo.

"Cosa?"

Ha capito benissimo e non c'è bisogno che io ripeta quel che ho detto.

"Aspetta qui. Vado a dirgli che non ci sei e hai dimenticato la TV accesa."

Liam è l'unico con cui ho questo rapporto stretto, l'unico che sa come aprire la finestra perché è l'unico a cui l'ho detto, per cui è l'unico che può accedere senza dover usare la porta, se mai ci fosse bisogno. In giorni come oggi non so se sia un bene o un male, ma il fatto che sarei rimasta qui chissà per quanto ancora se non fosse arrivato, lo rende probabilmente un bene.
Le voci mi arrivano ovattate e mi sento in colpa. Sta mentendo per me, si sta rovinando la serata per me e loro si preoccuperanno per me.
Ritorna a passo svelto e mi solleva dal pavimento freddo, posandomi sul letto.
Ho i muscoli indolenziti e gli sono davvero grata di avermi spostato.
Io non mi sarei mossa, ancora.

"Perché è venuto?"

Non ho voglia di parlarne, ma sento che glielo devo.

"Ha detto che ieri voleva salutarmi come si doveva"

Annuisce. Non so se dovrei continuare a raccontare, ma ha capito che c'è dell'altro e vuole sapere. Conosco Liam e non si arrenderà finché non lo otterrà.

"ha chiesto se tu eri qui. Poi mi ha baciato dicendo che sapeva quanto io lo volessi."

Annuisce ancora, ma smette di guardarmi mentre io lo osservo.
Ha la mascella contratta, l'espressione grave ed è adorabile quando si preoccupa per me.

"Liam.."

Mi guarda e accenna un sorriso, abbracciandomi più forte.

"Non voglio sapere perché sei senza maglietta, o meglio eri."

Non è vero, so che vuole conoscere i dettagli.

"Sei un pessimo bugiardo!"

Sorride, vedendomi sollevare gli angoli della bocca.

"Se vuoi saperlo me l'ha tolta lui. Poi l'ha chiamato la ragazza."

Mi scruta attentamente per capire cosa penso, come sto perché sa che io non glielo dirò apertamente.

"L'ho mandato via. L'ho sbattuto fuori."

Ho gli occhi lucidi ma non voglio piangere. Basta.
Mi guarda stupito e forse è soddisfazione quella che leggo nei suoi occhi.

"Tu, Sophia Gordon lo hai cacciato di casa? Sono fiero di te ragazza."

Sorrido nel suo vigoroso abbraccio.

"Dimmi che hai una telecamera di là che ha ripreso la sua faccia mentre andava via!"

Sarebbe esilarante, ma per suo rammarico non ho tanti soldi da potermi permettere una telecamera in casa.
Insiste per ordinare una pizza e anche se non ho fame, accetto.

"Liam?"

Sta andando in cucina e si volta al mio richiamo.

"Grazie"

È l'unica parola che riesco a dirgli e spero che legga dai miei occhi quanto significhi per me tutto questo. Senza di lui probabilmente sarei stata ancora più persa di quanto non lo sia adesso.



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Un saluto veloce  per dirvi che aggiornerò ogni settimana o ogni due.Lascio a voi i commenti e spero vi sia piaciuto.
A presto,
Luisa❤️

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