(IN) UN GIORNO ORDINARIO.


Nella storia non decidi di entrarci, ci sei già.

Tira un forte vento questo pomeriggio, l'aria però è calda e afosa.

Non è un tipico pomeriggio di inizio autunno, c'è un clima molto strano per essere nel mese di ottobre; il cielo all'orizzonte è colorato di un arancio spento.

Lui, esce di casa con una valigetta di pelle marrone tra le mani, nel suo interno c'è il suo nuovo romanzo deve andare a consegnarlo alla sua agente; come sempre però privo del capitolo finale perché Tom prima di scriverlo si riserva un certo lasso di tempo, di solito lo scrive dopo aver avuto l'illuminazione di un momento vissuto così da prendere spunto e questa volta ancora non doveva arrivare.

È felice di aver terminato un altro dei suoi libri horror anche se questa volta c'ha impiegato più tempo del dovuto, purtroppo durante la stesura non riusciva a venirne a capo, non aveva inteso che il fulcro della storia era il bibliotecario, poi un colpo di genio e tutto s'incastrò alla perfezione.

Il cancello dal colore rosso scuro si chiude dietro di lui, sbatte forte un po' per colpa del vento e un po' perché va così di fretta che non l'ha accompagnato con la mano.

Entra in auto, una Jeep bianca, la stessa usata nel giorno del suo matrimonio. Margherita sua moglie, è una donna bellissima la più ammirata e desiderata del quartiere, un seno prosperoso e dei capezzoli appuntiti che sembrano bucare le sue camicette. Ogni volta che uomo le sta davanti finisce sempre per restarne ipnotizzato, Tom non ha mai tradito sua moglie perché troppo è l'amore verso di lei.

La Jeep si muove con una certa lentezza, colpa del fatto che il conducente è intento a sistemarsi la cintura di sicurezza; incrocia così senza rendersene conto una vecchia alfetta gialla, brutta e malandata; i due guidatori fissano i loro sguardi, il vecchierello alla guida dell'alfetta gli sorride mostrando i suoi pochi e sporchi denti, non aveva più gli incisivi, una pelle così rugosa e marcata da sembrare di carta pesta e con pochi capelli in testa.

Per un attimo e solo per quel breve e inciso attimo, lungo quanto una doccia fredda, quello sguardo provoca a Tom un forte brivido, dove aveva già visto quel vecchierello?

Una chiamata arriva sul cellulare e Tom sussulta, guarda poi il display e si rende conto che è il numero della moglie, ottima tempistica è tutto ciò che gli serviva per distrarsi.

- Ciao, amore dove sei?

- Ciao, sto andando a portare il lavoro ad Elena così può iniziare la fase di rilettura.

- Wow, quindi è finito?

- Si, amore è finito!

- Sono orgogliosa di te, non vedo l'ora di leggerlo!

- Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi!

- Stasera festeggiamo?

- Certamente, andiamo a cena fuori!

- Che bello! Ti amo, amore!

- Ti amo, anch'io!

Sta ridendo Tom mentre chiude la chiamata e preme il pulsate touch per accendere lo stereo così viene fuori la voce del leggendario Freddie Mercury...

Fischietta la canzone e di tanto in tanto la canticchia; però ancora non riesce a togliersi dalla mente quel vecchierello.

La Jeep sta sfrecciando sull'asfalto, ma tra poco deve rallentare per lasciare la strada principale e andare nello sterrato della strada di campagna.

Tom da un'occhiata al retrovisore, non c'è anima viva e così mette la freccia per svoltare alla sua destra e imbocca la strada di campagna, dove alla fine abita Elena.

Il solito cartello che sta per cadere e pure è sempre lì - VIA DEI CAMPI - quel nome tendenzialmente gli mette sempre dell'ansia, perché è ambiguo, misterioso ed oggi ancora di più con questo vento che alza nubi di polvere.

Sposta il suo sguardo dal cartello per guardare la strada e deve dare un colpo secco al pedale del freno, una brusca frenata, per fortuna che ha la cintura di sicurezza altrimenti si sarebbe ritrovato con la testa stampata nel parabrezza.

Tom non sa nemmeno lui come ha fatto a fermarsi giusto in tempo, un secondo in più e avrebbe messo sotto un bambino e il suo caro nonno.

I due restano bloccati a centro strada, così anche la Jeep.

Lo scrittore guarda prima il bambino che indossa una maglietta di cotone bianco (sporca di terra) e un pantaloncino beige strappato su un lato della gamba; suo nonno invece ha un bastone e...

E...niente dove ha visto quel vecchierello?

Rugoso, pochi denti e quegli occhi più neri della pece così profondi da poter perderti, sembrano proprio trascinarti dentro di se; e quel sorriso fa venire fuori quei suoi pochi denti che adesso sembrano zanne.

Sbaglia oppure quegli occhi, sono gli stessi che lui ha descritto per il bibliotecario del suo racconto? Sta impazzendo o cosa? È quello stesso vecchietto dell'alfetta?

Il respiro inizia ad essere affannoso, la mano sul volante è tremolante e sale un senso d' inadeguatezza.

Ok, calma, respira Tom, non può essere vero! Pensa.

Il vecchietto abbassa lo sguardo, stringe la mano di suo nipote e come se niente fosse successo prosegue per la sua strada.

Una goccia di sudore dalla tempia di Tom finisce la corsa tra le sue labbra: è salata.

Il telefono squilla di nuovo, abbassa lo sguardo ed è un messaggio della sua agente, che gli chiede quando arriva.

Nell'alzare di nuovo lo sguardo alla strada, non c'è più nessuno, ma non è possibile dove sono finiti!?!Tom sente i suoi occhi fuori dalle orbite, sta sudando e nemmeno l'aria condizionata della sua auto può aiutarlo. Sente il bisogno di una sigaretta e non fa niente per evitare di esser scoperto da sua moglie, che sentirà la puzza del fumo e gli farà una partaccia, ma ora ha bisogno delle sue Marlboro; ne prende una e con avidità l'accende e ne fa un tiro lunghissimo.

Riesce così a calmarsi un pochino e a riprendere la marcia. Adesso ha solo voglia di arrivare quanto prima a casa della sua agente.

Pensa... ma perché non compra una casa in centro? Questo non l'ha mai ben capito.

Tom accelera e dal retrovisore vede alzarsi un nuovo polverone di terra ed è così fitta da far perdere la vista...ma non ha scritto una scena così nel suo nuovo libro?

Elena è seduta in veranda quando vede arrivare tutto di corsa la Jeep del suo scrittore preferito, nonostante la sua scuderia sia piena di bravi scrittori; tanti di loro sono autori da bestseller, peccato poi che dopo il quinto libro finiscono sempre per smettere di scrivere, ma con Tom è diverso...

Dopo essersi alzata per vedere meglio il suo arrivo si rimette a sedere, è ansiosa d'incontrarlo. Con una mano scompiglia la sua abbondante chioma di capelli color corvino e continua a fumare la quarta sigaretta della giornata, sa già che a minuti accenderà la quinta.

Stringe prima forte il pugno, poi prova ad aprirla per rilassarsi, forse è già tardi, ma non può di certo rimandare indietro il povero Tom, il misfatto è quasi consumato, ed ella non è abituata a lasciare le cose per metà.

Prima che la paura s'impadronisce del tutto della sua sicurezza innata, le rimane solo una cosa da fare, alzarsi nuovamente e andare incontro per l' ultima volta a quell'uomo che tanto le piaceva, sperando che questa volta gli avrebbe detto di si o sarebbe stato addio.

<<Ciao caro...>>

<<Ciao Elena...>>

<<Ma che cos'hai, sei tutto sudato?>>

<<Hai un bicchiere d'acqua per favore?>>

<<Certo entra pure in casa!>>

Lui, Tom, gli racconta tutto del vecchierello dell'alfetta e di quello che stava per buttare sotto.

<<Ma com'è possibile?>>

<<Elena credimi...>>

<<Sei solo stressato, adesso ci penso io...>>, lei si alza gli gira intorno, mettendosi alle sue spalle inizia a fargli dei massaggi per farlo rilassare, stringe forte le mani all'altezza del collo.

Tom sembra rilassarsi e anche eccitarsi, già perché Elena è una gran donna, con un fisico da mozzafiato e curve pazzesche; un carico sensuale shoccante, oggi poi ha una gonna nera stretta e una camicetta bianca con uno scollo che lascia poco all'immaginazione, le scarpe nere lucide con dei tacchi vertiginosi quelle gli so saltate subito all'occhio e gli hanno confuso le idee, i pensieri anche quelli più neutri una volta messi in moto diventano un punto debole.

L'eccitazione di Tom l'ha notata bene Elena e così si abbassa per baciarlo sul collo, il suo rossetto rosso si tinge sulla pelle chiara dello scrittore.

In quel attimo il mondo reale si distacca si sovrappone a qualcosa di abissale e neutro, tutto si annebbia intorno a lui. Fuori dalla veranda vede il vecchietto e ora sa che è il suo bibliotecario, tiene persino i libri in mano...

Tom in un lampo di lucidità si volta di botto...

<<Ma che fai Elena? Ne abbiamo già parlato...amo mia moglie!>>

<<Sei uno stronzo! Sempre così drastico devi essere?>>

<<Ma che c'entra...>>

Una risata acida, sottile accompagnata da una puzza di coniato di vomito arriva da fuori, ora che il vecchietto è dentro la stanza:<<Scrittore mio ...>>

<<No, non può essere vero, tu non puoi essere il mio bibliotecario...>>, sembra sconvolto e la sua voce è tremolante...

<<Sono proprio io e so venuto a leggere il tuo finale...>>

<<Non ancora l'ho scritto!>>, si giustifica Tom.

<<Sbagli, lo stai scrivendo proprio ora...>>

Elena con un movimento repentino dalla borsa di pelle nera ferma sul tavolo, tira fuori un coltello da macellaio e in un solo allungo e con un solo colpo disegna una riga intorno al collo dello scrittore, subito sangue che rivola giù sulle mani di lei, sul pavimento della casa.

Questa era l'unica cosa da fare; porre fine alla vita di quel meschino impomatato di uno scrittore!

Sono tutti così questi scrittore, presuntuosi e arroganti, convinti di poter scrivere d'immaginazione, di storie che non esistono, ma il bibliotecario sapeva che ogni storia scritta in un libro è reale perché vissuta nel cuore di qualcuno.

Guarda Elena, lei non può vederlo, la stolta si sente forte e libera non sa che è solo un altro personaggio dei suoi libri...tutti sono personaggi di libri già scritti.

Lei invece pensa scioccamente in uno stato di onnipotenza che come li ha creati così li distrugge questi scrittori!

E poi giù con ferocia cala una nuova pugnalata, questa volta direttamente al cuore di Tom. Dopo un po' va a gettarlo nella fossa dietro al grande ciliegio.

È la quinta buca che riempiva in una settimana, ma anche la quinta sigaretta che avidamente fumò quel giorno...l'ultima di quel giorno.

Il bibliotecario apri così il suo sesto libro quello della storia di Elena.

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