Sono il tuo guerriero.

Elevo questa spada alta verso il cielo.

Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo.

Solo sulla cima tenderò i predoni.

Arriveranno in molti.

E solcheranno i mari.

Ed ora sei lì, solo, a tendere la sua ultima speranza di salvezza verso l'alto.

A chiedere aiuto all'Angelo.

Ma sai che l'Angelo questa volta non ti aiuterà, non ti assisterà.

Sai che quando tornerai all'istituto non riuscirai a mentire.

E ti verranno tolte le rune.

Ma sai che te lo meriti.

E non sarebbe neanche la tua degna punizione.

Dovresti essere rinchiuso a vita nelle celle della città di ossa, vivendo sentendo ogni giorno i sussurri dei morti che ti ricordano quello che hai fatto, che ti incolpano.

È per colpa tua che ora sei lì, da solo, sulla cima di una montagna con le spalle verso il vuoto che cerchi di combattere due cose contemporaneamente.

I demoni che si fanno sempre più avanti, sempre più vicini.

E il dolore che ti sta squarciando il petto.

Che ti lacera la carne.

Che ti sembra sussurrare di rivolgere la spada con cui stai uccidendo i demoni verso di te.

Di affondarla nella carne e di gioire in quel dolore.

Ti sembra di star morendo.

E tu vorresti morire in questo momento ma devi proteggere il suo corpo.

Non puoi mollare ora anche se è ciò a cui il tuo corpo ambisce.

Che la tua mente desidera.

Oltre queste mura troverò la gioia.

O forse la mia fine comunque sarà gloria.

E non lotterò mai per un compenso.

Lotto per amore, lotterò per questo.

Nella canzone che lei ti cantava seduta sulla finestra della tua camera o con i piedi a penzoloni dal tetto dell'istituto ora leggi solo un messaggio di morte.

Sembra come che ti inviti a superare il confine di questa vita.

Una volta tra quelle parole trovavi ciò che avresti fatto per lei, ma quei tempi sono andati.

Sono finiti per colpa tua.

Perché il tuo pugnale diretto verso un demone l'ha uccisa.

Si è conficcato perfettamente all'altezza del suo cuore.

E lei, la tua parabatai, la tua sorella di sangue, si era buttata in mezzo a te e al demone che stava per ucciderti.

Aveva la spada angelica sguaiata ma il tuo pugnale l'ha raggiunta prima che lei riuscisse a spostarsi dopo aver disintegrato il demone.

E un dolore all'altezza della runa parabatai ha fatto in modo che ti si annebbiasse la vista.

Sei caduto a terra e hai voltato la testa verso di lei, accasciata al suolo come te.

Il sangue che scorreva sul suo petto ti macchia ancora la maglietta da quando, dopo aver provato a farle tutte le rune possibili, l'hai strinta a te piangendo e chiedendole scusa.

Ti è morta tra le braccia dicendo "Sei il mio guerriero Paul" e tu ti sei sentito morire dentro più che prima.

Le sue parole hanno continuato a girarti nella testa in attesa che risvegliassero qualcosa in te.

E poi finalmente ti è tornata in mente quella musica.

Quella canzone con cui ti aveva chiesto di diventare il suo parabatai.

Io sono un guerriero.

Veglio quando è notte.

Ti difenderò da incubi e tristezze.

Ti riparerò da inganni e maldicenze

E ti abbraccerò per darti forza sempre.

Ti darò certezze contro le paure.

Per vedere il mondo oltre quelle alture.

Non temere nulla io sarò al tuo fianco.

Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto.

E continui a combattere.

Cerchi di dimenticarla per questa battaglia.

Ma lui è lì a ricordartelo per te.

Il dolore ti disintegra.

Ma tu continui.

Non stai combattendo.

Stai danzando sulla musica che risuona nel tuo cervello a volume altissimo.

Ti sembra di essere l'étoile di uno dei grandi teatri del mondo.

Ma sei sicuro che nessun ballerino abbia mai ballato con così tanta forza.

Perché non è mai stato inventato nulla di così macabro, di così doloroso.

E ora tendi la spada alta verso il cielo prima di abbatterla con violenza su un demone che si avvicina troppo al suo corpo.

Cerchi di vedere dove finisce l'esercito che ti si para davanti.

Ma non vedi una fine.

Non c'è fine a questa condanna.

Non ti è concesso di piangere sul suo cadavere.

Di scuoterla per le spalle cercando di riportarla in vita anche se sai che non è possibile.

Non temere il drago.

Fermerò il suo fuoco.

Niente può colpirti dietro questo scudo.

Lotterò con forza contro tutto il male.

E quando cadrò tu non disperare.

Per te io mi rialzerò.

E riparti all'assalto.

Anche se senti che l'effetto delle rune che lei ti ha fatto sta diminuendo continui a combattere.

Fendi i "corpi" dei demoni con la spada che aveva anche lei.

Le due spade gemelle.

Per anime gemelle.

Unite dal giuramento parabatai.

Ricordi ancora il giorno in cui vostra madre ve le ha donate.

Era un giorno come questo.

Sereno e che si preannunciava magnifico.

E poi pure quello è finito in tragedia.

E di nuovo lei che cantava e tu che suonavi il piano.

Le tue note e il suo canto che si univano fino a dar vita a un canto celestiale.

Degno degli Angeli del Paradiso.

Ed anche ora, quando la tua spada manca il bersaglio fendendo solo l'aria, la musica continua a rimbombare nella tua mente, eterna.

Ti rialzi ed impari ad usare il tuo dolore come uno scudo e lasci che la musica ti trasporti nella battaglia.

I tuoi movimenti diventano sempre più veloci, sempre più frenetici, sempre più simili ad una danza mortale.

Io sono un guerriero e troverò le forze.

Lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco mentre.

Ti darò riparo contro le tempeste.

E ti terrò per mano per scaldarti sempre.

Attraverseremo insieme questo regno.

E attenderò con te la fine dell'inverno.

Dalla notte al giorno, da Occidente a Oriente.

Io sarò con te e sarò il tuo guerriero.

E tutto diventa sempre più sfocato.

Ma lei rimane sempre lì.

Ferma, immobile, fredda, a ricordarti quello che hai fatto.

A ricordarti che l'hai uccisa.

Che sei un assassino.

Il Clave non ha neppure previsto la pena per chi uccide il proprio parabatai.

Come puoi uccidere una parte di te?

Ma tu l'hai fatto.

E ora ti restano solo i ricordi.

Rimane solo la runa parabatai sbiadita visibile sul tuo petto nudo.

È l'unica parte non ferita.

Tagli anche profondi ricoprono tutto il tuo petto.

Ma lei, la runa che lei ti ha tracciato con mano sicura, campeggia ben visibile a sinistra.

Neanche i grumi di sangue la sporcano, come a testimoniare che lei ci sarà per te anche se non combatterà più in carne e ossa al tuo fianco.

E la musica nella tua mente cresce.

Continua a diventare sempre più forte.

E proprio quando ti aspetti un accordo di tonica per finire tutto un demone ti attacca alle spalle.

Lo colpisci col piatto della spada e finisce giù per il burrone che si estende oltre il suo corpo.

Ma nulla ha più senso ormai.

Il suo veleno sta penetrando nel tuo corpo attraverso i tagli che ti si aprono su tutto il torace.

Tutto diventa confuso e il mondo inizia a ruotare.

Cadi in ginocchio e ti aggrappi al tuo unico punto fisso.

Strigi la sua mano gelida con ostinata forza.

Hai caldo ma sei già senza maglietta.

Ti sembra di impazzire.

Il dolore del veleno si mischia a quello della sua morte e ti schiaccia a terra.

Ti costringe a distenderti in una posizione innaturale.

E resti così in attesa della nota che farà finire quella musica.

Che scriverà una doppia barra sulla partitura.

Che ti riporterà da lei.

Ci saranno luci accese di speranze.

Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo.

Veglio su di te, io sono il tuo guerriero.

E muori con la sua mano stretta nella tua.

Con la speranza di essere ricongiunto presto alla tua metà, alla tua parabatai.

Muori con lei che ti chiama.

Con le sue labbra che pronunciano il tuo nome.

"Paul"

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