Sonnambula.

È che ho sempre la sensazione di essere un po'  sonnambula nella mia vita.
Ho la sensazione  di vivere in un mondo che sostanzialmente non esiste.
Eppure, io, alzandomi ogni giorno per inseguire quel mondo, brancolo nelle cose che mi circondano, distaccandomi da un'altra me.
È più facile alzarsi, semi incoscienti, rincorrendo qualcosa che sembra funzionare e che sembra esistere.
Avviare la macchina del caffè, guardare la luce che ricopre i tetti dei palazzi, le persone che portano a spasso il proprio cane, ascoltare il ticchettio delle lancette di un orologio appeso in una parete spoglia, il chiacchiericcio di quello accanto a te al supermercato, il brusio del televisore sintonizzato su qualche futile programma pomeridiano.
Sembra tutto così vero, No?
Eppure...
Eppure, alla fine, è proprio  quando ti svegli davvero che capisci che non esiste niente di vero, niente di profondo, niente di trascinante per l'anima, è tutta solo routine.
È un meccanismo complesso, quasi surreale, un pensiero costante che ti fa rendere conto di quanto tu non sia altro che un pezzo di carne realisticamente vivente, realisticamente pensante e provante emozioni; é lì che quello strano meccanismo riesce a farti rendere conto di quanto tu non sia altro che un involucro prestato alla routine, e realisticamente costretto a rispondere sommessamente  ad una vita illusoria.

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