Bright as the Sun
Afferrò il braccio e strinse la mano libera attorno alla ferita, rimoroverandosi per il dolore.
Nonostante si fosse allenato così duramente per sconfiggere un nemico così forte, non avrebbe mai pensato di finire in una situazione del genere.
E ora? Chi era costui di fronte a se?
Si sentiva in fiamme. La città era in fiamme.
Presto le fiamme attorno al martello si estinsero.
Perché non riusciva a scalfirlo? Perché non riusciva neanche ad avvicinarsi, mentre lui invece pareva non avere neanche bisogno di colpirlo?
L'asta del martello tornò a dividersi e a calzare intorno al corpo di Atsushi divenendo la invincibile armatura che aveva indossato nel precedente scontro.
I suoi lunghi capelli neri correvano lungo la sua schiena.
"Hai finito a quanto pare."
Cosa voleva dire? Perché le sue azioni sembravano già viste?
Alzò la sottile lama.
Atsushi sapeva di conoscerlo. Ma non sapeva chi fosse.
"Donami la tua vita. King Crimson."
Di colpo un flash rapidissimo si avvicinò, quasi teletrasportandosi.
"Che cazzo stai facendo Sushi. Muoviti a far fuori quella puttana e andiamo a finire On-"
Fu un istante. Il braccio di Atsushi venne tagliato di netto, con tutta l'armatura, schizzando sangue sul suolo cittadino. Era impossibile. Durante le battaglie precedenti non si fosse fatto quasi nulla. L'immagine di Aria svanì completamente di fronte a lui tramutarsi in una pozza di sangue senza lasciare altre tracce.
Atsushi si lasciò cadere sulle ginocchia.
"Fratello..."
Non aveva avuto neanche il tempo di capire ciò che era appena accaduto di fronte a lui. Non solo aveva perso la sua amata, ma anche suo fratello.
Lo sguardo di Atsushi ora si era fatto buio, vuoto.
"Ho sempre odiato quel ragazzo. In qualsiasi universo lo incontri è sempre fastidioso come avere una mosca nel piatto."
Per lui Aria era quello. Un insetto che aveva appena schiacciato.
Che senso aveva allora quella sua esistenza. Che senso aveva avuto allenarsi solo per essere completamente annientati in un unico frangente di tempo da un nemico che neanche conosceva. Il dolore al braccio mozzato non era nulla in confronto a quel che ora stava provando. Una oscurità di una profondità infinita.
Un baratro senza fine.
Fu allora che di scatto l'uomo dai capelli neri si ritirò indietro di qualche passo.
Nel punto in cui questo era prima cadde un'ascia di un colore dorato, conficcandosi senza alcun problema nel terreno.
"Patetico. E tu dovresti essere uno della mia stessa stirpe? Mi sento enormemente offeso da ciò."
Una enorme pressione colpì l'intera area, come se un peso infinitamente grande stesse premendo sulle teste dei due presenti su quella strada.
L'uomo dai capelli neri guardò infastidito la figura davanti a se.
Ad ogni passo la terra sotto i suoi piedi sprofondava, sciogliendosi per il calore di quella armatura dorata che copriva il suo corpo.
Lo sguardo di quell'uomo aveva qualcosa che gli occhi di Atsushi non avevano mai visto prima d'ora. Sembrava di avere davanti una luce accecante, come se stesse guardando direttamente il Sole.
"Chi saresti tu?"
Chiese l'uomo dai capelli neri.
I capelli vermigli accennavano punte dorate mentre l'uomo raccoglieva l'ascia dalla lurida terra umana.
"Non ritengo che un essere inferiore si ritenga degno della sola mia presenza."
Il d'oro dell'arma risplendeva ancor più che la sua armatura.
"Mi scuso, sono davanti ad una divinità?"
Chiese l'uomo dai capelli neri accennando una sorta di inchino sarcastico.
"Divinità? Ma per favore. Non vorrai paragonare la mia figura ad uno di quegli esseri vero? Ora è giusto che IO educhi questo tuo scortese approccio indicandoti la differenza.
Le Divinità cadono. IO no."
Disse l'uomo, per poi rivolgersi ad Atsushi, senza neanche voltarsi.
"Quell'arma è un palese abbozzo della MIA immensa figura. Gioisci per il mio arrivo piccolo essere e poi muori in silenzio come spetta a tutti coloro che stanno sotto di ME. È giunta ora che mostri una frazione di ME."
Disse poi Atsushi alzando la sua prode Arma.
"Vieni e mostra la tua luce Sin. Perché io sono Il PIÙ forte. Colui che sta al vertice di tutti gli altri."
Atsushi, The One
Un bagliore avvolse completamente il creato. La Terra e tutti i corpi celesti esistenti in ogni loco vennero purificati dal male e dal bene in un frangente inferiore all'infinitesimo.
Atsushi riaprì gli occhi. Scosse la testa. Era confuso. Cosa era appena accaduto?
C'era qualcosa che gli sfuggiva, tuttavia non sapeva che cosa. Magari solo
Aria si trasportò vicino a lui.
"Alla fine quei tre non erano chissà che."
Il Rosso annuì. Beh probabilmente non era nulla di importante.
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