Capitolo 36
Jack sta zitto per un po', mentre io realizzo quello che ho appena detto. È una cosa molto, molto grossa e molto, molto importante, ma ormai l'ho confermata e comunque ci stavo pensando da un po'.
-Non voglio che tu ti senta forzata a dirmelo-, sento che dice poi, quasi triste.
Mi trascino più vicina al suo viso, poi scuoto la testa e gli accarezzo il volto.
-No-, inizio.
-Ci sono arrivata adesso. Perché ogni volta che stiamo insieme mi sento... A casa. Stranamente a mio agio. E non è solo questo. È che sei simpatico, intelligente, dolce, premuroso, serio, affettuoso, talentuoso, e bello, tanto, tanto bello, e... Sono stata così fortunata a trovare una persona come te.
Se un paio di mesi fa mi avessero riferito che avrei detto queste cose a qualcuno, non ci avrei mai creduto. Non è da me, fare certi discorsi. Cioè, boh. Però c'è qualcosa, nel modo in cui Jack socchiude gli occhi quando sorride, che mi fa stare bene.
E lo fa anche adesso. È una cosa troppo dolce da vedere.
-Sei arrossita-, mi fa notare, accarezzandomi.
-Lo so-, affermo. Ho caldo e mi è costato davvero tanto dire quelle cose, quindi arrossire mi sembra il minimo.
-Me lo dai un bacio?-, chiede.
La sua richiesta mi spiazza.
-Perché questa domanda? Tanto sai che lo farò.
Si stringe nelle spalle.
-Mi sembrava una cosa carina da chiedere...-, cerca di dire, ma lo zittisco sulle ultime parole poggiando le labbra sulle sue.
È un bacio dolce, e lo volevo proprio così.
Jack sembra assecondarmi.
-Potrei stare qui per ancora un sacco di tempo, sai?-, sussurra contro la mia bocca.
Chiudo gli occhi.
-Anche io.
Gia. Proprio così, fermi senza fare nulla, solo ad ascoltare uno il respiro dell'altro.
Passano cinque secondi, e...
-Piccionciiiiiiiniiii!
Jack sospira. Già, è arrivato Alex.
Vedo di alzarmi, ma Jack mi tiene stretta e dice, svogliato: -Fai finta di dormire, magari se ne va.
Rido un po', poi mentre sento i passi di Alex lungo le scale mi tranquillizzo e appoggio la testa al petto di Jack.
-Posso entrare o sta succedendo qualcosa che non vorrei vedere?
Lo ignoriamo.
Lo sento avvicinarsi cauto al letto. Sta zitto per un po', finché non inizia a farmi il solletico.
-No! Smettila!-, dico, mentre gli mollo schiaffi sulle mani.
-Lo sapevo che non stavate dormendo! Jack parla nel sonno.
Ah, sì?
-E cosa dice?-, domando curiosa. Le uniche volte che l'ho visto dormire sono state talmente brevi che non ho avuto occasione di sentirlo.
Jack lancia un cuscino ad Alex.
-Non dire niente-, tenta di sembrare minaccioso, con scarsi risultati.
-Oh, andiamo, è così terribile?-, alzo gli occhi al cielo.
-Una volta stava gridando a Voldemort di ridargli l'Ippogrifo-, afferma Alex, stringendosi nelle spalle, -Quindi sì.
-Dai, non è così male. Pensa che una volta alle superiori ho sognato la mia prof di Latino in costume, e non era proprio una cosa piacevole...-, inizio a raccontare.
Jack mi tappa la bocca.
-Ssh. Le brutte esperienze vanno dimenticate.
Scoppio a ridere e mi libero dalla sua presa. Mi alzo dal letto.
-Venite di sotto? Giochiamo a obbligo o verità-, dice Alex.
-Che gioco di merda-, mormora Jack dal letto, coprendosi gli occhi con un braccio. -Amico, sei proprio un antisociale. Ter, tu vieni?
-Boh. Odio queste cose. Ma si fa per stare in compagnia, dai.-, mi decido ad andare.
Mi dirigo verso Jack.
-Dai-, gli dico, togliendogli il braccio dalla faccia.
-Scendi.
-Perché dovrei?
-Perché se no ti prendo e ti butto in piscina da qui, e non ti piacerebbe dato che ho una mira che fa schifo e tu non sei leggerissimo. Quindi alza il culo-, fa Alex senza troppa gentilezza.
Mi trovo ad annuire. Jack si gira a pancia in giù. Alzo gli occhi al cielo.
-Vuoi lasciare Teresa da sola?-, Alex ricorre all'ultima possibilità.
-In mezzo a tutti quei ragazzi che potrebbero suggerire obblighi davvero spiacevoli, o...
-Andiamo-, Jack si alza e scuote la testa.
-Ter, ti adoro-, constata Alex.
-Wow, grazie.
Mi fa l'occhiolino e esce per primo dalla stanza. Mi chiedo con sospetto dove sia Cat, mentre continuo a tirarmi giù l'orlo della maglietta, perché, accidenti, non indosso i pantaloni.
"Poco importa", si intromette infastidito il mio subconscio. "Lá fuori ci sono ragazze con vestiti lunghi la metà di questa maglietta."
In effetti ha ragione. Smetto di tormentarla e la lascio andare, infatti mi arriva quasi alle ginocchia, senza contare che è larga e, beh, comoda.
-Su, su, ci stanno aspettando tutti-, ci esorta Alex. Scendiamo le scale quasi di corsa (e un po' scocciati), per poi uscire dalla porta sul retro. Wow. Sono tutti seduti sul prato in cerchio, chi con un bicchiere in mano, chi in costume, e tanti altri. È un cerchio molto largo. Individuo per puro miracolo la chioma rosso fuoco di Ludovica, e mi precipito a sedere tra lei e un tipo che non conosco.
-Ma dov'eri finita? Sei sparita tutt'a un tratto!-, mi dice preoccupata.
-In giro-, rispondo vaga, mentre seguo Jack con gli occhi. Si siede tra Rian e un ragazzo che non ho mai visto.
-Ah, in giro-, fa sarcastica.
-Esatto.
Le sorrido. Ludo sembra seria, ma poco dopo mi schiaffeggia il braccio e ride.
-Certo, in giro-, ripete.
-Oh, cosa vuoi? Non posso sgranchirmi le gambe?-, le dico, cercando di farla stare zitta.
In quel momento, Alex annuncia: - Sì dia inizio alla sessione di obbligo o verità!
Qualcuno fischia, poi partono gli applausi. Sono troppo entusiasti per i miei gusti. Mi costringo a battere le mani, poi guardo Jack. Sta fissando il vuoto in mezzo al cerchio. È quasi inquietante, ma mi fa venire da ridere.
-Inizio io!-, urla Alex.
Silenzio quindici secondi, poi: -Davide!
E io penso "chi cavolo è Davide?", per poi accorgermi che è il tipo esattamente di fronte a me. Un biondino alquanto anonimo.
-Obbligo!-, risponde, e una catena di fischi parte da circa quel luogo.
Neanche ascolto quello che succede, non mi interessa granchè. Non conosco nessuno lì in mezzo, quindi non ne vale la pena. Solo mi metto comoda e inizio a perdermi nei miei pensieri. Sono talmente tranquilla che potrei addormentarmi, finché qualcuno non urla: -Jack!
Alzo la testa e ascolto.
-Obbligo-, risponde senza esitare. Non sembra affatto divertito, ma partecipa al gioco.
-Ti obbligo a...-, continua quel qualcuno, e riesco a individuare il punto da dove viene la voce. È una ragazza, un'amica di Enrico, presumibilmente, perché gli sta tenendo il braccetto. Ascolto curiosa.
-Vai dalla tua ex e dalle un bacio!
Partono fischi e "uuh" da ogni dove, mentre cerco di mantenere il controllo. È solo uno stupido gioco.
-Questo è un no categorico.-, si rifiuta serio.
-Mica ti mangio, eh!-, urla la Serpe dall'altra parte del cerchio, vicino alla ragazza. Metà delle persone ridono.
Ho l'occasione di guardare anche Alex. Sta scuotendo la testa.
-Dai, Jack!-, urlano gli stessi che hanno appena riso. Stringo un pugno.
-Mi rifiuto-, dice con un falso sorriso.
-Ma allora...-, inizia la ragazza che lo ha sfidato.
-Ma allora niente, Francesca.-, si intromette Zack.
-Jack ha una ragazza.
Cerco di nascondermi dalla vista di più o meno tutti, mentre Jack sorride e guarda dritto in faccia questa Francesca. Lei, intanto, sta confabulando con Lindsay (puah), e non è del tutto contenta, vedo. Mentre mi guarda con disprezzo, le sorrido.
-Ah, allora okay-, pronuncia Francesca, quasi scocciata.
-Guarda come palpeggia il mio Enri, che troia.-, sussurra acida Ludo. Non avevo idea che le piacesse Enrico.
-State insieme?-, sussurro.
-No. Ma lui sa di essere di mia proprietà, quindi okay.
Woah. Determinata. -Quindi a chi tocca adesso?-, chiede Matteo curioso. E così vanno avanti per altri venti noiosi minuti, finché...
-Tu!
Alzo lo sguardo. Un ragazzo mi sta indicando. Oh, no.
-Obbligo-, rispondo flebilmente. Odio le verità. Meglio umiliarsi in cose che ti obbligano a fare, piuttosto che parlare della tua vita privata.
Mi stanno guardando tutti. Oddio. Odio stare al centro dell'attenzione. Che schifo.
-Ti obbligo a darmi il tuo numero di telefono, dolcezza.
Un coro di fischi si propaga in tutto il prato, mentre tutti si girano a guardare colui che ha parlato. Boh, non lo conosco. E neanche mi interessa conoscerlo. Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto.
Il mio sguardo corre istintivamente verso Jack, che intanto ha contratto la mascella in un'espressione di disappunto. Il mio cuore fa una capriola. È geloso.
-Allora? Guarda che non ti puoi rifiutare-, continua il tipo.
-Se no?
-Se no c'è la penitenza.
-E sarebbe?
-Un bacio!
-Un bacio? Davvero? Ma sono cose da bambini delle elementari!-, grido spazientita. Non ho la benché minima intenzione di fare nè l'obbligo nè la penitenza. Rabbrividisco e mi stringo addosso a Ludo, che intanto osserva attentamente Enrico. Wow, Francesca gli è attaccata come un guanto.
-Su, dolcezza!-, ripete il moretto, con il coro dei suoi amici che lo assecondando. Che presuntuoso.
-Amico, stai esagerando.-, dice Jack. Non me l'aspettavo.
-Cosa vuoi?-, ribatte il ragazzo moro.
-Voglio che tu la smetta.
Un coro di 'oh' crescenti si fa sempre più forte. Il moro sembra sorpreso. Almeno adesso sta zitto.
Sorrido grata a Jack. Mi fa l'occhiolino.
-Possiamo andare avanti?-, urla Alex.
Jack gli fa segno di continuare. Bene. Quando finirà questa tortura? E soprattutto, perché ho accettato di giocare? Bah. Spero che termini tutto il prima possibile.
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