Capitolo 30

-Guarda, Ter!-, mi dice Catia.

-Un posto libero!

Seguo la direzione da lei indicata e vedo un parcheggio disponibile.

Oh, bene. È poco distante dalla casa (praticamente di fronte), quindi mi ci precipito prima che arrivi qualcun'altro.

Qui intorno è tutto pieno di auto, accidenti, non mi aspettavo tanta gente. Jack mi aveva detto di non conoscere così tante persone, quindi devono essere amici di Alex... Beh, vedremo.

Scendo, mi liscio la maglietta e faccio due nodi provvisori alle estremità dei lacci delle scarpe, così che stiano fermi.

Poi mi alzo e guardo l'orologio: sono le otto e dieci... Perfetto.

-Ter... Non dirmi che...-, Cat indica stupita la villa.
Ho provato anch'io quello che stai provando tu., penso. Si chiama sconcerto.

-Già.

La villa è imponente come l'ultima volta, solo che dato che è leggermente sceso il sole, si riesce a vedere un'illuminazione in pineta.

Ora che sono di nuovo qui, mi sento un po' a disagio... Ma ignoro la sensazione e procedo verso l'entrata, con Catia di fianco a me.

Quasi ci scordiamo di prendere il regalo, ma poi riapro e lo afferro. Attraversiamo la strada. La mia amica è stranamente muta.

Suoniamo il campanello, ma non risponde nessuno, quindi decido di dirigermi verso il retro.

Ho avuto ragione: più ci avviciniamo al parco e più si sente un brusio di gente che parla.

Giriamo l'angolo e... Wow.

Ci sono decine di persone che non conosco in ogni angolo del prato.

Sento una musica a volume basso e vedo che c'è un tavolo all'angolo completamente sommerso di pacchi regalo. E intendo letteralmente sommerso: c'è sopra una tale montagna che ho paura possa crollare da un momento all'altro.

-Eccoti, finalmente!

Sobbalzo violentemente.

Mi giro verso la voce che ho sentito e un viso familiare mi appare.

-Ciao!-, sorrido ad Alex.

È diverso da come l'ho visto l'ultima volta: intanto, è vestito casual, una maglietta rossa e dei pantaloni di jeans. Poi, la pettinatura: adesso i suoi capelli sono liberi dal gel e sembrano più lunghi, gli ricadono in un grande ciuffo sulla guancia sinistra.

-Auguri!-, gli dico, porgendogli il regalo.

-Grazie!-, risponde, e mi bacia le guance come l'ultima volta. Ne rimango leggermente perplessa, ma mi riprendo in fretta e gli dico, spostandomi a sinistra e indicando la mia amica: -Alex, lei è Catia. Catia, Alex.

Mi tolgo per lasciarli stringersi la mano, e intanto osservo le reazioni della ragazza.

Oh mio Dio. È quasi arrossita.

Sorrido tra me e me.

Si guardano e si sorridono, poi lui le dice: -Piacere di conoscerti!-, ma non è pimpante come al solito, bensì molto più serio.

Inarco un sopracciglio. Bene!

-P-piacere mio-, risponde Catia.

Balbetta. Sta balbettando! Non l'ho vista spesso così impacciata.

-Vuoi vedere qui in giro?-, le chiede Alex, gentile.

-Va... Va bene-, e lo segue.

Mentre se ne vanno, Alex mi dice: -Ter, apri la porta e sali in camera. Jack è lì.

-Okay-, rispondo, cercando di non ridere vedendo l'espressione di Catia. Mentre Alex è girato, mi mima con le labbra un "Oddio", indicandolo con gli occhi.

Fingo un colpo di tosse per non scoppiare a ridere, poi li guardo camminare più avanti per andare ad appoggiare il regalo sul tavolo e sparire tra i mucchi di persone. Quindi, mi volto e cammino verso l'entrata della casa.

Apro la porta. Mi sento un'estranea!

Un lieve disagio si impossessa di me mentre richiudo e mi avvio verso il piano superiore, stringendomi le braccia al petto.

Mi batte stranamente forte il cuore mentre busso alla porta della camera di Jack, poi sento un: -Avanti-, leggermente stanco e un rimbalzo contro il tetto. Mi faccio due domande e spingo la porta, entrando per la seconda volta in quella stanza.

Subito sento il profumo, che mi colpisce come al solito e mi fa passare il disagio di prima. Poi vedo Jack stravaccato sul letto.

Sta tirando una pallina contro il tetto, con fare leggermente annoiato.

Vedendo che non reagisce, mormoro un: -È permesso?

Solleva di scatto la testa e quando mi vede rimane praticamente scioccato.

Sorrido.

-Ter... Non ti aspettavo.-, fa, alzandosi dal letto e venendo verso di me.

Mi raggiunge e mi abbraccia.

-È stato Alex, giusto?-, mi sussurra poi.

-Giá-, gli faccio di rimando.

-Bene. Sai, sopporto poche persone lá in mezzo.

Lo stringo più forte poi lo lascio andare e lo guardo.

Sorride ma sembra triste.

-Ma li conosci tutti?-, gli chiedo, sedendomi sul letto e facendogli gesto di mettersi accanto a me.

-Non esattamente-, fa, e mi si siede di fianco.

Guardo Jack. Sembra sconsolato. Mi fa tenerezza.

-Parlami-, mormoro, perché mi interessa sapere cosa gli succede. Sembra un po' restio, ma poi apre bocca.

-Laggiù-, dice, indicando la finestra dietro la scrivania, -ci sono la mia ex e il suo ragazzo.

Ah. Faccio una notevole smorfia.

-Ti creano problemi?-, gli chiedo, stentando a mantenere un tono normale.

-Lui no. Lei sì.-, fa sincero.

-Ah.-, dico, sentendomi ribollire lo stomaco. Caspita, sono gelosa marcia.

-Cosa fa di tanto male?-, chiedo poi.

-Sì comporta in modo... Inopportuno.

Stringo le labbra, ma mentre cerco di rilassare i muscoli delle guance, mi accorgo che Jack mi sta guardando.

-Oh, senti, non stupirti-, sbotto poi. -Sai benissimo che sono gelosa, non farmelo ripetere.-, e mi volto dall'altra parte. Guardo un po' fuori dalla finestra: il sole si abbassa lentamente.

Sento il silenzio, e poi Jack si mette a ridere.

Mi mette un braccio sulle spalle e mi strofina la mano sul braccio, facendomi sorridere.

-Perché ridi?-, chiedo, cercando di sembrare arrabbiata ma non riuscendoci.

-Perché sei adorabile quando fai così.-, mi dice e mi bacia la guancia. -Essere gelosa è un buon segno, vuol dire che t'importa di me.

Mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi. Sono belli come al solito.

-Ma se adesso andassimo da lei e vi presentassi?-, fa lui, una scintilla nello sguardo.

Sgrano gli occhi.

-Sei sicuro? Non vorrei metterti in una situazione peggiore di questa.

-Tranquilla-, sussurra.

-Puoi solo migliorare le cose.

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