Capitolo 22
Il resto del pomeriggio lo passiamo a parlare e coccolarci su quel letto dalle coperte quasi arcobaleno.
Siamo sdraiati uno accanto all'tra e guardiamo il soffitto. Mi sembra quasi di essere in camera mia.
C'è silenzio per un attimo, finché non sento un movimento di fianco a me.
Jack si è girato su un fianco e mi sta guardando.
Così, faccio lo stesso anche io.
Stiamo così, zitti zitti, a guardarci.
Dopo poco, lui dice: -Sai, sei la prima ragazza che mi fa sentire così.
-Così come?-, chiedo, perché ci sono mille modi in cui potrebbe sentirsi.
Ci pensa un attimo.
-Leggero. Libero, felice.
Mi si gonfia il cuore. È una cosa tanto bella da sentirsi dire.
Lentamente, mi poggia la mano sul fianco. Mi accorgo solo in quel momento che la camicia mi è salita a scoprirmi la pancia, perché avverto il contatto diretto tra la sua pelle e la mia.
Sento i brividi che mi scorrono sulla schiena. Jack deve essersi accorto della mia reazione, perché il suo sorriso si fa più largo e il suo sguardo più cupo.
Siamo passati dal dolce a... Questo, in quanti secondi? Due? Tre? Devo dire che è bravo ad abituarsi ai cambiamenti veloci.
La sua mano, intanto, si muove su e giù lungo il mio fianco.
Trattengo il fiato e probabilmente arrossisco, perché mi sento caldo addosso di punto in bianco.
Sono catturata dai suoi occhi, intanto. Mi viene in mente la citazione di un saggio: "quando inizi a vedere il mare in un paio di occhi marroni, è la fine".
Quindi, in teoria, per me questa è la fine, penso desolata.
La sua carezza non si ferma. Cosa faccio?
Opto per un semplice avvicinamento.
Mi spingo un po' più verso di lui e gli appoggio le mani dietro alla testa, intrecciando le dita ai suoi capelli, così morbidi e setosi.
Il sorriso è scomparso dalle labbra di Jack, lasciandogli un'espressione intensa che probabilmente rispecchia la mia.
Ho paura di allungare le labbra e baciarlo, perché so come andrebbe a finire: siamo sdraiati su un letto molto, molto comodo e guarda caso adatto proprio a due persone mentre in casa non c'è nessuno. Sembra che per il momento io abbia perso le facoltà mentali quindi faccio solo quello che mi suggerisce l'istinto, e gli bacio delicatamente l'angolo destro della bocca.
Chiude un attimo gli occhi. Intanto mi chiedo cosa dovrei fare io.
Quando li riapre, sono... diversi. Sono scuri, quasi tenebrosi, cupi come mai lo sono stati prima d'ora.
Ne rimango affascinata. D'accordo, non è così semplice: ci manca poco e prendo fuoco.
Lui, poi mi attira vicinissimo a sè e mi stringe tra le sue braccia, facendomi sentire un'evidente erezione premere contro la mia gamba.
Trattengo il respiro, senza riuscire a pensare a niente.
Dopo pochi secondi, si avventa su un punto del mio collo, lasciandomi una lieve scia di baci. Gemo.
Dopo un po', alzo la sua testa, per appoggiargli le labbra sulle sue.
In poco tempo, sono a cavalcioni su di lui, le mani sotto la sua maglietta ad accarezzare il suo petto.
Mi sento impazzire, quindi mi lascio trasportare lasciando da parte i miei pensieri. Di lì a poco ci troviamo a baciarci con foga, quasi violentemente.
Nel frattempo, si toglie la felpa.
Succederà davvero quello che penso (in realtà spero) che succeda?
Sembra di sì. Infatti, dopo poco, le sue mani corrono alla mia camicia, più precisamente ai bottoni.
Smettiamo di baciarci per facilitare il compito di toglierci i vestiti.
Un pensiero mi corre alla testa... Mi accorgo che, se mi levassi la camicia, rimarrei in reggiseno. Già, è un pensiero stupido, una cosa ovvia, ma in un qualche senso mi fa avvampare.
Decido di ignorare il lieve disagio che mi procura questa cosa e sotto lo sguardo incandescente di Jack sbottono la camicetta, ma non me la tolgo.
-Tu non hai idea-, mi dice, con una voce roca e affannata, -di quanto tu sia eccitante in questo momento.
Arrossisco violentemente. No, non ne ho idea perché sono impegnata a guardare te, vorrei dirgli.
Di seguito, si concentra su un punto qualsiasi del mio collo per baciare, mordere e succhiare, lasciandomi probabilmente un segno violaceo che durerà per un po'.
Mi sfugge un gemito.
È la prima volta che desidero così qualcuno. Nessuno mi era mai interessato in quel modo.
Penso un attimo al fatto che questa sarebbe solo la mia seconda esperienza in questo campo. Chissà per Jack com'è invece.
Un inebriante piacere, intanto, mi scorre per le vene.
Basta, decido, e gli prendo la testa tra le mani, baciandolo quasi con furia.
Lui ricambia, accidenti se ricambia, e pochi secondi dopo mi trovo senza camicia.
Io intanto armeggio con l'orlo della sua maglietta: la tiro su senza difficoltà, E quando Jack ne rimane senza noto un grande tatuaggio sul suo petto.
Mi fermo un attimo a guardarlo. Poi, lo bacio proprio lì, sul torace.
È caldo e emana il profumo che tanto mi piace.
Jack sospira. Colgo l'attimo per fermarmi a guardarlo. Ha indosso solo i pantaloni, un po' abbassati, e si vede l'elastico delle mutande.
Oddio santo. Perdo completamente la facoltà di parola.
I miei occhi si fermano forse un po' troppo sul cavallo dei pantaloni... Ma tanto, mi sembra una cosa sensata.
Mi avvicino a lui, che intanto mi guarda con occhi torbidi, maledettamente provocanti.
Gli infilo i pollici sotto l'elastico delle mutande e li scorro leggermente in avanti.
Trattiene il fiato e sbarra gli occhi. Evviva, finalmente un punto debole.
Poi, sorride. Un sorriso pigro, sensuale, che fa venire voglia di saltargli letteralmente addosso.
Le mie dita lo accarezzano, mentre mi tira a sè e mormora, con voce lenta e languida: -Fai pure, se mi vuoi togliere i pantaloni.
Sono indecisa tra il ridere e il fare quello che ha detto per dimostrargli la mia audacia (che in realtà non esiste).
Quindi, opto per la seconda.
Trovo il bottone dei suoi pantaloni e lo slaccio, sfiorando di proposito ciò che sta sotto. Sento un gemito sfuggirgli di bocca. Bene, dico tra me e me.
E ora che li ho slacciati?
-Sai, tesoro-, Jack interrompe le mie domande interiori.
-Potrei restare a guardarti tutto il giorno, ma ho una gran voglia di toglierti quei pantaloni dalla prima volta in cui te li ho visti addosso.
Pausa. Non riesco quasi a respirare, dopo questa sua affermazione.
-Quindi, se permetti...-, sussurra poi, allungando le mani verso l'elastico dei leggings e liberandomi da essi in pochi secondi.
Sono in reggiseno e mutandine sotto il suo sguardo indagatore.
Mio dio, non dimenticherò mai come mi ha guardata in questi istanti.
Mi sento leggermente imbarazzata.
-Tesoro, non vergognarti. Sei stupenda.
Le sue parole mi fanno sorridere... E mi fanno venire ancora più voglia di levargli i pantaloni. Quindi lo faccio, senza particolari intoppi.
Mentre li tiro giù, mi rendo conto di quanto è eccitato. Cielo, questo ragazzo bellissimo mi vuole. Non ho neanche il tempo di pensare, che mi trovo schiacciata di peso sotto di lui.
Il resto, tutto il resto, viene da sè.
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Sì, ho copiato alcune frasi dal mio libro preferito, ma... Pietá, ci ho messo TRE ORE a scrivere questo capitolo.
(D'ora in poi caricherò una volta al giorno)
Fatevi sentire, lasciate un segno del vostro passaggio! ❤
~Veri~
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