Capitolo 17

Tom rientra a casa, e appena mi vede seduta al tavolo con aria seria e quasi cupa mentre lo fisso, si spaventa e sussulta.

-Ter, cazzo-, mormora, con una mano sul cuore.

-Sembravi posseduta.

Rido.

-Ciao, gran lavoratore-, lo saluto.

-Come mai tutta questa allegria?

-Ho un po' di cose da dirti, caro. Siediti.

Ammetto di essere un po' nervosa, ma mai quanto sta dimostrando di esserlo Tom.

Tipo non l'ho mai chiamato "caro" in vita mia, quindi...

Si avvicina cauto e si siede di fronte a me.

Io di scatto mi allontano un poco in modo di avere un po' di spazio tra me e il tavolo e inizio a roteare sulla sedia (che è girevole), spingendomi con le braccia contro il tavolo.

-Mi fai girare la testa. Stai ferma.

-No. Io così mi concentro.

Tom sospira.

-Comunque-, inizio, sentendo l'ansia che sale.

-Mi vedo con un tipo.

E lentamente, mi fermo.

Tom è sempre stato molto, molto, molto, molto, molto protettivo nei miei confronti. Quindi tutte le volte che dovevo dirgli qualcosa del genere era meglio farlo nel modo più leggero possibile.

Guardo mio fratello.

I suoi enormi occhi sono ancora più grandi del solito, perché li sta tenendo spalancati.

Decido di non dire niente finché non parla lui. Intanto guardo l'orario. Otto meno due. Perfetto.

-...e chi è?-, chiede, perplesso.

-Questo lo scoprirai da solo fra esattamente un minuto.-, rispondo, e mi alzo da tavola.

Cammino lentamente verso la porta.
Fa che sia puntuale, prego mentalmente.

Proprio mentre sto per aprire la porta, suona il campanello.

Grazie al cielo.

Quindi, completo i giri di chiave e apro.

È Jack. Bene. 

Mi concedo cinque secondi di guardarlo e constatare che non si è cambiato da quella mattina. In effetti neanche io.

Ha uno sguardo tra il divertito e il preoccupato.

-Eccolo-, urlo, per attirare l'attenzione di Tom.

Dopodiché prendo per mano un Jack sempre meno convinto, chiudo la porta e lo conduco in salotto.

Tom ci sta fissando stralunato.

Sta funzionando! Ha lo sguardo su di lui.

Sorrido tra me e me.

Poi, visto che nessuno dei due parla, dico:

-Tom, ti presento Jack. Jack, Tom.

Mio fratello si apre in un grosso sorriso.

-Barakat!-, quasi grida, e gli cammina incontro.

Si salutano con uno di quegli abbracci da maschi (non li sopporto), molto veloci e con un braccio solo.

-Fratello. Quanto tempo!-, gli fa Jack.

Stacco la mano dalla sua e incrocio le braccia. Piano riuscito.

-Certo che sei identico a quando ti ho lasciato!-, ride Tom.

-Anche tu. Hai solo gli occhi più chiari.

Nota particolari davvero minimi.

Arriccio le labbra.

Rimangono a guardarsi increduli per un po', poi Tom mi fa: -E quindi è lui il 'tipo'?

Annuisco contenta. -Esatto.

-Il 'tipo'?-, mi fa il verso Jack, con una voce sarcastica, girandosi verso di me.

-Esatto-, ripeto, sorridendo.

-Davvero non trovavi un nome più carino da darmi?-, inizia a ridere lui, Ma i suoi occhi rimangono attaccati ai miei, anche se per poco.

Distolgo lo sguardo prima di rimanerne incatenata.

Al che, gli metto un braccio intorno alla vita e lo stringo affettuosamente.

Tom non sembra rimanerci male affitto, anzi, sorride.

Sembra felice. Ne sono così contenta, fiuh.

Almeno già si conoscono, quindi mi sarei risparmiata l'interrogatorio di Tom.

-Ti va di rimanere qui a cena?-, chiede gentile come sempre Tom.

-Grazie dell'invito, ma devo proprio rifiutare. Devo tornare a studiare.-, replica Jack scuotendo la testa, e sembra sinceramente dispiaciuto.

-Ti accompagno fuori-, mi offro.

-Okay-, fa mio fratello.

-Ci si rivede!-, continua.

-Alla prossima-, dice Jack, e dopo questo camminiamo fuori dalla porta.

-Che strano-, dice Jack pensieroso, mettendomi un braccio sulle spalle.

-Già. È proprio una strana coincidenza.

Guardo la strada. Sta tramontando il sole, e fa un bell'effetto in generale.

La luce arancione si riflette negli occhi di Jack. In quell'atmosfera sembrano più profondi del solito.

Mi ci perdo un attimo, smettendo di ragionare.

Mi stringe a sè in un abbraccio tenero, così, di punto in bianco.

Schiaccio la guancia contro il suo petto. Ho già detto che adoro il suo profumo? È così caldo e accogliente.

-E quest'impeto di affettuositá?-, mormoro. Di solito non è così che mi abbraccia. 

-Non posso semplicemente essere carino con la mia ragazza?-, mi chiede.

Sento un senso di caldo allo stomaco, dopo quelle parole.

-Sì che puoi-, dico di rimando, stringendolo un po' più forte.

-Bene.-, ribatte.

Alzo la testa verso di lui e mi metto in punta di piedi, per dargli un bacio.

È leggero e dolce.

-Adesso va già meglio. Però prima devo dirti che-, si interrompe un attimo, per mettermi le mani sulla parte bassa della schiena e schiacciarmi contro di sè.

-Dovresti metterli più spesso questi pantaloni-, finisce, con una voce bassa e fumosa.

Piega leggermente la testa di lato, socchiudendo gli occhi. Rimango senza fiato.

Mi sento arrossire.

Jack sfrega lievemente il naso contro il mio, poi sorride e si volta.

Lo guardo finché non mette in moto l'auto e se ne va.

Mi metto una mano sulla fronte e sento di essere bollente.

Dio. Come mai le sue parole mi fanno questo strano effetto? Decido sul momento che prima o poi troverò un suo punto debole e farò leva su quello.

Devo solo capire come fare effetto su di lui in qualche modo, senza cadere nel banale.

Cammino lentamente verso casa. Sono ancora profondamente scossa dai suoi repentini cambiamenti di modo di fare.

Tom mi guarda mentre richiudo la porta.

-Ehi-, mi chiede preoccupato, avvicinandosi.

-Come mai quella faccia?

-Eh? No, niente, sto b...

Mi interrompe stringendomi in un abbraccio fraterno e affettuoso. Abbracciare Tom mi fa sentire protetta e sicura (lol, sembra la pubblicità di un assorbente).

-Se c'è qualcosa che non va, dimmelo, okay? Io ci sarò sempre per te.

-Grazie, grazie davvero.

La tenerezza di Tom quasi mi commuove. Gli voglio un mondo di bene.                     

-Vado a dormire, buonanotte.-, dico, salendo le scale.

-Buonanotte, sorellina.

E così salgo, mi faccio una doccia lunghissima, poi mi siedo in accappatoio sul letto con il phon in mano, asciugandomi i capelli. Intanto penso che mi farò una lunga dormita, dato che domani è il mio giorno libero.

Appena ho finito, mi metto il pigiama e filo sotto le coperte. Faccio in tempo a pensare 'Buonanotte, mondo', che cado addormentata.

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