7.
Eddie's POV
Torno a casa e mi butto sul divano mentre mi accendo una sigaretta. Carl apre il frigo e stappa una birra ghiacciata.
'Ne vuoi una?'
'No, grazie. Vorrei provare a studiare un pochino...' rispondo.
'Tu? Che studi? E che è successo, l'incontro col preside ti ha rammollito?!' ridacchia e si siede accanto a me.
'Naaaaaaah, ma vorrei evitare di perdere anche quest'anno!' ammetto, mentre cicco nel bicchiere vuoto.
'Beh, buona fortuna!' mi dà un colpetto sulla gamba e se ne va in camera sua.
Mi blocco con la sigaretta ancora tra le dita, il fumo risale al soffitto come se celasse un antico messaggio Sioux, e rifletto su quanto sia grato dell'ospitalità che Carl mi ha offerto – non è male vivere da lui, o meglio da sua nonna, che però fa la bambinaia per una ricca famiglia dell'Upper East Side e torna nel suo appartamento molto di rado. Questa casa nel Greenwich Village è stata una vera salvezza come punto di appoggio per farmi continuare a frequentare la scuola.
Dopo un po' ci si abitua al fatto che il frigo è sempre vuoto, che c'è sempre qualche ospite in giro, che ci si può fare una doccia decente solo a notte fonda, o che la finestra del vecchio studiolo, ovvero camera 'mia', si blocca il 90% delle volte quando si prova a tirare su per aprirla. Dopo mesi, ormai, ci ho fatto il callo; anzi, ho escogitato anche uno stratagemma per risolvere, ovvero fare perno sulla parte destra, in quanto, dopo un po', il meccanismo si sblocca e il vetro riesce a salire, dandomi modo di respirare in una stanzetta di due metri per due.
Non che ce ne sia chissà quanto bisogno d'inverno, ma Claire si lamenta sempre della puzza di fumo di cui ormai sono impregnate le pareti e quindi ho imparato a farla arieggiare.
Stranamente, la nostra amica non è salita da noi come è suo solito fare dopo le lezioni, perché pomeriggio doveva andare dal dottore con sua sorella.
La ammiro molto per questo, riesce a fare quello che io non ho saputo fare tempo fa. Scuoto la testa per evitare al corso dei miei pensieri di spaziare oltre il dovuto. Agguanto il telecomando e vedo una replica della partita dei Mets.
Ormai la sigaretta si è tutta consumata. Spengo il filtro nel bicchiere, proprio mentre il mio amico ritorna in sala.
'Come hai deciso di procedere con la missione?' mi chiede a bruciapelo, ricordandomi della ragazza.
'Veramente ci sto ancora pensando... mi piacerebbe che le cose avvenissero in maniera naturale, altrimenti sembrerebbe troppo strano...' gli rispondo, grattandomi la testa.
Effettivamente non ci ho ancora riflettuto bene, devo cercare di non forzare troppo la mano, altrimenti desterei qualche sospetto. Scrollo la testa, a volte cerchiamo proprio di ficcarci nei guai, anche se il divertimento sta anche in questo.
'Vabbè, sicuramente ti verrà fuori qualche idea delle tue.' rivela, mettendomi una mano sulla spalla.
'Già.' annuisco poco convinto.
Continuiamo a vedere la partita, quando poi mi ricordo delle ricerche che dovrei fare per l'indomani; quindi, libri e computer alla mano e mi metto a studiare.
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'Ma questo campanello suona continuamente? Ed, vai tu?' mi intima Carl dal bagno.
Il mio coinquilino ha la straordinaria capacità di occuparlo anche per ore, senza problemi. Fosse per lui ci mangerebbe anche.
'Siii.' gli rispondo mezzo scocciato, alzandomi malvolentieri dalla poltrona.
'E' qui la festa?' domanda Claire con un sacchetto di plastica in mano e una confezione da sei birre nell'altra.
'Che ci fai qui?'
'Ti ho fatto una sorpresa!' e mi lancia uno sguardo strano. In quel momento mi rendo conto che ho indosso solo un paio di jeans.
'Ma non dovevamo vederci tutti più tardi?'
'Dai Ed, mio padre ha fatto un po' di pollo in più e così ho pensato di portarlo a te e a quell'altro scansa fatiche, altrimenti andate avanti solo con pizze!' e detto questo mi spinge da parte ed entra.
Subito si precipita in cucina, mentre io me ne vado in camera ad infilarmi una T-shirt: scelgo quella dei Black Sabbath.
'Cos'è? Ti vergogni di me?' mi chiede, facendomi sobbalzare, rivelando la sua presenza e ridacchiando prima di buttarsi sul mio letto.
'Dai non dire cazzate!'
'Beh sei corso subito a vestirti. Come se non ti avessi visto già mille volte e non conoscessi a memoria ogni centimetro del tuo corpo...' si avvicina fino a toccarmi la schiena, cominciando a fare su e giù con le dita.
'Sì e sai anche qual è la mia risposta.' mi scanso.
'Che c'è? Non ti piaccio più?'
'Sai benissimo che per me sei la numero uno e che ti voglio un bene dell'anima, ma sai anche che ci abbiamo provato e non è andata molto bene.'
'Sì, perché tu avevi bisogno di tempo, ma adesso però non credi che potremmo riprovarci?' e mi si avvicina di nuovo, inginocchiandosi sul letto.
'No, non credo.' confesso, scansandola nuovamente.
'Sei crudele quando vuoi!'
'Dai andiamo di là a mangiare, ti prometto che appena mi sentirò pronto a stare di nuovo con qualcuna sarai la prima a cui lo dirò.'
Le sorrido e le accarezzo una guancia. So che molto probabilmente sono stato uno stronzo, ma non mi va proprio di assecondare i suoi umori questa sera.
'Bel modo di fare pace che hai!' è ancora imbronciata ma, cedendo, mi sorride.
Chiamiamo anche il mio coinquilino e tutti e tre divoriamo la cena in pochi minuti, prima di prepararci per uscire.
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L'appuntamento è nel quartiere di Brooklyn, non molto lontani dal ponte: siamo un bel gruppetto, almeno una quindicina, i soliti cinque del liceo, più alcuni vecchi amici di Carl che vanno già al college.
Mi trovo molto bene con loro – dopo quello che mi era successo il mio coinquilino e la biondina mi hanno praticamente raccolto e rimesso in piedi. Devo molto ad entrambi.
A scuola avevo perso un paio di anni così come loro due, ovviamente per ragioni diverse dalle mie – Carl perché era venuto a vivere dai nonni e Claire perché aveva dovuto badare alla sorella che per un periodo era stata davvero poco bene. I brutti trascorsi che abbiamo alle spalle ci hanno fatto legare ancora di più.
Peter, Taylor e Mya invece sono più piccoli di noi di un anno, ma frequentano gli stessi nostri corsi a scuola. Sono teste di cazzo, molto simili a Carl, e vedono in me una specie di capo. Non sono mai stato un leader, nella mia famiglia è sempre stato James quello che gestiva tutto: la salute di mamma, le bollette da pagare, i rari contatti con nostro padre e il fratello minore scansafatiche, cioè me.
Pensare a loro mi fa salire una rabbia assurda, e mentre gli altri stanno provando a forzare la fila per entrare nell'ultimo locale in voga, ecco che vorrei tornarmene alla quiete dell'appartamento.
'Niente da fare, non ci fanno entrare!' dice una sfiduciata Claire, interrompendo i miei pensieri.
'Cosa? E perché?' le chiedo di rimando.
'Quei deficienti di Taylor e Mya si sono fatti scoprire dal buttafuori che non hanno diciotto anni!'
'Dai ci sarà un altro modo per entrare...' e do un'occhiata all'entrata secondaria.
'Che cosa proponi?' mi domanda seguendo il mio sguardo, illuminandosi.
E' per questo che Claire mi piace, asseconda sempre le mie idee più folli.
'Aspetta, fammi fare un giro di ricognizione.' e mi allontano, mettendomi a girare intorno al palazzo.
Come sospettavo il retro del locale da su una piccola stradina privata. Noto una specie di finestrella che affaccia proprio lì, e che molto probabilmente sfocia in una specie di deposito o qualcosa del genere, ad ogni modo per noi potrebbe essere la nostra entrata segreta.
Ritorno dagli altri e spiego loro il piano. Ovviamente il primo ad entrare è Carl, seguito dai restanti. Rimaniamo solo io, Claire e Peter che fa il palo.
Dio, quanto sto bene quando faccio qualcosa di proibito – l'adrenalina che mi scorre nelle vene in questi momenti non è paragonabile a nient'altro. Sono questi gli attimi che preferisco, quelli in cui non sono costretto a pensare, ma sono libero di fare quello che voglio, di infrangere le regole.
'Cazzo Ed mi sono incastrata!' esclama la bionda disperata, mentre sta scavalcando la piccola finestra.
'Merda, devi muoverti!'
'Non posso ho la maglia incagliata in questa cavolo di grata!' continua, tentando di liberarsi.
'Cazzo così ci beccano ragazzi! Sei sempre la solita Claire, che palle! Che cazzo ti metti sempre queste maglie bucherellate?!' urla Peter.
'Stronzo vorrei vedere te al mio posto!' gli grida lei.
'Claire abbassa la voce. Peter tu resta di guardia mentre io le do una mano!' ordino, mentre lui sta tornando verso l'inizio della via.
'Ed, io sono ancora bloccata qui!' richiama la mia attenzione.
'Lo so, arrivo.' e così mi arrampico anche io, cercando di aiutarla. Con un po' di fatica ci riesco, strappandole un pezzo di maglietta, così scendiamo, ma non proviamo più a risalire, perché vediamo due buttafuori dirigersi di corsa verso di noi.
'Hey voi!' ci urlano.
'Cazzo Ed, ci hanno beccato!'
'Lo so, merda!' impreco.
'Mi dispiace è colpa mia!' piagnucola.
'Che stavate provando a fare qui? Questa è proprietà privata!' abbaiano i due gorilla. Sto per andare verso di loro, quando uno dei due prende la ricetrasmittente e segnala la presenza di tre estranei nel cortile posteriore del locale.
Ci stoppiamo, provo a pensare ad una scusa convincente quando Peter mi anticipa, provando a mollare un cazzotto a uno dei due. Quel ragazzo è davvero un pazzo, ma ha coraggio!
Ovviamente non riesce ad andare a segno, anzi si becca un destro in piena faccia. Non ci vedo più. Mi avvento contro il tipo con tutta la forza che ho e gli sferro un pugno. Con il secondo non sono così fortunato, anzi mi becco un cazzotto sulla tempia che mi fa girare la testa per qualche secondo.
Continuiamo a picchiarci fino a che non sento due mani che mi trascinano via: è Claire che mi intima di andarcene perché stanno arrivando i poliziotti.
Scappiamo, ma Peter non è così veloce e viene placcato da quegli energumeni. Mi fermo, vorrei tornare da lui, ma la mia amica mi tira per un braccio, implorandomi di andarcene.
Corriamo fino a rimanere senza fiato e riusciamo a salire al volo su un autobus che sta passando proprio in questo momento.
'Merda l'abbiamo scampata bella... non posso crederci!' esclama lei, traendo un respiro di sollievo mentre si siede.
Sono preoccupato. Che fine farà Peter? E gli altri? Si accorgeranno della nostra assenza, o saranno troppo intenti a sballarsi?
'Che succederà a Peter?'
'Non ne ho la più pallida idea. Se lo hanno preso i poliziotti lo porteranno di sicuro in centrale.'
'E lo arresteranno?'
'Non credo. E' ancora minorenne, lo faranno uscire su cauzione, vedrai.' cerco di rassicurare più me che lei. 'E con oggi sono due le volte che rischio di fare una brutta fine!' aggiungo mentre con la destra mi asciugo il sangue che mi cola dal sopracciglio.
'Che vuoi dire? Per la punizione intendi?' e premurosa mi passa un fazzoletto, poi continua 'Ad ogni modo è stata davvero una serataccia. Che ne dici se mi fermo da te?'
'Ne abbiamo parlato proprio stasera, dai non mi sembra il caso! Scendiamo al Village e ti riaccompagno io con la macchina su fino ad Harlem.' le rispondo con un tono che non ammette repliche.
Ho bisogno di alcool per smaltire tutta la faccenda e non ho per niente voglia di passare la notte con Claire che considero in parte un po' responsabile dell'arresto di Peter.
'Ok capo come vuoi!'
Scesi dal bus, camminiamo per un centinaio di metri e la stanchezza cala tutta insieme. Saliamo a casa per prendere le chiavi della macchina.
Vorrei riuscire subito, ma la bionda si stappa una birra.
'Vado via tranquillo, avevo bisogno di bere però.' rivela alzando le mani in segno di resa dopo aver notato il mio sguardo scettico.
Decido di farle compagnia e ne apro una anche io. Cominciamo a parlare di Peter e dei guai che avrebbe potuto farci passare se avesse fatto i nostri nomi.
Avvicino la bottiglia ghiacciata alla tempia dolorante per provare un po' di sollievo, nel mentre la sorseggio prima che il contatto con la mia fronte bollente la riscaldi del tutto. Nemmeno il tempo di finire la birra che saltiamo entrambi, tesi come corde di violino, al rumore di una serratura che scatta.
'Eccovi, ma dico io rispondere al telefono mai eh?' domanda Carl non appena rientra.
'Tu non puoi capire cosa ci è successo!' gli fa eco la bionda e poi comincia a raccontargli tutta la vicenda.
'Cavolo, povero Peter! Meno male che io sono un amico premuroso e dopo un po' avendo visto che non entravate sono venuto a cercarvi.'
'Sì, dopo che ti sei fatto un paio di cocktail e qualche canna!' rivela sinceramente la biondina, facendomi ridacchiare.
'Vabbè, comunque mi sono preoccupato per voi! Il problema è che fuori dal locale non c'era nessuno, altrimenti avrei capito la situazione.'
'Grazie che non c'era nessuno! Tutto il casino è successo sul retro! Ad ogni modo domani sapremo qualcosa di più. Comunque, è stata una lunga giornata, accompagno Claire e torno.' e mi infilo il cappotto.
'Ci si becca domani a scuola bionda!' la saluta Carl.
'Buonanotte!' gli risponde, scuotendogli i capelli.
Quando torno a casa trovo il mio amico nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato – steso sul divano a bere birra. Quando mi vede entrare fa un cenno di bentornato.
'Quella ragazza è pazza di te Ed!' rivela.
'E dai! Non è serata! Me ne vado in camera. Notte.' non mi va di parlare di queste cose, non stasera.
'Notte capo.'
Appena entro in stanza mi fiondo sul letto con tutti i vestiti e chiudo gli occhi. Poi dopo un attimo li riapro sorpreso: è assurdo ma la prima cosa che mi è venuta in mente appena ho chiuso le palpebre non è stata la rissa di qualche ora prima, o il fatto che ci aveva quasi beccato la polizia o le mani di Claire sulla mia schiena, ma gli occhi della ragazza italiana! Tutto quello che era successo poco prima avrebbe dato un ulteriore scossone al piano – adesso ero più che intenzionato a portarlo avanti, nonostante lo sguardo profondo della ragazzina.
ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.
***
ciao a tutt*,
capitolo lunghetto, lo so, ma non aveva senso dividerlo in due, anche perchè vi volevo far entrare un po' nel mondo non molto law-friendly di Eddie :DDD
che ne dite?
vi è piaciuta la scena della rissa?? ci ho messo tanto a scriverla perché non sono molto pratica del genere, perciò i vostri commenti in proposito sono super importanti per me **
se vi piace la storia e vi sta appassionando vi prego di sostenerla con una stellina **
grazie mille **
ps. vi lascio con la canzone che mi ha ispirata e aiutata con la scena della rissa ** spero che vi piaccia <3
effy **
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