24.

Eddie's POV

La codardia di qualche giorno prima era tornata ieri, perciò avevo deciso di non andare a scuola e di staccare un pochino la spina con Claudia.

Averla in camera mia, suonarle delle canzoni, mangiare insieme cose preparate proprio da lei non mi avevano per niente aiutato a mettere le distanze, tanto più che ogni qual volta che ripenso al piano ideato con il mio gruppo mi si stringe lo stomaco.

Serro il pugno e continuo a fumare la mia Benson, con la testa poggiata al vetro della finestra di camera mia.

Sul computer è partita la playlist di hard rock che dovrebbe aiutarmi a rilassarmi, e di solito lo fa, ma non in questo caso – mi sento ipernervoso, e non riesco nemmeno a capirne il motivo in realtà. Forse, proprio per questo che l'agitazione mi sale ancora di più.

Mi alzo, prendo la chitarra e comincio a strimpellare un po' di accordi, di solito questi movimenti mi tranquillizzano, anche se mi immalinconiscono perché mi fanno pensare a mia madre.
Diceva sempre che ascoltavo rumore e non musica e mi chiedeva di suonarle le canzoni dei suoi tempi, ovvero quelle dei Beatles. Hey Jude era la sua preferita assieme a Here Comes the Sun, che è proprio quella che sto suonicchiando adesso.

Ricordo che mi diceva sempre che i giorni brutti ci sarebbero sempre stati, ma che il sole avrebbe sempre avuto la meglio.

Non riesco a fermare una lacrima ribelle che sfugge al mio solito self-control.

Butto la chitarra sul letto, sfilo un'altra sigaretta dal pacchetto e riappoggio la testa contro il vetro, pensando che il tentativo di togliermi il nervoso mi ha solo fatto diventare ancora più malinconico.

E' in questa posizione che mi trova Carl, quando rientra dalla giornata scolastica.

"Cazzo, amico, potevi almeno aprire un pochino, che qui si è creata una tale cappa che i fuochi d'artificio della Festa del 4 Luglio sembrano il vapore della pentola!" esordisce lui, spostando l'aria con la mano e avvicinandosi al davanzale per aprire la finestra.

"Scusa, hai ragione. E' che non ci ho proprio pensato!" ammetto.

"Mh, tutto okay, capo?" mi chiede pensieroso.

"Certo, una favola!" mento, "Come è andata oggi a scuola?" mi fingo incuriosito.

Il mio coinquilino continua a fissarmi strano, ma decide di rispondermi.

"C'è stata la verifica di chimica, e non so se me la sono cavata!" si gratta la testa, "Ah, poi i ragazzi hanno fatto un po' di danni al distributore automatico di bevande!"

Gli lancio un'occhiata di sbieco.

"Tranquillo, tranquillo, non si sono fatti beccare!" si difende, immaginando già dove voglia andare a parare.

"Ah, Claudia ti ha cercato più volte al nostro tavolo con lo sguardo!" ecco che annuncia quello che in realtà voleva dirmi da subito e che io avrei voluto sapere.

"Ah." Faccio spallucce, ma in realtà, appena sentito quel nome il mio stomaco ha fatto una contorsione.

"Tutto bene? E' successo qualcosa quando l'hai riaccompagnata ieri sera?" mi fa premuroso.

"No, no, tutto una favola. Il piano procede alla grande." Mi sento di aggiungere, anche se ricevo in cambio uno strano sguardo da parte sua.

"Sicuro? Non è che ti stai affezionando alla ragazza e quindi vuoi finirla qui? Guarda che non c'è niente di male a fare un passo indietro!"

Punto gli occhi nei suoi per comunicargli tutto il mio disappunto.

"Stai scherzando?! Si è mai visto qualche volta in cui io non abbia portato a termine quanto promesso?"

"No, ma io..." ma non lo lascio finire.

"Allora non pensarle nemmeno cose simili, poi ti immagini Claire come ci resterebbe?!" tiro in ballo la nostra amica per farlo sentire in colpa.

"Certo, ma potrebbe anche farsene una ragione, lo sai che lei è pazza di te, Ed, e non credo le dispiacerebbe se tu la smettessi di frequentare Claudia, anzi, non puoi capire ieri quando siete andati via che scenata che ha fatto!" confessa, scuotendo la testa.

"Claire può fare anche tutte le scenate che vuole, si va avanti con il piano come convenuto, punto." E mi alzo, deciso a mettere quanta più distanza tra me e il mio coinquilino e questa camera piena di strane vibes, anche se per come sono nervoso non mi basterebbe andarmene in Alaska.

---

Claudia's POV

Per fortuna il weekend era passato! Odiavo non essere considerata nelle decisioni, e il viaggio a Washington era una di quelle. Mamma e Sam avevano deciso per noi, e io, nonostante non mi fossi più e più volte dimostrata d'accordo, avevo dovuto adeguarmi!

Le ultime volte che eravamo andati tutti insieme, intendo con mio padre, non con Sam, ormai risalivano a più di cinque anni fa.

Sospiro e mando giù il magone che mi si è appena creato nello stomaco.

Il lato positivo è che lo stare lontana da NY mi aveva aiutata a non pensare troppo a Gallagher! Anche se, ovviamente, non vedevo l'ora di rivederlo! Dopotutto, erano ormai due, anzi quasi tre, giorni che non ci vedevamo!

Mi affretto a preparare lo zaino, infilandoci dentro anche i pensierini che ho comprato per i miei due amici (un libro per Andy e un gioco per la PS per Josh). Ho preso un regalino anche per Eddie, anche se non so se avrò mai il coraggio di darglielo – si tratta di un braccialetto della fortuna, uguale a quello che ho comprato io per me, ma quest'ultima cosa non gliela avrei mai detta per non fare ulteriormente la figura della bambinetta. Rossella conviene con me e tira fuori un thè rilassante, prospettando già di fronte a sé una dura giornata come spirito guida.

Carica di allegria e con le farfalle che se ne svolazzano liberamente per lo stomaco, mi preparo con cura e scelgo attentamente i vestiti da indossare: mom jeans, maglioncino dolcevita nero, camicia a quadri verdi e neri e anfibi. Come make-up, il solito con eyeliner, mascara e un pochino di gloss.

"Ehi, ma non sarai troppo carina oggi?" chiede Sam non appena scendo giù in cucina.

"Mh, cos'ho di diverso dal solito?" faccio poco propensa alla conversazione.

"Non saprei, sei più luminosa." Continua.

"Mah..." rispondo sempre più scettica.

Mamma sorride al nostro simil-battibecco.

"Mà, oggi non mi va di restare al doposcuola, posso tornare a casa prima?" chiede Nico, mentre mangia i suoi Boo-Berry.

"No che non puoi! Io sono al ristorante e Sam al lavoro!" gli fa il nostro genitore.

"Eddai mà, lascialo stare per una volta, potrei passare a prenderlo io non appena esco da scuola." Propongo, "Magari mi faccio dare un passaggio da..." e poi mi blocco, anche se forse i miei occhi mi tradiscono un pochino.

"Da chi?" mi fa subito lei.

"Da un mio amico!" proseguo coraggiosamente.

"Amico? Cioè Josh?" indaga lei, e anche Sam, che di solito resta fuori dalle nostre discussioni, alza lo sguardo.

"Se avete finito con l'interrogatorio, Sam ti sarei grata se mi accompagnassi a scuola!" cerco di cambiare discorso, sbottando.

I due si lanciano uno strano sguardo, ma decidono di non approfondire la cosa, e io ne approfitto per mettermi cappotto, cappuccio e sciarpa.

Aspetto lo sceriffo vicino la sua macchina e quando entro, mi giro dall'altro lato per fargli capire che non ho per niente voglia di fare chiacchiera, e per fortuna lui rispetta questa mia scelta.

Appena iniziano ad apparire i contorni dei cancelli della scuola, ecco che il cuore comincia a tamburellarmi quasi come se volesse uscirmi dal petto. Mi sento ridicola e la stessa Rossella mi lancia uno sguardo di sdegno.

Sospiro e scendo dalla macchina. Varco i confini dell'edificio e il cuore fa un altro capitombolo quando i miei occhi si poggiano su una moto nera a me familiare e soprattutto sul suo proprietario, che se ne sta lì, cavalcioni a chiacchierare con il suo gruppetto, o meglio seguaci.

Il primo istinto è quello di avvicinarmi a lui, ma poi mi accorgo che insieme a Eddie c'è immancabilmente la biondastra, quindi, mi mordo il labbro e mi avvio verso i miei amici, che sono praticamente di fronte a loro nel parcheggio.

Continuo, però, a guardare dalla parte del riccio, provando a catturare la sua attenzione, ma inutilmente, in quanto, più mi avvicino, più mi rendo conto che non mi sta cercando con la stessa insistenza con cui lo faccio io, anzi, non mi sta proprio guardando! Così, malinconicamente, mi avvicino ai miei amici.

"Ehi, guys!" li saluto.

"Ciao Claudia!" mi fanno in coro i miei compagni.

Il figlio del senatore mi si avvicina e mi da anche un bacio sulla guancia, come ormai da abitudine. Meccanicamente mi volto verso Eddie, che sembra non accorgersi per nulla di me, anche se mi rendo conto che il suo coinquilino ci sta fissando.

"Che hai?" mi domanda la mia amica, insospettita dal mio insolito atteggiamento.

"Niente... poi ti dico!" le rispondo, facendole capire che non è il momento.

"Allora come è andata la gitarella?" ci interrompe il moretto, sempre più allegro.

"Mh, domanda di riserva?" controbatto.

"Non ti sei divertita?"

"Insomma... non ho nove anni come mio fratello, quindi, mamma e Sam riescono a fregarmi di meno mentre giocano a fare la famiglia perfetta! Ad ogni modo, almeno ho fatto tantissime foto, poi ve le faccio vedere."

Si guardano tra di loro, poi la biondina mi mette una mano sulla spalla, in fare comprensivo.

Poi aggiungo.

"Ah, e vi ho preso questi!" e tiro fuori i due pacchettini.

"Grazie, Claudia, non dovevi!" mi fa Andy, dandomi un bacio, contenta del regalo appena ricevuto.

"Wow! Questo mi mancava! Sei una grande Claudia!" mi fa l'altro, abbracciandomi.

"Eh, lo so, diciamo che sono particolarmente brava a fare i regali!" dico ridendo, ma senza modestia.

In effetti, riesco sempre a scegliere la cosa giusta per la persona giusta fin dai tempi delle medie, infatti, i miei presenti erano sempre quelli più apprezzati tra le mie amiche di Roma.

In quello stesso momento suona la campanella e prima di avviarmi verso l'ingresso, lancio un'ultima occhiata alla banda degli scombinati e noto finalmente che Gallagher mi sta fissando, con lo stesso sguardo gelido che mi riservava prima che cominciassimo a conoscerci! Inoltre, mi sfila davanti senza farmi nessun cenno, ma facendo proprio come se non esistessi.

Rossella stessa osserva la situazione scettica, abbandonando il suo solito cipiglio, mentre io sospiro e varco il portone d'ingresso.

---

Eddie's POV

E' meglio se mi allontano da quella scena, altrimenti se avessi visto ancora quello spocchioso del figlio del senatore che non perde occasione per buttarsi addosso a Claudia, credo che gli avrei spaccato quella faccia da culo che si ritrova!

Merda, oggi ho anche storia con lei alla prima ora e non posso non andarci, dato che ho già fatto un'assenza!

A malincuore, saluto Claire e Carl e me ne vado a lezione.

Entro in aula come una furia, ma Claudia non è ancora arrivata per fortuna! Mi avvicino al ragazzino, che di solito siede dietro di lei e che ora sta al mio solito posto, per riprendermelo, nonostante non sia così lontano dall'altro, ma almeno così non sarò costretto a sentire il quel profumo così maledettamente buono per l'intera ora.

"Che c'è, sei sordo? Ho detto smamma!" intimo al ragazzino, che mi guarda spaventato e scatta subito per rimettersi al suo solito banco.

Mi siedo e tiro fuori il libro per avere qualcosa da fare per distrarmi.

Tuttavia, anche senza guardare, riesco a rendermi conto quando Claudia entra in classe, in quanto comincia a diffondersi quel suo profumo di fiori e vaniglia; ad ogni modo, faccio finta di niente e continuo a fingere di leggere.

Eppure, è più forte di me, con la coda dell'occhio devo osservare i suoi movimenti e noto che, dopo un attimo in cui se ne è stata in piedi impalata, prende posto e afferra qualcosa dalla borsa che poi rimette subito dentro, e si volta dalla mia parte.

Cazzo, mi ha beccato! Abbasso ancora di più la testa e provo a concentrarmi sul libro, anche se ormai il danno è fatto.

Sento dei passi che si avvicinano e io faccio finta di nulla, senza molto successo.

"Mh.. mh..." fa lei, mentre io continuo a fingere di non sentirla.

"Hai mal di gola?" niente, sono un cazzone, ma l'impulso di parlarle è più forte.

"No... come va?" mi domanda a mezza voce.

Le lancio un'occhiata e poi torno al volume. Merda, oggi è anche più carina del solito, imbacuccata come sempre e con le guance e la punta del naso rossi dal freddo.

"Che hai?" incalza con le domande.

"Nulla!" faccio meccanicamente.

"Ce l'hai con me?"

"No!"

"E allora come mai sei così?"

"Così come?"

"Devo spiegartelo? Non mi saluti, cambi posto, a malapena mi degni di uno sguardo!"

"Ehi ma che pretendi?"

"In che senso?"

"Mica dobbiamo salutarci e parlare sempre, chi lo ha deciso? Il dottore?" faccio io brusco.

"Credevo fossimo... amici..." dice lei incerta.

Alzo di nuovo gli occhi e noto che si sta mordendo il labbro, segno che forse è nervosa.

"E invece non lo siamo... tu non sai niente di me!" sbotto, mio malgrado.

"Hai ragione! Non so niente di te, anzi no, una cosa la so, che sei un vero stronzo!" conclude incazzata e se ne torna al suo posto.

Ecco, bravo! Complimenti Ed! Che cazzo stai facendo???

Non lo so più ormai, questa ragazza è capace di scombussolare tutti gli equilibri che a fatica avevo creato! Ma forse è meglio così! Ci avrebbe solo guadagnato a stare lontana da una persona come me! Eppure, mi sento così maledettamente in colpa!

Un vero coglione, non c'è che dire.

Entra l'insegnante e io nemmeno l'ascolto, vorrei alzarmi e andare a parlare con Claudia, per dirle cosa poi? 

E il piano? Lo sto mandando a puttane, dove è giusto che vada a finire.

Al suono della campanella lei si alza di scatto e io cerco di tenere a bada il primo istinto di correrle dietro, così, a testa bassa, me ne vado a seguire la prossima lezione.


⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.


***

Ciao a tutt*,
come state? vi sono mancata? :DDD
spero che questo capitolo vi piaccia, ne ho uniti due, perché mi sembrava avesse più senso così.
allora, che ne pensate? ** 
io mi diverto troppo quando Eddie fa lo stronzo :DDD
anyway, fatemi avere i vostri commenti e se la storia vi piace supportatela con una stellina **
Grazie **
effy

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top