8. A blind date.

SOLO UNA NOTTE
Chapter 8

Sto cadendo all'indietro e impatterò sul pavimento. Penso già che mi farò male, ma soprattutto farò male al bambino. È lui il pensiero principale.
Ma una mano mi afferra e quando ho il coraggio di guardarlo in viso mi rendo conto che si tratta di Ryan. Ha avuto i riflessi pronti... e mi ha evitato un rovinoso tonfo.

«Blaire? Stai bene?»

Oh, diamine... Che gli posso dire? Non posso mica confessare che sono rimasta ammaliata dal suo profumo delizioso. Pensa, pensa!

«Sì, scusa, io... Ho perso l'equilibrio per un attimo.»

«Non è un buon segno.»

«Davvero, sto bene.» Prima che possa accorgermene, mi prende tra le sue braccia preoccupato che una cosa del genere possa ricapitare. «Ryan!» Si fa' strada dal patio verso l'ingresso.

Non vuole sentire ragioni.
«Ti porto a letto e dico a Grant di tornare a controllarti.»

«Ryan, no.» Si ferma a metà strada e mi guarda.

«Fa male? Andremo direttamente in ospedale.» Insiste con le sue paranoie mentali e si reca alla porta principale.

«Ryan, no. Fermati un attimo. Ryan. RYAN!» urlo. Cerco disperatamente di attirare la sua attenzione, ma nulla.

"Come posso farlo ascoltare?"

Ah, ho trovato! Lo prendo per il colletto e lo scuoto con forza, per fargli passare l'ondata di panico. «Blaire...» Sembra abbia funzionato.

«Fammi scendere, stavolta. Dannazione.» Mi abbassa per appoggiarmi a terra, ma continua a tenermi con forza.

"Dovrò confessargli a questo punto che stavo mentendo e cercavo di scappare o mi troverò al pronto soccorso."

«Blaire, se c'è qualcosa che non va...»

«Ryan. Ho mentito su come mi sento.» Rimane zitto e sembra aver trovato un po' di tranquillità. «Io... Eravamo così vicini... E sono sensibile ai profumi per via della gravidanza. E prima di accorgermi di quello che facevo, ti stavo già annusando e ho provato a fare un passo indietro. Ma sono inciampata per sbaglio e tu mi hai chiesto se stessi bene. Ho mentito per evitarti di dirti che...» Faccio un respiro profondo e copro le guance paonazze con le mani. «Penso che tu abbia un profumo meraviglioso. Ecco, l'ho detto. Il bambino mi sta facendo diventare pazza.»

«Quindi... mi stavi... annusando?»

«Hai un ottimo profumo. Tanto buono quanto la mia torta.»

«Davvero? Cioè pensa a quello che hai fatto alla torta.»

"Sì, effettivamente, l'ho divorata tutta. A mia discolpa... né avevo un disperato bisogno."

Vedo un lampo di malizia nei suoi occhi mentre abbassa lo sguardo sulle mie labbra.

«Hai fame?»

«Forse.»

«Di sicuro non sto pensando che in questo momento saresti davvero un ottimo snack.» Sussulto. "Cosa?" Ed intanto il suo sorriso diventa più ampio. «Ma non significa che sono interessato ad un altro 'fine'. È solo una cosa da ragazzi.»

"Mhm, chissà s'è vero."

«Quindi, dimentichiamo tutto?» Evito il suo sguardo, mentre tendo la mano.

«Affare fatto.» Concorda con una solida stretta di mano. Resto per un po' immobile, aspetto che uno di noi faccia la prima mossa o dica qualcosa per spezzare questo silenzio. «Ok, bene, ora che so che non stai morendo, vado via. Chiudi la porta e fila di corsa a dormire, signorinella.»

È entrato in modalità futuro papà? Devo ammettere che gli calza bene il ruolo... e che vederlo andare via mi fa perdere qualche battito, ma è la cosa giusta. Almeno per adesso."












***

Qualche giorno dopo, vado nel panico. Una manciata di appendiabiti mi piovono addosso, colpendomi in testa.
«Eveline, non posso prendere in prestito i tuoi vestiti!» insisto che li rimetta al loro posto.

«Se facessi shopping come dico io, non dovresti farlo. Ma se i vecchi vestiti ti iniziano a stare stretti, non è colpa mia. Ci passano a prendere tra meno di un'ora e devi indossare un bell'abito per cena.»

"Certo, la cena con Grant, il mio caro ginecologo e mi sono lasciata convincere ad andare. Il dottor Ryan mi controlla ogni settimana. Alla fine, chiederò una seduta dallo psicologo quando avrò dato alla luce il bambino.
Ma soprattutto, a che serve un appuntamento ad una ragazza incinta?

«Eveline, io ... Penso che sia troppo presto per avere un appuntamento con qualcuno. Forse aspetterò fino a che il bimbo non avrà cinque... O dieci anni? O direttamente i diciotto?»

«Andremo in gruppo, quindi tecnicamente, non è un vero e proprio appuntamento.» Mi rivolge un sorriso tirato e mi fissa dritto negli occhi. «Tu ci andrai. Sarebbe molto scortese a questo punto.»

So ch'è un appuntamento - in questi casi è sempre così - anche se Eveline sostiene sia un'uscita di gruppo.

«Ora, che lo dimostri appena, ti dovrebbero andare tutti. Non li ho mai indossati. Sono nuovissimi.»

Esamino la montagna di abiti sparsa su ogni centimetro del mio letto. Sono tutti molto belli... Ma devo fare una scelta e opto un capo sofistico, che ancora mi posso permettere prima che si veda la rotondità del mio ventre.
E quello dovrebbe farmi risaltare e rendermi più graziosa.

Qualche minuto dopo, ammiro il risultato allo specchio del bagno. "È carino. Ma, più di qualsiasi altra cosa, voglio toglierlo e dire ad Eveline che non ci vado. Sono incinta del figlio e sembra che gli stia mancando di rispetto."

Sento la voce della donna dall'altro lato, seguita da una più profonda. Il mio cuore salta un battito o forse più di uno.

"Ryan." Penso.

Apro la porta per uscire e li trovo che si fissano furiosi, con le armi incrociate, in procinto di cominciare a litigare.
«Perché diavolo non dovrei venire con voi?»

«Non essere ottuso, tesoro. Se Grant avesse voluto uscire con te, avrebbe organizzato qualcosa di diverso.»

«Non puoi davvero dire che sia un appuntamento, no?»

«Vengo alla cena, anche io.»

«Lui è il suo dottore, lei è inc...» Si interrompe quando mi vede apparire sulla soglia. Mi fissano entrambi. La donna sfoggiando un'espressione serena e il figlio una ancora più corrucciata.

"Mi sa che devo fare questa cosa per interrompere il diverbio."

«Uhm... Quindi, come sto?»

«Sei bellissima, Blaire.» Si complimenta, squadrando il mio aspetto attentamente.

«Grazie.»

«Non vedi l'ora di questa sera?»

"Ci sono una serie di possibili risposte a questa domanda... E molte di esse iniziano con no."

«Ma certo che non vede l'ora. Grant è adorabile. Gli siamo tutti molto grati, sappiamo che dedica tanto del suo tempo per assicurarsi che stia bene.»

"Il senso di colpa mi assale... Me lo sento, sale dalle mie viscere."

Provo a fare un cenno con il capo per assecondarla. È chiaro che preferirei fare qualsiasi altra cosa piuttosto che andarci.

«La stai costringendo ad uscire con lui.»

«Costringendo? Ma per favore.»

«Blaire, mia madre ti sta costringendo a uscire per cena?»

Si voltano entrambi a fissarmi.

"Che diavolo rispondo? Mi sento tra incudine e martello. Che faccio?"

«Queste scarpe mi fanno sembrare grassa?» Svio il discorso.

«Sta cambiando discorso, per cui non vuole andarci.» Ryan trae in fretta le sue conclusioni.

«Blaire è una donna stupenda, vivace e single, Ryan.»

«Non puoi nemmeno aspettare che partorisca?» ribatte il figlio.

«Qualsiasi uomo sarebbe fortunato ad averla!»

«Lo so!» Sbotta.

«E sei stato chiaro che non sei interessato. Vuoi essere presente solo in veste di "padre". Per il bambino.»

«Non è interessata a me o a questo appuntamento, almeno non stasera. Quindi non ci andrà. Fine.» Taglia corto.

A questo punto, sono troppo stanca per interessarmi al fatto che stiano litigando per la mia vita privata.

Ryan prende il cellulare e telefona Grant. «Scusa, amico, ma Blaire è esausta.» Ascolta la risposta e poi replica subito. «No, non penso sia necessaria una visita veloce. Sì, basterà un po' di riposo. Giusto. Mhm... No, tu e mamma dovreste andare e divertirvi. Sicuramente Blaire avrà tutto ciò di cui ha bisogno.» Mi strizza un occhio complice e col labiale mima le parole "torta" e "pizza."

Sento già lo stomaco brontolare per la fame. "Dio, quest'uomo mi conosce così bene. Ora svengo."

Eveline, dal suo canto, si lascia sfuggire un lamento e infuriata se ne va, lasciandoci soli.

"Dovrei dire qualcosa su questa conversazione, ma cosa?"

Mi schiarisco la voce: «Penso che tua madre sia arrabbiata.»

«E' arrabbiata, ma le passerà. Uscirà per una bella cena, berrà tanto vino e avrà dimenticato tutto l'indomani.» Mette le mani nelle tasche del pantalone e scrolla le spalle.

«Parlami della pizza...»

«Possiamo ordinarla dove vuoi e farcirla come vuoi.»

«Mhm... dimmi qualche porcheria, per favore.» Il riccio si avvicina, la sua voce è un rombo vicino al mio orecchio.

«Ho un preparato per torta gialla in auto.» Inizia a camminare all'indietro verso la porta. «Mettiti qualcosa di comodo, ci vediamo in cucina.»

"Oh, quest'uomo! Penso che potrei abituarmi a questo."

Chiudo la porta, eccitata e nervosa per quello che può succedere.

"Ovviamente, nulla. Che dovrebbe succedere? Calmatevi, stupidi ormoni."

***

Resto in camera, finché non so che Eveline è uscita per cena, e poi vado in cucina. Nel frattempo, il padre di mio figlio si è messo comodo. Squadro la sua figura, seppur dalla soglia.

"Sta bene anche senza il completo elegante. È da un po' che non lo vedo così rilassato."

«Ehi, eccoti! Mi domandavo dove fossi finita.»

"Dovrei rivelargli ch'ero su, per evitare imbarazzi?"

«Sì, io... Non riuscivo a decidere cosa indossare.» Alla fine, mento.

«Per la pizza e la torta?»

«Roba da ragazze. Non puoi capire. Quindi come ti è sembrata Eveline quando se n'è andata?»

«Non mi ha parlato e Grant ha salutato da lontano senza entrare dentro, quindi è andata alla grande!»

Ryan prende il preparato per dolci. Ci mette molto più tempo del normale, per leggere le istruzioni.

«Tutto ok con la torta?» Domando.

«Sì. Certo. Tutto ok, non c'è problema. Solo una domanda veloce: devo seguire un ordine specifico per gli ingredienti o posso semplicemente metterli tutti insieme?»

"Wow... Non ha idea di quello che sta facendo."

«Hai mai preparato una torta prima di adesso?»

«Certo, sì. Ho preparato molte torte? No. Non ho assolutamente idea di quello che sto facendo, non ho mai preparato una torta in tutta la mia vita.» Confessa.

"Il poverino sembra perso..." Penso, intenerendomi. Giocherella con l'apertura del preparato per dolci, poi cambia idea e guarda prima gli ingredienti. Non ci mette molto ad avvilirsi, senza avere la più pallida idea di come proseguire.

«Dove diavolo è l'olio? E come aziono questo cavolo di mixer?» Mi strappa una risata, o più di una, mentre lo vedo gironzolare senza meta nella cucina. Alla fine mette un paio d'ingredienti nella ciotola, finché un guscio d'uovo non cade all'interno. Alza le mani. «Non odiarmi, se avrà un sapore pessimo.»

«Finché non mi scheggi un dente.»

Versa la pastella in due teglie rotonde.

«Ora lo mettiamo in forno? Come diavolo sai quand'è pronto?»

«Imposti il timer e poi controlli la cottura con uno stuzzicadenti. Una volta che uscirà pulito, allora sarà pronto.»

Suonano al campanello e ci guardiamo a vicenda.

«E' arrivata la pizza!» Esclamo battendo le mani euforica, come una bambina.

Le pizze sono calde e squisite.
Ci sediamo vicini al bancone, mentre metto su un tovagliolo qualche trancio che ho tagliato.
Alla fine, le torte sono pronte e le tiriamo fuori dal forno.

«Oh merda, ho cucinato una torta.»

«Sì. Sembrano buone e hanno un profumo fantastico.» Le annuso e Ryan prende il contenitore di glassa al cioccolato. «Aspetta!» Lo blocco. «Devono raffreddarsi, prima di metterci la glassa.»

«Oh, giusto!»

«Inoltre, sto ancora lavorando alla cena.»

«Cavolo, donna. Sono impressionato. Tu nutri quel bambino.» Addita la mia pancia mentre prelevo un'altra fetta per divorarla come un'assatanata.

«Come hai imparato a preparare torte così bene?»

Do' un enorme morso alla pizza, per darmi il tempo di riflettere.

"Voglio rispondere onestamente o no?"

«Sono cresciuta da sola con mia madre, e non era una grande cuoca. Non cucinava spesso e molti dei suoi piatti erano immangiabili, per non parlare dei dolci... Quindi, se volevo una torta, dovevo imparare da sola a cucinarla.»

Ryan si rattrista. «Mi dispiace che non avevi qualcuno che ti cucinasse torte.»

«Beh, adesso ce l'ho! L'hai appena fatto tu!»

«Credo di sì.» Risponde, grattandosi la nuca con una mano.

La conversazione procede spedita, mentre chiacchieriamo di film, libri e cibo. Dopo l'ennesimo sguardo del riccio sulla torta, dico finalmente qualcosa.

«Vediamo se la torta è fredda?»

«Sì!» Saltella attorno al dolce, come un bambino impaziente di scartare i regali la mattina di Natale. È così adorabile e sento il cuore farsi leggero. «Non sembrano calde.»

«Ok, allora possiamo glassarle.»

Prendo due spatole, mentre Ryan si occupa di aprire la confezione. Mentre la glasso, mi accorgo di quanto è concentrato il riccio sulla glassatura della sua di torta.

"È così carino, quando è così concentrato..."

Alla fine faccio un passo indietro ed osservo il mio capolavoro.

«E' un po' deforme e la glassatura non è liscia.» Mi fa notare.

«É perfetta. Grazie per avermela preparata con tanto affetto.»

Un'emozione indescrivibile mi pervade. "Come mi sento adesso?" Sono travolta dal calore di questo momento e dalla contentezza. "Mi... Mi sto innamorando di lui?"

Inizio ad immaginare una vita con lui, e all'improvviso non mi sembra spaventosa come visione.

«Blaire, stai bene?»

Mi accorgo che sto fissando il vuoto e mi sono anche distratta.

"Ma lui... Lui non può, non deve scoprire ciò a cui sto pensando, altrimenti sarebbe troppo imbarazzante."

«Io? Oh, sì? Scusa. Sto bene. Non è niente. Pensavo solo a...»

«A cosa?»

«A...» Incrocio le mani al di sotto del mento, guardando i suoi occhi screziati di verde. «Mangiare questa torta veramente squisita!»

«Beh, che aspettiamo?» Sorride con un riccio che gli sfiora la fronte. «Fiondiamoci.»

Prende così una forchetta per entrambi.

«Non la tagliamo a fette?»

Fa un'alzata di spalle:
«Chi ha tempo?» Lo guardo scioccata, mentre affonda la forchetta nella torta. «Mi fai compagnia?» Con un ampio sorriso, prendo con la forchetta un grosso pezzo di torta.

Ryan mi guarda intensamente. "Perché... Perché mi sta guardando così?"

«Ryan... Perché mi guardi così? Sono sporca?»

«Che intendi?»

«Mi guardi divertito.»

Abbassa la forchetta e cammina lentamente nella mia direzione, i suoi occhi sono fissi nei miei.
Mi manca già il respiro e ho già lo stomaco in subbuglio.

«Ryan, che succede?»

Si abbassa. «Voglio solo mostrarti quanto mi hai reso felice ora.»

Le sue labbra si posano sulle mie. È un bacio così potente, che può da solo mandarmi in estasi e farmi diventare le gambe di gelatina.

«Oddio.» proferisco, mentre porta le sue mani ai lati del viso.

"Ho bisogno di altro, adesso... Lasciarmi travolgere."


ANGOLO AUTORE*

Salve, cari lettori, e buona Domenica! Ecco a voi il nuovo capitolo di "Solo una Notte".

Eveline vorrebbe che Blaire frequenti il suo ginecologo, ma Ryan non ci sta... e boicotta l'appuntamento. 🤣

Intanto... Vediamo il ritorno della passione fra i due ragazzi, con un bacio mozzafiato, ma cosa accadrà dai prossimi capitoli?

La gravidanza come procederà? E avremo un bambino o una bambina? Voi che dite?

Aspetto i vostri commenti e se vi piace la storia non dimenticate il commento e una stellina.

Ci vediamo nel prossimo!

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