6. With a heart of a thousand

SOLO UNA NOTTE
Chapter 6




Aspettiamo in silenzio, un po' in ansia, che il dottore localizzi il battito del bambino.

«C'è qualcosa che non va con il bambino?» Ripeto la domanda. Ryan è al mio fianco. Il suo viso diventa di mille tonalità, è preoccupato che possa trattarsi di una cosa grave.

«Grant, perché non riesci a trovarlo?» Chiede stizzito.     

Grant riposiziona il dispositivo e, all'improvviso, sentiamo un "tum, tum" incalzante, che invade la camera e spazza via le nostre paure.


«Eccolo! Il bambino si è nascosto per un po', ma eccolo qui. Giocava a nascondino.»              

Mi sento subito più sollevata.

Ho avuto molta paura, le lacrime mi pungono gli occhi.
«Grant… è normale impiegarci così tanto per sentire il battito?»

«Sì. A volte può volerci un po' di tempo e pazienza per trovarlo.»

«Magari la prossima volta avvisaci prima, così non moriremo di crepacuore.»

«Ricevuto.» Approva. «Genitori alle prime armi. Ancora mi risulta difficile immaginarti padre, Ryan.»

«Come sta il bambino?» Intervengo io.

«Sembra forte e in salute.» Sistema l'eco doppler fetale sulla mia pelle, di nuovo. Un velocissimo battito cardiaco risuona nell'ambiente. Sento le lacrime premere per scivolare sulle guance e non ho la forza di ricacciarle indietro.

Ryan si appoggia accanto a me sul letto. Il suo viso è disteso e rilassato rispetto a poco prima. Lo vedo sollevato e pieno di gioia, dopo aver potuto sentire il cuore di suo figlio.

«Penso che l'abbiamo svegliato. Si sta appena muovendo.» avverto questa sensazione nuova sconvolgermi, come se delle bolle d'aria si spostassero leggermente ed invece è lui, questa nuova vita.

«Davvero?! Posso sentirlo?»

"Non voglio dargli l'idea sbagliata di lasciargli tutti questi spazi. Devo ancora prendere le cose con calma."

«Scusa, Ryan… Non mi sento ancora a mio agio all'idea che mi tocchi.»

Si è intristito, ma non lo dà a vedere. «Okay. Lo capisco.»

Ascoltiamo quella melodia meravigliosa per un po', emozionati, poi Grant rimette a posto le sue cose.

«Sembra che proceda alla grande e il bambino stia crescendo bene. Se avete bisogno di altro, sapete dove trovarmi.»

«Grant, sei molto generoso a concederci il tuo tempo. Grazie.» lo ringrazia Ryan.

Dopo la visita di controllo, usciamo tutti dalla camera ed Eveline ci ferma nel corridoio. Era l'unica rimasta fuori.

«Tutto a posto?»

«Sì, mamma. Un bambino sano.»

«Oh, fantastico.» commenta con il sorriso sulle labbra.

«E' stato un piacere conoscerti, Blaire. Sentiti pure libera di telefonarmi, se hai domande.» Il dottore mi lascia così il suo biglietto da visita per ogni evenienza.

«Grazie.»

«Grant, magari tu e Blaire potreste uscire a cena qualche volta?»

«Mamma!» La sgrida il figlio.

«Eveline, ma è il mio dottore! Non credo sia appropriato.»
E in più, porto in grembo il suo futuro nipote.

«Anche i dottori devono mangiare e poi serve a stabilire un rapporto. Non per forza un appuntamento romantico. Semplicemente una cena. Possiamo andarci tutti!»

«Eveline, lo apprezzo, ma...»

Lei lo interrompe.
«Ne parleremo dopo, caro. Ryan ed io ti accompagneremo fuori.»

Il riccio mi volge le spalle mentre scende giù e col labiale mi mima uno "scusa".

Non posso fare a meno di ridere per i tentativi della madre.













***

Una settimana dopo, sto quasi per finire la mia giornata di lavoro per la signora Eveline.
Ho ancora un paio di documenti da sistemare, quando proprio la donna me ne strappa uno di mano.

«Eveline, se non mi ridai quel documento, io...» le lancio una minaccia che può farle cambiare idea all'istante. «Non vengo a fare shopping per il bambino con te.»

«Non andresti mai!»

«Oh, sì!»

Ci guardiamo a vicenda, sembro piuttosto determinata a non cedere, e alla fine lei è costretta a farlo per prima adagiando i documenti sulla scrivania.

«Va bene, hai vinto questo round. Ma avevi detto solo altri quindici minuti ed è passata un'ora.»

«Lo so, ma finalmente mi sento piena di energie, dopo che per settimane ho battuto la fiacca, tra nausea e giramenti di testa. Sembra che i sintomi abbiano alzato bandiera bianca.»

«Oh, bene! Se ti senti così in forma, finalmente posso invitarti a cena con me e le ragazze stasera.»

L'invito è assolutamente inaspettato. Eveline si è offerta di coinvolgermi in diverse iniziative, per distrarmi, un bel po' di volte. Ma non ho mai accettato, un po' perché ero stanca, un po' per il mio stomaco sempre in subbuglio.

«Lo sai, mi piacerebbe, ma… voglio finire di sistemare questi documenti e non mi và di lasciare a metà il lavoro.»

«Manca ancora una settimana.»

«Voglio portarmi avanti il più possibile.»

Eveline non insiste mai troppo, se non sono dell'umore o indisposta, e lo apprezzo.

«La prossima volta, allora.»

Mi siedo in un angolo per riposare, mentre Eveline è appena uscita e sicuramente rientrerà tardi. La casa è vuota.

Mi guardo attorno in ufficio, tamburello con le dita sulla scrivania. Poi guardo il cellulare un paio di volte.

"Chissà se Ryan è sveglio…"

Di solito, si fa sentire ogni giorno per sapere come sto e come sta il piccolino, ma è stato così oberato col lavoro, che non si è fatto più sentire per due lunghissimi giorni.

"Sono così abituata a sentirlo tutti i giorni. Mi manca davvero lui o la nostra routine? Vorrei mandargli un messaggio, scrivere qualcosa, poi ci ripenso. Sono sicura ch'è a lavoro e non ha bisogno che lo disturbi per la mia nostalgia. Quanto sono incredibilmente stupida! Forse… è fuori per un appuntamento galante. No, non andrò nella tana del coniglio stanotte. Non gli darò la soddisfazione!

Chiudo la nostra chat. Non avendo niente di meglio da fare, decido di fare un ennesimo giro turistico per la casa, di nuovo. Vado su e giù, misuro ogni centimetro di questo pavimento e potrei arrivare a scavarci una fossa, finché non raggiungo il secondo piano.

Vado verso la mia camera, ma mi fermo davanti alla prima porta a sinistra: la cameretta di Ryan. "Chissà cosa c'è, oltre ai ricordi della sua infanzia."

Per adesso, rinuncio a scoprire altri dettagli e torno nella mia stanza e indossare il pigiama.
Mi guardo attorno e sospiro con fare malinconico.
"Che faccio adesso?" Giro gli occhi verso il comodino, dove c'è il libro sui principali consigli sulla gravidanza, che ho acquistato per essere informata su quello che accade nel periodo che sto vivendo. Provo a leggere qualche riga, ma mi distraggo di continuo su ogni passaggio.
"Continuo a rileggere le stesse parti, ancora e ancora." Osservo il corridoio, verso la stanza di Ryan, da cui vengo attirata, come da un potente incantesimo. "Voglio dare un'occhiata veloce. Non ci trovo nulla di male a curiosare…" Butto all'aria le lenzuola dal mio corpo e faccio una breve corsetta lungo il corridoio, fino alla stanza. Guardandola dall'uscio, vedo una mensola zeppa di trofei e medaglie. "Chissà per cosa sono…" Mi chiedo tra me e me. "Sarebbe violazione di privacy se entrassi e guardassi un po'? C'è così tanto che non so su di lui, sul padre del mio bambino. Magari questa stanza mi farà conoscere parti del suo carattere che ancora non conosco." Ma mentre sul punto di attraversare la soglia, ci ripenso e torno sui miei passi. "Un giorno gli chiederò per cosa sono tutti quei premi."

Ritornata nella mia "cameretta", non posso fare a meno di pensare a lui, all'effetto che mi fa quando non mi sta accanto.
Fisso il cellulare, nell'attesa che dia un segnale. "Chissà se mi risponde, se lo chiamo. Magari potremmo parlare un po'."

Senza starci a pensare, lo prendo dal comodino e compongo il numero. Ho lo stomaco in subbuglio, mentre sento che squilla.

«Sì?»

La sua voce invade la cornetta.

«Ciao, Ryan. Spero di non disturbarti.»

«Oh. Ciao, Blaire. Assolutamente no. Sono appena uscito fuori per fare una pausa. Mi stai chiamando a quest'ora?» Si chiede sorpreso. «Wow, mi sento speciale. Di solito, a stento riesco a mettermi in contatto con te.» Sento le guance prendere colore per il suo tono ammaliante.

«Beh, in effetti, è speciale, sir.» continuo, dandogli corda.

«Wow. Sir? Non è che sta flirtando con me, signorina Willow?» Ridacchio, non so come proseguire questo flirt innocente. Fortunatamente, porta avanti lui la conversazione. «Che succede?»

«Mi chiedevo se avessi il tempo per parlare.» Esita e sento la sua assistente, Charlie, che gli mormora qualcosa in sottofondo. «Scusa, ma la nostra pausa è davvero breve. Devo tornare alla teleconferenza tra un minuto.»

«Oh, certo… Non dobbiamo parlarne adesso. Sai, solo qualche volta… Potrei venire al tuo ufficio. Magari ci incontriamo dopo il lavoro questa settimana?»

«Blaire, naturalmente. Troverò il tempo. Di cosa vuoi parlare?»

«Uhm… Vorrei parlare...» sono un po' incerta, così mi getto sulla risposta più scontata. «Al futuro del bambino. Pensavo a come sarà diversa la sua vita, rispetto alla mia, alla sua stessa età… Speravo che potessi parlarmi un po' di com'è stata la tua infanzia.»

«Che ne pensi se ci sentiamo domani, mi ritaglio un po' di spazio per parlarne.»

«Ok, ma io...»

«Inoltre, se c'è qualcosa in particolare che vuoi chiedermi, puoi sempre mandarmi un'email. Ti risponderò entro il giorno successivo, ok?»

"Wow… siamo tornati a parlare dei nostri progetti di vita come degli affari, credo."

«Grazie, sir. Apprezzo la sua disponibilità.»

«Quel "sir" non serviva a flirtare, non più. Che significa?» slSembra ci sia rimasto male, ma non ho voglia di rispondergli.

«Ciao.» Lo saluto, seccata.

Poi, torno sul letto. "Sapevo che non dovevo dipendere da lui, per niente. Tutto tempo sprecato! Forse è meglio trattare la faccenda come affari ed evitare i sentimentalismi. Ma è difficile dimenticare la notte che abbiamo trascorso assieme, quando concepimmo il bambino, e la vita che vorremmo creare."
Mentre sto lì, diventa tutto più chiaro. "Oddio. Mi è venuta fame! Potrei divorare di tutto."

Mi siedo di soprassalto.
Non ho avuto mai così tanta fame, da quando sono incinta. Ho sempre provato repulsione per il cibo, per gli odori forti, quindi il fatto che stia morendo di fame è quasi un miracolo. Una benedizione divina, d'altronde.

"Torta. Ho bisogno di una torta, adesso. Non ce la faccio a resistere."

Mi ritrovo così, in piena notte, a rovistare nella dispensa.
Quasi scoppio a piangere come una cretina, quando trovo una scatola con un preparato per torta e una vaschetta di glassa al cioccolato. Sono così impegnata a fare gli occhi dolci alla confezione, che non sento Eveline entrare in cucina, dopo essere rincasata dalla serata con le sue amiche.

«Blaire, cara, che stai facendo?» Sussulto e mi giro di colpo, come se fossi stata colta nel sacco, come accadeva quando ero piccola. Vado irremediabilmente nel panico. "Che le dico adesso? Non posso dire che mi è venuto un attacco di fame, anche se sarebbe un sintomo naturalissimo…"

«Oh, io… Stavo pulendo la dispensa.»

«Perché faresti una cosa del genere?»

«Mi viene sempre la mania di pulire e spolverare quando sono nervosa.»

«Quindi il fatto che tu sia quaggiù non ha a niente a che fare con il preparato per torta che sta sul bancone?»

Lo indica con il dito e praticamente divento paonazza, da far invidia alla sposa Cadavere. Sono fregata.

«Mi hai proprio beccata. Sto morendo dal desiderio di cucinarmi una torta.»

«Aspetta un attimo, hai fame? Stai morendo di fame?» Anche lei è stupita, considerando che per colpa delle nausee ero un tutt'uno con la tazza del water. «Blaire, è fantastico! Lascia fare a me, mia cara.»

Ho una sensazione di territorialità e prendo in fretta il preparato per dolci, e quasi lo accarezzo portandolo alla guancia. «No! Cioè no, grazie.» obietto. «Voglio farlo da sola.»

«Sicura? Non è un problema.»

«Sicura. Voglio farlo da sola.» le ripeto con sicurezza.

"So che vuole solo aiutare, ma prepararmi da sola la torta mi fa sentire meglio."

«Ok. Ma se hai bisogno di qualcosa, sono al piano di sopra. Buonanotte, cara.»

Resto in silenzio, finché non la sento salire per le scale e mi metto all'opera. Circa quaranta minuti dopo, osservo i due pan di spagna, appena sfornati.

"Chissà quanto ci vorrà prima che si raffreddino per glassarli e mangiarli. Troppo!"

«Dio, ti voglio così tanto.» Mi ritrovo a sussurrare. Mi lascio sfuggire un lamento rumoroso.
Il suono di una voce che si schiarisce dietro le mie spalle, mi fa saltare sul posto.

«Ci sarebbe una fetta anche per me?»

E lui… che cosa ci fa qua?

**angolo autore**

Salve cari ragazzi!

Ecco a voi un doppio aggiornamento per la storia e se vi piace come sempre cliccate una stellina o scrivete un commento. Blaire sembra avere qualche voglia per la gravidanza e in più Ryan prende la questione troppo come un affare, facendola disperare... Adesso pensate che ce la faranno a chiarire addolcendo il discorso con un bel pezzo di torta? Beh, questo si vedrà nel prossimo capitolo!

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