5. The second night
SOLO UNA NOTTE
Chapter 5
Mi precipito fuori dalla porta per seguirlo, prima che se ne vada.
«Ryan! Aspetta!»
È a metà strada, quando esco fuori. Gesticolo come una disperata, ma non si ferma.
"È andato via…" penso, rammaricata.
Sto per girarmi, quando avverto il motore di un auto. Sta tornando indietro, in modo quasi drammatico.
"È il mio cavaliere dall'armatura dorata. Sta tornando per me, sul suo cavallo. Forse sono i miei ormoni impazziti, ma sono così felice che mi abbia vista in tempo."
Mette la macchina nel parcheggio, salta fuori e inizia a corrermi incontro, in preda all'angoscia.
«Stai bene? Il bambino sta bene? Cos'è successo? Di che hai bisogno?» Mi rivolge un milione di domande.
«Io...» schiarisco un po' la gola. Ho agito d'impulso, non ho pensato a come giustificare quell'impeto. «Pensavo che avessi dimenticato qualcosa.» Quasi sbuffo, ho il fiato corto, mentre mi avvicino al riccio.
«Va tutto bene? Cos'ho dimenticato?»
«Uhm...»
"Sgamata. Devo temporeggiare. Non voglio che se ne vada, ma non so come chiedergli di rimanere senza fare la figura dell'idiota."
«Blaire. Ti stai comportando in modo strano.»
«No! Cioè, sì. Ascolta, Ryan. Il fatto è che…» Mi ispeziona più da vicino.
«Sai cosa, entriamo dentro. Trascorro la notte qui, giusto per assicurarmi che ti sia sistemata bene.»
«Oh, davvero? Grazie mille.»
Per fortuna, l'idea è stata sua e non mia. Mi segue dentro casa.
«Tutto bene, ragazzi?» Domanda la signora Eveline.
«Sì, mamma. Trascorro la notte qui, comunque.»
Cerco di camuffare l'evidente rossore sulle guance. "Uh. È così imbarazzante. Perché mi sento fuori controllo?"
«Eccellente. Ti sistemo il letto. Sono così eccitata ad avere entrambi qui. Insieme! Sotto lo stesso tetto.»
«Vuoi andare di sopra?» Si rivolge a me, ignorando la felicità che sprizza da tutti i pori sul viso della madre.
«Prima prendiamo un po' di cibo dalla cucina.» propongo, non potendo a mettere a tacere i brontolii del mio stomaco. Ho una fame da lupi.
«Ottima idea. Prendo qualche snack e poi ti raggiungo di sopra.»
Detto questo, si avvia dalle parti della cucina e io proseguo verso le scale, dirigendomi nella mia nuova camera. Poi, infilo il pigiama.
Mi butto sul letto matrimoniale e Ryan si unisce a me poco dopo. Toglie la maglia e i suoi muscoli del petto si contraggono.
«Grazie per essere rimasto.» Si avvicina e mi prende gentilmente la mano.
«Lo sai, non volevo veramente andarmene. Speravo che mi dicessi di restare. Ti va di guardare un film?»
«Certo. Guardiamo… La classica commedia romantica.»
«Perfetto.»
«Sì?» Replico stupita. Pensavo che propendesse per il genere d'azione o thriller.
«Non giudicarmi. Ho sempre apprezzato High School Musical.»
Accende il televisore a schermo piatto e inizia a fare zapping fra i vari canali. E, in un attimo, però la stanchezza della giornata mi assale. Provo inutilmente a reprimere gli sbadigli, ma sono troppo esausta per tenere le palpebre sollevate.
"Cavolo. Non mi ero resa conto di essere stanca…"
Senza pensarci, mi avvicino a lui e poggio la testa sul suo petto. Percepisco le sue dita infilarsi tra i miei capelli. Finalmente mi sento calma e felice. Fino a che un dettaglio importante non mi balza di nuovo nel cervello.
"Millie!"
Mi rimetto seduta con le spalle contro la tastiera e mi allontano repentinamente dal ragazzo, presa dal panico.
«Blaire. Cosa c'è che non va? Ti senti bene?»
«Non ci credo che sono arrivata a questo punto. Nello stesso letto e tutto il resto. Sei fidanzato e io ne sto approfittando!» dico arrabbiata.
«Cosa? Qual è il problema? Pensavo che volessi.»
«Non quando hai una fidanzata! Dio. Sapevo ch'eri una merda Chissà con quante altre donne sei andato a letto e magari le hai anche abbandonate, con un bambino in grembo!»
«No. Blaire. Non è così. Te lo giuro.»
«Che intendi?» cerco di ripristinare un tono apparentemente tranquillo.
«Ho chiuso con Millie, dopo che sei venuta in ufficio. Lo sapevo dall'inizio che non era la donna adatta a me, che non sarei mai stato felice al suo fianco. Non riuscivo a sopportare quello che ti aveva detto. Era fuori luogo e arrogante.»
«Quindi… sei single?»
«Single, ma non sulla piazza. Ci sono cose più importanti che mi stanno capitando a cui devo pensare. Mi concentrerò solo su di te e sul bambino che nascerà.»
"Apprezzo che sia concentrato su di me. Ma inizio a chiedermi se io… Provo le stesse cose. Ho i miei sogni da inseguire. Non per forza coinvolgono un uomo."
«Oh, beh… Grazie per l'onestà!»
«Certo. Sempre.» Poi cambia discorso. «Devi essere esausta. Dovrei andare e lasciarti riposare. A meno che non vuoi che passi la notte con te.»
Ricordo bene come fu bello trovarsi nelle sue braccia, la notte del nostro primo incontro.
"Perché è così bello? Così… invitante?"
Ryan fa un po' il ruffiano. Stavolta passa le dita dietro il collo e lungo le spalle.
«Sei così tesa, Blaire. Potrei scioglierti un po'...»
«Sembra allettante.» Massaggia la mia pelle morbida e mi mordo d'istinto il labbro inferiore. «Dormirai qui con me?» mi scappa poi un altro sbadiglio.
«Devo andare prima che tu ti svegli domani mattina, per arrivare in tempo alla mia riunione. Ma sono felice di stare qui con te.»
«Grazie. Scusa se sono così esigente, adesso. Dev'essere tutta colpa dei miei ormoni.»
«Stai affrontando un sacco di cambiamenti. Penso che sei incredibilmente forte.» Le mie palpebre iniziano a chiudersi piano, mentre scivolo in un sonno profondo e ristoratore.
«Buonanotte, Blaire.» sussurra lasciandomi un bacio sulla fronte con dolcezza e mi abbraccia.
***
Il giorno seguente, mi sveglio con i raggi di sole che filtrano dalla finestra e il suono di un tosaerba. Mi piacerebbe crogiolarmi al sole, ma ho il solito e odioso appuntamento con la nausea mattutine.
Mi alzo in fretta dal letto e mi fiondo nel bagno per svuotarmi lo stomaco. Non appena mi sento meglio, faccio una doccia e indosso degli indumenti comodi. Poi mi arriva una notifica sul cellulare.
"Giorno! Come stai?"
Un messaggio di Ryan. È uscito presto, non l'ho sentito.
"Sto bene. Sto cercando tua mamma."
"Sarà in sala da pranzo, col suo tè mattutino."
"Grazie."
Scendo al piano inferiore per andare in sala da pranzo, trovando la donna con una tazza di tè cinese in una mano e un tablet dall'altra. Alza lo sguardo da lì e mi sorride in maniera genuina e tenera.
"Wow. Stamattina riesco a notare davvero la loro somiglianza."
«Bene, sembri rinata! Spero che tu abbia dormito bene, cara. Qualcosa, in particolare, ti rende così solare?»
Percepisco il suo tono scherzoso e non posso fare a meno di sorriderle.
«Sono eccitata di iniziare a lavorare e imparare cose nuove.»
«Oh, fantastico. Abbiamo tanto di cui parlare.»
«Come hai dormito?» chiedo di rimando. Eveline annuisce, poi agita la mano in aria, mentre sorseggia il tè. «Oh… non ho dormito molto, cara. Non ci riesco mai. Vieni, siediti. Voglio parlarti di una cosa.» Esitante, giro attorno al tavolo e mi siedo proprio di fronte. «Mi piacerebbe che diventassimo amiche, Blaire. Vere amiche. Che ne pensi?»
«Sarebbe bello.»
"Mi piacerebbe conoscere la nonna del mio bambino."
«Eccellente. Quindi in nome dell'amicizia, facciamo un patto di onestà reciproca. Sincere. Schiette. Così sappiamo sempre a che punto siamo.»
Inizio ad avvertire una strana tensione nella sua voce.
"Forse Eveline non è d'accordo con l'avermi qui, dopo ciò ch'è successo, anche se davanti al figlio dimostri il contrario."
«Va bene.» Asserisco.
«Ottimo, inizio io! Onestamente, il lavoro per cui sei qui… è inventato.» La guardo per qualche istante, intanto che somatizzo.
«Aspetta… Quindi non esiste il lavoro da assistente?»
«Più o meno, dipende tutto da noi.»
«Che sta succedendo? Fammi indovinare. Tuo figlio ha orchestrato tutto. È solo un'enorme bugia.»
La donna si gira a guardarmi, il suo volto è austero per la prima volta da quando ci siamo incontrate.
«Capisco la tua frustrazione nei confronti di Ryan, e sì, questo è il suo piano.» conferma. «Ma, solo perché il lavoro non esiste ancora, non significa che non possa essere reale.»
«Di che stai parlando?»
«Questo lavoro dipende tutto da te. Da ciò che vuoi fare e imparare. Sei seria sul continuare questo lavoro?»
«Sì. Lo sono.»
«Allora rendila un'opportunità per aumentare le tue abilità. Potrei aprirti delle strade nel mondo del lavoro che sarebbero chiuse altrimenti.»
«Va bene. Che tipo di assistente hai in mente? Una ragazza immagine? Potrei essere una delizia agli occhi dei tuoi ospiti.»
Eveline ridacchia e scuote il capo. «Pensavo più a qualcosa del tipo: telefonate e scartoffie da sistemare.»
***
Sei ore dopo, sono in comunicazione con l'addetto al catering, per confermare il menù di martedì.
Eveline e il figlio entrano nell'ufficio, in quel frangente.
«Per un lavoro finto, abbiamo inventato un bel po' di cose per tenerti impegnata.» Esordisce. Ridacchio. Per quanto sembrasse qualcosa di noioso all'inizio, è stato un giorno produttivo e intenso. Eveline si abbassa verso la scrivania e raccoglie tutte le cartelle e i fogli. «Ma e' un lavoro finto, part-time.»
«Bene» Sospiro. «Avete vinto stavolta.»
«Grazie.»
«Inoltre, che stai facendo qui, Ryan? Pensavo che non ti avrei rivisto fino al weekend.»
«Vi lascio soli per un po', ragazzi.»
Si congeda ed esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
«Devo dirti una cosa.» Comincia immediatamente.
«Davvero? Avremo conversazioni del genere, ogni giorno che resto qui?»
«Lo so, è successo di tutto, e prometto ch'è l'ultima volta. Mi sono dimenticato di dirti che sarebbe venuto un dottore a controllarti oggi. Voglio solo assicurarmi che tu e il bambino stiate bene, soprattutto nelle tue condizioni.»
«Ryan. E' carino da parte tua preoccuparti, ma non puoi prendere queste decisioni senza di me.»
«Lo so, mi dispiace. Voglio solo che tu abbia le migliori cure. Ho dimenticato di avvisarti, quando ho scoperto che ti saresti trasferita.»
«Penso che non ti avrebbe fatto male un controllo veloce. Ma, per favore, voglio essere io d'ora in poi a gestire i prossimi appuntamenti, tu non prendermi altri. D'accordo?»
«Certo. Assolutamente. Parola di scout.»
***
Circa un'oretta dopo, arriva il dottore che ha chiamato.
Eveline apre la porta ad un giovane aitante, che sembra avere suppergiù la mia età.
«Blaire, Grant. Grant, Blaire.» Ryan fa le presentazioni.
«Ciao, Grant… piacere di conoscerti.» Lo saluto.
«Piacere mio. Ho sentito tante grandi cose su di te, da questo ragazzo qui.» Indica il riccio al suo fianco.
«Andiamo su e iniziamo, così lasciamo Grant libero per la serata. Sicuramente ha dei programmi.»
«Non è un problema. Non mi dispiace mai una chiamata da parte sua, signora Norton.»
«Sai che devi chiamarmi Eveline. Esci ancora con quell'infermiera?»
«No. È finita qualche mese fa.»
«Interessante...» La donna poi si corregge subito. «Cioè… mi dispiace. Un bel dottore come te non rimarrà single a lungo.»
«Mamma, sono sicuro che Grant non sia qui per parlare della sua vita sentimentale.» interviene il figlio, riportando la madre all'ordine.
Grant mi fa cenno di salire in camera e faccio come mi dice.
«Ok, potete lasciarmi un minuto solo con la mia paziente?» chiede ad entrambi quando siamo sopra. Eveline e Ryan, per motivi diversi, sono riluttanti, ma alla fine acconsentono.
Grant chiude la porta. «Oggi controllo i tuoi parametri vitali e anche il battito del feto, nulla di particolare.» Il sorriso rassicurante e le spiegazioni che mi dà mi rimettono a mio agio. «Ma prima di tutto, li vuoi in stanza con te? Posso farli entrare? Si tratta di te, non di loro, quindi come preferisci.»
"So quanto significherebbe per Ryan poter sentire il battito cardiaco di suo figlio la primissima volta."
«Grazie. Ma penso di non volere nessuno con me. Non mi sento ancora a mio agio con loro.»
«Va bene. Sono sicuro che capiranno il perché della tua scelta.»
Si dirige alla porta e li sento chiacchierare tranquilli. Richiude la porta e torna da me, che intanto mi sono sistemata sul letto.
«Erano arrabbiati? O nervosi?»
«Assolutamente no. Una volta che ho spiegato le tue sensazioni, hanno capito.»
«Grazie, dottore.» Controlla i miei parametri e tutto rientra nella norma. «Ora, è arrivato il momento di ascoltare il battito del bambino.»
Siamo entrambi nervosi ed eccitati quando Grant posa il doppler fetale sulla mia pancia. Lo sposta un paio di volte, ma non riusciamo a sentire ancora nulla. Inizio a preoccuparmi, perché non sento il battito?
Grant aggrotta la fronte.
«Grant, cosa c'è? Qualche problema?»
Ryan fa irruzione nella stanza improvvisamente. «C'è qualcosa che non va con il bambino?»
Angolo autore
Salve, cari lettori! Ritorno ad aggiornare questa storia che ha per protagonisti Blaire e Ryan.
Il piano di quest'ultimo viene alla luce, come le paure e i dubbi esistenziali di una ragazza, che deve affrontare una gravidanza. Che cosa ne pensate della situazione? E perché il dottore non riesce a sentire il battito del piccino? Lui starà bene?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo di "Solo Una Notte".
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