4. Coexistence
SOLO UNA NOTTE
Chapter 4
"La signora Eveline è la madre di Ryan?! Non è possibile..." Dopo un attimo di shock, provo a ricompormi. "Perché Ryan mi ha tenuta all'oscuro e non mi ha detto nulla?!" Ecco sopraggiungere la rabbia.
Forzo un flebile sorriso, mentre il riccio col labiale mi chiede scusa.
«Oh, Blaire, grazie a Dio hai accettato di darmi una mano. È la soluzione ideale. Ero alla disperata ricerca di un aiuto e questa è anche l'occasione perfetta per conoscerci. Vorrei tanto abbracciarti, ma probabilmente mio figlio si metterebbe fra noi per proteggerti.»
"È molto dolce questa donna, almeno in apparenza."
Mi avvicino e l'abbraccio.
Lei ricambia, lasciandosi sfuggire un gridolino d'entusiasmo, mentre mi fa' oscillare a destra e a sinistra.
«Sarà meraviglioso.»
«La ringrazio per avermi aperto le porte della sua casa. Le prometto che sarà solo un alloggio temporaneo.»
«Forse potremmo continuare dentro?» Propone il figlio, ignorato da entrambe fino a quel momento.
«Oh, sì, certo!» Siamo quasi alla porta, quando la donna si volta e guarda tutti e due. «Devo ammetterlo. So che sei qui per lavorare, ma sono anche eccitata per il mio nipotino.» Osservo a quel punto Ryan in viso. È paonazzo. «Cioè, il mio ragazzo che ha un figlio tutto suo, dire che sono felice è poco. E incontrare te, Blaire, e averti qui...»
Ryan interrompe il suo discorso commovente. «Lasciamo le sviolinate per dopo, mamma. Dobbiamo far sistemare Blaire.»
Mi supera e spinge Eveline all'interno.
"Sono così arrabbiata con Ryan per avermi messo in questa situazione, ma al momento, non posso far altro che comportarmi bene. Certo, avrebbe potuto anche avvisarmi che il mio capo sarebbe stato sua madre."
«Signora Norton, vorrei solo dirle...»
Assume un'espressione seccata.
«Ora non iniziare a chiamarmi signora Norton, per carità! Vedrai che seccatura essere chiamata "signora Norton" soprattutto quando gli amici del tuo piccolino lo fanno almeno un milione di volte.»
«Niente, signora Norton, mamma. Signorina Blaire.»
La donna arrossisce.
«Oh, diavolo. Tra cinque anni probabilmente non sarà più la signorina Blaire.»
«Mamma, no.» obietta.
«Non ti preoccupare, caro. Non le presenterò uomini finché non la conoscerò meglio.»
Mi fa un occhiolino di nascosto, con fare cospiratorio. Vorrei essere arrabbiata per questa situazione, ma Eveline è davvero una persona incantevole, capace di mettere a suo agio i suoi ospiti alle prime battute, e non posso fare a meno di sorridere.
«Bene, Eveline... Attualmente ho cose più importanti a cui pensare.»
«Assolutamente, tesoro. Ma alla fine...»
«Abbiamo capito, mamma.» tronca bruscamente Ryan le sue illusioni piuttosto esplicite.
Lei alza le mani. «Ok, andiamo adesso, ragazza. Daremo a Blaire il tempo di sistemarsi. Credo abbia bisogno di un po' di riposo dopo aver affrontato un viaggio in aereo.»
«In realtà, Eveline, non è un problema per me. Sto bene. Non si disturbi.»
«Accompagnarti nella tua stanza non mi crea alcun problema.» Replica e mi rivolge un sorriso sincero. «Voglio che ti metta comoda il prima possibile.»
«Va bene, grazie.» Eveline annuisce. Poi, a passo svelto, mi conduce verso una bellissima rampa di scale che si affaccia sul lungo corridoio.
«La faccio sistemare nella vecchia stanza di Connor.» dice lei.
«Aspetta. Chi è Connor?»
«Oh, l'hai incrociato per poco. Ricordi quell'uomo dall'aria triste e il cuore spezzato nel bar a Parigi?»
«Oh, sì.» Rammento. Era con lui quella sera in cui mi ha chiesto di uscire a passeggiare. «Aspetta... Connor ha una stanza qui?»
«Oh, sì. In pratica è cresciuto qui.»
«I suoi viaggiavano molto.»
Dopo un po', raggiungiamo la camera in fondo al corridoio.
«Ok, ecco qui. Vi lascio soli. Per favore, fammi sapere se hai bisogno di qualcosa, Blaire. Sono così felice di averti qui.»
Eveline se ne va e si chiude la porta dietro. Scende un silenzio imbarazzante nella camera.
«Ascolta, Blaire. Mi dispiace davvero per...» Finalmente soli posso esternare la mia rabbia.
A quel punto, inizio a tremare. Ogni parte del mio corpo freme.
«Quindi, che colpo basso, brutto bugiardo.»
«Per la precisione, non ho mentito...»
"Ah, no?"
«Hai omesso, eluso e manipolato. È come mentire!» sbottai.
«Scusami. Non hai mai chiesto il cognome di Eveline.»
Sta insinuando che la colpa è mia? Perché mi sono dimenticata di chiedere quel dettaglio?
«Mi hai portato qui con false pretese, Ryan!»
«Il lavoro è reale.» puntualizza. «Mia madre ha disperato bisogno di un'assistente personale.»
«Ho una mezza idea di andarmene adesso e non di non parlarti mai più.»
«Per favore, no, resta. Ascolta Blaire. Ti giuro che non avevo cattive intenzioni. Sapevo che non saresti venuta qui, se avessi saputo ch'era mia madre.»
«Appunto!» Esclamai, non riuscendo a dare una calmata ai miei ormoni arroventati.
«Ma sapevo che se solo l'avessi incontrata e aiutata, sarebbe andato tutto liscio.» Si avvicina e mi prende una mano con gentilezza, poi mi guarda dritto negli occhi. «Ti prometto che ogni cosa che faccio - o che farò - sarà solo per te e il bambino. Voglio il meglio per entrambi. Mi perdoni, per favore?» assume un'espressione malinconica. «Mi dispiace non averti detto ch'è mia mamma. Pensavo che non saresti venuta.»
«Penso che non lo sapremo mai, visto non ti sei degnato di darmi tutte le informazioni per scegliere.» Sbuffo e gli rivolgo di spalle, per riflettere un secondo. «Resto per ora. E niente più bugie per il mio bene, intesi?»
«Lo prometto.» risponde con il sorriso stampato sulle labbra.
***
Cammino per la stanza e mi ritrovo in un enorme bagno, buttando fuori sospiri. "Questa è la mia situazione per adesso. Devo trarne il meglio." Sento un dolore nella parte bassa della schiena. "La vasca enorme sarà sicuramente d'aiuto."
Ryan sta lì sulla porta, appoggiato allo stipite, mentre con una mano accarezzo il bancone di marmo.
«Che ne pensi?»
Mi guardo ancora in giro. «Penso che sia più grande del mio ultimo appartamento.»
«C'è anche un ufficio dall'altro lato del bagno.»
Spalanco le labbra, stupita. «Allora è due volte più grande del mio ultimo appartamento.» Torno nella camera da letto, arredata impeccabilmente con un letto matrimoniale dall'aria comoda e le pareti chiare, abbellite da un quadro astratto. Poi guardo fuori dalla finestra. «Wow, una piscina e un campo da tennis.» Noto dall'alto. «Mi sento come se vivessi in un country club. Un enorme country club.» Ryan fa sorrisetto e si avvicina alla finestra, mettendosi accanto a me per osservare il panorama. Il suo braccio per un attimo tocca il mio, e una scarica di elettricità simile ad un fulmine mi attraversa la spina dorsale. Il riccio guarda verso di me, e mi domando se l'abbia percepito anche lui. Fingo di sistemarmi, schiarendomi la voce, e colpisco il suo braccio. Di nuovo, avverto quella sensazione di calore ed energia risalire dalle gambe fino alle punte dei capelli.
Lui mi guarda, chiedendosi il motivo di quel gesto. Stavolta, ha la fronte aggrottata e il sopracciglio sollevato a mo' di "che cosa succede?".
«Pensi che ti troverai bene qui? Sii onesta.»
Mi prendo un po' di tempo per riordinare i pensieri. Non potevo nascondere il fatto che la madre fosse paragonabile a un uragano.
«Ryan... Come hai detto tu, ho avuto dei problemi di salute di recente, dobbiamo assicurarci che il bambino stia bene. Quindi se qui ho la possibilità di avere i migliori dottori e le cure che servono, allora ci rimarrò.»
«E sono davvero felice che la pensi così. E spero, alla fine, che non sia la cosa migliore solo per il bambino, ma anche per te.»
«Forse. Si vedrà.» Mi giro verso di lui, esausta e stanca. Cerco di camuffare degli sbadigli.
"È stata una lunga giornata, desidero riposarmi un pochino, ma non voglio che vada via e cacciarlo sarebbe scortese."
Sono sopraffatta dalle emozioni, e prima che me ne accorga, sento le lacrime scorrere lungo le guance. Ho appena aperto i rubinetti e rotto la diga di contenimento. Ryan mi guarda.
«Ehi, Blaire. Stai piangendo?» Attraversa tutta la stanza e viene verso di me per abbracciarmi. È piacevole essere avvolta nel suo calore, le sue braccia scacciano via l'ansia che mi attanaglia.
"Non posso cedere. No."
A malincuore, mi allontano dal suo corpo, slegando la nostra presa.
"Se lascio che si prenda cura di me, potrei crollare. Non posso permettermelo adesso. Devo essere forte."
«Grazie, ma sto bene. Sono solo stanca.» gli rifilo una scusa.
Dal suo canto, accetta la mia decisione.
Fa' un passo indietro e va' verso la porta, evitando i miei occhi. Posa la mano sulla maniglia.
«Perché non ti riposi un po' e ti unisci a noi al piano di sotto, quando sarai pronta?» Propone. «Posso farti fare un giro.»
Prima che gli possa dare una risposta, è già uscito e sparito dalla mia vista. So che dovrei recuperare le forze e dormire, ma sono troppo nervosa. Quindi decido di disfare la valigia.
"Lo so! Disfo la valigia! Ci metterò un po' di tempo e forse mi sentirò più a mio agio." L'appoggio sul letto e mi metto all'opera, per una ventina di minuti finendo per ordinare tutti i vestiti nell'armadio. Mi guardo attorno, nella camera, poi mi reco nel corridoio. "Forse dovrei esplorare un po' i dintorni..." Gironzolo e do' una sbirciata nelle varie stanze, incuriosita.
Proprio mentre sto far ritorno nella mia camera, sento la voce di Ryan, che mi chiama.
Seguo attentamente la provenienza, finché non lo vedo, attendermi in quella che sembra la stanza di un ragazzino. Sorrido spontaneamente a quel pensiero. "Dev'essere la sua cameretta, di quando era bambino."
«Connor, sul serio, sta zitto.» Brontola e si alza, è di spalle. M'incollo al muro, fuori la porta, sperando che non mi colga in fragrante, mentre origlio la conversazione private. L'ultima volta non è andata benissimo. «No, lei è qui adesso. Sì, è nella tua stanza, in realtà.»
"In realtà, non dovrei farlo. Ma è anche una conversazione che mi riguarda da vicino, e sono curiosa di sapere cosa ne pensa Ryan di tutto ciò. Scommetto che potrò capire davvero se prova qualcosa per me."
Ci sono due voci fuori campo nella mia testa, come accade nei film quando i personaggi non sanno come comportarsi.
Una parte angelica e un'altra diabolica. La prima mi dà dritte sul buonsenso e l'educazione, la seconda invece mi fuorvia ad infrangere ogni regola possibile.
Sono combattuta...
Ma, alla fine, seguo la via del buon senso. Ryan si gira proprio mentre sto sgattaiolando via.
"Fiu... Sai che figuraccia se mi avesse beccato? Non voglio proprio immaginarlo."
Inizi ad avere la nausea, - segno che anche oggi ho tirato forte la corda - e devo per forza correre in bagno per prevenire incidenti.
***
Qualche ora dopo, dopo aver calmato il mio stomaco, mi unisco a Ryan e Eveline nel soggiorno.
C'è un'atmosfera piacevole e tranquilla. Chiacchieriamo e ridiamo insieme, ma non riesco a non pensare al fatto che il riccio starà qui ancora per poco tempo... Presto dovrà riprendere con il lavoro, in città.
"È stata una bella prima serata, Eveline è una persona deliziosa, ma non sono sicura di voler restare qui senza Ryan. Senza accorgermene, sono diventata un po' dipendente da lui. Forse è questo il motivo per cui deve andarsene."
Prima che me ne accorga, sono già all'ingresso per salutarlo. «Ok, hai tutti i numeri. Dovresti avere cibo a sufficienza. Hai qualcosa da leggere o... con cui passare il tempo?» continua a riempirmi di raccomandazioni.
«Penso di riuscire a cavarmela e trovare qualcosa in cucina da mangiare.»
«Sì, abbiamo tutto sulla lista della spesa» Interviene la madre per sedare le sue preoccupazioni. «E tutto quello che non abbiamo, possiamo pur sempre comprarlo. Siamo donne forti e capaci. Ryan, starà bene. Non le mancherà niente.»
«Lo so, voglio solo assicurarmi che abbia tutto ciò che le serve.» Si abbassa e scocca un bacio sulla guancia della madre, che gli sorride. Dopo un momento di esitazione, bacia anche me sulla guancia. Sento il panico aumentare a dismisura, quando si volta e afferra la maniglia.
Lui sembra accorgersene, a quanto pare ce l'ho scritto in fronte con un pennarello.
«Ehi, sai una cosa, Blaire? Non ti ho mostrato il patio. È davvero bello. Posso farti fare un tour veloce, se vuoi. So quanto ti piace stare all'aria aperta.» "Più tempo con lui è proprio quello di cui ho bisogno al momento." penso e lui riprende. «A meno che tu non sia troppo stanca e voglia andare a letto. In quel caso, posso andare via.»
«Volentieri.»
«Seguimi.» Lasciamo Eveline dentro e seguo il ragazzo sul patio. L'aria della sera è calda e secca. Mi siedo accanto al riccio su un comodo divanetto, messo lì appositamente. «Sembravi un po' nel panico prima.»
«Non so che mi è successo.»
«Cioè, non ti biasimerei se ti mancassi.» mi scocca un'occhiata e mi dà una spintarella sul ginocchio, per scherzare.
«Non pensarci troppo, altrimenti finirà per farti male la testa.» Mi rabbuio un po'. «Mi ero abituata ad averti intorno. È solo un piccolo cambiamento.»
«Lo capisco assolutamente. Puoi chiamarmi ogni volta che hai bisogno di me. Io ci sarò.»
«Grazie. È molto dolce da parte tua.» Mi accoccolo a lui sul divano, come una bambina.
Il suo abbraccio mi riscalda, mentre la brezza fredda mi scompiglia leggermente i capelli. Vorrei poter rimanere così.
«Si sta facendo tardi. Ho una riunione domani mattina alle nove. Devo avviarmi, se voglio dormire a casa stanotte.» Non posso fare a meno di provare un po' di delusione per quel momento, che poteva evolvere, interrotto bruscamente. «Ti accompagno dentro.»
Di nuovo all'ingresso, mi abbraccia un'ultima volta. Eveline ci raggiunge e accompagna il figlio fuori. «Mandami un messaggio o chiamami se hai bisogno di qualsiasi cosa.» Non smette di essere visibilmente preoccupato.
«Lo farò.»
«Ok, buonanotte.»
E così, sparisce nella notte. Eveline mi tocca gentilmente il gomito.
«Starai bene senza Ryan?»
«Onestamente.» Sospiro. «Non so come mi sento...»
La donna sorride e guarda la porta chiusa. «E' assolutamente comprensibile, mia cara. Non esistono manuali d'istruzioni per queste situazioni.»
Guardo anch'io la porta, vicino a una donna che non conosco, in una casa che non è mia.
Inizio di nuovo, ad andare nel panico. "E se fosse già andato via? Dovrei andare a controllare?"
E, senza pensarci, come se fossi impazzita di colpo, spalanco la porta e corro verso il riccio.
«Ryan! Aspetta!»
***
Angolo autore
Salve, cari lettori!
Ecco a voi il nuovo capitolo di "Solo una Notte".
Come sempre, se vi piace basta mettere una stellina o commentare! Mi raccomando!
Eveline, la donna che Blaire dovrà accudire è niente meno che la madre di Ryan...
Ma lui ha preferito non dirglielo per evitare che rifiutasse la proposta 😅
Intanto, complici gli ormoni, la ragazza sta iniziando a provare dei sentimenti molto forti, o dipende solo dal fatto che ha paura di restare con una completa estranea, e da sola?
Se volete scoprire che accadrà...
Non perdete il quinto capitolo, che pubblicherò a breve.
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