13. Move on.

SOLO UNA NOTTE
Chapter 13

QUALCHE TEMPO DOPO

Sono trascorse un po' di settimane, dal mio trasferimento a casa di Ryan.
Mi guardo nello specchio del bagno e ormai della mia linea impeccabile non resta più nulla. Il pancione è cresciuto tanto, come la mia ansia. "Non ci vorrà molto, piccolino. Presto uscirai e io non sto nella pelle di vederti." Parlo e nel frattempo lascio scorrere la mano sul pancione.

La porta si apre e Ryan si avvicina, di fronte allo specchio.
«Dammi un incentivo per tornare a casa prima.»

«Ryan... Sono felice che tu sia a casa. Sai, mi sono annoiata a non averti intorno per tutto il giorno, mentre mi sgridi e dici di "non fare questo o quello."»

«E' stata una lunga giornata, tesoro. Ma sono felice di essere finalmente arrivato a casa.»

«Sei andata via all'alba, sarai molto stanco.»

La sua mano si posa sul mio pancione.

«Dio, amo tornare a casa da te.» Lo accarezza e nel frattempo io appoggio la mia sul suo dorso, mentre con dolcezza mi bacia sulla guancia.

"Non avrei sperato che la mia vita sarebbe cambiata fino ad oggi. Né l'avrei sognata così. Ho tutto ciò di cui ho bisogno: il mio bambino e suo padre. So che abbiamo detto di prendere alla leggera le cose, ma come potrei rinunciare a tutto questo?".

«Qual è il problema?»

Ritorno in me e focalizzo l'attenzione sul riccio, che ha un sopracciglio inarcato.

"Che diavolo gli dico?"

«Stavo solo pensando... Al gelato.»

«Davvero? Niente più torte?»

«No, ora il mio desiderio è mangiare un gelato con tanta panna e qualche fragolina di bosco. Non sarebbe male, vero?» Scruta i miei occhi cobalto, come se stesse cercando la verità, che gli sto nascondendo.

Ma non c'è niente che non va...

Il giorno successivo, mi sorprende portandomi fuori per esaudire la mia voglia.
"Ormai è una nuova ossessione. Potrei svuotare vaschette o banconi interi... Non riesco a saziarmi."

«Tutto bene, tesoro?» Sbuffo. Le normali passeggiate ormai diventano scalate, man mano che il tempo passa e la gravidanza procede... Mi ritrovo sempre con la schiena a pezzi e i piedi gonfi.

«Sono solo... stanca.»

«Siediti qui, vado io dentro. Che gusto preferisci?»

"Mhm... Quale prendo? È difficile scegliere..."

«Menta e cioccolato.» Rido per sdramattizzare sulla fame da bue che ho. «Non ne ho mai abbastanza del cioccolato.»

«Arriva subito!»

Si fionda nella gelateria e non ci impiega tanto a tornare con una coppetta. A vederla spalanco la bocca.

«Ryan, non riuscirò mai a mangiarlo tutto...»

Ma dopo cinque minuti, l'ho praticamente divorato, come se non mettessi niente nello stomaco da secoli.

"Sì, l'ho mangiato. E per giustificarmi dirò la classica frase: sto mangiando per due."

Mi porto direttamente la coppetta alle labbra, per bere il restante del gelato che si è liquefatto.

«Con tutti questi gemiti, potremmo non tornare a casa.» Faccio entrare e uscire deliberatamente il cucchiaino dalla bocca, a rallentatore. «Dai, non vale così!»

«Non posso farci nulla se il gelato è delizioso.

«E' più delizioso... di me?»

Mi sporgo leggermente e raccolgo le mani sull'enorme sporgenza. «Così non vale!» gli faccio la linguaccia per protesta.

Torniamo, felici, alle macchine. «Quindi la scorsa notte, dove sei andata?».

«Che intendi? Eravamo insieme?»

«Quando eravamo in bagno e ti eri persa nei tuoi pensieri. A che pensavi?»

«Ti ho già detto a che pensavo.» Ribatto con espressione serena.

«Sì, ma credo tu non fossi stata sincera quando parlavi del "gelato".» fa le virgolette con due dita. "Diamine... Mi conosce così bene da fiutare ogni mia bugia." «Voglio che siamo migliori amici... Intimi amici. Ma non possiamo esserlo, se non ci confessiamo ogni cosa.»

"Ha ragione. Ho paura di dirgli perché sono come sono, da cosa dipende la mia insicurezza. Il mio passato non è stato dei migliori. Ci sono molti dettagli che non sa."

«Ryan, se te lo dico, mi prometti che non scappi via?»

«Te lo prometto. Puoi rivelarmi quello che vuoi. Voglio che tu lo faccia e che ti apra con me.»

«Spero solo che il bambino stia bene e possa avere una vita felice. Non saprai mai cosa c'è lì dentro finché non lo hai fra le tue braccia.» Mento ancora e lui mi stringe in un abbraccio, che racchiude il suo tentativo di starmi accanto e strappare via dai timori sul futuro.

«So che non credi ai finali da favola, ma sono dalla tua parte. Sono qui per te e il nostro bambino. Lo giuro.» I miei occhi si riempiono di lacrime.

«Grazie...» Mi trema un po' la voce, sento che sto per scoppiare a piangere da un momento all'altro. «Lo so già...»

«Sono felice di questo.» risponde e mi lascia un bacio sulla testa. Ciò rischia di farmi cedere le gambe, ma c'è lui a tenermi in piedi, mentre sono aggrappata al suo petto.

***

Il giorno successivo, gironzolo per casa, mentre Ryan è al lavoro.

Ho fatto zapping in televisione e letto alcuni libri sulla gravidanza e su come prepararsi. E adesso?

Poi squilla il cellulare, è un messaggio di Ryan. "Non riesco a toglierti dalla testa mentre lecchi il cucchiaino. Non vedo l'ora di vederti stasera."

"Spero che non dovremo aspettare." Digito. E poi mi si accende la famosa lampadina. "Perché non posso vederlo adesso? Posso pur sempre sorprenderlo a lavoro e fargli una bella sorpresa!"

Corro verso l'armadio e cerco tra i vari vestiti premaman, qualcosa che possa impressionare positivamente i suoi colleghi. Non vorrei essere solo grassa come una "palla da discoteca".

La sua segretaria, Sheila, mi porta nel suo ufficio. «Dovrebbe tornare presto dalla riunione. Sembra che tu abbia avuto una... giornata rilassante.»
Richiude la porta prima che possa risponderle.

Passa solo un minuto prima che il riccio entri e mi fissi sorpreso.

«Ehi! Ero nelle vicinanze.»

«Blaire, sono felice che tu sia potuta venire!» Chiude la porta dietro di lui.

«Ero a casa a girarmi i pollici annoiata, quindi ho pensato... che sarebbe stato carino farti una sorpresa. Non potevo aspettare ulteriormente.»

«Per cosa non potevi aspettare?»

«Mhm... Pensavo...» Sollevo gli occhi al cielo. «Alle tue labbra... Come le sento sulla mia pelle.» Mi siedo vicino alla scrivania e inizio a muovermi in maniera seducente. Lui si scioglie la cravatta e poi la toglie definitivamente con un colpo secco. «Fa' un po' caldo qui, non credi?»

«Direi...» Apre qualche bottone facendo intravedere il suo petto. «Stai benissimo, Blaire. Come uno spuntino...»

"Ha capito dove voglia andare a parare."

«Hai fame?» chiedo con una punta di malizia evidente nel tono. Cammina attorno alla scrivania e poi si posiziona di fronte a me. Il suo amichetto è proprio all'altezza dei miei occhi. Lo vedo che si sta eccitando.

«Muoio di fame, tu?»

Ma il mio stomaco, in questa circostanza, decide di non stare zitto e brontola rumorosamente. «Aspetta un attimo, mio prode cavaliere. Credo che la donzella qui presente debba davvero mangiare qualcosa.»

«Non ti preoccupare. In fondo, stai mangiando per due.»
Apre il cassetto e mi mostra una selezione di appetitosi snack.
«Muori di invidia.» Prendo un Twix e mi lecco le dita, per non perdermi nemmeno un po' di cioccolato. Ormai io e il cioccolato siamo come culo e camicia, inseparabili. «Ti senti meglio? Sei piena?»

«Meglio... ma c'è spazio per altro. Mi vuoi riempire?»

Il riccio si toglie la giacca, sfila la camicia e infine la canottiera, eccitato. Poi toglie i pantaloni, rimanendo con i boxer.

«Blaire, abbiamo solo un problema.»

«Sarebbe?»

«Sono preoccupato per te, potresti entrare in travaglio.»

Sbatto le ciglia.
«É presto per quello. Non corro alcun pericolo.»

«Sì, ma ho intenzione di farti venire così violentemente, che potrebbero rompersi le acque.»

«Oddio... amo quando mi dici cose sconce.»

«Come vuoi che ti prenda?»

«Voglio che sia una sveltina sul divano... potrebbe entrare qualcuno e vederci.» Mi alza dalla sedia e mi appoggia sul divano. Poi mi sfila la maglia. Non mi sbottona nemmeno completamente, quando penetra e inizia con una serie di spinte. Non valuta bene la sua resistenza e viene prima che io possa finire. Mi guarda negli occhi, arrossendo come un bambino.

«Scusa...»

«Fammi venire con le dita.»
Mi tocca finché non raggiungo il culmine. "Seriamente... Mi stupisco di me stessa."

***

Dopo una giornata di intenso lavoro in ufficio, Ryan decide di prendersi la serata libera.
Non andiamo da nessuna parte a mangiare, in nessun ristorante. Siamo entrambi in pigiama sul divano e mi massaggia i piedi, come solo lui sa fare.

"Un giorno, anche dai piedi avrò un orgasmo... Sembra tutto così bello. Qui, in questo appartamento, con il mio uomo che mi massaggia i piedi. Mi piace tutto di questa realtà. Vorrei non svegliarmi da questo..."

«Ehi, Blaire, volevo dirti che stavo cercando una casa.»

«Perché?»

«Beh, questo appartamento è più per uno scapolo, che per una coppia con un bambino in arrivo. Tu meriti un posto migliore.»

«Ryan, io non...»

«Voglio che ti senta come se iniziassimo questo nuovo capitolo insieme, io e te. Non come se fossi solo un ospite.» mi interrompe.

«Pensavo non avessimo deciso quale sarebbe stato il passo successivo, no? Dovevamo solo divertirci insieme, ricordi?» Attorciglio una ciocca bionda attorno al dito. "Il pensiero di trasferirmi ancora... Mi scombussola parecchio."

Lui scrolla le spalle. «Hai ragione. Organizzo tutto. Forse sono stato un po' troppo entusiasta. Sicuramente avremo tantissimo tempo a disposizione per decidere cosa vogliamo fare dopo.» "A parte che non lo facciamo, perché sono incinta di sette mesi e mezzo... Quindi sarebbe pericoloso. È meglio essere cauti." «Ci hai ripensato riguardo all'invito per la festa della settimana prossima?» Mi ha proposto di partecipare alla festa che si terrà in ufficio, ma ho declinato l'invito per tante ragioni. «Pensavo saresti andata d'accordo con le persone al nostro tavolo.» Sposto il piede fuori dalla sua portata, interrompendo le sue carezze. «Scusa, non volevo farti arrabbiare. Pensavo solo che ti avrebbe fatto piacere incontrare nuove persone.»

«Ryan, ti ripeto che non voglio andare perché sono super incinta e mi vergogno a morte! E non voglio vestirmi per essere in una stanza piena di gente che non conosco. Puoi per favore smetterla di contraddirmi sempre?»

Anche lui si irrigidisce.
«Ok, va bene. Non ti forzo.»

***
Il giorno dopo, al nostro diverbio per la festa, lui si dimostra freddo con me.

"Mi piace stare con lui, vivere nella stessa casa, condividere gli spazi e i momenti... Ma devo andarci piano. Mi sento travolta dagli eventi."

Siamo in viaggio verso casa della madre per farle visita ma, all'improvviso, fa inversione.
«Ryan! Hai sbagliato uscita.» gli faccio notare quando ci fermiamo davanti a un cancello di sicurezza, dove una guardia ci fa accedere.

«Ryan... non è una festa a sorpresa per il bambino, vero? Perché ho detto molto volte a Eveline che non mi piacciono quei... baby shower.»

«Aspetta e vedrai.» risponde, riservandomi un occhiolino.

"So che me ne pentirò."

***

Ci avviciniamo alla conclusione di questa piccola storia perché mancano davvero pochissimi capitoli... i momenti bollenti tra i due non mancano mai, mentre la gravidanza sembra filare liscia...
Ma cosa avrà preparato di misterioso Ryan? E come la prenderà Blaire? Si arrabbierá? Per scoprirlo, non resta che attendere il prossimo aggiornamento di "Solo una Notte!" Non mancate!

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