Una manciata di ore
Li sentivo ancora parlare una volta fuori.
Era una decisione importante anche per loro, Killer mi aveva spiegato molto bene cosa fosse il Nuovo Mondo e cosa comportasse per la loro ciurma andarci, per non parlare degli alti tassi di insuccessi.
Stavo origliando.
Era brutto constatare di starlo facendo, tuttavia era proprio ciò che, in quel momento, del tutto appoggiata alla porta da fuori, stavo facendo.
Ma, ovviamente, sentivo solamente le conversazioni a metà, grazie al fatto che Killer si trovasse più vicino all'uscita.
"Sei davvero sicuro di farlo? Può avere delle potenzialità e poi gli altri si sono già affezionati, forse non è il momento giusto per una cosa del genere..." stava dicendo Killer.
Percepivo il tono contrariato di Captain Kidd, ma senza capire le parole esatte.
"Lo so, è lo stesso che ho detto per Harvey, però Kidd... Questo è un momento in cui non dovremmo suscitare risentimento nei..." stava intanto rispondendo il Massacratore.
Non avevo sentito tutto, tuttavia il discorso era del tutto sensato comunque.
Poi lo avevo sentito allontanarsi di qualche passo, nel mentre il Boss continuava a borbottare che non potesse più decidere nulla lì dentro.
"Non mi va di litigare oggi... Killer, non mi convince l'idea di tenere un enorme gatto che fa le fusa dentro la nave" aveva affermato Captain Kidd, in modo chiaro, ora più vicino.
Per fortuna non passava nessuno da lì e non avevo più compiti da portare a termine, difficilmente qualcuno sarebbe entrato in cucina nelle prossime giornate visto tutto il cibo ingerito.
"Lo chiama divinità... con qualche abilità particolare, ma ci odierà se dovessi ucciderla... dove lo lasciamo dopo?" Aveva affermato in risposta.
Aveva poi aggiunto che sarebbe potuto diventare nuovamente uno schiavo e venduto ad un drago celeste, soprattutto dopo quella ferita.
Il Boss continuava a rispondere seccato da questa sua determinazione nel contrastarlo.
"Glielo sfiletti tu il pesce al gatto? Sei davvero molto premuroso Killer" aveva infine affermato il capitano con una risata.
Il discorso serio si era trasformato in una piacevole chiacchierata, tanto che il Boss aveva intimato Killer a riprendere da dove erano stati interrotti.
Mi sentivo davvero in imbarazzo, i rumori che si erano susseguiti dopo erano piuttosto inequivocabili e sembrava che io li stessi spiando per questo.
Velocemente mi ero allontanata con la testa dalla porta ed avevo fatto qualche passo indietro, per poi allontanarmi verso le nostre stanze.
Di passaggio avevo incontrato Wire.
"Che ci fai in queste stanze? E perché tutto quel rosso sulla tua faccia" aveva affermato con una smorfia interdetta.
"Sono andata per discutere con il Boss per domani, ma devo averlo interrotto in un momento inappropriato" avevo con fatica spiegato.
Lui a quelle parole aveva riso un po' ed aveva risposto che era normale prima della grande partenza e che anche lui avrebbe fatto la stessa cosa.
"Andremo in una taverna questa notte, sicuramente troverò qualcuna se sarai occupata con Heat, anche se mi dispiace un po'" aveva affermato leggero.
"Questo è il mio ultimo giorno qui, perciò ti potrebbe sul serio dispiacere un po' di non avere nessuna a portata di mano poi" avevo risposto con un tono anch'esso leggero.
Lui a quella frase aveva sgranato gli occhi e aperto una bella o con la bocca, per poi sbattere a terra il tridente che aveva sempre con sé.
"Me ne ero dimenticato, dovrò pressare Killer per convincere il Boss a tenerti come concubina!" Aveva esclamato a gran voce infervorato per poi andarsene a passo spedito.
"Il Boss potrebbe usare quel tridente come forchetta se provi a disturbarlo adesso" avevo affermato mentre lo vedevo già distante.
Quelle parole erano bastate per bloccarlo e farlo tornare sui suoi passi, ma prometteva di andarci più tardi.
Così ero andata nella stanza dei mozzi, trovando Shiroi.
Era sul letto che mi avevano dato ed aveva alzato immediatamente la testa nel vedermi.
Non avevo nulla da fare ed ero molto stanca, perciò avevo solo voglia di dormire insieme a lui.
Senza aspettare altro tempo mi ero sdraiata di fianco e lo avevo abbracciato, Shiroi di rimando aveva messo una zampa sul mio fianco.
Non era un semplice gatto.
Aveva iniziato a lavarmi tutta la faccia.
"Lo so che vorresti che io scappi con gli altri e torni a casa, ma non posso andare da solo" aveva affermato passato del tempo.
"Il capitano di questa nave potrebbe lasciarti andare, staresti al sicuro a casa con gli altri" avevo risposto con un tono preoccupato.
Lui aveva preso una pausa dal leccarmi.
"Sono il tuo gatto del giorno, non degli altri"
Il suo tono era sommesso, come arreso alla realtà dei fatti.
"Perché sei andato da loro? Potevamo tornare indietro e fuggire insieme senza che ci vedessero" avevo domandato triste.
A quella domanda aveva preso una pausa per riflettere bene su cosa o come dire ciò che aveva in mente.
"Non sarebbe stata la stessa cosa... Nel villaggio non facevi mai le cose che facevano le altre sacerdotesse" aveva affermato per poi prendere una pausa ed osservarmi dritto negli occhi.
"Hai imparato da sola ad andare a caccia ed ad usare l'arco a quattro anni, so benissimo da quel momento che volevi diventare altro e tornando qui ciò è accaduto" aveva ribattuto con un tono rilassato.
Altre lacrime erano uscite nel frattempo, ma lui prontamente me le aveva leccate tutte.
Nel mentre io intanto avevo iniziato a stringerlo più forte a me.
"Quindi finisce così?" Avevo domandato triste.
"No Hana, sono convinto che non ti uccideranno davvero, piaci a tutti qui e li renderebbe molto dispiaciuti" aveva ribattuto mentre appoggiava la testa sul cuscino.
"Ma il Boss non si fida di me perché crede che gli ruberò tutti gli uomini ed odia i gatti" mi ero lamentata con un tono un po' infantile.
"Però è proprio quello che hai fatto! Guarda che ho visto quel tipo mascherato lasciarti il cibo da parte di proposito, l'altro che ti ha cucito i vestiti e poi la bambola voodoo che stravede per te..." Aveva affermato sottovoce Shiroi, come se stesse spettegolando.
Ero un po' arrossita alle sue parole.
"Ma cosa dici, Killer è sempre stato gentile nonostante sia terrificante con quella maschera e Heat non stravede per me!" Avevo ribattuto.
"Gentile? Quel tipo è in grado di tagliarti in due con la stessa empatia con la quale sfiletta il pesce!" Aveva ribattuto immediatamente.
Avevamo continuato così per diverso tempo, battibeccando dimenticandoci della situazione finché non mi era venuto sonno.
"È quasi il tramonto ma sono già stanca, penso che dormirò" avevo deciso.
Con ciò mi ero accoccolata vicino a lui, riscaldata dal calore del suo corpo e mi ero, in fretta, appisolata.
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