Un pranzo concitato

Senza dire una parola eravamo andati in cucina.
Gli avevo appena detto di essere innamorata di lui pensando che sarebbe stato il nostro ultimo momento insieme, ma ora che avevo capito che sarei rimasta sulla nave non sapevo come affrontare il discorso.
Arrivati in cucina avevo trovato già pronti diversi ingredienti che Killer deve aver preparato in anticipo, così avevo deciso di preparare gli spaghetti che tanto gli piacevano accompagnati da una salsa al pomodoro.
Questa volta era Killer a meritare il suo piatto preferito a tavola.
Lo avevo visto preparare diverse volte piatti simili, potevo farcela.
"Heat, tu sei bravo a cucinare?" Avevo domandato distratta mentre preparavo i pomodori.
Lui aveva scosso la testa dicendo che non aveva mai acceso un fornello.
Non era stato di molte parole, sembrava sovrappensiero e distante.
Mentre lasciavo andare l'aglio, come faceva Killer, avevo deciso di dargli il tempo di cui aveva bisogno.
Avevo anche iniziato a cuocere una fetta di Re del Mare in padella, per Shiroi, anche lui meritava un'ottima ricompensa.
Alla fine non era stato poi così difficile, grazie ai giusti strumenti la salsa di verdura era divenuta gustosa e dalla consistenza non troppo densa.
Non del tutto contenta avevo aggiunto una manciata di zucchero e l'avevo messa da parte.
Ora era perfettamente bilanciata.
"Non lo hai visto ma mancava molto poco ad arrivare al tuo collo" aveva asserito Heat mentre intanto accendevo il fuoco sotto il pentolone per gli spaghetti.
Mi aveva un po' destabilizzata quella frase detta così all'improvviso, però avevo comunque accennato un sorriso, soddisfatta che stesse iniziando ad aprirsi.
"Lo so che lo avresti fatto" avevo risposto sincera.
A quella risposta si era voltato altrove seccato.
"Erano gli ordini del Boss, non me ne pento" aveva specificato con un tono solenne.
Non che ne avessi qualche dubbio, pertanto avevo annuito senza aggiungere altro.
Eravamo rimasti in silenzio ancora dell'altro tempo, tanto che avevo buttato la pasta nel pentolone senza che aggiungesse una sola parola.
"Come potresti accettare una cosa simile!" Aveva sbottato rabbioso.
Avevo continuato ad evitare il contatto con il suo viso mentre cercavo le parole giuste per rispondere e lui faceva lo stesso mentre cercava di dire ciò che pensava realmente.
"Ho visto bene la tua espressione scossa" avevo infine affermato.
Stavo andando a preparare i tavoli quando lo avevo sentito sbuffare stanco.
Poi ero tornata indietro, lui era ancora lì appoggiato con la schiena contro il mobile della cucina con un volto interdetto.
Poi si era deciso e si era inginocchiato alla mia altezza mantenendo una gamba più alzata a reggergli il braccio.
"Non volevo farlo ma stavo seguendo quell'ordine pensando fosse vero, ecco perché ero così teso" aveva spiegato per poi appoggiare una mano sulla mia testa per accarezzarmi.
"Penso di essere stata la più tesa di tutti in quel momento, comprendo abbastanza quel nervosismo" avevo affermato per smorzare un po' la tensione.
Il suo volto malinconico si era rasserenato un attimo.
"Che cosa facciamo adesso?" Aveva chiesto mentre ancora aveva la mano appoggiata sulla mia testa ad accarezzare i capelli.
"Abbiamo molto tempo da passare insieme sulla nave finché il nostro viaggio non finirà" avevo replicato con un tono più morbido.
Lui aveva annuito dicendo che avremmo potuto decidere cosa fare durante il viaggio ed aveva fatto subito dopo una pausa.
"Non dovresti dare per scontato che avremo molto tempo, però, la nostra vita è costantemente sulle onde del mare" aveva infine ribattuto.
Su questo, era vero, non aveva torto.
Me la ricordavo bene quella paura causata dal proiettile che lo aveva colpito.
Non c'era stato il tempo di difendersi, né tantomeno per prepararsi mentalmente.
"Prima della partenza andremo di nuovo alla casa d'asta a dare un'occhiata a quegli uomini, ma subito dopo pranzo tu resterai con me" aveva affermato prima di darmi un bacio e rialzarsi in piedi.
Mi sembrava un'idea più che allettante!
Sicuramente rossa in viso ero andata a preparare i piatti di spaghetti, tutti tranne ovviamente quello del capitano e di Killer, mentre Heat era andato a chiamare gli altri per poter finalmente pranzare.
I primi ad arrivare erano stati Ichiro e Jiro ed erano piuttosto gioiosi.
"Ah non si vedono molti lieto fine sulla Victoria Punk!" Aveva esclamato Ichiro.
"Se questo lo chiami un lieto fine, Gin è ancora traumatizzato, avrà gli incubi per un mese" aveva detto suo fratello per poi ridere entrambi di gusto.
"Neanche Heat se la passerà bene il prossimo mese, vista la faccia di prima sarà lui ad avere più incubi" aveva controbattuto Wire entrando nella stanza.
Erano tutti risollevati e di buon umore, adesso, pertanto avevano continuato a spettegolare contenti davanti al loro piatto di spaghetti.
Anche Gin era arrivato, insieme a Shiroi, ed appena entrato era corso ad abbracciarmi.
"Ci credi che è la stessa persona che usa quella enorme mazza chiodata?" Aveva bisbigliato Jiro nel mentre.
Ichiro aveva scosso la testa dicendo quanto fosse impossibile, che avesse assolutamente un sosia!
Anche Shiroi era splendente ora, si era ripreso, aveva la zampa bendata, non era messa male come non lo era il braccio di Wire alla fine, perciò sarebbe guarita in fretta.
Il Re del Mare in padella gli piaceva molto, forse sarebbe diventato il suo piatto preferito.
"Anche Harvey è felice e sollevato del fatto che ora vivremo qui, ne abbiamo parlato in infermeria" mi aveva informato Shiroi mentre mangiava.
Alla fine era entrato Killer, sembrava avere l'aria un po' tetra, ma vedere gli spaghetti al pomodoro sembrava averlo risollevato.
"Sei riuscita a cucinare bene nonostante avessi Heat in cucina con te" aveva affermato andando a preparare due porzioni di piatti.
Eravamo tutti felici a quel pranzo, si parlava allegramente ed avevano anche bevuto del rum e brindato.
Era arrivato anche il capitano poco dopo Killer, mi aveva squadrato un attimo e poi era andato a sedersi e divertirsi con gli altri.
C'era una bella atmosfera.

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