Ripresa
Ero rimasta lì a piangere non so quanto tempo, Gin era stato al mio fianco per un po', poi è dovuto andare via perché aveva ricevuto degli ordini.
Non c'era nessuno in quel bagno oltre a me.
Ad un tratto avevo sentito dei passi pesanti avvicinarsi, tuttavia avevo gli occhi troppo lucidi ed ero troppo scossa per comprendere qualcosa.
"Sono quattro ore che i miei uomini ti sentono piangere, vieni qui"
Era Captain Kidd.
Non potevo di certo aspettarmi un abbraccio ed una parola di conforto da lui, infatti mi aveva preso per un braccio con una mano metallica creata dal suo potere e mi aveva trascinato di sopra, senza dire una parola.
Mi aveva portato dagli altri e, quasi subito, Heat si era avvicinato a pulirmi la faccia.
Anche se in maniera rude l'avevo apprezzato molto.
"Non pensavo avremmo scoperto tutto in meno di tre settimane, però loro ci hanno raccontato ogni cosa sull'assalto al tuo villaggio" aveva affermato il Massacratore.
Mi ero girata verso di loro, erano tre uomini legati insieme con una corda.
Erano sanguinanti, avevano gli occhi gonfi e neri, non c'era una parte di loro rimasta integra.
"Non erano in sei?" Avevo domandato confusa.
"Erano in sei" aveva risposto con un tono deciso Wire.
Erano tutti lì, con uno sguardo serio e rabbioso, tranne Killer ovviamente, e sentivo fortemente la tensione tra loro.
"Hai pianto tutta la mattina, tanto che non siamo riusciti neanche a pranzare" aveva esclamato Harvey in modo seccato.
"Vogliamo la conferma dei fatti, se li hai ricordati, è vero che Kuma era in quel posto con i marines?" Aveva continuato Killer.
"Sì, mi sono ricordata tutta la vicenda... Ma è venuto ad avvisarci e ha fatto sparire qualcuno" avevo risposto con un filo di voce.
Tremavo ancora.
"Vi ha aiutato?" Aveva detto Heat stupito.
"Sì, immagino che chi è sparito si sarà ritrovato come me in un posto assurdo, spero abbia deciso meglio per gli altri" avevo continuato io.
Non li osservavo nemmeno, ero troppo scossa, non facevo altro che pensare a mio padre che aveva mandato chissà dove ed a Shiroi.
"Stanno ancora vendendo alcuni schiavi del tuo villaggio, forse potresti trovare qualcuno che conosci all'arcipelago Sabaody" aveva spiegato Ichiro.
Avevano tutti un tono così arrabbiato, però anche disgustato e sofferente per l'accaduto, forse.
"Probabilmente non arriverò mai in quell'isola, ora le informazioni che vi servivano le possedete e non avrebbe senso tenermi qui" avevo affermato con tono tranquillo.
"Questi sono gli uomini che hanno derubato il tuo villaggio, come vuoi che vadano all'inferno?" Aveva voluto sapere Captain Kidd cambiando argomento, come se non avesse sentito niente.
"Sono già finiti all'inferno dal momento in cui hanno provato a parlarvi in quel modo, Eustass Captain Kidd"
A quella risposta aveva accennato un ghigno, un misto tra il compiacimento ed il sadismo.
"Li riporto nella stanza, pulisci il pavimento" aveva, così, sentenziato.
Loro gridavano spaventati, imploravano per non tornare in quel posto, ma tutto ciò che era rimasto di loro era soltanto una scia di sangue fresco da pulire.
Jiro mi aveva portano uno strofinaccio ed un secchio di acqua pulita e, dopo averlo ringraziato, avevo iniziato a pulire.
Finito il mio compito era già arrivata la sera, era probabilmente ora di cena, tuttavia non avevo nessuna voglia di toccare del cibo, così ero andata a letto.
Forse sarebbe stata l'ultima volta ed ancora sconvolta tenevo stretto il mio cuscino.
Non ero rimasta sola a lungo che qualcuno era entrato nella stanza dei mozzi.
Era Harvey ed aveva un piatto di spaghetti in mano.
"Killer mi ha ordinato di farti mangiare, anche con la forza" aveva precisato sedendosi sul letto al mio fianco.
Mi ero seduta anch'io, ma la nausea era troppa per ingerire del cibo.
"Che senso ha se presto mi uccideranno"
Dall'alto lui mi aveva osservato dispiaciuto.
"Sapere cosa è successo al tuo villaggio è stato orribile per tutti, sai, anche il nostro capitano ne è rimasto disgustato" aveva affermato lui mentre prendeva una porzione di spaghetti e me la portava alla bocca.
"È un ordine di Killer, non posso disubbidirgli" aveva continuato spingendo le bacchette contro la mia faccia.
Ad un certo punto, tutta sporca, mi ero arresa ed avevo iniziato a mangiare, per poi continuare da sola.
"Ma davvero andavi sul dorso di un gatto?" Aveva domandato lui con tono stupito.
"Non era un semplice gatto, era un animale sacro!"
Lui a quel tono aveva ridacchiato, dicendo poi che non aveva mai visto nulla del genere.
La tristezza si faceva sentire e gli avevo fatto capire quanto mi mancasse.
"Forse lo troveremo a Sabaody, forse Eustass-sama ti lascerà in vita" aveva continuato lui con un tono più gentile del solito.
"Non lo credo affatto!" avevo esclamato io con un tono teso.
Quell'uomo non aveva nessun motivo per tenermi in vita.
"Io lo spero, invece" aveva continuato lui posando il piatto di lato e prendendo con la mano libera il mio viso.
Mi aveva stampato un bacio proprio nel mezzo della fronte, con dolcezza.
Cosa sta succedendo?
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